martedì 11 agosto 2015

LE MITICHE SCIMMIE DI MARE




Ne abbiamo sentito parlare e probabilmente anche acquistate in bustina come gioco per i nostri bambini. Ma in realtà cosa sono le scimmie di mare? esistono veramente o è solo fantasia?

Le scimmie di mare sono sempre state descritte come esseri magici o appartenenti a miti e leggende come sirene o tritoni e che all’interno di un’ampolla o boccia di vetro, creavano il loro mondo.

In verità il nome “scimmia di mare” ha sempre tratto in inganno. Questo nome viene utilizzato per identificare semplicemente dei piccoli crostacei noti con il nome di Artemia Salina. Possono vivere massimo due anni e sono degli animaletti anche abbastanza simpatici e curiosi!

L’Artemia Salina viene conosciuta più banalmente con il nome di scimmia di mare perché hanno una coda che ricorda la coda di una scimmia.

La parola “mare” invece deriva dal fatto che sono animali acquatici. In genere questi piccolissimi esemplari si nutrono di fitoplancton e batteri e la loro temperatura ideale nella quale riescono a vivere e a riprodursi è nell’intervallo termico tra i 5° e i 40° gradi.

È una specie cosmopolita, che ha sviluppato adattamenti a condizioni di vita estreme che le consentono di colonizzare ambienti ostili quali le pozze delle saline, caratterizzate da alta salinità e da periodica evaporazione dell'acqua. L'essiccamento delle pozze in cui vive è superato grazie alla deposizione di uova durature (cisti), in grado di rimanere in uno stato di quiescenza (criptobiosi) per lunghi periodi - vari anni - fino a quando non si ripresentano condizioni favorevoli al loro sviluppo.



L'Artemia salina si riproduce, in condizioni normali, per via anfigonica, in acqua; quando la salinità dell'acqua supera una certa soglia (identificabile intorno al 4 per mille), la riproduzione avviene per via partenogenetica, con uova incistate criptobiotiche protette da un guscio isostatico rinforzato, mentre al di sotto di tale indice di salinità avviene per via sessuale. In casi di emergenza riproduttiva la progenie viene generata per via asessuata. I piccoli nati di Artemia (detti nauplii), di modeste dimensioni (5x10-4 m), possono vivere grazie al sacco vitellino ricco di lipidi, fino a 48 ore senza ulteriore nutrimento.

La riproduzione via partenogenetica in cisti dormienti è un espediente evolutivo che viene attuato in previsione del prosciugamento delle pozze in cui in natura prospera l'Artemia: la progressiva evaporazione dell'acqua provoca infatti una crescente concentrazione di sali, nel loro ambiente, che funzionano da scatenante per la riproduzione conservativa per mezzo di cisti in stasi.

Generalmente l'Artemia salina si nutre di fitoplancton e batteri, in pratica di ogni biotipo tra 1 e 50 micron. Ogni soggetto può vivere circa 700 giorni e genera, nel corso della sua esistenza, 300-400 nauplii. Sopravvive nell'intervallo termico tra 5 ed i 40 °C ed indifferentemente in acque da quasi dolci a salate; si riproduce solo tra 20 e 35 °C, in acque salate tra i 3 ed il 5 per mille.

L'Artemia salina è frequentemente utilizzata come alimento per i pesci d'acquario e a questo scopo spesso viene allevata dagli acquariofili.
In campo acquariofilo sono maggiormente usati i naupli di Artemia, ovvero le uova appena schiuse, proprio per la loro facilità di utilizzo e per le ridotte dimensioni, oltre che per la loro grande carica proteica, grazie al sacco vitellino che si portano per le prime 30-39 ore della loro vita, per poi essere assorbito dall'animale stesso come fonte energetica di crescita (sono adatte per alimentare avanotti e coralli a polipo piccolo). Questi animali hanno subìto anche una vera e propria commercializzazione industrializzata negli Stati Uniti a partire dai '70. Vengono vendute in piccoli acquari insieme alle uova ed a sali marini in modo da permettere alla persona di farle nascere e nutrirle.



Soprattutto in Italia negli anni settanta, le uova di Artemia salina era spesso vendute tramite posta attraverso pubblicità ingannevoli su pubblicazioni ad ampia diffusione spesso mirate ai bambini, che le presentavano come "scimmie di mare", spesso con disegni e descrizioni accattivanti che portarono alla fuorviante credenza che si trattasse di esseri senzienti in grado di giocare e scherzare fra loro. L'allevamento domestico della Artemia salina resta un fenomeno molto popolare negli Stati Uniti.

Dalla metà degli anni ottanta fino ad oggi le scimmie di mare sono ritornate  in commercio grazie da un’azienda italiana.




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