lunedì 23 maggio 2016

LAGO DI AVIASCO



Il Lago di Aviasco è un lago artificiale, dall'estensione pari a 70.500 metri quadrati, situato nelle Alpi Orobie in alta valle Seriana,, racchiuso in una vallata contenente i  bacini artificiali: il Lago Nero, il Lago Campelli, il Lago Sucotto e il Lago Cernello.
La zona si raggiunge per la via più breve partendo da Valgoglio, in alta Valle Seriana. Il sentiero parte dalla zona nord-est del paese, ed è ben segnato. Si sale seguendo inizialmente le condotte d'acqua fino a giungere in vista della diga del Lago Sucotto, quindi si prosegue a sinistra, cioè in direzione ovest, su per una salita che, poco più in alto, porta alla diga del Lago Nero. Qui si prosegue a sinistra, ovvero verso nord-Est, costeggiando il lago nero a sud. Dopo 800 metri circa giungerete in vista del Lago di Aviasco, riconoscibile per il rivestimento in pietra della diga che lo contiene.

Il lago, racchiuso in una conca creata dai monti Cabianca e Pradella, è raggiungibile anche da nord-est passando per il Passo di Aviasco, che separa la Valle Brembana dalla Valle Seriana, e da nord-ovest lungo passando per il sentiero che fa il giro dei laghi sul lato della Valle Seriana passando per i laghi Campelli, Cernello e Sucotto

Il Lago di Aviasco deriva dall'ampliamento di un preesistente lago naturale ottenuto tramite la costruzione di una diga nell'anno 1923.
Nelle sue acque si specchiano il Monte Pradella a SW (m. 2626) e il Monte Cabianca a NE (m. 2601).

Il lago Sucotto raccoglie le acque provenienti dal lago Cernello, l'acqua piovana, quella di scioglimento delle nevi e da piccole falde minori. L'acqua rilasciata attraverso la sua diga alimenta il torrente Goglio.

La zona si raggiunge per la via più breve partendo da Valgoglio. Il sentiero parte dalla zona nord-est del paese, ed è ben segnato. Si sale seguendo inizialmente le condotte d'acqua fino a giungere in vista della diga del lago Sucotto. Si prende quindi il sentiero che sale in direzione della diga sul lato est del torrente. Il sentiero prosegue poi in direzione del vicino lago Cernello.

Il lago può essere raggiunto anche dal rifugio Fratelli Calvi, in val Brembana, seguendo il percorso che conduce al passo della Portula e che prosegue poi in direzione del Giro dei Laghi, sentiero che mette in comunicazione i laghetti della vallata sopra descritti. Il sentiero è ripido in alcuni tratti ma ben segnato e in buone condizioni.


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LE BAHAMAS



Le Bahamas sono uno stato insulare dell'America centrale costituito da un arcipelago di 700 isole e isolette, situate nell'Oceano Atlantico, a est della Florida, a nord di Cuba e del resto dei Caraibi, e a ovest della dipendenza britannica delle Isole Turks e Caicos.

Scoperte durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo divenendo parte della corona spagnola, furono poi conquistate dagli inglesi nel XVII secolo per divenire indipendenti nel 1973. Prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo, queste isole si chiamavano Lucayas, derivante da lucayos, nome delle pacifiche popolazioni indigene che l'abitavano. In particolare San Salvador, l'isola su cui sbarco l'esploratore genovese il 12 ottobre 1492, era indicata come Guanahaní. Leggendo le relazioni scritte da Colombo sulla scoperta, uno degli elementi che più attirò la sua attenzione durante il primo viaggio fu la scarsa profondità delle acque. Per questa ragione battezzò le Lucayas come Islas de la Bajamar (isole del mare basso in spagnolo).

I due nomi furono mantenuti per circa un secolo e mezzo: quando però caddero in mano britannica, questi ne adattarono il nome alla loro lingua chiamandole Bahamas Islands, nome con cui sono note ancora oggi. Nel corso del Seicento e del Settecento le Bahamas sono state uno dei covi della pirateria assumendo il ruolo di covo principale dal 1716 al 1718 quando vennero lasciate senza difesa e senza governo dalla Corona. Nel 1717 un mercante stimava che vi fossero ben 800 pirati, autodefinitisi flying gang, con base a New Providence. Nel 1718 re Giorgio I d'Inghilterra inviò però una spedizione navale guidata dal capitano Woodes Rogers che spinse i pirati ad allontanarsi in direzione della Carolina, di altre isole caraibiche minori o addirittura dell'Africa.

Il PLP, Partito Liberale Progressista, fondato e diretto da O. Pindling, gestì il processo di separazione dall'Impero Britannico. Il 10 luglio 1973 le Bahamas divennero indipendenti, associandosi subito al Commonwealth. Il PLP guidò il Paese per quasi venti anni, fino al 1992. Pindling restò presidente per vari anni, ma nel 1988 incominciarono a emergere dubbi sul suo operato: in quell'anno gli USA incolparono le Bahamas di riciclare denaro proveniente dal narcotraffico; il Governo tentò di difendersi dalle accuse, ma senza molto successo. Il premier cercò di far ricadere la colpa sul sistema bancario e chiese sostegno agli USA, ma nel frattempo aveva perso gran parte della sua credibilità. Come conseguenza di queste vicende Pindling si dimise nel 1990.

Come previsto, nel 1992 il PLP perse le elezioni presidenziali contro il Movimento di Libertà Nazionale, FNMP, guidato da Hubert Ingraham. Il nuovo partito al governo riuscì ad ampliare il turismo, e ci riuscì combattendo la criminalità, che costituiva un disincentivo all'arrivo di visitatori e quindi un danno al turismo stesso, struttura portante per la ricchezza del Paese. Il narcotraffico, piaga di vecchia data, fu in parte arginato e furono fatti diversi sforzi per limitare le azioni criminose attuate dai numerosissimi immigrati, giunti specialmente dalla vicina Haiti. Grazie a questo impegno, il Movimento di Libertà Nazionale fu confermato nel 1997. Il secondo mandato fu assai meno soddisfacente del primo, e il consenso del partito presso il popolo scese molto.

A scontentare la popolazione dell'arcipelago furono gli scarsissimi sussidi concessi alle piccole isole, più bisognose di aiuti, e l'inutilità degli interventi volti a ridurre il tasso di povertà. Nel gennaio del 2002, anno delle elezioni, si tenne un referendum su alcune riforme costituzionali, interpretato da molti come un test per il governo: la maggioranza perse. Alle elezioni tenutesi pochi mesi dopo il PLP travolse con un risultato schiacciante gli avversari, tornando al governo. Divenne governatore generale Ivy Dumont e premier Perry Christie, sempre per il PLP. Il 2 maggio 2007 i bahamensi sono tornati alle urne ed è uscito vincitore Hubert Ingraham, ancora alla guida del Movimento di Libertà Nazionale. È diventato governatore generale Arthur D. Hanna.

Scomparsi da secoli gli originari abitanti, gli Arawak, la popolazione dell'arcipelago è formata in prevalenza da neri e mulatti (85% del totale), mentre il resto è di origine europea. Al censimento del 2000 essa aveva raggiunto i 303.000 circa abitanti, saliti a 315.000 secondo l'ultima stima effettuata. Il ritmo di incremento annuo, che negli anni precedenti si era mantenuto elevato, ultimamente è divenuto inferiore al 1%. D'altra parte il flusso immigratorio, un tempo consistente, è numericamente irrilevante, mentre, a partire dal 1994, il governo ha provveduto al rimpatrio forzato degli immigrati haitiani e cubani illegali, creando peraltro con questo provvedimento non poche tensioni nei rapporti con i paesi di origine.

Negli anni più recenti la diffusione dell'AIDS ha cancellato i progressi compiuti in fatto di riduzione della mortalità infantile. La distribuzione territoriale degli abitanti è assai diseguale e la popolazione urbana rappresenta addirittura l'88,8% di quella complessiva; soltanto le isole principali sono popolate e più della metà della popolazione totale risiede nell'isola di New Providence; altre zone importanti sono Freeport, Grand Bahama e Kemps Bay e Nlcholl's Town su Andros.

La difesa e giustizia dello Stato hanno sede alla Royal Bahamian Defence Force, importante per il controllo costiero paramilitare. Il sistema giudiziario si articola in corti di prima istanza, nella corte d'appello e nella corte suprema (composta da nove giudici), è in vigore la pena di morte. L'istruzione, ha delle strutture scolastiche molto sviluppate; è obbligatoria dai 5 ai 16 anni e gratuita nelle scuole statali; l'alfabetizzazione è pressoché totale (il tasso di analfabetismo è del 4,4%). La scuola elementare comincia a 5 anni e dura sei anni, divisi in due cicli triennali. Anche l'istruzione superiore ha goduto di un notevole sviluppo, in particolare negli anni novanta; l'università ha sedi a Nassau, dove sono presenti corsi di laurea in scienze alberghiere, e del turismo (corso attivato nel 1998).

La popolazione delle Bahamas risulta essere molto variegata. Ma la maggior parte si trova nei pressi delle coste.

La religione è in prevalenza (90% circa) cristiana nelle varie confessioni protestanti.

La lingua ufficiale è l'inglese. È parlato anche il creolo.

La forma istituzionale delle Bahamas è la monarchia costituzionale e facendo parte del Commonwealth il Capo di Stato è il monarca d'Inghilterra. La carica di primo ministro dura per cinque anni; colui che attualmente ricopre tale carica è Perry Christie, succeduto a Hubert Ingraham. Altra figura fondamentale è quella del Governatore Generale, attualmente impersonato da Marguerite Pindling. Il Parlamento presenta la Camera dell'Assemblea, con 40 membri eletti ogni cinque anni, e il Senato, con 16 membri in totale.

Il sistema sanitario bahamiano offre sia discrete strutture ospedaliere pubbliche che cliniche private. Il problema principale è rappresentato dalla difficoltà di collegamento delle isole più lontane dell'arcipelago dalle principali città e dalla capitale.

La Royal Bahamas Defence Force (in inglese Reale Forza di Difesa delle Bahamas) è l'attuale marina militare delle Bahamas, nonché unica forza armata di questa nazione, che non dispone né di un esercito né di una aeronautica militare.

Il sistema politico bahamense è multipartitico nella teoria ma bipartitico di fatto: le due formazioni principali sono il Partito Liberale Progressista (PLP) e il Movimento di Libertà Nazionale (FNMP), di ispirazione conservatrice. Un altro partito è il Movimento Democratico delle Bahamas, BDM, ma non di rado si presentano alle elezioni anche alcuni candidati indipendenti, considerati degli outsider.



Il PLP fu fondato da O. Pindling prima della separazione dall'Impero Britannico, e condusse l'arcipelago all'indipendenza. È rimasto alla guida del governo dal 1973 al 1992, quando vinse l'FNMP. Questo partito è stato messo in piedi da Hubert Ingraham, che dal 1992 è stato primo ministro per dieci anni. Nel 2002 il PLP è tornato alla guida con una vittoria schiacciante sugli avversari, dopo che Ingraham aveva perso il referendum sulle riforme costituzionali nel gennaio dello stesso anno. Le ultime elezioni sono state quelle del 2007 e quelle del 2012. Nel 2007 Ingraham ha vinto di misura, con un moderato scarto rispetto al rivale Christie; il 4 dello stesso mese Ingraham ha giurato come Primo Ministro.

L'apparato economico è avanzato, lo dimostra il PIL, che è il più alto della regione, con notevole distacco dagli altri Paesi. Questa situazione di discreto benessere viene da un tangibile miglioramento economico avuto a partire dagli ultimi anni, ma è anche frutto di un'esigua popolazione e di una bassa densità. L'Indice di sviluppo umano è di 0,825, il terzo più alto dell'America Centrale, dietro la Costa Rica e Cuba. Le risorse principali sono il turismo e l'agricoltura: quest'ultima è favorita da un buon clima temperato e dall'attrattiva dei paesaggi costieri delle isole. Essa è specializzata nella produzione di prodotti tropicali per l'esportazione. Tuttavia negli ultimi tempi stanno acquistando maggiore peso nuovi settori come quello finanziario: oltre che per la loro natura, le isole Bahamas oggi sono note anche come paradiso fiscale sede di numerose società offshore.

Il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, l'ha inserita tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, nella cosiddetta Lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane e i soggetti ubicati in tale territorio. Anche la pesca, quella dei crostacei, è praticata con fini di esportazione. Il settore turistico è in continuo aumento e attualmente occupa i 3/4 della popolazione attiva, fornendo quasi tutta la ricchezza lorda: questi sforzi garantiscono ogni anno almeno due milioni di visitatori stranieri, confermando il turismo come la fondamentale fonte economica per il territorio.

L'industria, prodotto dei progressi recenti, è nata solo negli ultimi anni ed è in via di sviluppo: per ora si occupa della raffinazione del petrolio e dei prodotti farmaceutici, insieme a poche altre produzioni. La centrale termoelettrica situata nella Grande Bahama fornisce quasi tutto il territorio. Notevolmente sviluppato è anche il commercio, quello portuale si concentra a Nassau. Il commercio interno è buono, quello esterno è intrattenuto specialmente con gli Stati Uniti, verso i quali vanno quasi tutte le esportazioni e dai quali viene la quasi totalità delle importazioni. Ma questa situazione favorevole è andata creandosi solo alcuni anni fa. Sebbene la prosperità economica sia sempre stata una caratteristica dell'Arcipelago, per molto tempo esso ha dovuto convivere con delle significative problematiche, alcune delle quali permangono ancora oggi.

Gli Stati Uniti accusarono pubblicamente le Bahamas di riciclare denaro proveniente dal narcotraffico. Questo gettò nell'instabilità politica ed economica tutto il Paese, scongiurata con i passi avanti fatti in seguito. Altro problema è rappresentato dalla criminalità, legata non solo al traffico illegale di stupefacenti ma anche alla massiccia immigrazione clandestina, proveniente soprattutto da Haiti. In più alcune isole minori vivono in situazione economica nettamente inferiore a quella dei centri più grandi, e ancora oggi il problema non è stato ancora risolto. È proprio nelle isole più piccole che si concentra il tasso di povertà, che non sembra essere diminuito.

L'arcipelago è formato dalle parti affioranti di un insieme di piattaforme carbonatiche. Sono altofondi marini con profondità fino a qualche decine di metri separati tra loro da fosse molto profonde, di ambiente oceanico. La piattaforma più estesa è il Great Bahama Bank, che supporta l'isola di Andros, la più grande dell'arcipelago. I sedimenti sono costituiti da carbonato di calcio in forma di fanghi micritici, prodotti dalla proliferazione di alghe calcaree, mentre nelle aree con acque più agitate si producono sabbie oolitiche, (prodotte dalla precipitazione abiotica di carbonato) e sabbie bioclastiche (prodotte dall'usura meccanica di conchiglie e altre parti dure di invertebrati).
Le isole emerse si trovano principalmente nella parte nord-orientale dei banchi, dove la presenza di nutrienti portati dalle correnti oceaniche permette lo sviluppo di scogliere organogene a coralli. Al margine occidentale delle piattaforme si sviluppano in genere barre di sabbia calcarea (sabbie oolitiche e sabbie bioclastiche), che danno luogo a secche e spiagge sommerse. Nelle parti più interne dei banchi si sviluppano piane di marea fangose, con stromatoliti algali e mangrovie.

Le isole Bahamas presentano corsi d'acqua di dimensioni estremamente ridotte.

Un arcipelago di 700 isole, solo 30 delle quali abitate, e di migliaia di scogli corallini deserti a pochi chilometri da Miami e Cuba, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Un sogno per molti, una meta raggiungibile da pochi. Centinaia di spiagge di sabbia rosa come il corallo, lambite da un mare trasparente e caldo. E soprattutto, fondali unici al mondo, considerati tra i migliori dagli appassionati di diving, ma fantastici anche per chi si limita allo snorkeling a pelo d’acqua. Le isole Bahamas vantano un fenomeno geologico unico al mondo: i Blue Hole, grotte sottomarine con caverne, crateri, cunicoli lunghi centinaia di metri e stanze con stalattiti. L’isola dei Blue Hole per eccellenza è Andros, ma si trovano anche a Bimini Island, Cat Island, Eleuthera, Exuma, Grand Bahama e Long Island.

L’isola principale delle Bahamas è New Providence, dove si trova la capitale Nassau, che ospita un aeroporto internazionale. E’ qui che solitamente si atterra provenendo dall’Europa o dagli Stati Uniti. La capitale ha bellissimi edifici coloniali dai colori pastello. Imperdibile è lo straw market, il mercato di paglia, dove si possono trovare oggetti di ogni sorta fatti con questo materiale. A Nassau ci sono alcune spiagge frequentate anche dai turisti e non solo dai locali, come Cable Beach, ma la meta imperdibile è Paradise Island, collegata alla città tramite un ponte, l’Harbour Bridge (a pagamento, perché è privato), luogo di vacanza dei Vip. Qui si trovano grandi hotel e resort di lusso, casinò, ristornati, locali, ma soprattutto la più bella spiaggia dell’arcipelago: Paradise Beach.

Come un vero paradiso terrestre, le Bahamas ospitano alcune specie animali uniche al mondo. La più famosa è l’iguana delle Bahamas, una specie rara che esiste solo qui e che vive soprattutto sull’isolotto di Allan Cay, vicino all’isola di Exuma; i fenicotteri rosa si possono vedere agli Ardastra Gardens di Nassau; i pellicani sono concentrati nelle Out Islands, le isole più esterne; ad Andros si trova la terza più grande barriera corallina del mondo; il bagno con i delfini lo si può fare al Dolphin Encounters di Nassau e al Dolphin Experience, delfinario dell’Unexso di Lucaya (Grand Bahama).

Tra le spiagge più fantastiche, oltre a Paradise, imperdibile è Treasure Cay (Out Islands), tra le dieci spiagge più belle al mondo, ma anche Harbour Island, ad Eleuthera, con la caratteristica sabbia rosa. Prima di partire sono due i luoghi suggestivi da andare a visitare: l’isola di San Salvador, dove il 14 ottobre del 1492 mise piede Cristoforo Colombo, e Morgan’s Bluff, uno dei nascondigli del temibile pirata Morgan.

Non esistono voli diretti dall’Italia. Si arriva a Miami e ci si imbarca con un volo low cost con destinazione Nassau. L’alternativa è fare scalo a Londra e arrivare dopo 11 ore di volo. Tra le isole, poi, ci si muove via mare o aereo.

Le Bahamas sono tutte isole pianeggianti, l'elevazione massima si raggiunge su Cat Island, con il Monte Alvernia (63 m.); North Andros (3.439 Km²) è l'isola più estesa del Paese ed è la maggiore delle tre isole che formano Andros (5.957 Km²), a sua volta un arcipelago; seguono per superficie Great Inagua (1.544 Km²), South Andros (1.448 Km²), Great Abaco (1.146 Km²) e Grand Bahama (1.096 Km²); superano poi di poco i cinquecento chilometri quadrati Long Island (538 Km²) e Acklins (508 Km²), mentre l'isola su cui sorge la capitale, New Providence, è ampia solo 207 Km².

Lo sviluppo costiero complessivo dell'arcipelago è notevole, 3.500 chilometri, grazie alla conformazione di molte delle isole che lo compongono; la distanza fra le isole più esterne è di circa 900 chilometri, mentre la distanza minore dalla Florida (Stati Uniti) è di poco meno di 100 chilometri.

Il clima è tropicale e presenta due distinte stagioni, una umida e calda fra Maggio e Novembre, in cui possono abbattersi sulle Bahamas violenti uragani, ed una più asciutta e fresca fra Dicembre ed Aprile, le precipitazioni complessive non sono comunque così abbondanti e calano man mano che ci si spinge verso le isole più orientali; le temperature medie nella capitale oscillano fra 21°C e 28°C, con differenze giornaliere non particolarmente elevate fra massime e minime (8-9°C in media).





giovedì 19 maggio 2016

IL LAGO GELT



Il lago Gelt si trova in alta valle Seriana (provincia di Bergamo) ai piedi delle Cime di Caronella verso il Pizzo del Diavolo della Malgina.

Situato a quota 2562 m s.l.m., il lago è ghiacciato da ottobre/novembre fino a giugno, ed è relativamente poco profondo.

Per raggiungerlo si parte da Valbondione, si prende per il rifugio Curò e si costeggia il Lago del Barbellino in direzione del Lago del Barbellino Naturale.

Costeggiato il lago si prosegue per il sentiero fino alla deviazione che si diparte a sinistra/dir. nord verso il Lago della Malgina – Pizzo del Diavolo della Malgina.



Arrivati al Lago della Malgina si prosegue verso destra/dir. est e poi ancora a destra lungo il sentiero più alto che va verso la cresta.

Si segue quindi per il sentiero che, in quota, procede tra massi levigati dall'erosione dei ghiacciai fino a raggiungere il lago.

Da qui vi è la possibilità di proseguire verso il Passo di Caronella, poco più in alto, e quindi discendere verso il Rifugio Barbellino.

In qualsiasi stagione si vada è consigliabile portare abiti pesanti.

Il lago è bellissimo con la sua forma a cuore, si trova  dentro una conca di pura roccia.


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IL LAGO DI MALGINA



Il lago della Malgina è situato in Alta valle Seriana, in provincia di Bergamo, a quota 2.339 m s.l.m. Situato all'interno di una conca circondata da ripide salite e aperta a sud da un canalino, il lago è riparato dal vento, ma anche dai raggi del sole, per buona parte del giorno.

Meta di occasionali passeggiatori in agosto, il lago è per lo più punto di transito di alpinisti diretti al Pizzo del Diavolo della Malgina, al Lago Gelt, al passo di Caronella e alle soprastanti Cime di Caronella.

La via più breve per raggiungere il lago parte da Valbondione. Si prende il sentiero che conduce al Rifugio Curò e, una volta giunti in prossimità del rifugio e in vista del Lago del Barbellino, si costeggia il lago lungo il sentiero che lo percorre sulla sponda sud in direzione del Lago del Barbellino Naturale. Passato il lago si prosegue sul sentiero principale fino alla deviazione che si dirama verso nord in direzione del lago della Malgina - Pizzo del Diavolo della Malgina. Si prosegue quindi lungo il sentiero fino al canalino, unico tratto scosceso della passeggiata che conduce al lago.

Severa e solitaria, la Val Malgina si offre al visitatore come una valle aspra e poco accessibile proprio perché non vi sono strade d’accesso se non gli antichi sentieri; questo comporta un notevole isolamento ma rappresenta certo anche il grande fascino di questo territorio.
Oltre ad essere coperta da una fitta vegetazione già dal fondovalle, è segnata per quasi tutta la sua lunghezza da una profonda incisione, chiamata Canalone di Val Malgina, dove d’inverno si accumulano grandi quantità di neve, che in anni non particolarmente caldi può resistere fino all’inverno successivo.
La valle, proprio per questa depressione interna, si differenzia dalle altre valli laterali del versante, in quanto ha quasi totalmente perso la caratteristica di valle sospesa, ancora ben evidente nel resto della catena; proprio a causa della forte erosione causata dalla presenza della frattura trasversale, la Val Malgina appare iperscavata rispetto alle altre valli adiacenti.



Per quanto riguarda la vegetazione partendo dall’alto si possono scorgere una serie di ambienti diversi caratterizzati ciascuno da un tipo particolare di vegetazione. Nella parte più alta, la prateria alpina, più sotto le vaste distese di rododendri, ontani e ginepri. Fino a circa 1500 m sono i boschi di conifere a dominare, con una larga prevalenza di abete rosso, intervallato da larici e, nelle zone più umide, da abete bianco. Al di sotto di questi boschi si estendono quelli di latifoglie, dove domina incontrastato il castagno, un tempo molto curato perché di esso si utilizzavano i frutti, il legno e le foglie, quest’ultime come strame per le stalle.
La zona è ricca di fauna caratteristica di tutto il versante. Si possono ricordare: caprioli, camosci, stambecchi, il gallo cedrone, emblema del Parco delle Orobie Valtellinesi, picchio nero, la civetta, nana e capogrosso.


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LAGO KAYANGAN



Il lago Kayangan è conosciuto come il lago più pulito nelle Filippine ed è posizionato nella parte nord di Coron.

Nella magica isola di Coron troviamo questo meraviglioso lago tropicale, considerato uno dei più spettacolari di tutta l’Asia. Il 70% di acqua dolce e il 30% di acqua salata lo rendono una vera e propria piscina naturale.



È fantastico il cammino che conduce a questo bellissimo lago. Ci si può immergere ed è bello nuotare tra i tanti pesci presenti, molto colorati e vivaci. Consigliatissimo per gli amanti dello snorkeling. La zona è davvero ampia e si può anche fare il bagno nel cratere di un vulcano.

Questo suggestivo lago di acqua dolce è incastonato come altri tra bastionate rocciose nell’isola di Coron, che fronteggia l’omonima cittá dall’altra parte della Coron bay.


domenica 8 maggio 2016

LA THAILANDIA



La Thailàndia è uno Stato del sud-est asiatico, confinante con Laos e Cambogia a est, golfo di Thailandia e Malesia a sud, con il mare delle Andamane e la Birmania a ovest e con Birmania e Laos a nord.

La Thailandia è nota anche come Siam che fu il nome ufficiale della nazione fino al 24 giugno 1939 e venne anche utilizzato dal 1945 fino all'11 maggio 1949, data della definitiva assunzione dell'attuale denominazione.

La parola Thailandia deriva da thai aggettivo che significa "libero" o "indipendente" nella lingua thailandese. Alcuni abitanti, e in particolare la considerevole minoranza cinese, continuano a usare il nome Siam.

Testimonianze di ritrovamenti archeologici confermano che la regione era già abitata nel paleolitico, circa 40.000 anni fa. Le prime civilizzazioni che si stanziarono risentirono dell'influenza della cultura indiana, fra queste il regno "pre-khmer" di Funan, che si affermò circa 2.000 anni fa, e le città-Stato Dvaravati, fondate principalmente dal popolo mon, che nacquero attorno alla metà del I millennio con il declino di Funan e diffusero il Buddhismo. In seguito l'Impero Khmer, nato nell'odierna Cambogia, si espanse ai danni dei principati Dvaravati, conquistò buona parte del territorio dove adesso c'è la Thailandia e diffuse nuovamente l'Induismo.

Il dibattito accademico sulla provenienza dei popoli tai è ancora in corso. Ad ogni modo, sulla base di studi linguistici, negli ultimi decenni vari studiosi hanno sostenuto che i popoli tai provengono da un'area che oggi appartiene alla regione cinese del Guangxi. Sotto la spinta di altri popoli provenienti da nord, nel I millennio i tai avrebbero cominciato un processo di migrazione verso sud. Nel corso dei secoli successivi si sarebbero stabiliti in tutta l'Indocina settentrionale, arrivando fino all'odierno Stato indiano dell'Assam. Una delle prime etnie di questi popoli furono i tai yuan, fondatori nel 638 nell'odierna Thailandia del Nord del piccolo Regno di Hiran, che cadde sotto l'influenza Dvaravati. Avrebbe in seguito raggiunto l'autonomia diventando prima il Regno di Ngoenyang e, alla fine del XIII secolo, il potente Regno Lanna. Altri tai finirono per stanziarsi nel bacino del Chao Praya, nel centro dell'odierna Thailandia.

Nel XIII secolo emerse tra i popoli tai quello dei siamesi, gli odierni thai, che si ribellarono ai Khmer e crearono nel 1238 il Regno di Sukhothai, del cui periodo ancora oggi possiamo vedere i resti. Nel 1350 il principe thai Uthong fondò il Regno di Ayutthaya, che nel 1431 saccheggiò Angkor, capitale dell'Impero Khmer, e nel 1438 annesse il Regno di Sukothai. In questo periodo, il Buddhismo Theravada divenne il credo predominante. Alla fine del XIII secolo, il re di Sukhothai Ramkhamhaeng introdusse l'odierno alfabeto thai, mutuato dall'antico khmer. Sukhothai prima, ma soprattutto Ayutthaya dopo, divennero potenze di primo piano nel sudest asiatico.

Fiorì la raffinata cultura siamese, che risentiva delle arti indiane e khmer, la locale architettura tradizionale si sarebbe sviluppata fino all'assimilazione della cultura occidentale nel XIX secolo. Nel 1511 vi furono i primi contatti con gli europei, quando l'ambasciatore portoghese Duarte Fernandes giunse ad Ayutthaya. In seguito il regno si arricchì grazie agli scambi commerciali, in particolare con la Cina, il Giappone, la Francia e con la Compagnia olandese delle Indie orientali. Si è stimato che Ayutthaya fosse attorno al 1700 la più popolosa città del mondo con circa un milione di abitanti. Alla crescita culturale ed economica si accompagnarono grandi progressi nel campo della medicina.

La prima grande crisi del regno fu nel 1569, dopo che già nel 1551 era diventato uno stato vassallo dei re birmani della dinastia di Taungù. Il tentativo di emancipazione fu punito dal grande conquistatore birmano Bayinnaung, che aveva sottomesso in precedenza il Regno Lanna. Fu il primo a espugnare Ayutthaya e deportò l'intera famiglia reale siamese a Pegu, la sua capitale. Il trono fu affidato a Maha Thammarachathirat, re di Sukhothai e alleato di Pegu. Alla morte di Bayinnaung l'impero che aveva creato si sfaldò e i siamesi riacquistarono l'indipendenza con il re Naresuan.

Nei decenni successivi Ayutthaya tornò a espandersi, arrivando a occupare diversi sultanati islamici della penisola malese, alcuni porti birmani nel mare delle Andamane, penetrando in Cambogia e a nord. Conflitti interni legati principalmente alla successione al trono e un senso di appagamento per i successi passati contribuirono a fiaccare lo Stato, e nel 1767 Ayutthaya fu espugnata e rasa al suolo dai birmani. Ebbe così fine il regno a 417 anni dalla sua fondazione.

Il paese, non occupato capillarmente dai birmani impegnati a respingere le invasioni cinesi a nord, cadde nel caos e si spaccò in sei territori in mano a locali signori della guerra. Il generale Taksin dell'esercito di Ayutthaya, fuggito miracolosamente all'assedio della capitale, prese il controllo della zona a est di Bangkok. Nel giro di pochi mesi riorganizzò i siamesi e riuscì a cacciare gli invasori birmani nel novembre del 1767.

Date le difficoltà di ricostruire la disastrata Ayutthaya, spostò la capitale 70 km più a sud, a Thonburi, riunificò il Siam e fu incoronato sovrano del Regno di Thonburi nel 1768. Tale regno, di cui fu l'unico monarca, durò solo quindici anni. Nel periodo in cui fu re, lo Stato espanse sensibilmente i territori conquistando il Regno Lanna, i regni laotiani di Champasak, Vientiane e Luang Prabang e assoggettando la Cambogia. Fu con la vittoria sul Regno di Vientiane che venne annesso l'Isan, l'odierna Thailandia del Nordest.

Nel 1782, Taksin fu rovesciato da una ribellione interna e Chao Phraya Chakri prese il suo posto. Fondò il Regno di Rattanakosin, detto anche Regno del Siam, e la dinastia Chakri che ancora oggi guida la Thailandia con re Rama IX. Chao Phraya Chakri dopo la morte ricevette il nome postumo di Rama I. Spostò la capitale sulla sponda opposta del fiume, nell'allora piccolo villaggio di Bangkok, che ribattezzò Rattanakosin e trasformò in una sontuosa città, promosse la riorganizzazione dello Stato e la rinascita della cultura siamese.

Tutti gli stati confinanti, la Birmania (Myanmar), il Laos, la Cambogia e la Malesia, furono in seguito oggetto della colonizzazione europea a differenza del Siam. Solamente nel 1826, grazie a un accordo commerciale, la corona britannica ottenne considerevoli privilegi, stabilendo una certa influenza sul paese, che nonostante ciò non venne mai colonizzato. Per preservare l'indipendenza i siamesi dovettero concedere diversi territori alla Francia e al Regno Unito. Laos e Cambogia, che erano stati vassalli del Siam, divennero parte dell'Indocina francese, mentre lo Stato Shan a nord entrò a far parte della Birmania colonizzata dai britannici. Anche diversi sultanati tributari del Siam situati nel nord dell'odierna Malesia furono ceduti ai britannici.

Rama IV, che regnò dal 1851 al 1868, avviò la modernizzazione del Paese con l'aiuto di alcuni consiglieri europei e il figlio Rama V (Chulalongkorn), suo successore, ne continuò l'opera rinforzando lo Stato e creando solide élite. Fu grazie alla politica di questi due sovrani che il Siam mantenne l'indipendenza.

Le grandi spese per modernizzare il paese e la grave depressione che seguì il crollo di Wall Street del 29 ottobre 1929 diedero il via a un periodo di instabilità politica. Durante il regno di Rama VII, il colpo di Stato del 1932 pose fine alla monarchia assoluta e diede inizio alla monarchia costituzionale. Nel 1935, il re abdicò in forte contrasto con il governo dei militari, che a suo dire utilizzavano il potere in maniera autocratica senza badare alla voce del popolo.

Con il nuovo re Rama VIII che aveva solo 9 anni, furono nominati dei reggenti e il potere passò nelle mani dei militari; in particolare fu il nazionalista Plaek Phibunsongkhram che monopolizzò la scena politica fino al 1957, quando accusato di frode fu esiliato in Giappone. Con l'avvento dei militari ebbe inizio una lunga serie di colpi di Stato che tuttora mettono in pericolo l'unità del paese, rimasto comunque compatto nell'amore per la casa reale. Il 24 giugno 1939 il Siam cambiò il nome in Thailandia, che vuol dire "Terra degli uomini liberi". Il cambio del nome fu voluto dai militari nazionalisti che erano al potere e che vedevano di cattivo occhio la provenienza cinese del nome Siam.

Durante la seconda guerra mondiale la Thailandia si schierò a fianco delle potenze dell'Asse e, approfittando dell'occupazione tedesca della Francia, nell'ottobre del 1940 intraprese la guerra franco-thailandese contro l'Indocina francese. Dopo sei mesi di combattimenti la pace fu siglata e, con l'intermediazione dei giapponesi, il 9 maggio 1941 la Thailandia si vide riconosciuti alcuni dei territori ceduti ai francesi da Rama V a inizio secolo. Con la sconfitta del Giappone dovette però restituire tali territori nel novembre del 1947. Verso la fine del conflitto, le cui sorti stavano premiando gli sforzi alleati, il movimento nazionale anti-giapponese costrinse Phibunsongkhram alle dimissioni da primo ministro e il paese riprese il nome Siam nel 1945. In seguito, il dittatore uscì indenne dai processi per crimini di guerra.

Nel 1946 venne misteriosamente assassinato a Bangkok Rama VIII e ascese al trono il giovane fratello Bhumibol Adulyadej Rama IX, il quale è a tutt'oggi il capo di Stato vivente in carica da più tempo al mondo. Questo sovrano gode di un notevole prestigio sia interno sia internazionale e ha assicurato al paese una certa stabilità politica anche nei momenti di maggiore turbolenza. Nel 1947, un colpo di Stato organizzato da Phibunsongkhram depose il primo ministro, un ufficiale di Marina già nel movimento anti-giapponese, e rimise al potere le vecchie gerarchie militari dell'anteguerra. L'8 aprile 1948 Phibunsongkhram ottenne il suo secondo mandato di primo ministro e l'11 maggio 1949 il paese riprese il nome di Thailandia.

Negli anni successivi fu sviluppata la collaborazione con il governo degli Stati Uniti sia in funzione anti-comunista, concedendo l'utilizzo delle strutture aeroportuali all'aeronautica americana per le sue missioni nel Laos e nel Vietnam del Nord, sia in campo economico, con forti investimenti statunitensi nel paese. La guerriglia comunista anti-governativa in Thailandia nacque negli anni Sessanta e fu stroncata dall'esercito negli anni Ottanta. Particolarmente brutale fu la repressione del movimento studentesco, che avvenne dopo 3 anni di governo democratico. Il feroce massacro dell'Università Thammasat compiuto contro i manifestanti il 6 ottobre 1976, provocò la morte di oltre 100 persone (46 secondo la polizia di Bangkok) e il ferimento e l'arresto di molte altre. Nella stessa giornata vi fu un nuovo colpo di Stato che rovesciò il governo del Partito Democratico e consegnò il potere all'ala estrema dei nazionalisti filo-monarchici.

All'inizio degli anni Ottanta prese il potere una fazione dell'esercito vicina al re, ma di natura più democratica. Il nuovo governo contribuì alla pacificazione nazionale, concedendo l'amnistia ai ribelli comunisti che abbandonavano la lotta armata, e promuovendo l'economia, facendo diventare il paese una delle tigri asiatiche del settore. Un nuovo colpo di Stato dell'ala reazionaria dell'esercito pose fine nel 1991 alla riconciliazione nazionale. Un'imponente dimostrazione anti-governativa nel 1992 portò a un nuovo massacro della folla conosciuto come maggio nero, in cui persero la vita 52 persone e molte furono torturate o fatte scomparire. L'intervento del re pose fine alla rivolta e il governo golpista rassegnò le dimissioni, consegnando il potere a un esponente del Partito Democratico.

I conservatori del Partito della Nuova Aspirazione vinsero le elezioni del 1996 ma l'anno successivo furono travolti dalla crisi finanziaria asiatica. Il governo tornò al Partito Democratico di Chuan Leekpai, che ottenne un finanziamento dal Fondo Monetario Internazionale e stabilizzò la valuta.

Nel 2001, con la vittoria nelle elezioni del partito di Thaksin Shinawatra, i militari persero il controllo dei poteri legislativo ed esecutivo, questo portò a uno spaccamento della popolazione e a una radicalizzazione dello scontro fra i sostenitori del nuovo governo da una parte, entusiasti per le riforme populiste di Thaksin in favore dei poveri, e i conservatori dall'altra, guidati dai vertici delle forze armate, dalla nobiltà e dalla ricca borghesia. Questi ultimi si trovarono a pagare il prezzo maggiore per le riforme di Thaksin e cominciarono a opporsi con vigore al governo.

Il 26 dicembre 2004 un terremoto con epicentro a Sumatra (Indonesia) provocò uno tsunami che raggiunse le isole e le coste thailandesi causando oltre 5.000 vittime nel paese e centinaia di migliaia in tutto il mondo. L'accentuarsi dell'instabilità politica sfociò nel nuovo colpo di Stato del settembre 2006. La presa del potere da parte dei militari avvenne senza vittime, con l'assenso del re e di una larga parte della popolazione. Il primo ministro Thaksin fu incriminato con diverse accuse, tra cui la corruzione e il conflitto di interessi, e si vide costretto a rifugiarsi in esilio all'estero.

Durante il suo mandato Thaksin si era creato un grande seguito, promuovendo iniziative in favore della popolazione, tanto che nelle elezioni del dicembre 2007 vinse il partito del suo protetto Somchai Wongsawat. Le elezioni furono sospettate di brogli, nel novembre dell'anno successivo gli oppositori al Governo provocarono gravi disordini e in segno di protesta occuparono l'aeroporto di Bangkok causando gravi disagi anche a cittadini stranieri. Il 2 dicembre 2008, la Corte Costituzionale riconobbe il partito di maggioranza colpevole di brogli e lo sciolse, bandendo per cinque anni dalla vita politica Somchai Wongsawat e altri capi del partito.

Il potere rimase nelle mani di un partito controllato dai militari, ma visto che questo cambio al vertice avvenne per via gerarchica e non attraverso regolari elezioni, i sostenitori di Thaksin, le camicie rosse legate al neonato Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, non si diedero mai per vinti. Nel 2010 provocarono l'acutizzarsi della già grave crisi politica e sociale reclamando maggiori diritti, libertà e giustizia sociale, ma soprattutto la fissazione di nuove elezioni. Le massicce manifestazioni di aprile vennero brutalmente represse dall'esercito e i violentissimi scontri provocarono 87 morti, tra cui alcuni militari, e 1.378 feriti.

Le elezioni furono in seguito fissate per il 3 luglio del 2011, e videro il largo successo del partito di opposizione Pheu Thai, che ha ottenuto 265 seggi alla Camera. Tale partito è guidato da Yingluck Shinawatra, sorella minore di Thaksin, che è divenuta il nuovo primo ministro in un governo di coalizione. Dopo alcuni mesi di dure proteste anti-governative, che chiedevano le dimissioni del primo ministro perché rappresentava gli interessi del deposto fratello, nel maggio del 2014 Yingluck è stata destituita dalla Corte Costituzionale. L'accusa è stata "abuso del potere politico a fini personali", per aver rimosso dall'incarico nel 2011 l'ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale e averlo sostituito con un proprio parente. Con tale sentenza sono stati destituiti anche tutti gli altri ministri in carica quando successe il fatto.



Con l'acutizzarsi della tensione, il 20 maggio 2014 l'esercito ha dichiarato una legge marziale con l'intento di trovare una soluzione alla crisi. Il provvedimento è stato l'anticamera del colpo di Stato che i militari thailandesi hanno effettuato il successivo 22 maggio. La costituzione è stata soppressa, il governo ad interim è stato sciolto, è entrato in vigore il coprifuoco sul territorio nazionale dalle 22 alle 5 e i dimostranti di entrambi gli schieramenti sono stati invitati a disperdersi. L'intervento militare è avvenuto dopo che, a partire dall'inizio delle proteste in novembre, 28 persone hanno perso la vita e 700 sono state ferite in scontri e attentati collegati alle proteste. Si tratta del 19º tentativo di colpo di Stato nel Paese dopo l'istituzione della monarchia costituzionale nel 1932.

La mattina del 23 maggio, il comandante in capo dell'esercito Prayuth Chan-ocha, guida del colpo di Stato, si è auto-proclamato primo ministro ad interim della Thailandia e ha convocato 23 leader politici nazionali nonché 114 esponenti delle dimostrazioni dei mesi precedenti. All'incontro ha partecipato Yingluck, che è stata tratta in arresto assieme ad alcuni familiari e a molti dei politici e attivisti presenti.

In Thailandia come negli altri paesi dell'area, è tuttora in vigore la pena di morte per l'omicidio, per il traffico di droga e per altri reati gravi. Un reato che viene punito con particolare durezza è quello di lesa maestà, che prevede pene dai 3 ai 15 anni di carcere per ogni singolo "insulto" a un membro della casa reale.

La Thailandia, l’antico Siam, la terra del sorriso. Uno dei paesi più amati dai viaggiatori di tutto il mondo, almeno stando alle classifiche delle destinazioni turistiche più in voga che ogni anno la vede ai primissimi posti.

E una volta messo piede sul suolo thailandese si capisce subito perchè: sia che si atterri nella caotica ma affascinante Bangkok, sia che si arrivi in un paradiso tropicale come Phuket, Krabi o Ko Samui, la Thailandia riuscirà a colpire fin dal primo sguardo grazie alla sua esplosione di colori, odori, sapori e alla gentilezza degli abitanti, sempre pronti a dare una mano o a regalare un sorriso con la loro semplicità e umanità.

Bangkok è la città più famosa della Thailandia nonché la Capitale del Paese. Frenetica, trafficata e caotica, la città non manca di certo di fascino ed attrattive. Gli amanti del mare possono fare un tuffo e prendere il sole a Ko Samet, l’isola più vicina alla Capitale. Gli appassionati di storia e cultura possono perdersi nelle sue strade e nei suoi musei. Per chi è a caccia di esotismo e tradizioni antiche, Chinatown e Yaowarat sono il luogo perfetto da visitare. Bangkok è il Centro culturale, politico e commerciale della Thailandia, una città che negli ultimi dieci anni si è trasformata in un luogo moderno. Con oltre 400 templi buddisti, con i suoi magnifici palazzi ed edifici decorati condiversi stili architettonici, la città offre ai visitatori numerose attrattive culturali e tantissimi divertimenti. Fra i punti di interessi ricordiamo: il Wat Arun (Tempio dell’Aurora), il Palazzo Reale, il Tempio Phra Kaeow, il Tempio Mahathat, il tempio Wat Trimit, il Wat Po, il complesso dei palazzi Bang Pa In. Numerose sono le aree commerciali, come il mercato notturno di Pahtphong, i negozi di Sukhumvit e Silom.

Ayutthaya si trova a circa 70 km da Bangkok ed è una delle mete preferite dai turisti che raggiungono la Thailandia. Il Parco storico di Ayutthaya è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità protetti dall’Unesco. Vi si trovano numerosi templi: Wat Phraram, probabilmente il tempio più antico  della città, Wat Ratchaburana, Wat Scri Samphetl, Wat Yai Chai Mongkhon. Saccheggiata e data alle fiamme dagli invasori birmani del XVIII secolo, le rovine di Ayutthaya rimangono un ricordo di quella che veniva considerata la più bella città dell’Oriente e sono considerate patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco.

Phuket si trova a quasi 900 km a sud di Bangkok ed è l’isola più grande del Paese con spiagge di sabbia bianca, rocce calcaree, ampie e tranquille baie e rigogliose foreste. L’ospitalità varia da alberghi lussuosi a semplici bungalow, mentre per il tempo libero sono disponibili sport acquatici, pesca subacquea, golf, trattamenti in spa ed eccellenti ristoranti. La più alta concentrazione di resort si trova a Patong Beach, che è anche centro per lo shopping e la vibrante vita notturna. A dus di Patong si trovano le spiagge di Karon e Kata.

Un’ora a nord di Phumket si trova Khao Lak che, con la sua spiaggia lunga 12 km, è meta ideale per unsoffirno tranquillo nonché paradiso per gli amanti delle immersioni. Khao Lak è il punto di partenza per raggiungere i meravigliosi paradisi subacquei delle isole Similan e Surin e si trova a breve distanza da aree incontaminate dove è possibile fare trekking, rafting e safari a dorso di elefanti in mezzo alla giungla.

A Sud di Bangko, Koh Samui è uno dei luoghi di maggior richiamo turistico balenare del Mar Cinese Meridionale e la più grande delle isole dell’arcipelago Samui. Le spiagge e le località balneari più frequentate sono concentrate sul lato orientale e offrono opportunità di divertimento e di svago. A sud si trovano belle spiagge e baie incontaminate, mentre l’interno è ricco di bellezze naturali, con rigogliosi paesaggi, cascate e pittoreschi villaggi.

A Koh Samet la natura regna incontrastata. L’isola è ricca di bellissime spiagge, un mare cristallino ed una vegetazione lussureggiante. Le coste orientale e settentrionale sono un susseguirsi di belle spiagge separate da promontori rocciosi, mentre la costa occidentale è principalmente rocciosa. Il sud dell’isola è caratterizzato da una bella barriera corallina.

Le aspre e selvagge montagne della provincia di Kanchanaburi  segnano il confine naturale con la vicina Myanmar. Tra esotici paesaggi dominati dalla giungla scorre il leggendario fiume Kwai, teatro dei conflitti tra i giapponesi e le forze alleate durante la seconda guerra mondiale. Nel capoluogo si può visitare il ponte sul fiune Kwai, parzialmente distrutto al termine della guerra e oggi portato alla forma di un tempo.

A meno di un’ora di volo da Bangkok, la “rosa del Nord” Chiang Mai, è la più importante città del Nord dalla caratteristica architettura religiosa traboccante di antichi templi e di testimonianze culturali, una città dal fascino antico, che si può cogliere tra le strade della città vecchia, all’ombra dei templi, che risalgono alla fine del 1200, e fino al Monte Doi Suthep, dove sorge il Palazzo reale. Verso Nord, poco prima del Triangolo d’Oro, la regione montuosa dove convergono i confini di Thailandia, Laos e Myanmar, si trova la città di Chiang Rai.

Con i suoi 513.120 km² di superficie, la Thailandia è il 51º stato del mondo per estensione. È paragonabile per dimensioni alla Spagna.

Il paese è sede di distinte regioni geografiche. La Thailandia del Nord è montagnosa e ospita il Doi Inthanon, il rilievo più alto del paese con i suoi 2.576 metri; una serie di catene montuose la separa a ovest dalla Birmania e il fiume Mekong fa da confine a nordest con il Laos. La Thailandia del Nordest, chiamata anche Isan, è costituita dall'altopiano di Khorat; anch'essa è separata dal Laos a nord e a est dal Mekong, mentre una serie di basse catene montuose ne segnano i confini meridionale e occidentale. A sud dell'Isan, la catena dei monti Dângrêk segna il confine con la Cambogia.

Il centro della nazione è dominato dalla valle in gran parte pianeggiante del fiume Chao Phraya, che si getta nel golfo del Siam; la parte occidentale è contrassegnata da catene montuose che fanno da confine con la Birmania e quella orientale dai monti Cardamomi, che demarcano il confine con la Cambogia. La Thailandia del Sud si estende lungo la penisola malese, che è attraversata dalla catena dei monti Titiwangsa e ha il suo punto più stretto nell'istmo di Kra, nei pressi di Ranong, dove termina a sud il confine tra la Thailandia e la Birmania.

Sul golfo del Siam e sul mare delle Andamane sono presenti molte isole dotate di attrezzature turistiche all'avanguardia, che rappresentano una delle principali fonti di ricchezza del paese.

Il clima locale è di tipo tropicale e caratterizzato dalla presenza dei monsoni. Tra metà maggio e settembre si assiste a un monsone sudoccidentale caratterizzato da grande piovosità, caldo e nuvolosità. Tra novembre e metà marzo si assiste invece al manifestarsi di un monsone asciutto e freddo di nordest. La parte peninsulare meridionale è invece calda e umida. Accanto alla capitale Bangkok, le città principali sono Chiang Mai, Pattaya, Nakhon Ratchasima, Khon Kaen, Udon Thani, Nakhon Sawan, Chiang Rai, Surat Thani, Phuket town e Hat Yai (Provincia di Songkhla).

Il clima della Thailandia è molto peculiare, perché può essere suddiviso in tanti microclimi. Questo a causa della particolare forma geografica del paese che si sviluppa in senso meridiano. Le temperature variano in ragione delle zone. Ad esempio, nella Thailandia centrale, settentrionale e orientale la stagione fredda va da metà ottobre a gennaio, durante la quale le temperature scendono fino ai 15 °C. La stagione calda intercorre tra febbraio e aprile con temperature che arrivano anche a 40 °C. Infine la stagione delle piogge ha inizio a giugno e termina a ottobre con temperature che arrivano a toccare anche lo zero. Nelle aree meridionali la stagione fredda è più breve, dal momento che il monsone che soffia sulle regioni che si affacciano sul Mar delle Andamane fa sì che le piogge terminino un paio di mesi dopo rispetto al resto del Paese.

Il clima della Thailandia è tropicale monsonico e vi si possono distinguere tre stagioni:

un periodo fresco e asciutto, da novembre a febbraio, quando soffia il monsone nord-occidentale;
un periodo molto caldo, da marzo a metà maggio;
la stagione delle piogge, da maggio a novembre, determinata dal monsone sud-occidentale.
Nella parte più meridionale della Thailandia la stagione delle piogge è ancora più prolungata .

La popolazione è prevalentemente rurale, si concentra quindi nelle zone di campagna, dove attualmente vive circa il 40% della popolazione. La densità è di 35 abitanti per chilometro quadrato. La Thailandia conta circa 66 milioni di abitanti. Tra il 1960 e il 1970 le numerose nascite hanno portato a un'età media di 25/30 anni.

L'etnia Thai fa parte della grande famiglia dei Tai-Kadai i cui stanziamenti si estendevano dall'Assam all'isola di Hainan, e dal Sichuan al sud dell'odierna Thailandia. Ne fanno parte anche gli Ahom nell'Assam, gli Shan nella Birmania settentrionale, i Lao in Laos e in Thailandia, i Tày in Laos e Vietnam, i Nung in Vietnam, e i Dai e gli Zhuang in Cina. Questi popoli hanno in comune l'origine della lingua, alcune tradizioni e feste, e professano quasi tutti il Buddhismo Theravada.

Il popolo dei Thai si suddivide in quattro grandi sottogruppi: Thai centrali, nord-orientali (anche detti "Isan"), settentrionali e meridionali. I Thai centrali hanno a lungo dominato il paese dal punto di vista politico, economico e culturale, pur rappresentando solo 1/3 circa dell'intera popolazione ed essendo così di poco superati in numero dai Thai nord-orientali. A seguito dei processi di scolarizzazione e di formazione di un'identità nazionale, oggi gran parte dei thailandesi parla, accanto ai propri dialetti locali, anche la lingua thailandese ufficiale che è quella dei Thai centrali.

La principale minoranza non-Thai è rappresentata dai cinesi, che hanno storicamente giocato un ruolo molto importante nell'economia, specie se rapportato alla loro consistenza numerica. Molti di essi sono ormai perfettamente assimilati alla cultura thailandese e hanno perciò abbandonato il loro centro principale, la Chinatown di Bangkok.

Altri gruppi etnici minoritari sono i malesi (lungo il confine meridionale), i mon, i khmer e alcune tribù delle colline. Con la fine della guerra in Vietnam, molti vietnamiti trovarono rifugio in Thailandia, specie nelle regioni nord-orientali.

Stando all'ultimo censimento (2000), il 95% circa dei Thai professa il buddhismo Theravada. Seguono i musulmani (4,6%), concentrati nel sud del Paese e rappresentati in particolare dalla minoranza malese. I cristiani, soprattutto cattolici, costituiscono invece lo 0,75% della popolazione. Nelle città vi sono infine esigue minoranze di sikh e hindu, nonché una piccolissima comunità ebraica risalente al XVII secolo. Tra i membri delle varie etnie tribali, la fede principale è l'Animismo.

Lingua nazionale è il thai, scritto con un proprio alfabeto. Numerosi e molto diffusi sono i dialetti thai, nel nord-est del paese è diffusa la lingua isan, molto simile a quella lao, sia l'una sia l'altra sono mutualmente intelligibili con il thailandese. Le minoranze etniche utilizzano i propri idiomi (soprattutto mon e khmer). Sebbene sia ampiamente insegnato nelle scuole, l'inglese non è molto diffuso, specie nelle regioni più remote.

La Thailandia è suddivisa in 76 province. La capitale Bangkok è dal 1975 una zona con lo statuto speciale di metropoli affidata all'Amministrazione metropolitana di Bangkok. Viene considerata come la 77ª provincia, poiché è amministrata allo stesso livello delle province. Il sistema di suddivisione amministrativa in 77 province è quello ufficiale adottato dal dipartimento governativo dell'Istituto Reale di Thailandia.

Le città principali della Thailandia sono Bangkok, con 5,7 milioni di abitanti, Nonthaburi (270mila), Nakhon Ratchasima (174.000), Chiang Mai (174.000), Hat Yai (157.000) e Udon Thani (155.000).

La Thailandia è una dittatura militare in seguito al colpo di Stato del maggio 2014. Il potere è nelle mani di una giunta militare diretta dal generale golpista Prayuth Chan-ocha. La giunta ha imposto la Legge marziale in tutto il Paese da maggio 2014 ad aprile 2015.

Nel corso del 2013 il tasso di disoccupazione è risultato inferiore all'1%.
Quasi il 70% dell'intera popolazione thailandese è costituito da agricoltori, che coltivano una terra alluvionale così ricca che la Thailandia è al primo posto nel mondo per l'esportazione di tapioca, al secondo per quella di riso e di caucciù, al terzo per quella di ananas in scatola. Inoltre questo paese è tra i principali esportatori di zucchero, granoturco e stagno. In via di sviluppo sono l'industria dell'abbigliamento e l'elettronica. In via di incremento il turismo internazionale che si concentra, in particolar modo, nella zona costiera.

La moneta locale è il Baht thailandese, che nel 1997 venne pesantemente svalutato in seguito a una grave crisi economica, dando il via a un effetto domino che fu una delle cause della famosa crisi delle "tigri asiatiche".

Tradizionalmente la pesca viene fatta sulla tipica imbarcazione, la Kolae.

Gli sviluppi in agricoltura dal 1960 hanno sostenuto la transizione della Thailandia verso un'economia industrializzata. Nel 2008 l'agricoltura, silvicoltura e pesca hanno contribuito 8,4 per cento del PIL; nelle zone rurali, i lavori agricoli forniscono lavoro. La Thailandia è uno dei primi esportatori mondiali di riso, e un grande esportatore di gamberetti. Altre coltivazioni includono noci di cocco, mais, gomma, soia, canna da zucchero e tapioca.

Nel 1985 la Thailandia ha designato il 25 per cento della sua superficie per la protezione delle foreste e del 15 per cento per la produzione di legname. Le foreste sono state scelte per la conservazione e la ricreazione della fauna e della flora, mentre le foreste di legname sono disponibili per il settore forestale. Tra il 1992 e il 2001 le esportazioni di tronchi e legname sono aumentate da 50.000 a 2.000.000 di metri cubi all'anno.

L'epidemia di influenza aviaria regionale contratta della Thailandia dal settore agricolo nel 2004 e lo tsunami del 26 dicembre dello stesso anno hanno devastato il settore della pesca west-coast. Nel 2005 e nel 2006 il PIL agricolo è calato del 10%.

Nel settore agricolo il riso è l'alimento base, ed è coltivato nelle pianure del Chao Phraya e del Mekong. Mais e manioca sono gli altri due prodotti coltivati nel paese. Banane, caffè, tabacco, ananas, canna da zucchero e iuta sono le colture da piantagione principali, mentre la ricca vegetazione della Thailandia fornisce vari tipi di legname pregiato, come il teak, il sandalo, il sapan e l'ebano.

Nel 2007 l'industria ha contribuito con il 43,9% del PIL, impiegando il 14% della forza lavoro. L'industria è cresciuta a un tasso medio annuo del 3,4% nel periodo 1995-2005. Il sottosettore più importante del settore è la produzione, che rappresentano il 34,5% del PIL nel 2004.

La Thailandia sta diventando un centro per la produzione di automobili per l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) di mercato. Nel 2004 la produzione di automobili ha raggiunto 930.000 unità, più del doppio di quanto nel 2001. Toyota e Ford sono attive in Thailandia, e l'espansione del settore automobilistico ha aumentato la produzione di acciaio nazionale. L'industria elettronica della Thailandia è frenata dalla concorrenza di Malesia e Singapore, mentre quella tessile la concorrenza di Cina e Vietnam.

La Thailandia esporta prodotti elettronici, caucciù e autoveicoli. Vestiario e calzature, diamanti e preziosi, derivati del petrolio, in aggiunta a riso, crostacei e molluschi, sono gli altri prodotti più esportati dalla Thailandia.

Il turismo contribuisce in modo significativo all'economia thailandese, e l'industria turistica ha beneficiato del deprezzamento del baht e della stabilità della Thailandia. Gli arrivi turistici nel 2002 sono stati di 10,9 milioni di persone con un aumento del 7,3% rispetto all'anno precedente (10,1 milioni nel 2001).

Il turismo fornisce un contributo grande per l'economia della Thailandia (circa il 6% del PIL). I turisti vengono in Thailandia per una serie di motivi, in primo luogo per la bellezza delle sue spiagge, ma anche Bangkok ha visto un forte aumento del turismo negli ultimi anni.

Nel 2007 circa 14 milioni di turisti hanno visitato la Thailandia. Il settore del turismo comprende il turismo sessuale, anche se la prostituzione è illegale in Thailandia. Il numero di turisti nel 2009 è stato stimato in circa 14 milioni, in calo del 4% rispetto al 2008.

Lo sport nazionale thailandese è la muay thai, arte marziale praticata dai tempi di Re Naresuan nel 1560 d.C. La muay thai è oggi praticata in molti Paesi al mondo.

Tradizionalmente, uno degli aspetti più importanti della vita thailandese è rappresentato dalle feste, spesso di carattere religioso, legate al ciclo annuale della coltivazione del riso oppure concernenti la commemorazione dei membri della casa reale o dei re del passato.

Tradizionalmente, tutti i cittadini di sesso maschile trascorrono un periodo della loro vita in un monastero. Oltre ai monaci di professione, esistono quindi anche i monaci laici che trascorrono nel convento solo un determinato periodo della loro vita, generalmente da una settimana a pochi mesi. In passato la durata del noviziato era tipicamente di tre mesi, di solito coincidenti con i mesi estivi, che sono i più piovosi. Durante questo periodo il giovane thailandese vive isolato dal mondo con la sola compagnia degli altri novizi monaci: la permanenza in convento serve per apprendere gli elementi teologici essenziali del buddhismo, per imparare a disprezzare le vanità di questo mondo e a meditare sulla felicità che attende i buoni e gli onesti nell'aldilà.

Al momento di entrare in convento, gli aspiranti monaci vengono rapati completamente e vestiti con grandi sai di colore arancione, che portano avvolti alla vita e annodati sulla spalla sinistra. Sia i monaci permanenti sia quelli temporanei sono tenuti a vivere esclusivamente degli oboli dei fedeli. Ogni giorno prima dell'alba essi escono dal monastero e vanno a fare la questua per le vie dei villaggi e della città.

Al termine del periodo di noviziato, se un giovane si è particolarmente distinto, può chiedere di restare nel convento per un ulteriore periodo: ciò gli creerà una posizione di grande rispetto nei confronti dei suoi concittadini. Al termine di sei mesi di noviziato, un novizio può chiedere di essere consacrato monaco: in tal caso deve fare voto di castità e rinunciare a ogni bene terreno.

Tradizionalmente i monaci hanno una funzione importantissima nella vita pubblica, in particolare per il loro ruolo in ogni cerimonia civile o religiosa.

Abitualmente il giovane esce dal convento dopo i primi tre mesi di noviziato: egli è allora un khon suk o uomo maturo, a differenza di coloro che non sono vissuti in ritiro nel convento e che restano khon dip, ossia uomini a metà. Un khon dip si trova senz'altro in una situazione di inferiorità rispetto a un khon suk: è guardato con disprezzo dai suoi vicini e di solito non può nemmeno esercitare alcun diritto spettante agli uomini maturi che hanno fatto il loro tirocinio in un convento.


martedì 3 maggio 2016

LA BIRMANIA



La Birmania è uno Stato dell'Asia sudorientale. Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, è affacciata sul Golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Il 6 novembre 2005 la capitale è stata spostata da Yangon a Pyinmana, che il 27 marzo 2006 è stata ufficialmente rinominata Naypyidaw, cioè "sede dei re",

La denominazione "Birmania" deriva dal nome dello Stato in lingua locale colloquiale, Bama. In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama (/b?mà/) che con Myama (/mjmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bama è la forma più diffusa, che rappresenta la versione colloquiale e da essa derivano gli esonimi Burma e Birmania.

Secondo la propaganda del regime dittatoriale birmano il termine Burma sarebbe legato all'etnia maggioritaria dei Bamar, e quindi sgradita alle minoranze locali, mentre Myanmar, nome imposto dopo il colpo di Stato del 1988, sarebbe etnicamente neutro. Il nome Myanmar, deriva dal termine (relativo al registro linguistico formale) Myanma o Myama a cui, nel 1989, la giunta militare birmana aggiunse una "r" finale per facilitare la pronuncia dell'inglese. Tale modificazione rientrò nel programma di revisione dei nomi previsto da una legge interna ratificata dal regime nel 1989: l'Adaptation of Expressions Law.

Myanma (e quindi Myanmar) è la forma breve della denominazione ufficiale "Myanma Naingngandaw", Myanmar long form.svg in lingua birmana, e incominciò a diffondersi con l'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. Solo nel 1989 il nuovo nome venne imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere, per sostituire Burma, nome ufficiale dal 1948 al 1989, come avvenne per la capitale di allora, Rangoon, diventata ora Yangon.

L'Unione europea usa entrambi i nomi: Myanmar/Burma. I governi di Regno Unito, Stati Uniti d'America, Canada e Australia hanno continuato ad usare la denominazione "Burma" (Birmania), mentre ONU, ASEAN, Giappone, Cina e India hanno adottato il nome "Myanmar". La BBC, utilizzò esclusivamente Burma fino al 2014 facendo notare come gli etimologisti considerino le argomentazioni del regime del tutto false e inaccettabili, in quanto sia Myanma(r) che Burma provengono dalla stessa radice, hanno la stessa valenza semantica e sono stati utilizzati in modo intercambiabile per secoli, adottando comunque l'uso di "Myanmar" partire dal 2014. Similmente altri giornali statunitensi hanno adottato la dizione Myanmar, per esempio il Financial Times nel 2008, The New York Times nel 1989, l'Associated Press nel 2006.

Si pensa che i mon siano stati i primi individui ad aver abitato le sponde del fiume Irrawaddy. Nel I secolo a.C., questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con Cina e India. Il regno Pyu più potente fu Sri Ksetra, che scomparve nel 656. Successivamente il regno dei pyu si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal Regno di Nanzhao, stabilito nell'attuale provincia cinese meridionale dello Yunnan.

I birmani, o bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono il potente Regno di Pagan, che raggiunse grande splendore al tempo di re Anawratha (1044-1077), quando l'influenza dei birmani si espanse oltre i confini della Birmania attuale. Dal 1100 grandi parti dell'Indocina erano controllate dal Regno di Pagan, che è chiamato comunemente primo impero birmano.

Verso la fine del Duecento, le invasioni dei mongoli di Kublai Khan disgregarono il regno. Nel 1364 i birmani ristabilirono un proprio Stato con capitale ad Ava: in questo periodo la cultura birmana era in un'età dorata. Nel 1527, gli shan saccheggiarono Ava dopo che i mon si erano ristabiliti a Pegu (Bago), trasformata in un centro commerciale e religioso importante.

I birmani fuggiti da Ava fondarono il Regno di Toungoo nel 1531, sotto il comando di re Tabinshwehti, che riunificò il Paese e fondò il secondo impero birmano. Grazie alla crescita dell'influenza europea nell'Asia Sud-Orientale, il regno si arricchì con gli scambi commerciali. Le ribellioni interne e la mancanza di risorse necessarie per controllare le nuove acquisizioni territoriali portarono alla rovina del regno di Toungoo.

Re Anaukpetlun, che aveva espulso gli invasori portoghesi, fondò una nuova dinastia ad Ava nel 1613. La ribellione interna dei mon, aiutati dai francesi, condussero alla rovina del regno nel 1752. Il capo del piccolo villaggio di Konbaung, Alaungpaya, riunificò il paese e costruì il terzo impero birmano. Stabilì la Dinastia di Konbaung e regnò dal 1752 al 1760. Morì in seguito alle ferite riportate durante l'assedio di Ayutthaya, la capitale del regno siamese. Il suo secondo figlio Hsinbyushin (1763-1776) ritornò ad Ayutthaya nel 1766, l'assedio durò 14 mesi e la città fu espugnata il 7 aprile del 1767 e rasa al suolo. I birmani non riuscirono a occupare capillarmente il Siam, venne lasciato un contingente limitato a presidiare i territori conquistati e il grosso delle truppe fu spostato ai confini orientali per fronteggiare un'invasione cinese.

La Dinastia Qing della Cina, spaventata dalla crescita dell'influenza birmana, tentò di invaderla quattro volte dal 1766 al 1769 senza successo. L'impegno sostenuto per respingere le invasioni cinesi portarono alla perdita del controllo del Siam, che si riorganizzò nel nuovo regno di Thonburi, ma in quegli anni i birmani conquistarono l'Arakan e il Tenasserim. Nelle guerre Anglo-Birmane (1824-1826, 1851-1852 e 1885-1886), la Birmania fu sconfitta dai britannici che la trasformarono in una provincia dell'India britannica, dalla quale si distaccò nel 1937.

Durante la seconda guerra mondiale la Birmania divenne una parte importante nel teatro asiatico sudorientale. Dopo i successi iniziali, i giapponesi fecero una campagna in Birmania, nel 1942 (invasione giapponese) e i britannici furono espulsi dalla maggior parte del territorio. Il paese divenne perciò indipendente sotto la guida di Aung San. Tuttavia, il contrattacco inglese nel luglio 1945 fece tornare il paese in mano britannica, con l'aiuto dell'AFPFL (Lega per la Libertà delle Persone Antifasciste), guidato da Aung San.

Nel 1947, Aung San divenne vicepresidente del Consiglio esecutivo della Birmania, in un governo transitorio. Tuttavia, nel luglio 1947, alcuni rivali politici assassinarono Aung San e parecchi membri politici. Il 4 gennaio 1948, la nazione si trasformò in una repubblica indipendente, conosciuta come Unione della Birmania, con Sao Shwe Thaik come primo presidente. U Nu fu il primo a ricoprire l'incarico di Primo Ministro. Ma, puntualmente, con l'indipendenza, arrivarono anche le richieste, avanzate dalle minoranze (chin, kachin, karen, mon e shan) di uno Stato Federale, e portate avanti con una guerriglia contro lo Stato, che rispose con una feroce repressione. Diversamente della maggior parte delle altre ex colonie britanniche, la Birmania non divenne membro del Commonwealth.

Nel 1961 U Thant, allora rappresentante permanente della Birmania alle Nazioni Unite e Segretario precedente al Primo Ministro, fu scelto come segretario generale per l'ONU; era il primo presidente non occidentale che dirigeva l'organizzazione internazionale. Il governo democratico fu destituito nel 1962 da un colpo di Stato militare condotto dal generale Ne Win. Tra i gruppi d'opposizione alla dittatura militare birmana, il più importante è stato il Partito Comunista di Birmania, che è stato legale solo per tre anni (1945-1948). Schieratosi con i cinesi al momento della scissione del movimento internazionale, il CPB ha avviato una guerriglia che è durata fino agli anni novanta, quando la repressione militare costrinse i vertici del partito a scappare in Cina.

Nel 1988, dopo le rivolte studentesche (rivolta 8888), che provocarono migliaia di morti, Ne Win si dimise, e fu proclamata la legge marziale, mentre il generale Saw Maung organizzò un altro colpo di Stato. I programmi per le elezioni dell'Assemblea popolare furono finiti il 31 maggio 1989. Nel 1990, si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere. Il NLD (Lega Nazionale per la Democrazia), il partito di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991, e figlia di Aung San, porta all'Assemblea Costituente 392 membri, su un totale di 485, ma lo SLORC (Consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di stato), spalleggiato dall'Esercito, si rifiuta di cedere il potere, rovesciando l'assemblea popolare, e arrestando Aung San Suu Kyi, e altri leader dell'NLD. Successivamente si cambiò il nome Birmania in Myanmar. Da allora comincia un periodo molto difficile per Aung San Suu Kyi, che, rimessa in libertà nel 1995, viene nuovamente arrestata nel 2000, liberata nel 2002, e nuovamente arrestata nel 2003. Viene definitivamente liberata il 13 novembre 2010.

Nel novembre 2005, la giunta militare cominciò a spostare il governo da Yangon (Rangoon) ad un nuovo sito vicino a Kyatpyay proprio fuori Pyinmana, che fu designato come nuova capitale. Nel giorno della Forze Armate (27 marzo 2006), la nuova capitale fu ufficialmente nominata Naypyidaw (letteralmente "Città reale" o "Sede dei re").

Con l'acuirsi delle sanzioni internazionali, la giunta militare concesse nel 2008 un referendum costituzionale, che ha dato luogo alla nuova Costituzione, giudicata antidemocratica dai partiti di opposizione, in quanto riserva alle forze armate il 25% dei seggi in Parlamento. Le nuove elezioni si tennero nel 2010, e furono le prime nel paese dal 1990. Tali elezioni furono boicottate dalla Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi e considerate non libere dalla comunità internazionale, UE e USA in particolare. Il 9 novembre 2010 la giunta militare dichiarò che il partito sostenuto dai militari, l'USDP (Partito dell'Unione della Solidarietà e dello Sviluppo) aveva ottenuto l'80% dei voti. Le elezioni furono gravemente contestate anche per i massicci brogli che le contraddistinsero, testimoniati dai pochi osservatori presenti.

Dopo le elezioni, il governo ha concesso diverse riforme atte a ottenere una democrazia liberale, un'economia mista e la riconciliazione nazionale. Oltre al rilascio di Aung San Suu Kyi, fu istituita una Commissione Nazionale per i Diritti Civili, furono liberati 200 prigionieri politici, vennero promulgate leggi sul lavoro che garantivano la formazione del sindacato e il permesso di sciopero e venne allentata la censura sulla libertà di stampa.

Le conseguenze di tali riforme hanno aperto una nuova fase politica per il paese. Il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha visitato il paese nel dicembre del 2011, nella prima visita ufficiale statunitense degli ultimi 50 anni, e ha incontrato il presidente birmano Thein Sein e la leader dell'opposizione Daw Aung San Suu Kyi, la cui Lega Nazionale per la Democrazia è stata ammessa alle nuove elezioni parlamentari del 2012.

Il 1º aprile del 2012, si sono tenute elezioni parlamentari parziali che distribuivano però solo 46 seggi parlamentari vacanti, mentre la maggioranza dei seggi restava occupata da militari e membri dell'USDP eletti nel 2010. Malgrado l'esiguo risvolto numerico, le nuove elezioni hanno avuto un importante significato politico con la partecipazione dell'NLD di Aung San Suu Kyi, che ha trionfato conquistando 43 dei 46 seggi disponibili.

L'8 novembre 2015 si sono svolte nuove elezioni parlamentari generali per rinnovare i seggi del parlamento elettivi (il 25% dei seggi resta riservato a membri nominati dalle forze armate). Le elezioni, giudicate le più democratiche dal 1990, hanno visto la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi.

La popolazione birmana è molto composita e l'integrazione dei vari gruppi etnici è di difficile attuazione. I bamar, detti anche birmani, costituiscono il 69% della popolazione; abbastanza consistente è anche l'immigrazione di commercianti cinesi, pakistani, thailandesi e indiani.

Le 135 "etnie della nazione" sono raggruppate principalmente in base a dove sono stanziate piuttosto che per le differenze etnico/linguistiche, come ad esempio avviene per lo Stato Shan, comprendente trentatré popolazioni che parlano linguaggi di almeno quattro diverse famiglie linguistiche.

La popolazione ha subito un notevole incremento passando dai 13 milioni del 1921 ai 24 del 1964 ai 44.596.000 del 1993, ai 45.976.000 nel 2001, ai 51.000.000 nel 2006. L'aspettativa di vita è di 58,4 anni per i maschi e di 64,2 anni per le donne (dati 2006); la mortalità infantile è del 69 per mille (Dati del 2006), che portano la Birmania nella fascia dei paesi a basso sviluppo umano. Quasi il 70% della popolazione vive in villaggi (dati 2005). Grazie all'impegno per l'istruzione l'analfabetismo è stato ridotto al 15,3%.

I membri della Sangha Buddhista sono venerati in tutta la Birmania, che è al primo posto fra gli stati con individui che professano il Buddhismo Theravada.
La Birmania è un paese multi-religioso. Quella Theravada è la tradizione buddhista più diffusa, a cui sono stati aggiunte credenze locali. Secondo il governo militare, è praticata dall'89% della popolazione, specialmente fra Bamar, Rakhine, Shan, Mon e Cinesi.

Il Cristianesimo è praticato dal 4% della popolazione, principalmente presso i Kachin, Chin e i Karen, a causa del lavoro missionario nelle loro rispettive aree. Circa tre quarti dei cristiani del paese sono Protestanti, in particolare Battisti della Myanmar Baptist Convention; i Cattolici compongono il resto. L'Islam, principalmente sunnita, è praticato dal 4% della popolazione secondo il censimento del governo.

Le popolazioni cristiane e musulmane sono di fronte a una persecuzione religiosa. Il governo militare ha revocato la cittadinanza dei musulmani Rohingya nel Rakhine settentrionale e ha attaccato le minoranze etniche cristiane. Tale persecuzione è particolarmente evidente nella Birmania orientale, dove più di 3000 villaggi sono stati distrutti negli ultimi dieci anni.

In Birmania coesistono quattro dei maggiori ceppi linguistici: Sinotibetano, Austronesiano, Tai-kadai e Indoeuropeo. Le lingue sinotibetane sono le più parlate. Esse includono Birmano, Karen, Kachin, Chin e cinese. L'idioma Tai-Kadai maggiormente diffuso è lo Shan. Mon, Palaung e Va sono le più diffuse lingue Austroasiatiche parlate in Birmania. Le due maggiori indoeuropee sono il Pali, la lingua liturgica del Buddhismo Theravada, e l'Inglese.

La lingua ufficiale è il birmano, appartenente alla famiglia delle lingue sinotibetane. Il sistema di scrittura è formato da lettere circolari o semi-circolari importate dai Mon. Le prime iscrizioni in questo alfabeto risalgono all'anno mille. Anche Shan e Karen usano questi caratteri particolari, anche se aggiungono vari accenti non presenti nella lingua birmana.

La tradizione birmana è sempre stata legata a una scuola piuttosto rigida. Nei villaggi l'istruzione prende luogo nei monasteri. Questo scritto è anche usato per il pali, la lingua ufficiale del Buddhismo Theravada, quella parte del Buddhismo che unisce la religione e l'istruzione.
Le forze militari della Birmania, dette Tatmadaw, contano circa 500.000 militari. L'esercito si divide in fanteria, marina e aeronautica. Come numero di militari, l'esercito birmano è il decimo al mondo. Le spese militari dello Stato non hanno dati certi, ma il Stockholm International Peace Research Institute afferma che il paese è tra i primi quindici stati. Non c'è servizio militare obbligatorio; alla fine del 2000 le Forze Armate Birmane potevano contare su: 126 Carri armati, 65 motovedette, 121 aerei da combattimento. Il servizio militare è volontario e sia maschi sia femmine possono svolgerlo dai 18 ai 49 anni.

L'Unione di Birmania è governata da un regime militare. Eletta nel 1990, l'Assemblea Popolare formò la Coalizione Nazionale per l'Amministrazione dell'Unione della Birmania (NCGUB), che ora è in esilio e opera per la democrazia nello Stato comandato da Sein Win, un cugino di Aung San Suu Kyi. Comunque, il NCGUB ha pochissimi poteri ed è bandito in Birmania.

L'attuale presidente della repubblica (la cui carica istituzionale è stata reintrodotta nel 2011) è l'ex-generale Thein Sein, che nel 2010 rassegnò le dimissioni dall'esercito per guidare da civile il Partito dell'Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo. Prima di lui, il Presidente del Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (che sostanzialmente aveva anche i poteri dell'attuale presidente della repubblica) era il generale Than Shwe, rimasto in carica dal 23 aprile 1992 al 30 marzo 2011. La maggior parte dei ministeri sono capeggiati da ufficiali dell'esercito, con le eccezioni del Ministero della Sanità, del Ministero dell'Educazione e del Ministero del Lavoro, che sono in mano a civili.



I partiti politici importanti in Birmania sono la Lega Nazionale per la Democrazia e la Lega Democratica Shan, anche se le loro attività sono regolate dal regime. Esistono molti altri partiti, rappresentanti spesso gli interessi delle minoranze etniche. C'è poca tolleranza per l'opposizione politica e molti partiti sono stati proscritti. Il partito nazionale dell'unità rappresenta i militari ed è sostenuto da un'organizzazione totalitaria chiamata l'Associazione di Solidarietà e dello Sviluppo del Sindacato. Secondo parecchie organizzazioni, compreso Amnesty International, il regime ha poca considerazione dei diritti dell'uomo. Non c'è ordinamento giudiziario indipendente in Birmania e l'opposizione politica al governo militare non è tollerata.

Nel 1989, l'esercito birmano represse violentemente le proteste contro la cattiva gestione economica e l'oppressione politica. L'episodio più cruento avvenne l'8 agosto 1988, quando i militari aprirono il fuoco contro rivoltosi in quella che è conosciuta come rivolta 8888. Nonostante gli insuccessi delle rivolte, le proteste del 1988 hanno aperto la strada per le elezioni dell'Assemblea della gente, nel 1990. I risultati dell'elezione successivamente sono stati invalidati dal regime. La lega nazionale per la democrazia, condotta da Aung San Suu Kyi, ha ottenuto più del 60% dei voti e più dell'80% delle sedi parlamentari nell'elezione nel 1990, tenuta per la prima volta dopo 30 anni.

Aung San Suu Kyi ha guadagnato l'elogio internazionale come attivista per il ritorno del governo democratico in Birmania, ricevendo il Premio Nobel per la pace nel 1991. È stata condannata agli arresti domiciliari, che ha terminato di scontare definitivamente il 13 novembre 2010.

La situazione della Birmania è stata riferita al Consiglio di sicurezza dell'ONU per la prima volta nel dicembre 2005 per una consultazione informale. L'ASEAN inoltre ha dichiarato la relativa frustrazione con il governo della Birmania e ha formato il Comitato Inter-Parlamentare per richiamare la mancanza di democrazia nel paese. Un cambiamento radicale nella situazione politica del paese rimane improbabile a causa del sostegno garantito da vicini influenti, in particolare della Cina. Tuttavia si stanno facendo progressi per il processo di democratizzazione.

Nel novembre del 2010 si sono tenute nuove elezioni, definite da tutto il mondo una farsa e alle quali è stata impedita la partecipazione di Aung San Suu Kyi, che è stata liberata il 13 novembre 2010, dopo le elezioni-farsa appunto.

Il 31 gennaio 2011, più di 600 deputati hanno riempito le due Camere, "Hluttaws", nella sessione d'apertura, con il compito di scegliere il primo presidente civile del Myanmar, la ex Birmania, da quando il colpo di Stato del 1962 ha dato il via a 49 anni di ininterrotta dittatura militare. La giunta militare al potere ha salutato la legislatura come l'alba di una nuova democrazia ma i critici l'hanno invece bocciata come una farsa che lascia al potere gli stessi generali autoritari. E il nuovo governo avrà probabilmente la stessa morsa sui dissidenti del vecchio. I parlamentari hanno eletto presidente e vicepresidente di ogni Camera nella sessione inaugurale, con tre dei quattro incarichi andati a militari in pensione. La sorpresa maggiore è stata l'elezione a presidente della Camera bassa del numero tre della giunta Thura Shwe Mann, militare di carriera. La Costituzione del Myanmar prevede che i militari possano designare il 25% dei membri del Parlamento. Oltre al 25% dei militari, la giunta militare che guida il paese asiatico dagli anni sessanta conta sul 77% dei parlamentari eletti, membri dell'Unione per la solidarietà e lo sviluppo (Usdp), partito filo-giunta. Il 4 febbraio 2011 è stato eletto il primo presidente civile del paese da quando i militari presero il potere nel 1962, si tratta dell'ex generale e ex primo ministro Thein Sein.

L'8 novembre 2015 si sono tenute le prime elezioni generali libere dal 1990, che hanno visto la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi. Il 1º febbraio 2016, è stato convocato per la prima volta dopo 50 anni il Parlamento eletto da libere elezioni.
I rapporti esteri della Birmania sono abbastanza difficili. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a causa del severo e illiberale modo di governare del regime militare instaurato nel 1988. Molte penalizzazioni economiche sono state causate dalle repressioni delle proteste nello stesso anno, dalle instabilità etniche che portano a conflitti fra il governo e i Karen e gli Shan e dalla quasi totale mancanza di democrazia.

L'Unione europea ha tagliato i commerci con lo Stato e ha tolto qualsiasi aiuto economico, tranne quello umanitario. Le sanzioni europee e statunitensi contro il regime militare e le pressioni dei democratici Birmani, hanno costretto molte aziende occidentali a lasciare la Birmania. L'azienda petrolifera Total venne messa sotto inchiesta dalla magistratura belga a causa di denunce sporte nel 2002 da rifugiati birmani « secondo i quali la Total avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere in Birmania - accusata di crimini contro l'umanità - per la costruzione di un gasdotto.». Più specificatamente «La denuncia è diretta contro l'azienda, il suo ex responsabile Thierry Desmarest e l'ex direttore delle operazioni della Total in Birmania, Hervé Madeo: a loro viene contestato il sostegno logistico e finanziario fornito negli anni novanta alla giunta militare, che avrebbe a sua volta messo a disposizione manodopera forzata per la realizzazione dei progetti petroliferi.» altre denunce simili vennero fatte anche in Francia da lavoratori birmani. Le società asiatiche, comunque, hanno deciso di continuare a investirvi e ad aprirvi nuove aziende, soprattutto basate sull'estrazione di gas naturale.

L'ASEAN non difenderà la Birmania in nessuna conferenza internazionale conseguente un rifiuto del regime militare di restaurare la democrazia. Nell'aprile 2007 il ministro degli esteri malese Ahmad Shabery Cheek disse che né il suo Stato, né tantomeno l'ASEAN avrebbero aiutato il paese e affermò: «Adesso la Birmania deve difendersi da sola se verrà coinvolta in una discussione in qualsiasi conferenza mondiale». Stava rispondendo al capo dell'opposizione Lim Kit Siang. Lim aveva detto che la Malesia dovrebbe giocare un ruolo produttivo nelle iniziative regionali finalizzate a portare un cambiamento in Birmania e far notare la situazione dello Stato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Le sanzioni da parte della Comunità Europea sono state rimosse quasi totalmente già dal 2011, fermo restando quelle su tutto ciò che ha a che fare con industria bellica e armamenti.

La sua moneta ufficiale è il Kyat (al 13 novembre 2015 1euro = 1380,86 kyat). Raffigurato su tutti i tagli della cartamoneta il "Chinze", la statua tradizionale. Gli altri valori di cartamoneta sono 5, 10, 50, 100, 200, 500, 1000 Kyats e (dal 1º ottobre 2009) anche la banconota da 5000 Kyats.

La Birmania è una delle nazioni più povere al mondo, perché nella storia recente ci sono stati ristagno economico, cattiva gestione e isolamento. Il prodotto interno lordo della Birmania cresce annualmente soltanto del 2.9% (il ritmo più basso della regione).

Dal 1948, dopo l'instaurazione del primo governo militare, il Primo Ministro U Nu tentò di fare della Birmania uno Stato abbastanza ricco. Il colpo di Stato nel 1962 fu seguito da uno schema economico socialista, un programma per far controllare allo Stato tutte le aziende, con l'eccezione di quelle agricole.

Nel 1989, il governo birmano ha cominciato a decentralizzare il controllo economico. Da allora si è iniziato a liberalizzare determinati settori dell'economia. Le industrie lucrative delle gemme, la lavorazione del petrolio e la selvicoltura rimangono ancora severamente regolate. Recentemente sono state sfruttate dalle società straniere che si sono associati con il governo per accedere alle risorse naturali della Birmania.

Sotto la gestione britannica, la Birmania era una delle colonie più ricche. Era il più grande esportatore del mondo di riso e durante l'amministrazione britannica era un importante fornitore di petrolio con il Burman Oil Company. Produceva il 75% del teck nel mondo e il paese si credeva sulla via veloce per lo sviluppo.

Oggi, la Birmania ha delle infrastrutture insufficienti. Le merci viaggiano soprattutto attraverso il confine birmano-thailandese, da dove la maggior parte delle droghe illegali sono esportate. Un'importante "autostrada" è il fiume Irrawaddy. Le ferrovie sono vecchie e rudimentali, con poche riparazioni dalla loro costruzione, nel XIX secolo. Le strade principali non sono normalmente asfaltate, tranne nelle città principali.

Dal 2011 però il paese si è aperto al libero mercato, ed ha fatto registrare alti tassi di crescita economica intorno all'8%; la crescita economica si è aperta a ventaglio in tutti i settori (turismo, esportazioni di gas naturale, telecomunicazioni, idrocarburi, settore immobiliare, alberghiero, manifatturiero e tessile); secondo stime l'economia birmana potrebbe quadruplicare entro il 2030 soprattutto grazie al settore dell'industria ad alta tecnologia.
Il settore primario occupa il 63% della popolazione attiva e risulta fornire il 57,2% (2000) del prodotto interno lordo della nazione. Il riso è il prodotto agricolo più coltivato e dunque la Birmania è tra i maggiori produttori mondiali (22 milioni di tonnellate il 2005), ma nelle regioni settentrionali, che sono più aride, si coltivano altri cereali (grano, miglio, sorgo), patata, legumi e canna da zucchero. Le terre coltivate sono il 16,7% del totale del territorio, sui 2/3 delle terre arabili è praticata la risicoltura e la meccanizzazione dell'agricoltura è solo agli inizi.

Il turismo potrebbe essere un'ottima via per la ripresa economica della Birmania, specialmente grazie ai templi di Bagan.
Sulle montagne nordorientali, vicino ai confini con Laos e Thailandia, è diffusa la coltivazione di oppio (da cui si ricavano eroina e morfina) nel cosiddetto Triangolo d'oro. È consistente il patrimonio dato dall'allevamento di bovini e anche la pesca fornisce un buon reddito. Le foreste del Tenasserim, e degli stati Karen e Shan forniscono pregiati legnami, tra cui il teak, di cui la Birmania è il principale produttore mondiale, il bambù e il pynkado. Lungo il litorale del Tenasserim ci sono grandi colture di caucciù.

Discrete sono le riserve petrolifere che si trovano nelle isole costiere e nella zona centrale; un oleodotto unisce per 400 km i pozzi di Syriam e Rangoon. La Birmania ha petrolio per 50 milioni di barili stimati e riserve per miliardi di barili anche se ad alto contenuto di zolfo, inoltre ha il più grande quantitativo provato di gas del Sud-est asiatico, cioè 510 miliardi di metri cubi.

Secondo dati 2004 della BP la Birmania ha il 1,37% delle riserve di gas naturale mondiale. Per concretizzare il dato, l'Algeria da cui l'Italia importa più di un terzo del gas naturale, ha il 2,6% di riserve mondiali, la Russia è il paese con maggiori riserve al mondo con il 27% delle riserve mondiali e anche da questo l'Italia importa gas.

Importante è l'estrazione di gas naturale lungo l'Irrawaddy e sulla costa del golfo di Martaban. Si estraggono poi piombo, zinco, stagno e tungsteno. Buoni ricavi dall'esportazione provengono dai rubini (estratti nelle miniere di Mogok), che in Birmania sono pregiatissimi e sono considerati tra i migliori del mondo. Importante è anche l'esportazione del Teck. Le industrie non sono molto sviluppate. Ci sono stabilimenti tessili, alimentari ma anche industrie pesanti come quelle cementizie, metallifere e belliche.

La banca centrale è la Central Bank of Myanmar. A Yangon è attiva una borsa di valori. È in crescita il turismo, attirato da un patrimonio artistico di prim'ordine costituito da templi, monasteri e monumenti funerari. Nonostante ciò, meno di 750.000 turisti entravano annualmente nel paese, fino al 2011. Prima della liberalizzazione della vita politica, Aung San Suu Kyi aveva richiesto ai turisti internazionali di non visitare la Birmania, dove una grande parte delle infrastrutture e delle agenzie turistiche utilizzate dai circuiti internazionali era controllata da imprese di stato in mano ai militari. La giunta militare utilizzò anche i lavori forzati per risistemare le destinazioni turistiche e per questo ci furono pesanti critiche da parte delle associazioni in difesa dei diritti umani. Il turismo è stato promosso da una minoranza di gruppi di pressione al fine di procurare benefici ai cittadini birmani, e per evitare l'isolamento del paese dal resto del mondo. «Crediamo che un misurato, responsabile turismo può creare più benefici che danni. Dato che i turisti sono pienamente consapevoli della situazione e come massimizzare il loro impatto positivo e minimizzare quello negativo, sentiamo che la visita possa essere benefica dopotutto. I turisti responsabili possono aiutare primariamente la Birmania portando soldi alle comunità e alle piccole imprese, e spargendo nel mondo la conoscenza della situazione.» afferma Voices for Burma, un gruppo che promuove la democrazia per lo Stato; dal 2011 però con la recente liberalizzazione economica il settore è in forte ascesa; si è passati in tre anni dai 816.369 arrivi del 2011 ai 3.081.412 del 2014 ed entro il 2020 il paese ha l'obiettivo di superare i 7 milioni di turisti annui.

I principali partner commerciali sono Thailandia, Cina, India, Giappone, Singapore e Malesia.

La Birmania è il Paese più vasto del Sud-Est asiatico: misura 676.552 kmq (è grande il doppio della Germania) ed è popolata da circa 46 milioni di abitanti. È divisa a metà in tutta la sua estensione dall’Irrawaddy, fiume che sgorga dal Tibet e sfocia nell’Oceano Indiano, dopo un percorso di 2.000 chilometri. Il suo territorio è molto vario, e comprende colline, ampie pianure nell’area centrale, montagne al nord, fra cui ricordiamo Hkakabo Razi, che con i suoi 5882 m risulta essere il monte più alto del Sud-Est asiatico. I villaggi e le pagode sono sorti naturalmente nelle zone più ospitali, e particolar mente nelle pianure e lungo il corso del fiume Irrawaddy. Il fiume gode infatti di grande fertilità dalla fonte alla foce e proprio per questo ospita più dei due terzi dell’intera popolazione del Paese.
Il clima presenta notevoli diversità fra nord e sud: nell’area settentrionale, dove i monti Pegu si propongono come un’efficace barriera ai Monsoni, le precipitazioni si limitano ai 600 mm anni; nell’area meridionale la pioggia raggiunge invece i 3.000 mm l’anno. I due diversi regimi pluviali creano condizioni diversificate sia a livello di habitat naturale che di tradizioni agricole.Nelle zone di alta montagna prevalgono le estensioni di conifere e querce (la vegetazione tipica delle zone temperate),mentre in quelle più a sud s’impongono la foresta tropicale e la giungla con varie essenze: bambù, mango, palme, piante resinose. Dal punto di vista agricolo, occorre ricordare che nei territori del sud si coltiva quasi esclusivamente riso, mentre al nord prevalgono le colture di miglio, sesamo, cotone, legumi.

Il paesaggio vegetale della regione birmana rispecchia fedelmente le condizioni ambientali che caratterizzano questo grande Paese tropicale interposto a nord tra le alteterre tibetane e del bacino dello Yangtze Kiang e a sud le regioni monsoniche e sub-equatoriali, attraversato da grandi arcate montuose che si spingono fino al mare e che racchiudono nelle estese conche interne tipici ambienti naturali floristici. Il fattore più spiccato della distribuzione e del differenziamento floristico è dato dal regime delle precipitazioni, salvo sui rilievi al disopra dei 2000 m. È da notare inoltre che molte zone del Paese sono ancora semispopolate e non soggette all'opera distruttiva e modificatrice dell'uomo per cui la vegetazione spontanea non ha subito gravi manomissioni. Si tratta quindi di una regione appartenente a una particolare provincia floristica di transizione alla cui formazione hanno contribuito elementi floristici indiani, cinesi e indonesiani. Grosso modo, quindi, si possono distinguere quattro tipi di flora nell'insieme del Paese:
Le zone di alta montagna, dove prevalgono le conifere e dove sono presenti anche le querce e altre forme di vegetazione che si riscontrano pure nelle zone temperate.
Le zone che ricevono più di 2000 mm di pioggia all'anno, dove si sviluppa la tipica foresta tropicale sempreverde che non conosce stagioni e che spesso si trasforma in vera e propria giungla; prevalgono qui il bambù, il mango, vari tipi di Dipterocarpaceae dal fusto grosso e alto, specie di palme, piante resinose, ecc.
Nelle zone dove le precipitazioni si mantengono a un livello tra i 1000 e i 2000 mm l'anno si stabilisce il tipico bosco dei Paesi battuti dai monsoni, caratterizzato dall'alternarsi di una stagione verde rotta dalla caduta di foglie; questo tipo di vegetazione è il più diffuso in Birmania: vi hanno un ruolo dominante gli alberi d'alto fusto e dal legname pregiato come il teak (Tectona grandis), il pyinkado (Xilia dolabriformis), il cosiddetto «albero dell'olio» (Hopla) e altri tipi di Cedralaceae, Pterocarpaceae e piante resinose; spesso il bosco si trasforma in savana, con il prevalere del bambù, delle felci e di una tipica erba alta birmana, l'alang-alang (Imperata arundinacea).
Nelle zone con precipitazioni inferiori ai 1000 mm l'anno la foresta tropicale vera e propria lascia il posto alle radure e alla boscaglia di arbusti.
Le foreste (conifere, teak, pyinkado, querce, castagni, mango, bambù, ecc.) coprono circa i due terzi dell'intero territorio birmano e nelle zone più calde, specialmente nell'ampio delta dell'Irrawaddy e lungo le coste, esse assumono l'aspetto tipico della foresta a mangrovie. Assai comuni, in queste zone, sono tutte le varietà tropicali di palme, alcune delle quali riescono a sviluppare altezze fino ai 30 m.

Ricchissima ed estremamente varia è la fauna birmana, favorita dal clima tropicale e dalla presenza di enormi estensioni di foreste e boschi. Tra i mammiferi, i più comuni sono il famoso bufalo selvatico (saing), che viene cacciato anche a scopo alimentare, la tigre, il leopardo, il cervo, il daino e, nelle zone occidentali, lo sciacallo e l'orso tibetano. Molto diffusi sono alcuni tipi indigeni di buoi selvatici, che vagano in libertà per le foreste (gaur, gayal, banteng); lungo i fiumi s'incontra spesso il rinoceronte, mentre sempre più raro è l'elefante.

Branchi di scimmie infestano invece ogni zona del Paese, che abbonda anche di rettili, tra cui vanno ricordati il geco, chiamato dai Birmani tauckté per il suono gutturale che è uso emettere. La Birmania è anche un Paese ricco di serpenti, tra cui alcuni velenosissimi come il cobra, che si annidano specialmente nelle zone più calde; essa è anche famosa per i suoi piccoli pappagalli dai colori vivacissimi, assai comuni nelle zone dove più fitta è la vegetazione tropicale; non vanno inoltre dimenticati i pipistrelli, che spesso invadono a branchi anche le città, né le infinite varietà di insetti che pullulano tanto nelle umide zone deltizie quanto all'interno, specialmente nelle savane della conca di Mandalay e dell'altopiano di Shan. Da ricordare, infine, che le acque costiere della Birmania sono ricchissime di pesce, compresi alcuni dei tipi più pregiati, come il bekti, che viene esportato anche in altri Paesi asiatici. Le acque melmose dei delta e del corso inferiore dei fiumi principali sono infestate da piccoli coccodrilli affini a quelli indiani.

Non è possibile parlare di letteratura birmana al singolare essendo ciascuna delle lingue principali del paese strumento di un'autonoma tradizione letteraria, sia popolare (poesia, fiabistica) sia colta. La letteratura religiosa dottrinaria e devozionale legata al Bhuddismo vi ha comunque parte preponderante, almeno fino al XIX sec. Nel XX secolo, anche a seguito dell'esperienza coloniale e del contatto con l'Impero Britannico, si sono diffusi i generi "laici" del romanzo, del dramma, della novella. Gli autori contemporanei più noti internazionalmente si caratterizzano come tipici scrittori di denuncia, che tematizzano i problemi sociali e politici del paese. Tra di essi emerge la figura universalmente nota di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace e animatrice dell'opposizione al regime militare, oltre che apprezzata scrittrice.

La musica tradizionale birmana è melodiosa, ma senza armonia. Gli strumenti includono un tamburo chiamato pat waing, uno xilofono di bambù chiamato pattala, cembali, flauti, oboe e strumenti a corda, spesso organizzati in orchestre chiamate saing waing. Il Saung, uno strumento a corda con una forma simile a una barca e corde di seta, ha sul "collo" disegnate delle immagini associate alla cultura e alla storia. Dal 1950 anche le canzoni occidentali si sono diffuse con successo, specialmente nelle grandi città.

Lo sport nazionale birmano è la Lethwei chiamata anche boxe birmana; è un'arte marziale simile alla Muay Thai thailandese e si differenzia da quest'ultima soltanto per una particolarità: possono essere usate anche le testate. Una disciplina tipicamente birmana, e praticata solo nei paesi indocinesi, è il chinlone: una sorta di danza effettuata da una squadra di 6 giocatori che compiono funamboliche acrobazie palleggiando con una palla di rattan in uno spazio ristretto.

In Birmania, dal 1993, non sono state eseguite sentenze capitali; si è parlato di un'eventuale abolizione della pena di morte.

Quando il regime militare si è instaurato al potere nel 1988, è cominciata una feroce guerra civile. Ogni insurrezione popolare veniva sedata con la forza da parte del regime, ed è in corso un conflitto piuttosto aggressivo tra il governo e il gruppo etnico dei Karen.

Dopo 2 anni di dittatura militare, nel 1990, il partito al governo (NUP) permise libere elezioni, ma poiché vinse il partito (NDL) rappresentato da Aung San Suu Kyi, nell'ottobre dello stesso anno i reparti dell'esercito fecero un'incursione presso la sede NDL arrestando tutti i componenti, tra cui Aung San Suu Kyi, che è stata liberata solamente nel novembre 2010.

L'area più colpita dalle dimostrazioni di violenza dei militari è quella sud-orientale (o Tenasserim); di conseguenza ogni anno migliaia di esuli si muovono verso il confine con la Thailandia, dove sono stati istituiti dei campi profughi.

I rifugiati hanno comunque scarse possibilità di migliorare le loro condizioni di vita, infatti non vi è alcuna fornitura di corrente elettrica e di medicinali, inoltre la maggior parte della popolazione è estenuata da fame e malnutrizione e molti bambini per sopravvivere vengono costretti alla prostituzione o al lavoro forzato. In questo Stato le persone sono facile bersaglio di parassiti, vermi e malattie come malaria, epatite e AIDS.

Nella tribù dei Kayan (chiamati anche Padaung) si possono trovare le donne giraffa, conosciute con questo nome per le modifiche fisiche provocate da anelli di bronzo portati fin dall'età di 5 anni. Successivamente gli anelli vengono incrementati di numero e sostituiti con altri di dimensioni sempre maggiori fino a che la pressione non provoca uno slittamento della clavicola e una compressione della gabbia toracica. Diversamente da quanto ritenuto, il collo non è allungato. Molte tribù Kayan nel 1990, a causa di un conflitto con il regime militare birmano, si sono rifugiate in Thailandia.
Sebbene in Birmania esistano svariate culture indigene, quella dominante è principalmente quella Bamar. La cultura Bamar è stata influenzata da quelle degli stati confinanti. Ciò è manifestato nella sua cucina, nella letteratura, nella musica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale il Buddhismo Theravada.

In qualsiasi villaggio birmano tradizionale, il monastero è il centro della vita culturale e i monaci sono venerati anche dai laici. Per un ragazzo che diventa monaco si esegue una cerimonia chiamata shibyu ed è il suo più importante rito di crescita. Alla stessa età le ragazze svolgono delle cerimonie in cui si perforano i lobi delle orecchie. La cultura birmana è più evidente nei villaggi in cui queste cerimonie si compiono in tutto l'arco dell'anno, specialmente nelle pagode.

Il colonialismo britannico ha introdotto alcuni elementi occidentali, specialmente nell'educazione e negli edifici delle città come Yangon. In seguito all'attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è diffusa la cultura cristiana.

La cucina birmana è stata influenzata dalla cucina indiana, cinese e thailandese. L'ingrediente principale della cucina è il riso. Sono inoltre mangiati noodles e pane. La cucina birmana utilizza spesso i gamberi, i pesci, il maiale e il montone. Il manzo, definito carne tabù, al contrario, viene mangiato solo raramente.
Il condimento più diffuso, e quasi onnipresente nel cibo della Birmania meridionale, è lo ngapi, una pasta a base di pesce e/o gamberetti, seccati, sminuzzati, salati e lasciati maturare al sole fino a ottenere un prodotto dal sapore estremamente forte, simile alla salsa di pesce, molto comune anche negli altri paesi dell'Asia orientale o all'antico garum, noto all'epoca dei Latini. Sono anche usati vari tipi di curry, quali il masala e i peperoncini rossi. Il Mohinga, considerato piatto nazionale della Birmania, consiste di brodo di pesce-gatto al curry con farina di ceci, vermicelli di riso e salsa di pesce. La frutta tropicale è servita spesso come dessert. Le città importanti offrono una più ampia varietà di cucine tra cui quella Shan, la cinese e la indiana.
La cultura, le arti e l’architettura, in questo senso, devono essere intese come una diretta emanazione della fede buddhista (proprio agli  architetti birmani si deve attribuire il merito di aver realizzato un nuovo stile di costruzione religiosa: le loro pagode, metafora del creato, si sono diffuse in tutto il Sud-est asiatico). Anche le feste tradizionali risentono di questa particolare ispirazione religiosa e seguono il calendario lunare. Sono perciò mobili e ogni mese ha le sue feste, soprattutto nelle fasi di luna piena. Ricordiamo, a questo proposito, le feste delle pagode, che iniziano a gennaio e terminano al volgere dell’estate; le feste del raccolto che si tengono nei villaggi di campagna nel mese di febbraio; la festa dell’acqua, che dura tre giorni e si svolge generalmente in aprile (per i giovani birmani è come il nostro carnevale: s’incontrano per strada, si divertono e scherzano usando l’acqua al posto dei coriandoli); nel mese di luglio c’è la suggestiva festa delle luci per ricordare il ritorno di Buddha dal la casa dei Deva, gli dei hindu minori: le case vengono illuminate, si canta e si balla; a novembre, nella notte di luna piena, si tengono gare di tessitura fra le ragazze da marito e a Yangon si svolgono tornei fra i quartieri; dicembre, infine, è il mese delle feste dei nat (gli spiriti che accompagnano, nel bene e nel male, la vita degli uomini e della natura): a loro si presentano offerte danzando davanti all’altare.
 La maggior parte del Paese è ancora completamente libero da tutte le contaminazioni della tecnologia occidentale.    

Molte sono le cose da visitare in Myanmar, la stupefacente Shwedagon Paya a Yangon, le antiche e monumentali capitali d Ava Amarapura e Sagaing, l’imponente zedi di Mingun, la spettacolare valle dei templi di Bagan, non vi è posto al mondo che possa eguagliare per bellezza i 40 Kmq di terreno punteggiati da migliaia e migliaia di templi. Ovunque si guardi vi sono stupa e templi.   
Proprio agli architetti birmani si deve attribuire il merito di aver realizzato un nuovo stile di costruzione religiosa: le loro pagode, metafora del creato, si sono diffuse in tutto il Sud-est asiatico.

In questo Paese dalle mille facce, quante sono i suoi templi, i popoli e i dialetti, sempre immutabile nei secoli, tutto ruota attorno a Buddha e al suo culto, i cui fedeli sono ben  l’85% della popolazione.