sabato 23 gennaio 2016

CORFU'



Corfù è un'isola greca, nel mar Ionio, posta di fronte alle coste dell'Epiro, al confine tra Grecia e Albania.

La città fu fondata col nome di Corcira (gr. Kérkyra) nel 700 a.C. dalla tribù illirica dei Liburni. Entrò nella storia come colonia di Corinto (733 a.C.) e passò molte volte da una dominazione all'altra a causa della posizione molto favorevole nel Mar Mediterraneo: legata a Roma dal 299 a.C. divenne poi nel IV-XI secolo bizantina, XI-XII normanna, poi passò sotto Genova, sotto gli Angioini, nel 1202-1204 (l'epoca della 4ª crociata) arrivò Venezia, che rimase dalla fine del XIV al XVIII secolo.

Corfù continuò ad appartenere all'Impero romano d'Oriente e dall'VIII secolo costituì un distretto del tema di Cefalonia. Nell'876 la città divenne sede di un vescovato, dipendente dal patriarcato di Costantinopoli. Con l'XI secolo, la conquista normanna dell'Italia meridionale fece dell'isola uno dei primari obiettivi dei sovrani siciliani. Roberto il Guiscardo se ne impadronì una prima volta nel 1081, ma l'intervento della flotta veneziana, chiamata dall'imperatore Alessio I Comneno, riportò l'isola sotto il dominio bizantino. La flotta Normanno-Sicula riconquista però Corfù nel 1147, sia pure per breve tempo, e nuovi attacchi subì nel 1185, finché nel 1197 non cadde in mano ai Genovesi, guidati dall'Ammiraglio Leone Vetrano, il quale ne fece una Signoria personale, divenendone poi Conte. Nel 1204, con la spartizione dell'impero bizantino seguita alla quarta crociata, Corfù fu assegnata ufficialmente a Venezia, la quale solo nel 1206 riuscì però a impossessarsene spodestando il Conte Leone Vetrano. L'isola fu allora divisa in dieci feudi che furono assegnati ad altrettanti nobili veneti, con il solo obbligo di versare un tributo annuo e di provvedere alla difesa. Si trattò però di una breve parentesi, perché nel 1214 se ne impadronì Niceforo Ducas, primo despota d'Epiro, il quale costruì sulla costa occidentale il castello di S.Angelo a protezione delle incursioni dei pirati genovesi e si preoccupò di risollevare le condizioni della popolazione indigena e del clero ortodosso. Nel 1259, però, dando in sposa la figlia Elena a Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, il despota Michele II Ducas gli diede in dote Corfù e alcune fortezze sulla costa albanese, ponendo così termine alla dominazione bizantina.

Corfù venne, in tal modo, a far parte del regno di Napoli; ma il dominio di re Manfredi fu di breve durata: egli, infatti, venne sconfitto e ucciso a Benevento da Carlo d'Angiò, il quale si impadronì così del regno di Sicilia e di Napoli. A Corfù il governatore svevo Filippo Cinardo cercò di conservare il potere proclamandosi re dell'isola e facendo prigioniera la vedova Elena e i figli. In tale occasione il despota Michele II cercò di recuperare la città, ma i suoi tentativi fallirono e alla fine del 1266 re Carlo d'Angiò riuscì a prendere possesso di Corfù e delle altre terre poste sulla terraferma albanese che erano state di Manfredi, che vennero riunite alla corona napoletana. Da allora Corfù costituì la capitale dei domini angioino-napoletani del Levante ma, sul finire del Trecento, l'isola e i domini albanesi divennero appannaggio di fatto del principe Filippo I di Taranto che, sposatosi in seconde nozze con Caterina di Valois, nipote dell'ultimo imperatore latino di Costantinopoli, ereditò anche le rivendicazioni dei Courtenay su Costantinopoli. Da allora l'isola fece sempre parte del cosiddetto Principato di Taranto.

A governare l'isola fu inviato un capitano regio e un numeroso seguito di funzionari e di soldati italiani e francesi, e venne intrapresa una radicale trasformazione della società corfiota attraverso la concessione di feudi a baroni provenienti dall'Italia e dalla Provenza, quali i Tocco, i Capece, gli Hulot, gli Altavilla; fu ugualmente modificata la struttura amministrativa dell'isola perché, pur lasciando al loro posto i decarchi istituiti dai despoti epiroti, tutto il territorio fu inquadrato in quattro balivati (Agirù, Oros, di Mezzo e Alefchimo). I continui scambi con la costa italiana portarono poi all'immigrazione nell'isola di numerosi ufficiali e funzionari pugliesi. Nello stesso tempo si cercò di instaurare una gerarchia ecclesiastica cattolica, con l'istituzione di un arcivescovo latino a Corfù e abolendo pertanto il vescovato ortodosso, sostituito da un semplice protopapas, eletto da un collegio di preti e di laici.

Le pressioni religiose dei governatori angioini crearono notevole malcontento tra i Corfioti, e di questa situazione, congiuntamente ai dissidi esistenti a Napoli tra i vari pretendenti al trono, trassero profitto i Veneziani, che sul finire del XIV secolo, vinto il conflitto con Genova, avevano dato inizio a una decisa politica espansionistica lungo le coste albanesi e greche. Nel 1386 i Veneziani assediarono Corfù con un imponente esercito, sotto la guida del signore di Padova Francesco da Carrara, ottenendo alla fine la resa del presidio napoletano e la dedizione della città. Ai Corfioti la Repubblica concesse ampi privilegi e la conferma di tutti i precedenti ordini e statuti, e soprattutto si impegnò per trovare un accordo con la potente aristocrazia baronale che dominava l'isola. L'acquisto, inizialmente solo militare, divenne definitivo solo nel 1402, quando il re di Napoli Ladislao II cedette definitivamente tutti i suoi diritti a Venezia per 30.000 ducati d'oro.

Sotto il dominio veneziano Corfù fu governata da un patrizio veneziano che, con il nome di Bailo, era nominato per due anni e amministrava la giustizia nell'isola con l'assistenza di due consiglieri, anch'essi veneziani. Ad affiancarlo nelle questioni militari erano un Provveditore e Capitano, il Capitan grande della fortezza vecchia e il castellano del castello della campana nella città vecchia. Nel 1715, dopo la perdita del Peloponneso vi si trasferì il Provveditore Generale da Mar, un senatore nominato dalla Repubblica che aveva il comando supremo della flotta in tempo di pace e al quale fu dato anche il governo civile, criminale e militare delle Isole Ionie. A lui erano portate in appello tutte le sentenze pronunciate dai tribunali e dai rettori delle terre dipendenti che, nel XVIII secolo erano, oltre a Corfù, le isole di Zante, Cefalonia (con Itaca), Santa Maura (o Leucade) e Cerigo, oltre ai due distretti di Prevesa e Vonizza sulla prospiciente costa albanese. La città era retta da un regime aristocratico, essendo consentito l'accesso al consiglio e alle principali cariche pubbliche solo da quelle famiglie (in parte discese dagli antichi baroni francesi e napoletani) iscritte al libro d'oro, redatto nel 1572. L'organo principale dell'amministrazione comunale era il Maggior Consiglio, che si riuniva annualmente per eleggere il Minor Consiglio, dal quale erano eletti tutti i vari ufficiali della città e dei quattro baliati del suo distretto, oltre alle isole di Paxò e Antipaxò e ai borghi fortificati di Butrinto e Parga, situati sulla terraferma. Memorabile rimane poi il secondo assedio Turco del 1716 durante il quale i 8.000 soldati tra veneziani e corfioti, comandati dal condottiero tedesco Johann Matthias von der Schulenburg tennero testa agli incessanti attacchi di forze molto superiori per circa un mese fino a che queste non dovettero precipitosamente ritirarsi alla notizia delle sconfitte subite per opera degli eserciti asburgici guidati da Eugenio di Savoia.

Dopo un breve periodo sotto la dominazione francese, decretata dal Trattato di Campoformio che aveva assegnato ai transalpini l'Eptaneso, detto anche Isole Ionie, l'isola entrò a far parte della Repubblica delle Sette Isole Unite, sotto protettorato russo-ottomano ma a guida italo/veneto-greca. Fu questa la prima esperienza di autogoverno greco (durata 1800-1807), in cui ebbero un ruolo principale i greco-Veneti, tra i quali Giovanni Capodistria.

Il Trattato di Parigi del 1815 stabilì però che Corfù, sempre insieme alle Isole Ionie di cui è parte, divenisse protettorato del Regno Unito fino al passaggio alla Grecia nel 1864.

Durante la prima guerra mondiale, Corfù servì da rifugio all'Esercito serbo in ritirata che venne trasportato sull'isola dalla Flotta Alleata.

Nel settembre 1923 il neo-primo ministro Mussolini fece occupare per circa un mese l'isola, con mire annessionistiche (Crisi di Corfù).

Nel corso della seconda guerra mondiale, Corfù fu occupata dall'Esercito Italiano nell'aprile 1941. Tale occupazione durò fino al settembre 1943: durante questo periodo, sempre insieme alle Isole Ionie, venne amministrata come entità separata rispetto alla Grecia con l'intento di prepararne l'annessione al regno d'Italia, valendosi dell'appoggio dei Corfioti italiani. In seguito alla resa dell'Italia, Corfù divenne teatro di un'aspra battaglia tra il 18º Reggimento fanteria della Divisione Acqui, comandata dal colonnello Luigi Lusignani, e le truppe tedesche della Wehrmacht. Dopo 12 giorni di attacchi delle forze preponderanti aeree e terrestri tedesche le truppe italiane furono sopraffatte e gli ufficiali italiani, fra cui il tenente Natale Pugliese e lo stesso comandante dell´isola Luigi Lusignani, furono fucilati e i loro corpi gettati in mare dalla fortezza di Corfù. In seguito i tedeschi tentarono di trasportare i prigionieri italiani sopravvissuti in Germania, dal porto di Corfù, utilizzando la motonave Mario Roselli; la nave venne attaccata nei giorni 9 e 10 ottobre 1943 dagli alleati causando più di 1.300 vittime e l'affondamento della stessa. Si calcola che dei 10-11.000 prigionieri italiani presenti sull'isola, solo 2.000 si salvarono.

Dal 1944 è tornata alla Grecia ed è meta di turisti grazie al clima mite e alla bellezza del mare; gli unici resti delle numerose dominazioni sono un palazzo reale di epoca classica, un teatro veneziano e alcune fortificazioni dello stesso periodo.

A Corfù, il 24 giugno 1641, è nata suor Maria Arcangela Biondini (Giovanna Antonia), figlia di Angela Cicogna e di Andrea Biondini, vicegovernatore dell'isola per conto di Venezia.

Nativo di Corfù è stato anche Giovanni Capodistria, primo presidente della Grecia libera (1830).

Viene identificata nell'Odissea con l'isola dei Feaci.




Corfù, o Kerkyra, è tra le più belle e affascinanti isole greche. Meta ideale per tutti coloro che amano le belle spiagge e la natura, Corfù è famosa anche per le sue accoglienti città, i luoghi incantati nascosti dai suoi ricchi boschi verdi e i pittoreschi villaggi tradizionali.

Kerkyra è la più settentrionale delle isole ioniche ed è situata a largo della costa occidentale della Grecia: è la più verdeggiante, con oltre 2 milioni di alberi di ulivo, e la seconda per dimensione.

Intorno alla Spianada, l’ampio piazzale situato tra il centro storico e la vecchia città, si sviluppa la città Corfù o Kerkira, il capoluogo dell’isola.

La città è un labirinto di vicoletti lastricati di ciottoli stretti e tortuosi, chiamati kantounia che nascondono caratteristiche piazzette e adorabili caffè tradizionali oltre che a numerosi ristorantini.

Il quartiere antico merita davvero una visita: il suo fascino vi sorprenderà con la ricchezza delle architetture e la fortezza del sedicesimo secolo vi riporterà indietro nei secoli.

Piccole cappelle, antiche dimore e numerosi negozietti di artigiani, sono particolarmente belli e convenienti quelli di progettazione e produzione di gioielli greci in oro, vi accompagneranno lungo la vostra visita. Molte anche le bancarelle e i negozi di prodotti tipici locali come miele selvatico e dolci.

Molto bella anche la passeggiata sul lungomare verso la baia di Garitsa.

Il Palazzo Reale fu costruito a picco sul mare, nei primi anni dell’ottocento, dai governatori inglesi. Oggi è la sede della civica Galleria d’arte e del Museo d’Arte Asiatica, che raccoglie oltre 10 mila pezzi raccolti in estremo oriente.

Il fascino delle vie è dovuto allo stile architettonico tipicamente veneziano, in particolare nel quartiere della Spianada dove si può ammirare la più bella piazza della Grecia. Ma non mancano segni delle altre dominazioni, ad esempio il palazzo Liston ed i suoi portici sono d’ispirazione francese e le chiese sono tipicamente bizantine. Molto suggestiva la passeggiata serale sulle kandounia, le stradine lastricate, e sotto i portici della Spianada.
Il museo archeologico ospita il frontone ovest del tempio di Artemide e numerose vestigia dell’arte statuaria arcaica.
Il museo bizantino o Andivouniotissa è ospitato in una chiesa del quattrocento e raccoglie icone e dipinti bizantini.

Nella Piazza del Municipio o San Giacomo ci sono la cattedrale cattolica Agios Iakovos (San Giacomo) e quella che era la loggia dei nobili veneziani, ora Municipio della città.
La Chiesa di Agios Spiridonas è la più importante chiesa della città, dedicata al patrono Spiridione. Da notare il soffitto affrescato e il sarcofago d’argento del santo.

Altrettanto impressionanti sono i vecchi palazzi, che sono stati costruiti durante la seconda occupazione francese (1807-1814 imperiale) come gli edifici in rue Rivoli, a Parigi. Gli edifici più significativi della città sono i due castelli veneziani, il vecchio e il nuovo, i palazzi, le chiese, il tempio di Palaiopoli, la Chiesa di Agios Spyridonas (patrono dell’isola), il monastero di Platitera, il municipio, il vecchio edificio della prefettura, la società di lettura, Palazzo dell’arcivescovo latino, la costruzione “Liston” e suoi portici e e il Museo archeologico di arte asiatica.

La costruzione di Acillion in Corfù nello stile architettonico di Pompei, anche se include elementi delle tradizioni ioniche, romane ed eoliche. Il castello è stato chiamato “Achillion” in onore di Achille, che ammirava l’imperatrice. Dopo la sua morte nel 1898, l’Achillion non fu abitato per nove anni, fino al suo acquisto da parte dell’imperatore di Germania Guglielmo II, nel 1907.
Il Kaiser apporto’ parecchie modifiche all’interno e all’esterno del palazzo. Ha rimosso le due statue di Achille, costruito un edificio, che chiamò la casa dei cavalieri, al fine di ospitare il suo battaglione, rinnovo’ i giardini. Durante le guerre mondiali, il palazzo venne utilizzato come ospedale e quartier generale. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Achillion divenne un immobile pubblico.

All’interno del palazzo, si possono ammirare bellissimi dipinti di pittori italiani e austriaci, di grande effetto sono i dipinti di Aggelos Gialinas, un pittore da Corfù. Il murale più notevole è l’affresco della camera reception che mostra Achille che trascina il cadavere di Ettore di fronte le mura di Troia. Nelle camere, si possono ammirare gli oggetti personali di Elisabetta e Guglielmo II, mobili, gioielli, ecc.
Sono anche esposte statue che rappresentano gli eroi dalla storia greca antica e della mitologia, così come ritratti e pentole. La decorazione della cappella cattolica ospitata nel palazzo è di sorprendente bellezza. Sparse tra gli splendidi giardini e le fontane troviamo le belle statue delle nove Muse e degli antichi filosofi greci, come pure una grande statua di Achille, creata nel 1909 dallo scultore tedesco Goetz, commissionata da Guglielmo II
La più impressionante di tutte è la statua di “Achille morente” creata dallo scultore tedesco Ernest Gustav Herter. Un altro edificio in Achillion veniva utilizzato per ospitare i mezzi di trasporto, le carrozze e i cavalli.

Aggelokastro di Corfù fu costruita nel XIII secolo da Michele Angelo II, figlio dell’arcivescovo dell’ Epiro Michele Angelo I.
La tradizione dice che il fondatore era alla ricerca di rocce pericolose e ripide per costruire su di essa una fortezza inespugnabile. Così attraverso’ l’area di Aggelokastro e vi costrui’la fortezza, per gentile concessione dell’arcivescovo dell’ Epiro.
Scopo del forte era di proteggere gli abitanti dai pirati dell’Africa e da i veneziani.
Per un periodo fu la capitale dell’isola ed ivi visse in qualita’ di governatore.
Nel 1403, dal castello, hanno combattuto con successo contro i pirati di Genova.
L’entrata del castello è una porta ogivale, ma all’interno ci sono solo le rovine delle camere e i locali di deposito.
In una grotta buia, c’è una chiesa dedicata agli Arcangeli Michele e Gabriele, dove si può ammirare un notevole affresco della Vergine Maria.

La Fortezza Gardiki a Corfù si dice sia stata costruita da Michele Angelo II. Gli unici resti del castello sono rovine risalenti al XIII secolo.
La fortezza è costituita da otto torri forte che creano la sua forma ottagonale.
Gli scavi nella zona circostante fanno luce sui metodi utilizzati in epoca paleolitica..

Esso è stato denominato Kanoni (cannone) dopo l’installazione della batteria di artiglieria dai francesi nel 1798. Uno dei cannoni della batteria si trova ancora al chiosco turistico. Di fronte a Kanoni c’è il monastero di Vlaherna, collegato alla terraferma da un molo di cemento e costruito nel XVII secolo.
Da lì si può visitare Pontikonissi.
Secondo la leggenda, questa era la nave di Phaiakes che, dopo aver portato Ulisse ad Itaca, era stata pietrificata. Un’altra leggenda sostiene che questa è la roccia dove Ulisse si è schiantato a causa della tempesta.
Sull’isola di Pontikonissi sorge la cappella bizantina di Pandokrátor.
La vista spettacolare dalla Kanoni ha ispirato il pittore tedesco Becklin disegnare “L’isola dei morti”.
Questa sito è la parte più affascinante dell’isola ed è sempre stato il luogo dove tutti gli abitanti dell’isola amano passeggiare.

Nel 1831 fu costruito su una tenuta molto grande. Inizialmente era una residenza estiva per l’alto Commissario inglese F. Adam.
Successivamente divenne la residenza estiva della famiglia reale greca.
Nei dintorni di Mon Repo, ci sono state due scoperte: nel 1822 il tempio di Aesculapins (VI secolo A.C.) e nel 1912-1914 l’altare della dea Diana (VII secolo A.C.).
A Mon Repo, c’e’ una magnifica vista dalla collina di Analipsi, si vedono le rovine dell’antica città e la basilica di Palaiopoli.
La spiaggia a Mon Repo è bella e attrae molti turisti in estate

La fortezza di San Marco comprende di due castelli e due bastioni. Sulla sinistra, c’era il bastione di Sarandaris e il bastione di Agios Athanassios, entrambi collegati al castello da un triplo muro.Le due fortezze, la vecchia e la nuova, erano collegate da una galleria sotterranea e da un di bastione che circondava l’area della città contemporanea. La nuova fortezza aveva accesso ai suoi bastioni attraverso corridoi, tunnel sotterranei e gallerie.
Oggi sono rimaste in piedi solo due porte con l’emblema del Leone di San Marco.
La nuova fortificazione ha avuto un significativo ruolo difensivo, anche nelle recenti guerre, i suoi portici sono stati usati come rifugio per la gente
La fortezza è famosa per la sua architettura .

Prima del ponte, si può ammirare la statua in marmo del Feldmaresciallo tedesco Schulenburg, che coraggiosamente difeso l’isola durante l’assedio turco nel 1716.
Fu costruita da un importante scultore italiano A. Corradini, durante il dominio veneziano che fu originariamente ospitato nella fortezza. Tra la fortezza vecchia e la città, si trova il canale di Contra Fossa (150 m. lungo, 10-15 m di larghezza), con i basamenti di Saborniano e Martinego.
La costruzione dell’edificio iniziò con i veneziani, dopo l’assedio turco nel 1537 e fu completata nel 1588. Aveva quattro porte e due picchi (Korifes, dal nome di Corfù.)
Il primo picco (51 m. alt) fu costruito dai bizantini e fu chiamato “Castell del Mar”, detto anche”Castell Vecchio”, mentre il secondo picco (65 m. alt) fu costruito dai veneziani e fu chiamato “Castell di Terra”o”Castell Nuovo”.
I veneziani estesero la città oltre la fortezza, e all’interno costruirono archi, carceri, locali di deposito e nuove abitazioni per i soldati, i nobili e i politici.
La nuova città richiedeva una nuova fortificazione e una nuova fortezza. Gli archi sotterranei della fortezza dimostrano l’esistenza di un collegamento sotterraneo con isolotto di Ptihia (alias Vido).
Oggi, si possono ancora vedere le rovine delle mura veneziane, le fortificazioni aggiuntive costruite dagli inglesi, la Torre dell’orologio, gli edifici Dorici e la Chiesa di San Giorgio, costruita nel 1840, durante l’occupazione inglese.

I palazzi di San Michele e San Giorgio sono stati costruiti dal maggiore inglese S. Whitmore. Gli inglesi iniziarono la costruzione nel 1819 che si concluse nel 1823. I palazzi sono stati costruiti per essere utilizzati come residenza per l’alto Commissario inglese Più tardi vi fu installato il quartier generale del battaglione del monastero di San Michele e San Giorgio, che fu fondato nel 1818 da dipendenti inglesi della Colonia delle isole Ionie. Più tardi, dal 1864 al 1913, i palazzi furono utilizzati come residenza reale estiva.
Oggi i palazzi ospitano la biblioteca pubblica, il servizio archeologico e il Museo d’arte asiatica che fu donato dalla famiglia Manou.
All’interno dell’edificio, le camere sono decorate con rappresentazioni mitologiche dell’isola ionica, scolpite da Prosalentis.
Ci sono anche sontuosi lampadari, e le finestre esibiscono le medaglie vinte da San Michele e San Giorgio .
Nei giardini splendidamente decorati, domina la statua dell’Alto Commissario inglese F.Adam.

La Corfù Antica era stata fondata con il nome di Chersoupolis, dai Corinzi, nel VIII secolo A.C..
Le mura (IV secolo A.C.) che circondano la città su tre lati, sono stato costruite in modo tale da essere circondate dalla porta di Alcinoo (l’attuale baia di Garitsa) a nord, dalla laguna di Chalkiopoulos, nota anche come la baia di Chelaios, ad ovest, e il mare di Mon Repo, a est.
Il mercato della città fu costruito a nord dell’attuale baia di Garitsa.
L’Acropoli è stato costruita dove oggi si trova Analipsi.
L’unica torre esistente del muro era situata all’ingresso del porto di Alcinoo, mentre oggi è la Fondazione della Chiesa di Agios Athanasios.
Non lontano dal cimitero, si può vedere la torre di Neratziha, dove si erge la Chiesa della Vergine Maria e dove viene cnservata la statua .

Nella zona di Garitsa, gli archeologi hanno scoperto tracce di tombe di epoche arcaica e classica, che facevano parte dell’antico cimitero della città. Tra queste, la più significativa è la statua di Menekratis.
La flotta della città trovava rifugio nel ben protetto porto della baia di Chelaios. L’ingresso della baia era formato da due isolotti della Chiesa di Vlaherna e la verde Pontikonissi che è di fronte.
La città è caratterizzata da templi sparsi di tutte le dimensioni, costruiti dai primi abitanti di Corinto ed Evoia.
I templi più significativi e più grandi, costruiti nel VII e vi secolo A.C., sono il tempio di Hera, Diana e Kardaki , costruito in onore di Apollo, e il tempio di Dioniso.
Le reliquie e i reperti di questi templi sono esposti nel Museo Archeologico locale.

I reperti archeologici più significativi dell’isola sono tenuti qui, in tempi passati. sono stati esposti nel Museo archeologico di Corfù.
Il più interessante di questi reperti è il frontone occidentale di Gorgo in pietra (17 m. di larghezza e oltre 3 m. alte) e parte del tempio di Diana (590-580 A.C.), costruito da un artista in stile corinzio.
Il frontone greco più antico, ancora in esistenza, rappresenta il Gorgo alato circondato da serpenti, i due figli, Pegaso e Crisaore (secondo il mito, sono nati dal suo sangue dopo la sua decapitazione da Perseo) e due leoni-pantere, mentre sui lati si possono vedere le rappresentazioni delle battaglie dei Titani.
Secondo gli archeologi, il frontone aveva colori vivaci, mentre il Gorgo era connesso con Diana, la dea che ha protetto gli animali e le bestie.

Un’altro reperto da ammirare è parte del frontone sinistro arcaico trovato durante gli scavi nella zona di Figaretto (500 A.C.), che rappresenta una scena di un simposio di vini. Inoltre si possono ammirare reperti di epoca Neolitica, da Sidari, tra cui pentole, utensili e le teste di leone del tempio di Hera (VII secolo A.C.).
Altri interessanti reperti sono il Leone arcaico (VII secolo A.C.), scoperto vicino alla statua di Menekratis, così come un lavello bluastro dell’ Attica (VI secolo A.C.).
Tra gli altri, ci sono notevoli reperti dalle tombe di Garitsa (VII-VI secolo A.C.), dal tempio delle Rose (v secolo A.C.), dal tempio di Diana a Kanoni (480 A.C.), Mon Repo, dal tempio di Apollo, statuette di tipico artigianato antico, oggetti in rame e avorio, una lapide con le lodi per l’antico eroe Arnias, il capitello della colonna di Xembaros (VI secolo A.C.), e poi le monete, la più significativa raffigura una mucca, coniata dopo la liberazione di Corfù dai Corinzi.

Corfù è un vero paradiso per tutti gli appassionati dello snorkelling, delle immersioni e degli sport acquatici, nonché per tutti coloro che amano le lunghe distese di sabbia, da quelle attrezzate per i turisti a quelle più selvagge, magari piccole insenature dove è possibile trovare un po’ di privacy anche in agosto.

La spiaggia più famosa di Corfù è sicuramente la spiaggia di Paleokastritsa, dove approdò Ulisse dopo il naufragio.



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