lunedì 28 settembre 2015

TESORI SOMMERSI



I relitti custoditi dai fondali di mari e oceani sarebbero, calcolando il tutto a partire da circa 3000 anni fa, più di tre milioni. Questo genere di cifre lasciano sempre un po' perplessi. Registri di navigazione con dati attendibili si hanno a partire dall'epoca delle prime grandi navigazioni, ovvero intorno alla fine del 1400. Sui dati relativi alle navi fenicie affondate nel 600 a.C. sembra doveroso dubitare.
Eppure è fuor di dubbio che nella quiete delle profondità marine le navi siano tante; se tre milioni non sono una cifra rigorosamente calcolata, sono però assolutamente verosimili.
Il 12 settembre del 1857 la nave da trasporto Central America affondò al largo della Carolina del Nord, a causa di un uragano. Con una scelta di assoluta imprudenza, 60 banche nord americane avevano stipato la nave di lingotti e monete d'oro, per un valore complessivo intorno ai 200 milioni di dollari. Finirono tutti in fondo al mare e con essi, purtroppo, anche 425 persone che si trovavano a bordo.
In tremila anni, quanto oro è finito in fondo al mare? Quante pietre preziose? Non solo: quanti reperti, di grande valore archeologico e artistico? Anche in questo caso possiamo dire che la mancanza di una valutazione precisa non ci allontana dalla sensazione che immense siano le ricchezze custodite sotto le onde.
Ma una cosa vale tanto se rendere "praticabile" tale valore non richiede costi che lo travalicano. Alcune regioni italiane, per esempio, sono ricchissime di oro, ma si tratta di una presenza molto dispersa: per recuperare un grammo bisognerebbe movimentare 5 tonnellate di terra.

Un mistero marittimo lungo 73 anni delle due navi gemelle, battenti bandiera tedesca, affondate la notte del 19 dicembre 1940 tra Livorno e la Gorgona, per essere finite su un campo minato in mare.
Per trovare il loro tesoro nascosto, un cimitero di lamiere in fondo agli abissi del Mar Tirreno, P. V., professione artigiano, gli istruttori M. B. e D. B. e A. B., hanno studiato mappe e rotte per più di due anni. «L’idea ci è venuta tra il 2010 e il 2011 - raccontano in coro - siamo appassionati di subacquea e di relitti, avevamo sentito parlare di queste navi scomparse ad un’ora di distanza l’una dall’altra e abbiamo iniziato ad informarci». Da allora hanno accumulato foto e notizie spulciando giornali e vecchi registri navali. Durante l’inverno, spesso nel weekend, sono saliti alternativamente a bordo di un gommone e di un’imbarcazione con la strumentazione necessaria, e hanno setacciato l’area dove i piroscafi, lunghi 160 metri ciascuno, potevano essersi inabissati. Nei mesi scorsi le ultime conferme dall’ecoscandaglio che ha fornito l’effettiva posizione della “Geierfels” e della “Freiefels” che tradotto dal tedesco significa, guarda caso, “Avvoltoio sulla roccia” e “Libera sulla roccia”.



«Lo scorso fine settimana ci siamo immersi nel punto dove pensavamo che si trovassero i relitti a circa tre miglia e mezzo a est dell’isola di Gorgona e a 15 da Livorno». Tre dei quattro componenti del Gsd team hanno pinneggiato per quasi 140 metri. Poi in mezzo al blu delle profondità marine è comparso prima il ponte di comando con i sette oblò, le maniche a vento, i pennoni. E ancora gli argani a vapore con i quali venivano caricate a bordo perfino le locomotive, e pure le stive. «In una delle due navi - si legge in una scheda che le riguarda - c’era anche un campo da tennis».
«Purtroppo - vanno avanti - siamo potuti rimanere a quella profondità soltanto per pochi minuti, poi siamo dovuti risalire». Per gli amanti dei numeri i tre sub sono rimasti alla profondità di 140 metri per un quarto d’ora e per risalire in superficie hanno dovuto effettuare una decompressione di 201 minuti, oltre tre ore e mezzo, usando quasi cinque bombole ciascuno.

Un bottino da oltre 1 milione di dollari in monete d'oro. L'ha trovato una famiglia di cacciatori di tesori nelle acque a largo di di Fort Pierce, circa 200 chilometri a nord di Miami, in Florida. Il bottino era contenuto nel relitto di una nave spagnola affondata nel 1715. Tra i tesori, 51 monete d'oro coniate nell'anno del naufragio e collane preziose. "Non è stata un'impresa facile trovare il relitto - spiega Brent Brisben, co fondatore della 1715 Fleet - Queens Jewels LLC che detiene i diritti della scoperta - Nello stesso anno affondarono altri 11 galeoni lungo la stessa rotta a causa di un uragano che interessò la costa della Florida"

Duemila monete d'oro conservatesi per circa 1000 anni sul letto del Mediterraneo. La scoperta è stata fatta da quattro sub mentre facevano immersione nello specchio di mare antistante Cesarea, uno dei siti archeologici romani più importanti di Israele. Le monete risalgono al periodo Fatimidia, il Califfato che intorno l'anno 1000 copriva gran parte del Medio Oriente, dell'Africa del nord e della Sicilia. Il tesoro, ha ipotizzato la sovrintendenza di archeologia marina israeliana, proviene da una nave naufragata in prossimità della costa, che trasportava in Egitto il ricavato della tasse locali o gli stipendi dei soldati fatimiti di istanza a Cesarea.




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