La Sphyraena viridensis un tempo era circoscritta in un ristretto bacino dell'Atlantico orientale (Capo Verde, Canarie e Azzorre).
Negli ultimi dieci anni si è avuto un crescente numero di segnalazioni della sua presenza nel bacino del Mediterraneo. L'innalzamento della temperatura delle acque del mare nostrum (meridionalizzazione del Mediterraneo) ha infatti creato un ambiente ideale per la specie, che si è velocemente diffusa al punto da venire ormai comunemente indicata come barracuda del Mediterraneo, confondendolo sovente con il luccio di mare (Sphyraena sphyraena), dal quale però lo differenziano il preopercolo privo di squame, le caratteristiche bande verticali e le dimensioni decisamente maggiori.
Vive generalmente al largo (è un pesce pelagico) ma si può avvicinare soprattutto alle isole ed ai promontori, presso scogli a picco e coste alte e rocciose. Vive fino a 100 metri di profondità.
Può raggiungere la lunghezza di 1,30 m. Il peso medio è compreso tra 1 e 3 kg ma alcuni esemplari, specie nell'Atlantico, possono raggiungere i 10–12 kg.
Questa specie e la Sphyraena sphyraena sono state confuse per anni anche dagli ittiologi per cui non si conoscono bene le differenze tra le due. L'unico metodo certo di distinzione è nel preopercolo, nudo in questa specie e coperto di scaglie nella Sphyraena sphyraena.
È un carnivoro, che si nutre prevalentemente di pesci, cefalopodi e crostacei.
La deposizione delle uova avviene a fine primavera o inizio dell'estate.
Gli avannotti ricercano ambienti tranquilli e ricchi di alimenti come le foci dei fiumi o le insenature costiere; raggiunti i 5 cm di lunghezza raggiungono il mare aperto.
È presente lungo le coste tirreniche, nel Mar Ligure e nelle acque di tutte le nostre isole, soprattutto attorno all’isola di Ustica (PA), dove sono presenti in forte numero. Il barracuda ha corpo cilindrico e poco affusolato, soprattutto all’estremità anteriore. Il peduncolo caudale è un pò più compresso. La testa di questo pesce è caratterizzata da una bocca ampia che si apre per tutta la lunghezza del muso, la mandibola è prominente e munita all’estremità anteriore di un lobo che, a bocca chiusa, copre quella della mascella superiore. Numerosi sono i denti, acuti e taglienti, a forma di pugnale, che possono assumere una curvatura verso l’interno, più o meno pronunciata. Nella mascella superiore ve ne sono quattro per lato piuttosto lunghi, seguiti da altri più corti e sottili. Altri denti sono nel palato. Nella mandibola uno o due denti lunghi e acuminati. L’occhio è relativamente grande. Le due pinne dorsali sono distanziate tra loro. Quella anteriore è costituita da raggi spinosi mentre la seconda da raggi molli. Contrapposta a quest’ultima, vi è l’anale che è costitita da una sola spina non troppo sviluppata e da raggi molli. La caudale è molto forcuta ed i lobi sono uguali. Le pinne pettorali sono corte come pure le ventrali, munite di una piccola spina.
La colorazione varia dal giovane all’adulto. Negli esemplari giovani la livrea è uniforme mentre nell’adulto compaiono le caratteristiche fasce verticali, dal colore scuro, quasi nero, che coprono la metà superiore dei fianchi, per tutta la lunghezza del pesce, dalla testa alla coda. Il barracuda è un pesce pelagico che vive però in prossimità della costa. Predilige le zone rocciose dove nuota in fitti banchi negli strati più superficiali dell’acqua. La caratteristica di pesce gregario scompare gradualmente. Gli adulti costituiscono piccoli gruppi e gli esemplari di maggiori dimensioni sono solitamente solitari. La riproduzione avviene verso la fine della primavera e si protrae fino ai primi mesi dell’estate. Le uova sono pelagiche. È un pesce carnivoro e la sua dieta è costituita da altri piccoli pelagici e tutti quei pesci che si possono incontrare sotto costa. È preda ambita sia per le dimensioni di tutto rispetto, sia perché le sue carni bianche si fanno apprezzare se cucinate a dovere.
Generalmente lo si pesca a traina, utilizzando sia artificiali di superficie che affondanti. È possibile catturarlo anche con la traina col vivo, anzi, è proprio con questa tecnica che di solito si riesce ad avere la meglio sugli esemplari più grandi. È anche oggetto di ricerca specifica da parte dei pescatori a spinning, che lo insidiano nella schiuma intorno agli scogli affioranti e dalle scogliere durante le scadute delle mareggiate. I periodi in cui è maggiore la sua attività predatoria sono l’alba ed il tramonto. È attivo e quindi pescabile, anche durante le ore notturne. È più attivo sotto costa con il mare un pò mosso mentre col mare molto calmo si porta sulle secche e comunque a profondità maggiori. Gli esemplari più piccoli, dal peso inferiore al chilo, vengono utilizzati con successo come esca nella traina alle grandi ricciole. La carne è di buona qualità.
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