domenica 20 settembre 2015

IL GRAMPO



È identificato come il delfino dai graffi; gli individui anziani a causa della gran quantità di lesioni cutanee sono spesso totalmente bianchi.
Le caratteristiche cicatrici presenti sulla superficie del corpo permettono di riconoscerne con facilità la specie di appartenenza, gli individui hanno infatti l'aspetto segnato da una vita di combattimenti e da profonde cicatrici e graffi causati dai denti degli altri grampi.

Le dimensioni medie di un esemplare adulto si aggirano attorno ai 3.5 m, con un peso medio di 300-400 kg; le dimensioni massime possono arrivare a sfiorare i 4.5 m con un peso attorno ai 600 kg. Il Grampo presenta una colorazione caratteristica che ne permette un facile riconoscimento da parte del “whale-watcher”: la tonalità passa dal grigio chiaro, tipica degli esemplari giovani, al grigio acciaio con presenza di graffiature bianche che tendono a rendere meno omogenea la tinta, soprattutto nella zona rostrale.
Il nuoto a differenza di altre specie, è piuttosto lento, con emersioni per la respirazione all’incirca ogni 15 sec. Vivono generalmente in branchi composti da un numero variabile di individui da 3 ad oltre 50. Un atteggiamento curioso è il cosiddetto “headstanding” (o verticale) nel quale l’animale si pone a testa in giù con la coda fuori dall’acqua, mentre già più rara è la situazione opposta, il cosiddetto “spyhopping”, comportamento peraltro facilmente osservabile nei Delfinidi. Il Grampo è un animale che predilige acque temperato-calde (con una temperatura che non scenda al di sotto dei 10°C).

Il capo è senza rostro; la fronte bombata, ma non globosa, presenta un caratteristico solco a forma di V nel mezzo, con l’apice rivolto verso il basso. La mascella superiore sporge leggermente. La pinna dorsale si trova circa a metà del corpo, molto alta, appuntita e falcata. Pinne pettorali lunghe e appuntite. Questa specie ha pochissimi denti perché si nutre di prede viscide quali i calamari.

La livrea è molto caratteristica: i neonati sono grigio chiarissimo uniforme, ma crescendo diventano prima di color brunastro e poi del grigio ardesia dell’adulto. Con il passare degli anni il corpo viene ricoperto da numerosissime ed estese graffiature chiare, che finiscono col fargli assumere una colorazione quasi bianca, soprattutto nella parte anteriore.
Si ritiene che tali graffiature siano un effetto di interazioni sociali, ma l’eventuale funzione adattativa di questa particolarissima depigmentazione rimane un mistero. Si pensa che alcuni graffi derivino dai morsi dei calamari. In alcuni esemplari è visibile una gualdrappa sottile e appena accennata. Sul lato ventrale è presente una macchia biancastra a forma di ancora, simile per forma e posizione a quella dei globicefali.

Anche se è capace di notevole agilità (può raggiungere i 25 km/h.), il grampo ha di solito movimenti lenti e rilassati. A differenza dei delfino comune e del tursiope, le barche non sembrano attrarre questo cetaceo, ma non è difficile avvicinarlo. Si ritiene che sia in grado di compiere buone immersioni, ma dati oggettivi al riguardo non esistono. Il grampo tira la coda fuori dall’acqua e rimane immobile per parecchi secondi, in verticale a testa in giù.

Particolari della riproduzione poco conosciuti: sembra che in Mediterraneo si accoppino in autunno. Le femmine partoriscono un piccolo lungo circa 1,5 m; il peso del neonato non è noto.



Si nutre soprattutto di cefalopodi e occasionalmente di pesci.

Si pensa che segua uno schema di movimenti stagionali, ma non se ne conoscono i particolari.

Di solito vive in piccoli gruppi di 5-10 esemplari (ma a volte si raggruppano anche 100 animali) che spesso si sparpagliano in cerca di cibo dando così l’impressione di essere solitari. Occasionalmente sono stati avvistati gruppi di ben 1000 esemplari. Lo si può vedere anche insieme ad altre specie di cetacei, soprattutto globicefali.

È una specie circumglobale pelagica e di mare profondo, ma non è raro incontrarlo vicino a costa. È frequente nei mari tropicali e temperati caldi di tutto il mondo (Oceano Atlantico, Oceano Pacifico e Oceano Indiano), in estate si spinge anche in acque più fresche.

Nel Mar Mediterraneo è piuttosto comune, soprattutto in Mar Ligure, nell'Arcipelago Toscano e a nord della Sicilia.

Le minacce per questo cetaceo sono rappresentate dall'inquinamento acustico dovuto principalmente all'attività militare (sonar), ai sismografi di profondità ed alla pesca accidentale. Inoltre l'uomo compete sottraendo le prede, principalmente calamari. Tuttavia, tenuto conto della vastità dell'areale e della consistenza della popolazione, la Lista rossa IUCN ha attribuito a questa specie lo status "LC" (rischio minimo).


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