domenica 16 luglio 2017

ICEBERG GIGANTE



Il super-iceberg si è staccato dalla piattaforma antartica Larsen C e adesso si deve far fronte alle inevitabili conseguenze.

Si chiama A68 ed è uno dei più grandi iceberg mai visti: è il risultato del distacco di una parte dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C, lungo la costa orientale della penisola antartica. Per gli esperti è un nuovo campanello d'allarme per lo stato di salute dei ghiacci antartici.

A dare la notizia sono stati i ricercatori dell'università inglese di Swansea, che monitoravano il fenomeno dal 2014. Il distacco era atteso da tempo, gli ultimi 13 chilometri della frattura si sono distaccati negli ultimi 30 giorni.

Il nuovo iceberg comparso in Antartide pesa circa 1000 miliardi di tonnellate con una superficie di 5.800 km quadrati e uno spessore di 200 metri. Adrian Luckman, dell'Università di Swansea, ha detto che i ricercatori continueranno a "monitorare il destino di questo enorme iceberg" che emerge dalla superficie dell'oceano per circa 30 metri:  l'acqua che contiene è pari a tre volte quella del lago di Garda ed equivale all'acqua consumata in media nel mondo nell'arco di cinque anni.

La Larsen C è la più meridionale di tre piattaforme indicate con le lettere A, B e C: la prima si è staccata nel 1995, la seconda è parzialmente crollata nel 2002 e dalla Larsen C è appena nato il nuovo iceberg, probabilmente fra il 10 e il 12 luglio.



L'incertezza principale riguarda il percorso che intraprenderà: uno studio storico suggerisce che l'enorme blocco di ghiaccio si dirigerà, con molta probabilità, verso nord-est, spinto dalla corrente circumpolare che lo trascinerà fino all'Oceano Atlantico. Sembra invece certo che la massa di ghiaccio non si romperà in tanti piccoli iceberg, come avvenuto in passato.

Comunque sia, «intero o a pezzi, le correnti oceaniche potrebbero condurlo verso nord, spingendolo verso le isole Falkland. Se così fosse, potrebbe costituire un pericolo per le navi di passaggio in quella zona», ha dichiarato Anna Hogg, dell'Università di Leeds.

C'è anche un altro rischio: navigando nelle acque oceaniche l'iceberg, sciogliendosi, rilascerà una tale quantità di acqua fredda da poter alterare le condizioni climatiche di quella regione. Ciò che accade, avvisano gli scienziati, è dovuto al cambiamento climatico, le cui conseguenze saranno anche una più rapida fusione dei ghiacciai e un innalzamento del livello del mare.