domenica 13 settembre 2015

IL MAR MORTO



Il Mar Morto è  un lago situato nel vicino Oriente tra Israele, la Giordania e la Cisgiordania, nella regione storico-geografica della Palestina. Chiamato anticamente Asfaltide, il mar Morto si trova nella depressione più profonda della Terra, generatasi nei millenni per effetto dell'evaporazione delle sue acque non compensate da quelle degli immissari, che è anche causa della sua nota forte salinità.
Il Mar Morto è in realtà un lago: è un bacino chiuso, da dove l’acqua esce solo per la forte evaporazione causata dal clima caldo e secco. Proprio per questo motivo, nel corso di migliaia di anni, i sali presenti nelle acque si sono sempre più concentrati: oggi la salinità media del Mar Morto (23%) supera di dieci volte quella degli oceani. Questa situazione provoca anche una maggiore densità dell’acqua, per cui l’ossigeno si diffonde con difficoltà: lo si trova solo nei 40 metri d’acqua superficiali, mentre più sotto è assente, e anzi c’è acido solfidrico, velenoso. È evidente quindi quanto sia difficile vivere in situazioni così estreme: non risulta che nel Mar Morto vi siano pesci. Sono stati però ritrovati diversi microrganismi: un protozoo ciliato, alcune specie di alghe azzurre, un’alga verde e vari batteri che ricavano energia sfruttando lo zolfo, il ferro, l’azoto, l’ammoniaca o la cellulosa. Alcuni tra loro sono in grado di vivere anche in assenza di ossigeno. Tra questi, grandi un millesimo di millimetro e non nocivi per l’uomo, il Flavobacterium marismortui, diversi Halococcus e l’Halobacterium halobium, che possiede un pigmento rosso che gli permette di utilizzare l’energia solare e di espellere il sale in eccesso.

Questo gigantesco bacino, lungo 75 chilometri e largo 15, vecchio di mille secoli, è il luogo al mondo in cui è possibile riscontrare un’a altissima combinazione di benefici termali. La radiazione solare perfettamente filtrata, le condizioni climatiche peculiari, l'atmosfera arricchita da ossigeno, le sorgenti e i fanghi fanno di questa regione un luogo ideale per ricevere trattamenti di vario genere, finalizzati in particolare a ristabilire l'equilibrio della pelle, sotto la guida di centri medici locali. A garantire i risultati un dato su tutti: l'acqua qui ha il 27% di contenuto in sali e minerali, con particolare concentrazione di calcio, che pulisce la cute dalle impurità, magnesio dall’effetto antiallergico, bromina (effetto rilassante), bitume (antinfiammatorio). Bitume, calcio e magnesio abbondano anche nel fango nero, che in più si compone di silicati dal benefico potere astringente. Con questo concentrato di sostanze benefiche si curano molte malattie della pelle tra cui psoriasi, vitiligine, acne, micosi e sclerodermia. Anche le vie respiratorie traggono giovamento dall'umidità praticamente inesistente tutto l'anno, dalla pressione atmosferica molto alta e dall'aria purissima e ricca di ossigeno.
Se poi, dopo tanto benessere, vi venisse voglia di visitare alcuni luoghi della Valle del Giordano, tra i più belli ci sono. la città di Betania, il Monte Nebo, e la città di Madaba. La Valle del Giordano è un luogo di profondo significato spirituale ed è meta tradizionale di pellegrinaggi. Una serie di scoperte archeologiche, effettuate a partire dal 1996, ha permesso di identificare questa area come quella di Betania, città in cui visse Giovanni il Battista. L'’insediamento di Betania è stato recentemente identificato sulla riva meridionale del piccolo ruscello perenne chiamato Wadi Kharrar, ad est del Giordano e di fronte a Gerico.
Dopo aver effettuato gli scavi, la zona è stata adeguatamente protetta ed è quindi accessibile ai visitatori. L'’ubicazione di questo luogo è stata incerta in passato, tanto che si arrivò persino a dubitare della sua esistenza. Gli archeologi hanno invece rintracciato frammenti di ceramiche del primo secolo, resti di recipienti in pietra di epoca giudaica, tessere di mosaici e schegge di ceramica bizantina. Grazie a questi reperti è stato possibile dimostrare che presso la sorgente del Wadi Kharran esisteva un insediamento di epoca romana, identificandolo appunto con la città da cui Giovanni il Battista annunciò Gesù Salvatore e predisse il suo sacrificio per la salvezza umana



La riva est del fiume Giordano è stata anche testimone della vita e dalle opere dei profeti Abramo, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Elia, Eliseo.
Il lavoro degli archeologi negli ultimi due anni ha identificato più di 20 siti appartenenti all’'epoca romana, bizantina e del primo periodo islamico. Le scoperte chiave sono il monastero bizantino ed i resti di epoca romana di Tell el-Kharrar, l'’antica Betania, diverse chiese di dimensioni minori, cappelle, caverne e celle; un complesso bizantino adiacente al fiume Giordano, che commemora il battesimo di Gesù; una grande piscina con cappella adiacente a metà strada tra l’'insediamento di Betania e il fiume Giordano; una stazione di sosta per i pellegrini e le carovane ad est di Betania, sulla strada verso il Monte Nebo, ed altri resti la cui funzione non è ancora stata chiarita.

Un altro luogo di grande significato religioso è poi il Monte Nebo, uno dei luoghi più venerati della Giordania dove, secondo la tradizione, morì e fu sepolto il profeta Mosè. Il piazzale antistante la chiesa dedicata al profeta offre una vista mozzafiato sulla Valle del Giordano e sul Mar Morto. Già dal quarto secolo i cristiani vi avevano edificato una piccola chiesa che fu poi progressivamente ingrandita e di cui restano alcuni blocchi di calcare, collocati all'’esterno della costruzione attuale. Nel VII secolo divenne un vasto complesso bizantino, meta di grandi pellegrinaggi: gli scavi archeologici, iniziati nel 1933 sotto la Custodia Francescana della Terra Santa, hanno riportato alla luce i meravigliosi mosaici pavimentali, con scene di caccia e di pastorizia in cui sono raffigurati animali esotici (leoni, struzzi, zebù, cammelli e altri ancora).
Altri splendidi mosaici bizantini si possono ammirare a Madaba detta appunto la “città dei mosaici”, per le centinaia di tessere che impreziosiscono le sue case e le sue chiese. Il più celebre è la famosa mappa bizantina del VI secolo che offre una “visualizzazione” geografico-religiosa dell’'ubicazione di Gerusalemme ed altri luoghi sacri biblici. Il mosaico si trova all'’interno della chiesa ortodossa di San Giorgio: è composto da oltre due milioni di tessere e nella sua dimensione originale era grande 25 metri per 5. E’ ancora in buona parte visibile e raffigura valli e colline, il corso del fiume Giordano, il Mar Morto, Gerusalemme con le sue dodici porte, villaggi e città fino al delta del Nilo.
Attualmente il livello dell'acqua del bacino superiore (settentrionale) è a circa 415 m sotto il livello del mare ed il divario continua ad aumentare, dato che il livello continua inevitabilmente a scendere, ponendo anche il problema della sua possibile scomparsa nel medio-lungo termine.

È un mare chiuso che ha come immissari le acque del fiume Giordano, del fiume Wadi Mujib e di altri corsi d'acqua di minore importanza, senza avere però alcun emissario, risultando dunque un bacino endoreico.

Suddiviso in due distinti bacini, quello superiore di profondità elevate, mentre quello inferiore non ha mai superato i 2 metri di profondità massima; quest'ultimo è oggi quasi prosciugato, mantenuto in vita solamente da un canale scavato appositamente attraverso lo spartiacque (oltreché sporadicamente alimentato dallo Wadi Araba).

Le acque del Mar Morto vengono usate per la produzione di cloruro di potassio sia da società israeliane che giordane: vengono anche estratti bromo e magnesio, di cui il mare è ricco. L'estrazione viene fatta partendo dalle saline, visibili dallo spazio nella estremità sud del mar Morto.

Secondo il dottor Alon Tal, perdurando la situazione attuale di bilancio negativo tra evaporazione e acqua immessa, il Mar Morto è destinato pian piano a scomparire completamente, in quanto, essendo esso il punto più basso della superficie terrestre è anche uno tra i più caldi, la conseguente notevole evaporazione non è sufficientemente compensata dall'afflusso delle acque del Giordano e degli altri più aridi corsi d'acqua: a partire dalla metà del secolo scorso, quando i contadini israeliani e giordani iniziarono a deviare le acque dei fiumi, soprattutto del Giordano, per uso agricolo, la portata del Giordano si è ridotta del 10% rispetto alla sua portata naturale. Inoltre le industrie giordane e israeliane del carbonato di potassio che si trovano nella regione meridionale del mar Morto esasperano la discesa del livello del lago, che si è già abbassato di 27 metri circa.

Sono state studiate diverse soluzioni per rialzare il livello del lago e, nonostante l'opposizione degli ambientalisti, al momento, la Banca Mondiale ha effettuato uno stanziamento equivalente a 15 milioni di dollari per lo studio di fattibilità di un collegamento col mar Rosso, battezzato "Condotto della Pace", che incanalerebbe l'acqua ad Aqaba e la porterebbe per circa 170-200 chilometri alle sponde meridionali del mar Morto, con una grande possibilità di produzione di energia elettrica (idroelettrica), sfruttando il dislivello tra Mar Rosso e Mar Morto, fornendo energia, tra l'altro, ad un impianto di desalinizzazione che fornirebbe l'acqua dolce ad Amman, con un costo previsto di circa 5 miliardi di dollari americani. L'opposizione ambientalista è dovuta alla possibilità di una non ben definita "non naturale" reazione chimica delle acque a differente salinità .

La maggiore obiezione è comunque costituita dal fatto che la zona è politicamente molto instabile.



Laddove una volta sorgeva il litorale, è rimasta una terra quasi desertica: è il drammatico scenario che ormai sempre più spesso sta caratterizzando le rive del Mar Morto.
Alcuni villaggi turistici sono stati ormai abbandonati poiché è diventato impossibile svolgere l’attività economica dato l’accellerato ritiro delle acque. I turisti ormai, scelgono altre mete, abbandonando lidi e locali che fino a qualche anno fa brulicavano di turismo. Alcune strutture ricettive sono addirittura crollate, o meglio, sprofondate sotto terra a causa della fragilità del territorio che sta subendo modifiche anomale. Sono persino rimaste scoperte le tubature dell’acqua, un tempo ricoperte completamente dal mare: oggi, sembrano sfiorare la superficie marina.






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