domenica 10 gennaio 2016

L'ISOLA D'ELBA



L'isola d'Elba è situata tra il mar Ligure a nord, il canale di Piombino a est, il mar Tirreno a sud e il canale di Corsica a ovest, posta a circa 10 chilometri dalla costa. È la più grande delle isole dell'Arcipelago Toscano, e la terza più grande d'Italia (223 km²). L'Elba, assieme alle altre isole dell'arcipelago (Pianosa, Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio e Giannutri) fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

«Si trovano anco de' canarij bastardi scesi dalli naturali nell'isola dell'Elba, in questo modo, che venendo una nave di Canaria per queste parti, patì naufragio nelli scogli di detta isola, e portando molti di questi ucelli se ne vennero in detta isola, dove si trovano e sono della grossezza della lecora (lucherino), ma più gialli assai nel mento ch'il canario naturale, et ha i piedi negri, et questo sarà il maschio de' bastardi.»

L'isola era già abitata durante il Paleolitico, come dimostrano i ritrovamenti di strumenti litici (Lacona, Sant'Andrea, Pomonte, Procchio, Biodola, Colle di Santa Lucia, Marciana Marina e Serrone delle Cime). Il Neolitico è attestato da manufatti in pietra ed ossidiana (asce, punte di freccia e lame) rinvenuti sul Massiccio del Monte Capanne (Masso alla Guata, Masso dell'Aquila, Serraventosa, La Stretta, Piana di Moncione, Chiusa Borsella), Marciana Marina, Procchio, Lacona, Biodola, Portoferraio, Cavo, Rio nell'Elba. Notevoli tracce dell'Età del Rame e dell'Età del Bronzo esistono in vari settori dell'isola; di estremo interesse la Necropoli rupestre di Rio Marina, eneolitica, gli insediamenti protostorici del Monte Capanne e del settore orientale (Cima del Monte, Volterraio) insieme ai siti megalitici dei Sassi Ritti, delle Piane alla Sughera, di Monte Còcchero, Monte Giove, Masso dell'Aquila, Masso dell'Omo, Serraventosa, Pietra Murata e Cima del Monte. All'VIII secolo a.C. si datano invece alcuni ripostigli di oggetti in bronzo rinvenuti nell'area di Colle Reciso, di San Martino e Chiessi. Secondo la tradizione letteraria, in epoca protostorica l'Elba era abitata dagli Ilvati, una popolazione appartenente all'etnia dei Liguri, come sembrerebbe attestato dai toponimi Borandasco, Ciarbonciasca, Marcerasca e Soleasco con il tipico suffisso in «-asc»; da qui, secondo alcuni, il nome antico dell'isola: Ilva.

Ricchissima di giacimenti di ferro, l'isola d'Elba rese possibile il sorgere della civiltà etrusca, la quale costruì vari villaggi d'altura fortificati (Monte Castello, Castiglione di San Martino, Castiglione di Campo, Monte Fabbrello e Monte Puccio), ubicati su colline in posizione strategica per il controllo del mare e delle rotte marittime di diffusione del ferro. Ad essi si affianca la Necropoli ellenistica di Capoliveri e la Necropoli di Casa del Duca. Altri siti che hanno restituito materiali etruschi sono Le Trane, Monte Orello, Colle di Santa Lucia, Masso dell'Aquila, Serraventosa, Grassera, Pietra Murata, Poggio, Volterraio, Le Mure, Capoliveri e Monte Serra. Nel 453 a.C. l'isola fu saccheggiata dalla flotta siracusana comandata da Apelles e Phayllos; di tale evento sarebbero testimonianza alcuni rinvenimenti presso Le Mure.

Successivamente, con il dominio di Roma, sull'isola furono edificate almeno tre ville marittime (Villa della Linguella, Villa delle Grotte e Villa di Capo Castello) ed almeno un centro abitato di cospicue dimensioni, l'attuale Portoferraio, dove furono rinvenute due necropoli e condutture fittili. Sempre all'età romana risalgono alcuni importanti relitti subacquei (Relitti di Sant'Andrea, Relitto del Nasuto, Relitto di Chiessi, Relitto di Procchio e Relitto di Punta Cera). In località Seccheto, nel 1899, fu rinvenuto un altare in granodiorite dedicato ad Ercole dal prefetto Publius Acilius Attianus. Un'interessante traccia toponomastica d'età romana è costituita dalla località Remmiano presso Cavoli, che deriverebbe dal possedimento di un Remmius.

Dopo la caduta di Roma, l'Elba divenne territorio degli Ostrogoti e successivamente, nel 610, dei Longobardi; a questi ultimi si devono numerosi toponimi presenti ancora oggi sull'isola, come Gualdo (da wald, «bosco»), Cafaio (da gahagi, «recinto»), Catro (da kater, «cancello»), Caparùtoli, Cadonno e Castormo (casa di Barùttuli, di Donno e Sturmi, nomi personali). Contestualmente l'Elba divenne luogo di eremitaggio per i primi anacoreti cristiani, tra cui San Cerbone nel 573. Nell'874 l'isola fu pesantemente saccheggiata dai Saraceni, mentre nel 1003 e nel 1016 fu assalita da Mujahid al-Amiri.

A partire dal primo millennio dopo Cristo, l'isola divenne parte del territorio della Repubblica di Pisa; furono edificate torri di avvistamento come la Torre di San Giovanni, il villaggio fortificato di Montemarsale, la Fortezza di Marciana e la Fortezza del Volterraio, situata su un'altura inaccessibile per trovare rifugio dalle scorrerie dei pirati. Sempre ai Pisani, tramite l'Opera della Primaziale Pisana, si deve l'apertura o il riutilizzo del sito estrattivo delle Grottarelle.

Nello stesso periodo si svilupparono i Comuni dell'isola: Capoliveri (sede del Capitanato), Rio, Gràssera, Latrano, Ferraia, Montemarsale, Campo, Poggio, Marciana e Pomonte. A tale epoca risalgono alcuni importanti edifici religiosi come la Pieve di San Lorenzo, la Pieve di San Giovanni, la Pieve di San Michele e la scomparsa Pieve di San Giovanni di Ferraia. Allo stesso periodo risalgono le piccole chiese intitolate a San Bartolomeo, San Frediano, San Benedetto, San Biagio, Santa Maria, San Quirico, San Menna e alla Madonna della Neve.

Nel 1399 l'Elba passò sotto la signoria degli Appiano di Piombino.

L'isola subì pesanti devastazioni da parte di corsari tunisini nel 1442, e successivamente per mano di Khayr al-Din nel 1534 e 1544 e di Dragut nel 1553 e 1555. Nel 1548 il granduca di Toscana Cosimo I affidò all'architetto Giovanni Camerini la progettazione una città fortificata simbolicamente chiamata Cosmopoli (oggi Portoferraio), concepita come presidio militare con lo scopo di difendere le coste toscane nonché come sede dei Cavalieri di Santo Stefano e che nel 1583 venne così descritta da Giovan Battista Adriani: «Il poggio più elevato, che signoreggia e scuopre tutto il porto, fu chiamato il Falcone: l'altro men rilevato dalla forma della fortezza secondo la qualità del sito hebbe nome la Stella, spargendo le sue fortificazioni qua e là a guisa di razzi. Parimente fermarono un bastione sopra la bocca del porto, il quale fu chiamato dalla forma Linguella.» In tal modo l'isola venne a trovarsi divisa in tre settori politicamente dipendenti da Firenze (circondario di Portoferraio), dalla Spagna con lo Stato dei Presidi (circondario di Porto Longone, oggi Porto Azzurro) e da Piombino (tutto il restante territorio elbano). Nel 1603 gli spagnoli dello Stato dei Presidi iniziarono a Porto Azzurro la costruzione del nucleo fortificato chiamato Forte Beneventano, insieme al presidio militare del Forte Focardo. Al 1744 risale la prima descrizione generale sulla storia dell'isola (Zibaldone di memorie) da parte di Giovanni Vincenzo Coresi Del Bruno, governatore di Grosseto. Intorno al 1780 l'Elba fu visitata dal pittore John Robert Cozens, che ritrasse panorami di Porto Azzurro. Nel 1799 la Francia tentò di impossessarsi dell'isola, con pesanti scontri avvenuti presso Procchio. Nel 1802 l'Elba entrò a far parte dell'Impero francese, e Louis Puissant fu incaricato di misurare l'isola e di redigere con altri collaboratori un'accurata cartografia. Negli stessi anni l'Elba fu visitata da diversi scrittori inglesi e francesi che descrissero l'isola nelle loro opere, come Arsenne Thiébaut De Bernaud (Voyage à l'isle d'Elbe), Richard Colt Hoare (A tour through the island of Elba) e Hugh William Williams (Travels in Italy). L'imperatore Napoleone Bonaparte fu esiliato all'Elba nel 1814 e vi rimase 10 mesi come sovrano del Principato dell'Isola d'Elba.

A testimonianza della sua permanenza restano due belle ville ove soggiornò: Villa dei Mulini in posizione dominante a Portoferraio, e Villa San Martino residenza estiva del Còrso alla periferia della piccola capitale elbana; dal 23 agosto al 5 settembre 1814 Bonaparte soggiornò presso il Santuario della Madonna del Monte. Nel 1815 Giuseppe Ninci pubblicò a Portoferraio la Storia dell'isola dell'Elba, dedicata a Napoleone Bonaparte.

A partire dal 1830 si ebbero i primi flussi migratori dall'isola d'Elba verso il Venezuela, nello Stato di Trujillo. Il 13 dicembre 1900 la società siderurgica Ilva iniziò la costruzione degli altiforni a Portoferraio. Le due guerre mondiali hanno visto morire centinaia di giovani elbani; e i due dopoguerra hanno visto emigrare migliaia di lavoratori elbani.

Il 17 giugno 1944 le truppe alleate franco-senegalesi sbarcarono sulla spiaggia di Fonza con la cosiddetta Operazione Brassard. Nel 1950 l'Elba fu interessata dai finanziamenti devoluti dalla Cassa per il Mezzogiorno per i rimboschimenti a conifere in diversi rilievi come il Monte Perone e il Monte Orello. Tra il 1959 e il 1964 l'isola fu visitata dall'archeologo Giorgio Monaco, che intraprese numerosi scavi nei siti archeologici di Monte Giove, Monte Còcchero, Valle dell'Inferno e della Villa romana delle Grotte. Nel 1960, a seguito delle numerose scoperte archeologiche avvenute all'Elba, fu costituito a Portoferraio su iniziativa privata il Sodalizio Elbano per Studi e Ricerche archeologiche. Più recentemente, grazie al turismo internazionale, l'isola è diventata famosa (anche all'estero) per il suo vino, in particolare l'aleatico, dolce vino liquoroso da dessert che spesso accompagna il dolce tipico, la schiaccia briaca.



Per sua posizione geografica, l'Elba rappresenta un ponte linguistico tra Toscana e Corsica. Il dialetto elbano sopravvive nelle zone più marginali dell'isola, specialmente nel versante occidentale e orientale; secondo alcuni glottologi, «l'elbano appartiene al gruppo dei dialetti còrsi, e fra essi è  il più toscanizzato.» Secondo altri, come Gerhard Rohlfs, l'elbano fa parte dei dialetti toscani insulari. Inoltre «il dialetto elbano è fra i più interessanti per gli avvicendamenti etnici e le varie situazioni storiche, che l'hanno condizionato in doppia direttrice, nell'ascissa còrso-toscana e nell'ordinata napoletana-genovese.»

In ogni caso, la gorgia toscana risulta assente tranne che nell'area di Portoferraio (luogo di assidua frequentazione continentale a partire dal XVI secolo), mentre nel circondario di Capoliveri le consonanti intervocaliche c, p e t hanno pronuncia sonora (ad es. aberto per aperto, munigibio per municipio). Il settore occidentale dell'Elba è quello che più si avvicina al còrso settentrionale e al capocorsino; sostantivi come bóllero, gaina (con suono cacuminale), regùzzolo e téppa equivalgono al còrso bóllaru («sorgente»), ghjaina («gallina»), regùzzulu («pettirosso») e tippa («pendio»). Influssi del dialetto ligure si riscontrano nei sostantivi léppico («appiccicoso») e rumenta («immondizia»), che si riallacciano a lépegu e rumenta. Modi di dire in antico dialetto elbano sono, ad esempio, «'Un c'è nimo 'n dógo» («Non c'è nessuno in giro», dal latino nemo in loco) e «Gaina ch'un ha fatto óve d'è sempre poasta» («Gallina che non ha fatto uova è sempre pollastra»). Molti toponimi dell'Elba tradiscono un'origine comune con quelli della Corsica; tra essi Bóllero (còrso bóllaru, «sorgente»), Caracuto (còrso caracutu, «agrifoglio»), Gombale (còrso ghjómbulu, «masso»), Pastorecce (còrso pasturìcciule, «quartieri pastorali»), Penzutello (còrso pinzutellu, «pendio»), Tole (còrso tola, «tavola»). Nella toponomastica elbana esistono inoltre alcuni esempi della terminazione locativa -inco (dal latino incola, «abitante») come Batinca, Castaldinco, Ciabattinca, Generinco e Sassinca.

L'Isola d'Elba è diventata una meta del turismo nazionale ed internazionale grazie alla sua preziosa natura capace di soddisfare le aspettative dei turisti che ogni anno la scelgono per le proprie vacanze.
A chi la sceglie per il mare l'Isola d'Elba offre 147 Km di coste con una alternanza di spiagge, calette, baie, fondali ricchi di pesci, crostacei e piante:
un paradiso naturale sia per il villeggiante che ama stendersi in riva al mare sia per il subacqueo più esigente.

Non solo: agli amanti del ciclismo, della mountain bike, agli scooteristi e motociclisti l'Isola d'Elba propone con i suoi 220 Km di strade asfaltate e gli oltre 60 Km di strade sterrate scenari grandiosi, panorami mozzafiato alternati a rilassanti amenità.
E poi: il piacere di una cucina tradizionale, di mare e di terra, tramandata negli anni dalle famiglie dei minatori e dei pescatori che prima dell'avvento del turismo rappresentavano la maggioranza della popolazione elbana; ed i vini caratteristici, sia bianchi che rossi, forti, provenienti da vigne pregne di iodio, di salmastro e di sapori di macchia mediterranea.
E i passiti, fiore all'occhiello della nostra produzione enologica: l'Aleatico, il Moscato e l'Ansonica.

L’Elba è un’isola molto interessante sia dal punto di vista paesaggistico che storico, geologico e architettonico. Le spiagge, una diversa dall’altra, e i panorami sono incantevoli, mentre i siti archeologici, le miniere, i musei e le fortezze sono accattivanti.

Perla dell’Arcipelago toscano, l’Elba è famosa per le spiagge di Cavoli, Fetovaia, l’Innamorata, Le Ghiaie e Seccheto ma numerosi piccoli litorali quasi inaccessibili si trovano lungo la sua costa.

Mozzafiato la vista dal Monte Capanne: il vostro sguardo spazierà su golfi stupendi e raggiungerà le coste italiane e quelle delle isole vicine come Capraia, Montecristo e Pianosa.

Portoferraio, la città più importante dell’isola, è uno scrigno grazie alle fortificazioni medicee di Forte Falcone, Forte Stella e Torre Linguella. Non meno affascinanti Marciana e Capoliveri con i loro caratteristici vicoli che s’intrecciano su diversi dislivelli.

Ma l’isola custodisce anche fortificazioni etrusche, torri pisane e ville romane.

I musei più conosciuti all’Isola sono quelli legati all’Esilio di Napoleone Bonaparte.

Portoferraio è la cittadina principale dell’Isola d’Elba e si affaccia intorno ad una bellissima insenatura lungo la costa nordorientale.

Il centro storico di Portoferraio, di una bellezza e di un fascino unico, si sviluppa lungo il versante di una piccola collina.
Conosciuta in epoca Romana con il nome di Fabricia, Portoferraio è stata dominata anche dagli etruschi e dai greci. Il suo aspetto fortificato rinascimentale, come ci appare oggi, è dovuto agli interventi voluti da Cosimo I dei Medici nel 1548. Le fortificazioni medicee, il Forte Falcone, il Forte Stella e la Torre della Linguella all’ingresso della darsena, furono realizzate dall’architetto Giovanni Battista Bellucci e sono collegate tra loro da possenti mura.
Nel 1814 l’isola ospitò l’esule Napoleone Bonaparte che scelse la Palazzina dei Mulini come residenza istituzionale.
Nella parte nordoccidentale del centro storico si trovano le bellissime spiagge di ciottoli bianchi di Le Ghiaie, Capo Bianco e Padulella. Appena fuori città si trovano le spiagge di Bagnaia, Biodola e Forno.
Molto bello il colpo d’occhio sulla città all’arrivo in traghetto.

Tra i borghi più belli e romantici dell’Isola d’Elba, Porto Azzurro si trova all’interno del profondo Golfo di Mola, la più ampia insenatura della costa orientale, ed è sovrastato dalla Fortezza Spagnola di San Giacomo, una cittadella a pianta stellata costruita nel 1603 e oggi carcere.
Questa rinomata località balneare è dotata di un bel porto turistico, costeggiato da ristorantini, gelaterie e negozietti, e vanta una bella e ampia piazza che la sera si anima con numerosi eventi. Inoltre strette e pittoresche viuzze e scalinate si snodano sul versante della collina regalando stupendi scorci sui tetti e sulla baia.

Nelle vicinanze di Porto Azzurro si trovano le bellissime spiagge di Barbarossa, La Rossa, Terranera, Reale, Mola e La Pianotta, e numerose aziende vitivinicole dove assaggiare il vino prodotto sull’isola.
Porto Azzurro si trova a 13 chilometri da Portoferraio.

Tra le località turistiche più amate dell’isola d’Elba, specialmente da russi e tedeschi, Marciana Marina si trova lungo la costa settentrionale dell’isola, all’estremità sinistra dal grande golfo di Procchio.
Il nucleo abitato principale sorge sulla scogliera del Cotone ma le strutture turistiche hanno raggiunto sia l’entroterra che il lungomare. I caratteri architettonici dell’Ottocento, tipici della costa toscana, sono stati preservati e le donano un aspetto elegante e romantico.

La spiaggia più famosa è quella della Fenicia, situata dietro la Torre Saracena edificata nel XII secolo simbolo del paese, ma sono molto belle anche la Cala, la Crocetta e la spiaggetta delle Sprizze.
La vita notturna di Marciana Marina è vivace e mondana e si sviluppa sul lungomare dove si affacciano negozietti, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e e localini.
Marciana Marina si trova a 20 chilometri da Portoferraio.

Nella parte meridionale dell’Isola d’Elba, a pochi chilometri da Porto Azzurro, su una terrazza del Monte Calamita al centro di una verde penisola, si trova il paese di Capoliveri, un antico castello fortificato dai pisani nel XII secolo.
L’aspetto medievale domina il centro di Capoliveri dove le case si affacciano su stretti vicoli e continui saliscendi fino a raggiungere la piazza principale, Piazza Matteotti, da dove ammirare splendidi scorci sui tetti del borgo. Il centro oltre ad essere pittoresco offre splendide viste sulla costa ed è vivace e ricco di negozietti di artigianato, ristorantini, enoteche e locali.
Famoso in età etrusca per le miniere di ferro e in epoca latina per il vino, Capoliveri prosegue ancora oggi la sua antica tradizione di vigneti e ottimo vino che può essere acquistato direttamente nelle aziende vitivinicole che si trovano lungo la strada che da Portoferraio conduce a Porto Azzurro e a Capoliveri.
Diverse spiagge si trovano vicino a Capoliveri: ai piedi del promontorio su cui sorge il paese si trovano la meravigliosa spiaggia della Madonna delle Grazie, la strepitosa Zuccale, l’Innamorata, Barabarca e Naregno, mentre verso Marina di Campo oltre al golfo di Lacona potete apprezzare la spiaggia di Norsi, Capo Stella e Capo Fonza.

Non lontano, a Morcone, si trova il Santuario della Madonna delle Grazie mentre a Lacona potete visitare il Santuario della Madonna della Neve e il Forte Focardo. Molto interessante la vasta area mineralogica circostante ideale per passeggiate ed escursioni in bicicletta o a cavallo.

Conosciuta come Costa del Sole, il tratto occidentale dell’isola d’Elba è lungo poco più di 10 chilometri e si sviluppa da Seccheto a Colle d’Orano.
Montuosa e ricca di calette, sabbiose e di ghiaia, e scogliere, la costa occidentale è dominata dal Monte Capanne e offre viste mozzafiato sulle isole di Montecristo e Pianosa e della Corsica e tramonti indimenticabili.

Le spiagge della Costa del Sole sono la meta ideale quando spirano il vento di Ponente e il Libeccio. Le baie più famose sono Le Tombe, di sassolini scuri, Fetovaia, tra le più amate dell’isola, Pomonte, famosa per il relitto dell’Elviscot, Patresi, per gli amanti dello snorkeling, e Sant’Andrea, una piccola spiaggetta di sabbia tra imponenti scogli di granito levigati.

Lungo la costa meridionale dell’Elba si aprono i bellissimi golfi di Campo, della Lacona e Stella che racchiudono spiagge sensazionali specie quando spira il Grecale.

La spiaggia di Remaiolo è la più meridionale dell’isola e si trova a sud di Capoliveri, ai piedi del Monte Calamita. Subito dopo, verso ovest, troviamo le spiagge dell’Innamorata, Pareti, immersa nella macchia mediterranea, Barabarca e Zuccale.

Nella parte più interna del Golfo Stella si trovano la spiaggia del Lido, si sabbia chiara, la piccola spiaggia del Felciaio, Norsi, di sabbia scura, e Margidore. Subito dopo, nel golfo quasi gemello, potete ammirare le spiagge di Lacona, tra le più amate dell’isola, e Laconella.

Molto amati anche il litorale di Campo e la spiaggetta di Galenzana. Infine, la spiaggia di sabbia, ideale per i bambini e per i giovani, di Cavoli.

La costa orientale dell’isola d’Elba si affaccia sul canale di Piombino e sulle coste toscane ed è famosa per le sue spiagge di sabbia e minerali dal colore brillate. Riparata dai venti di Levante e Grecale, questa parte dell’isola è stata abitata sin dai greci grazie alle miniere di ferro a nord di Rio Marina.

All’interno del profondo golfo di Porto Azzurro si trovano le spiagge di Reale, Barbarossa, Terranera, di sabbia mischiata ad ematite, e Naregno. Appena più a sud si trova la spiaggia di Istia, oasi di pace e tranquillità difficilmente accessibile.

Nella parte nordorientale, intorno al porticciolo turistico di Cavo, si trovano le spiagge di Cala Seregola, di sabbia scura e mineraria, Topinetti, di sabbia scura e ferrosa, e Cala dell’Alga.

A Sud di Cavo la costa è dominata da pendici scoscese fino all’entrata del golfo di Porto Azzurro.

L’Isola d’Elba è famosa in tutto il mondo per il mare cristallino, per il prezioso patrimonio naturalistico e per la grande varietà di specie mineralogiche presenti, uniche per la loro particolarità.

Molti appassionati di geologia all’Elba rimangono stupefatti per l’enorme quantità di resti, reperti o luoghi ricchi di storia, come fossili, vulcani estinti o addirittura isole interamente metamorfosate.

Un materiale considerato uno dei più pregiati all’Elba fin dall’antichità è il granito, il quale è stato utilizzato per la produzione di colonne, altari, vasche e anche per semplici utensili di lavoro.

Le vie del granito all’Isola d’Elba sono diventate importanti soprattutto grazie all’Impero Romano, infatti molte rocce di località Seccheto, S. Piero e Cavoli si possono ritrovare in mastodontiche costruzioni, come al Pantheon, al Colosseo, al Palatino o ancora nella Cattedrale di Aquisgrana in Germania, sede di culto cattolico e costruita da Carlo Magno nel 786 d.C.

Gli itinerari trekking all’Elba vicino Capoliveri sono veramente affascinanti, ma tra i tanti sicuramente il più suggestivo è quello de “La Via della Vecchia Ferrovia” nei pressi del Monte Calamita!

Il sentiero ripercorre la vecchia strada ferrata che collegava il cantiere del Vallone al punto d’imbarco vicino alla spiaggia dell’Innamorata, di fronte alle Isole Gemini.

Il cammino ripercorre i punti di carico e scarico dei minerali che venivano imbarcati sulle navi mercantili e offre tanti punti per ammirare zone ricche di ferro, ma anche azzurrite, Malachite e Crisocolla.

Se amate lo sport all’aria aperta alla scoperta delle zone minerarie dell’Elba visitate il sito di mineralogia pelagos, che offre molti spunti per escursioni veramente suggestive!

L’isola d’Elba è il territorio ideale che valorizza le piccole produzioni, recuperando mestieri e tecniche di lavorazione tradizionale: come la ceramica, l’artigianato, l’agricoltura e la vitivinicoltura.

I prodotti tipici dell’Elba come il vino, il miele, le birre artigianali e la pasta fanno parte delle ricchezze dell’arcipelago ancora oggi, grazie al rispetto per l’ambiente e alla tutela della biodiversità che ha caratterizzato lo sviluppo dell’isola.

L’Aleatico dell’Elba DOCG è la punta di diamante tra i vini passiti dolci dell’Isola d’Elba, si abbina perfettamente con i cantucci e con il cioccolato ed è amato sia dagli elbani che dai turisti.

La passione per l’Aleatico dell’Elba - così come il metodo di lavorazione di questo passito - è stata tramandata negli anni: si narra che questo vino di color rosso rubino era uno dei preferiti di Napoleone, grande intenditore di buon vino e buona cucina, che fu conquistato da quel dolce sapore.

L’occasione ideale per assaporare questa prelibatezza è la Festa dell’Uva di Capoliveri, l’evento enogastronomico che vede i quattro rioni del paese sfidarsi per conquistare il trofeo del Bacco.

Nella cucina elbana sono molto utilizzate le erbe aromatiche e le piante selvatiche, facili da reperire e ottime per la preparazione di zuppe di legumi di legumi e stufati. Nell’isola troverete piante di rosmarino, lentisco, capperi, aglio selvatico, nepitella, ginepro, alloro, salvia e peperoncino, largamente utilizzate per la preparazione delle ricette più tradizionali. Nei roveti cresciuti spontaneamente nascono poi delle ottime more, prelibato ingrediente per dolci e marmellate fatte in casa.

Tra le ricette tipiche dell’Elba ricordiamo le sambelle cotte, una zuppa che contiene aglio selvatico, uova e fave. Ci sono anche distillati e liquori a base di erbe, come il liquore di Mortella a base di mirto, nepitella e semi di finocchio selvatico.

L'isola offre un'incredibile rete di percorsi per stradisti in cerca di percorsi tecnici per allenarsi, bikers che si divertono su sentieri e strade sterrate, cicloturisti, famiglie con bambini che hanno bisogno di percorsi accessibili da percorrere rilassatamente e in sicurezza. A tutto ciò si deve aggiungere una serie di servizi specifici dedicati a chi va in bici come centri di assistenza e noleggio bici. Il Capoliveri Bike Park, con oltre 100 km di strade e sentieri pedalabili, è un must per tutti bikers. Il resto dell'isola offre agli amanti della bici da strada percorsi spettacolari, godibili e tecnicamente interessanti. L'altimetria è estremamente varia e le traiettorie sono imprevedibili. Sulla strada che arriva a Rio nell'Elba da Porto Azzurro si trova la Fonte di Coppi. Fausto Coppi, verso la fine della sua carriera, venne ad allenarsi per ritrovare la forma migliore sulle strade dell'Elba.

Ricca di spiagge e scogliere, l'isola d'Elba offre un'ampia scelta per le immersioni subacquee, spaziando da immersioni accessibili ai principianti a quelle più impegnative:

Relitto di Pomonte, vicino allo Scoglio dell'Ògliera, posato ad una profondità di soli 10 metri sul fondale sabbioso, adatto anche ai neofiti della subacquea;
Formiche della Zanca, ad ovest dell'isola vicino a Capo Sant'Andrea, una parete verticale dai 20 ai 40 metri ricca di gorgonia rossa;
Capo Stella, un'immersione impegnativa fino a 41 metri ricca di cernie, murene, gorgonie rosse e corallo rosso;
Picchi di Pablo, da 8 a 33 metri di profondità, con la parete popolata da gorgonie bianche e gialle, spugne gialle coperte da gamberi.
Scoglietto di Portoferraio, un'immersione su una franata tra i 20 e i 35 metri, con scarsa corrente. Ricca di barracuda anche in numero considerevole, saraghi, orate, dentici, cernie, corvine, murene, mustelle.
Punta della Madonna, tra Sant'Andrea e Marciana Marina, bella immersione anche per principianti, tra i 15 ed i 35 metri. Così chiamata perché da lì i pescatori scorgevano sulla montagna di fronte al Santuario della Madonna del Monte. Si trovano gorgonie, murene, saraghi e se si è fortunati qualche grossa cernia.

Ma è ovviamente il turismo balneare che maggiormente attrae turisti sull'isola da maggio a settembre inoltrato, grazie al clima caldo ma ventilato e alla bellezza e varietà delle spiagge dislocate nei suoi 147 km di coste. Spiagge di sabbia bianca granitica e scogli levigati nella parte occidentale come le spiagge di Marina di Campo, Cavoli, Fetovaia, Seccheto e Sant'Andrea; di sabbia dorata nella parte centrale sia a sud che a nord-ovest come Procchio, Biodola, Lacona e Lido di Capoliveri; spiagge di ghiaia bianchissima nella parte di costa a ovest di Portoferraio che conferiscono al mare una eccezionale trasparenza come Le Ghiaie, Capo Bianco, Sansone; e infine spiagge caratterizzate da polvere e minerale di ferro nella costa orientale come Terranera e Topinetti. A Pomonte, dalla Spiaggia del Relitto, si può raggiungere a nuoto lo Scoglio dell'Ògliera dove è possibile osservare il relitto della nave mercantile Elviscot.

Fino al XIX secolo, in occasione dei funerali venivano svolte due particolari pratiche. Secondo lo storico Eugenio Branchi (1839), «in Marciana, Poggio e Marciana Marittima, posto il cadavere nella stanza più amplia della casa, tutti i parenti gli si aggirano intorno piangendo o fingendo di piangere, e formano una specie di lotta con la Confraternita allorquando si reca a prenderlo, intendendo così mostrare il dispiacere della sua ultima dipartita. In S.Piero e S.Ilario, allorquando al morente è stata amministrata la estrema unzione, spegnesi quasi subito il fuoco che arde sul focolare domestico e qualora presso il medesimo siavi qualche cosa a cuocere, si rovescia o si getta via per denotare che l'infermo ha cessato di cibarsi.» Sempre Eugenio Branchi descrive «una particolare costumanza nelle festività straordinarie che antichissima oggi raramente ripetesi; appellasi questa Moresca, e consiste in una sfida fra due stuoli cristiani e turchi vestiti ambedue rispettivamente alla foggia della nazione cui fingono appartenere; ne è l'introduzione un dialogo fra i capi dei due stuoli e successivamente tra ciascuno, finché tutti i rappresentanti non siano in scena; ciò fatto avvengono reciproci ingiuriosi diverbi e quindi un combattimento cui è dato fine con la pace, e successivamente con balli. Questa specie di comica scena, che ha la durata di circa due ore e mezza, è un continuo faticosissimo esercizio pantomimico per gli attori che non offre ai medesimi riposo, se non che nei brevi intervalli dei dialoghi che avvengono anche a metà del combattimento o del ballo.» A Capoliveri esisteva la credenza popolare della Pagana; di derivazione latina, era una strega barbuta che appariva in sogno alle donne partorienti, facendole abortire. Dopo il parto, le donne si presentavano in chiesa per la benedizione, il cosiddetto insanto (ossia «rientrare in santo»). A Rio nell'Elba, la domenica delle Palme si svolge il Rito della Sportella; i ragazzi innamorati fanno giungere alla loro amata un cesto pieno di fiori con all'interno il cerimito, un dolce di forma fallica. Il giorno di Pasqua, se il gesto è gradito, le ragazze presentano ai corteggiatori una sportella, un dolce a forma di organo genitale femminile. Per l'Epifania viene rappresentato il Canto della Befana, in cui alcuni cantori (befanotti) intonano una nenia tradizionale che evoca la nascita di Cristo con l'arrivo dei Magi; attestato almeno dal 1839, il Canto della Befana viene svolto nei paesi di Poggio e Rio nell'Elba: Noi vi diam la buonasera, generosa compagnia, saluteremo il padron di casa con la nobil compagnia. Santa nova noi vi diamo: che l'è nato il Re del Mondo in un parto così giocondo, noi convien che l'annunziamo. Egli è nato in Betlemme, in città della Giudea presso di Gerusalemme, sopra il fien dove giacea. Per presepio una capanna, fatta l'è di stipa e fieno, la soffitta era di canna, le lucenti a ciel sereno. I Re Magi sono partiti dalla propria abitazione, sono giunti a questi lidi per trovare il Redentore. «Buona gente, dove andate che portate tanti doni?» «Noi andiamo a trovare il Signore dei signori». Falso Erode e traditore diede luce ai suoi intenti, per uccidere il Signore fece strage d'innocenti. La Madonna fu avvisata che di lì fosse partita, ubbidiente all'imbasciata si nascose fra la stipa. Ma la stipa traditora in quel punto fu fiorita, diede segno a tali signori che di lì fosse partita. «Buona donna, dove andate ed in grembo che ci avete?» «Io ci ho quel che cercate, gran Signor se lo volete.» Un di loro la guardava per vedere cosa ci aveva, e dal grembo grano versava, bel miracolo faceva. La Befana abbiam cantato in onor di Dio potente, saluteremo il padron di casa. Felice notte, o brava gente. Al 1871, in occasione della cattura di una foca monaca, risale la Canzone del bove marino: «Il dì 5 di marzo dell'anno settantuno fu preso all'Elba un pesce mai visto da nessuno. Poi venne il sor Cristino in giubba ed in fanfara: il pesce è nella bara, venitelo a vedé. Sia benedetto Dio - questo lo disse il prete - che ora le nostre rete si possono calar.» Dal 1938 esiste la Festa dell'Uva, che si svolgeva a Portoferraio con sfilate allegoriche sulla vendemmia ed è stata ripresa in anni recenti a Capoliveri; legata alla prima edizione della festa è la Canzone del Poggio, il cui testo recita «Chi dice che il Poggio non è bello? Soltanto le ragazze che ci stanno! I giovanotti son fatti a pennello, chi dice che il Poggio non è bello? Il vino del Lavacchio fa cantare a chi ne beve più di un bel bicchiere; le gambe accascia e il capo fa girare, il vino del Lavacchio fa cantare! Il mese di settembre è una gran festa, e tutta l'Elba l'uva al vin consacra». Ai primi anni del XX secolo risale l'Inno a San Niccolò, composto dal sacerdote Aristide Mazzarri: «Domatore dei secoli infidi, oggi un popol devoto ti onora, e fra tante sciagure implora un soccorso da te, protettor. Noi ti lodiamo, noi ti preghiamo, noi t'invochiamo, Niccolò santo! Sacerdote fedele ed ardente, oh di Poggio gran Santo patrono, tu dei falli ci ottieni il perdono, tu ci guidi la mente ed il cuor.» Intorno al 1945 è datata la canzone Elba, terra nostra di Alberto Carletti: «Quando io sono lontano, sento nel cuor la malinconia e allora penso alla terra mia, che al mondo più bella non v'è. Tutto è un giardino fiorito, tutto è un sorriso di primavera dove la gente vive sincera, laggiù non tradisce l'amor. Sei tu la terra dell'amor, o Elba in fiore dove ogni cuore canta. Sei tu, in quell'azzurro mar, l’isola bella che come stella brilla. Le tue fanciulle sono raggi di sol, più belle di mille rondinelle nel vol. Sei tu, coi tuoi vigneti d'or sul mare, regina di splendor; terra di ferro e di sole, cantano tutti per te.»

La pesca è un'attività economica importante nell'isola. Sono 72 i pescherecci che praticano la pesca commerciale di cui quasi la metà a Portoferraio. Molto praticata la pesca sportiva. Era attiva per secoli la pesca del tonno. Diverse erano le tonnare che erano localizzate in vari punti della costa elbana: Portoferraio, Enfola, Marciana Marina. La pesca del tonno, nell'ultima tonnara attiva dell'Enfola, si concluse nel 1958.

Ormai scomparso è l'allevamento delle capre, che avveniva soprattutto nel settore occidentale dell'isola in quartieri pastorali (caprili). I prodotti ricavati erano formaggi e ricotte.

Le miniere di ferro (Elba orientale) hanno rivestito un ruolo di primo piano per l'economia dell'isola sin dall'epoca etrusca. Lo sfruttamento delle stesse è continuato sino alla metà degli anni cinquanta del XX secolo. Da quel momento è stato un continuo susseguirsi di chiusure di miniere con la chiusura dell'ultima avvenuta nel 1981. L'isola è ricca di granodiorite (Elba occidentale) ed una cava è tuttora presente in prossimità del paese di San Piero in Campo. L'attività estrattiva è oggi quasi del tutto abbandonata.




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