Secondo il racconto del film, è un diamante a 56 carati, indossato da Luigi XVI. Quando il Re perse la corona e la testa, il diamante fu tagliato in forma di cuore, per poi uscire dalla Francia e finire dopo alterne vicende sul Titanic.
Il diamante, mai esistito, prende ispirazione da tre gioielli: il Régent, diamante dei re di Francia, staccato insieme ad un gioiello identico dalla statua di un idolo indiano (le due pietre preziose erano i suoi occhi), oggi conservato al Louvre; il Marie Antoinette Bleu, uno splendido esempio di diamante blu tagliato a forma di cuore, che la regina Maria Antonietta portò con sé dall'Austria al tempo delle sue nozze, oggi fa parte di una collezione privata ed il Diamante Hope, altro prezioso gioiello blu che apparteneva alla corona di Francia e che Luigi XVI regalò a Maria Antonietta, oggi conservato al Smithsonian Institution di Washington. Nessuno dei tre gioielli viaggiò mai sul Titanic.
Alla fine del kolossal di James Cameron la protagonista, ormai avanti con l’età, getta il gioiello nell’Atlantico. Ma non è sui fondali oceanici che si trovava la gemma appartenuta al Re Sole, bensì in una teca del museo americano, al sicuro da alghe e onde. La prova è arrivata grazie a uno studio condotto dai ricercatori del Museo nazionale francese di storia naturale.
E' un diamante realmente storico, scoperto nel 1701 da uno schiavo indiano vicino a Golconda. Grezzo pesava 410 carati. Fu di proprietà di William Pitt, Il primo ministro inglese. Fu tagliato in forma di brillante a cuscino, con un peso di 140,50 carati.
Fino a che non fu venduto al Duca di Orleans, era chiamato Pitt. In seguito fu denominato Regent ed incastonato nella corona che Luigi XV indossò all'incoronazione. Dopo la rivoluzione francese divenne priprietà di Napoleone Bonaparte che lo incastonò sull'elsa della spada.
La pietra indossata che Kate Winslet indossa in Titanic, però, non era scomparsa. Nel 1812, a Londra, il banchiere della City Henry Philip Hope acquista un diamante blu, che da allora porta il suo nome, “speranza”. Col passare del tempo la pietra subisce una serie di lavorazioni: viene tagliata più volte, fino a raggiungere la forma e il peso attuale di 44,5 carati. Per molti, Hope è Blue. Ma per anni non c’è la prova. Il mistero ora sembra finalmente svelato. Il ritrovamento di un modello del diamante blu negli archivi del Museo francese ne ha permesso la comparazione con l’esemplare conservato al museo di Washington. Grazie a strumenti di precisione forniti dallo Smithsonian, il gruppo di ricercatori francesi ha verificato che i due gioielli coincidono alla perfezione, nonostante le variazioni subite nel tempo. “E’ molto di più che un’ipotesi” hanno spiegato gli studiosi, che hanno pubblicato le loro ricerche sulla Revue de Gemmologie. “Abbiamo condotto analisi con scanner e laser, che sono state confermate da esperti gemmologi”.
Solo nel 1812 a Londra riapparve un gioiello simile, ridenominato Hope dal nome di un mercante che ne entro' in possesso.
Se finora in molti hanno creduto che Hope e Blue fossero lo stesso diamante, soprattutto per un'inquietante leggenda di malaugurio legata alla gemma, ora e' la scienza ad aver fatto chiarezza ed essere venuta in aiuto della storia.
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