domenica 20 settembre 2015

IL PESCE SCORPIONE



Il Pterois volitans, o più comunemente conosciuto con il nome di Pesce scorpione o Pesce Leone, fa parte della famiglia Scorpaenidae. Si tratta di un pesce d’acqua salata diffuso prevalentemente nell’Oceano Pacifico, Giappone, Polinesia, Australia e nel Mar Rosso. Vive sui fondali sassosi e sulla barriera corallina fino a circa 40-50 metri di profondità.

Il pesce scorpione si presenta con una bocca piuttosto grande rispetto al corpo. Ha una piccola testa con occhi sporgenti e sormontati da particolari escrescenze. Il suo dorso ha forma ricurva e il ventre è leggermente appiattito fino alla coda che è abbastanza larga e rotonda. Il corpo del Pesce scorpione, che difficilmente supera la lunghezza di 30-35 c., è colorato da strisce verticali bianche e marroni e dalla larghezza variabile. Sul dorso, in prossimità della pinna, si notano degli aculei veleniferi che compaiono anche vicino alla pinna anale.
Questi aculei veleniferi sono 13 sul dorso e 3 nella regione anale. Gli aculei hanno forma cava. Altri aculei, non veleniferi, sono porti vicino alle pinne pettorali.

La puntura degli aculei può provocare un avvelenamento di I°grado, con ecchimosi, cianosi ed eritema, un avvelenamento di II° grado porta alla formazione di vesciche sulla parte lesa ed infine, un avvelenamento di III° grado può portare alla necrosi e raramente disturbi come mal di testa, vomito, crampi addominali, fino a paralisi, difficoltà nella respirazione, ischemia e sincope. In caso di puntura è bene provvedere quanto prima ad immergere la lesione in acqua molto calda per rendere inattiva la tossina.

Mentre il mare muore soffocato dall’inquinamento, dal riscaldamento globale e dalla pesca industriale, alcune specie, prive di naturali predatori, si diffondano in aree molto diverse dal loro normale habitat. Dai Caraibi i pesci scorpione si sono spostati a altre zone dell’Atlantico.



In Brasile, secondo uno studio della California Academy of Sciences, i primi esemplari trovati costituiscono una grave minaccia per l’ecosistema della barriera corallina. Infatti questi pesci fanno stragi dei bei pescetti colorati che affollano i rossi coralli. Non è un caso che sia anche chiamato pesce cobra che rischiano seriamente di compromettere i delicati equilibri di alcune preziose aree di habitat marino. Si è anche puntato il dito contro soggetti che dopo ammirati negli acquari se ne sono sbarazzati come quei cucciolini di cane e altre specie tanto carini da piccoli che diventano scomodi quanto crescono.

Intanto continua essere sempre più allarmante il quadro della salute del mare e la sopravvivenza di diverse specie ittiche.

E’ impressionante il declino di moltissimi pesci e abitanti del mare. Le cause sono sempre le stesse: pesca eccessiva, inquinamento, riscaldamento globale. Un vero e proprio allarme è stato lanciato sull’eccessiva presenza di mercurio che sta invadendo tutto il ciclo naturale dell’ambiente marino in particolare nel Pacifico.

Nonostante la pericolosità e la puntura dolorosa, gli P. volitans (così come altre specie affini) sono una specie ambita dagli acquariofili specializzati in acquari marini.

Le carni del pesce leone sono commestibili e apprezzate in alcuni paesi. Il loro consumo è inoltre incoraggiato come contributo al controllo della specie nei Caraibi, dove essa è invasiva.



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