lunedì 28 dicembre 2015

L'ISOLA DI FILICUDI



Filicudi è un'isola appartenente all'arcipelago delle isole Eolie.

Anticamente l'isola era nota come Phoinicussa oppure come Phoinicdes, dal sostantivo phoinix, che in greco antico indica la palma nana, assai diffusa in epoca antica ed oggi ancora presente sui promontori dell'isola.

Molto interessanti sono le rovine del villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano. I reperti ritrovati testimoniano la presenza sull'isola, durante il Neolitico, di una fiorente industria e lavorazione dell'ossidiana. È presente sull'isola una sezione del Museo archeologico eoliano, con reperti provenienti dagli scavi di Capo Graziano e da altre zone delle isole Eolie.

Ad oggi i principali prodotti agricoli dell'isola sono i capperi ed i fichi. La principale voce dell'economia locale è il turismo. La pesca non è praticata intensamente, mentre lo è quella amatoriale o comunque non professionale.

La luce elettrica è stata portata a Filicudi nel 1986 con un impianto di generazione a gasolio; ciò ha innescato un drammatico balzo nel futuro nella quotidianità degli isolani. Il turismo ha iniziato a svilupparsi in quel periodo, crescendo poi di anno in anno. Con l'elettricità sono giunti sull'isola ausilii per ogni attività, tra i quali pompe elettriche per l'acqua dei pozzi; le televisioni sono divenute di massa, gli elettrodomestici hanno cominciato a diffondersi. Quanto all'acqua corrente, la si trasporta tramite navi cisterna, per poi distribuirla sulla rete idrica. La proposta di costruire un impianto dissalatore non è ancora stata attuata.

Filicudi è sotto la protezione dell'Unesco, in quanto patrimonio dell'umanità. È stato creato un parco regionale in parte dell'isola.

L'isola si estende per 9,5 km² dei quali solo una piccola parte è abitata, è di natura vulcanica, la sua parte sommitale è costituita dal monte "Fossa Felci" che è alto 774 metri sul livello del mare ed è, un vulcano spento.

Le meravigliose coste sono in alcuni punti a strapiombo sul mare mentre in altri caratterizzate da spiagge pianeggianti come a Capo Graziano. Imponenti scogli di natura eruttiva si ergono dal mare come faraglioni, il più famoso dei quali "La Canna" è meta immancabile di ogni giro dell'isola via mare.
Sono altresì presenti numerose grotte, la piu' famosa delle quali è la grotta del Bue Marino, dal fondale blu cristallino.

Le coste di Filicudi sono una meraviglia della natura, e valgono la pena di essere ammirate anche dal turista più frettoloso.
Innumerevoli sono i terrazzamenti costruiti dall'uomo per strappare all'isola ogni metro di terra per poterlo dedicare all'agricoltura. Essi si alternano a declivi di tipica vegetazione mediterranea, più verdi e floridi nella zona nord dell'isola per via della minore esposizione solare. La natura vulcanica dell'isola offre una moltitudine di strette vallate e maestose scogliere perpendicolari, nelle quale l'alternanza delle stratificazioni multicolori testimonia una vita geologica tumultuosa.

Numerose sono le insenature e le baie, ricche di anfratti dove l'acqua cristallina lambisce la nera roccia lavica che si tuffa nel mare e prosegue sott'acqua creando percorsi tortuosi e vallate sottomarine di rara bellezza, che si offrono anche al sub occasionale senza costringerlo ad immersioni profonde per ammirare lo spettacolo della natura e della vita sottomarina.
La natura vulcanica e l'erosione degli agenti atmosferici e marini ha creato monumenti geologici mozzafiato, come la grotta del Maccatore, la porta lavica nel mare denominata "perciato" a Siccagni,e la famosa grotta del Bue Marino (dove viveva non troppi decenni orsono una colonia di leoni marini). L'atrio della grotta dischiude una cavità molto vasta, il fondale è illuminato dalla luce solare che riflessa e rifratta crea cristallini giochi di viva luce azzurrina, che rendono il luogo meta obbligata per ogni giro dell'isola in barca.

Ad ovest dell'isola di Filicudi affiorano gli scogli di Montenassari, del Mitra, del Notaio e sopratutto quello della Canna, alto circa 74 metri, circondato esclusivamente dal mare, e habitat naturale di una lucertola endemica che vive solo li e li si è evoluta autonomamente.



A nord ovest dell'isola, molto vicino alla costa, si trova lo scoglio detto "il giafante".
In quel punto la costa e' molto frastagliata e ricca di insenature e baiette meravigliose dove fare il bagno.
Il fondale e' basso,  limpido e cangiante tra il verde ed il blu.

Il lato Ovest dell'isola di Filicudi è tagliato verticalmente in due dalla "Sciara", una ripida lingua di sabbia vulcanica e roccia che si tuffa nel mare, attraversata ormai da pochi ardimentosi o da qualche capra selvatica.

La vegetazione tipica della macchia mediterranea (lentisco,felce aquilina, corbezzolo, ginestre, arborea, erica, ginestra, cappero , fico d'india e ) ha riconquistato il dominio del territorio, un tempo faticosamente messo a coltura e oggi abbandonato, raramente interrotta da qualche macchia di essenze arboree (leccio, roverella e, in alcune vallette più umide, salice, frassino e bagolaro). In prossimità delle case ancora abitate altre varietà (pino, bouganvillea, ibiscus), di recente introduzione, vegetano circondate dalle specie tipiche dei giardini di terraferma.

Un'altra attrazione di Filicudi e' la roccia a forma di testa di cavallo nel lato sud dell'isola, visibile dalla strada carrabile che porta dal porto verso pecorini nell'unico lungo tratto rettilineo.

A Filicudi, dal punto di vista paleontologico, è notevole la penisola di Capo Graziano a sud est dell'isola, in quanto sede di vari e vasti abitati preistorici risalenti principalmente al Neolitico e poi all'età del bronzo. Un primo abitato molto vasto, ma del quale sono state scavate finora solo poche capanne ovali, si estende sul Piano del Porto sulla costa meridionale dell'istmo che congiunge la Montagnola al Capo Graziano in località Filo Braccio e nei pressi della diruta Casa Lopez (può essere attribuito ai secoli XVIII-XVII a.C.).
Un altro abitato più vasto, con datazione successiva al precedente, si trova sull'altura della Montagnola di Capo Graziano (E' indicato dai cartelli turistici come "Villaggio Preistorico", e si raggiunge facilmente a piedi dal porto).

Gli scavi condotti negli anni 60 e 70 hanno rinvenuto una ventina di abitazioni a pianta ovale sull'altipiano a 100m di altezza sul livello del mare.
Il villaggio probabilmente si estendeva anche sugli altipiani sovrastanti fino alla vetta della Montagnola.
Si ipotizza che questo primo nucleo abitativo sia stato spostato sul Monte di Capo Graziano poichè la posizione è più facilmente difendibile.

Nelle capanne della Montagnola sono state trovate, insieme a ceramiche di produzione indigena, anche numerosi frammenti di ceramiche micenee e cicladiche attestanti rapporti commerciali con l'Egeo fra il 1500 e 1300 a.C.
Si ipotizza che il villaggio sia stato distrutto violentemente nel XIII secolo a.C.
Sulle scoscese pendici del monte di Capo Graziano sono state rinvenute alcune sepolture.

Sulla vetta di "Montagnola" a Pecorini cioè sulla montagna che domina l'abitato omonimo, sulla costa Sud-ovest dell'isola, è stato ritrovato un masso con una iscrizione greca.

I segni di età classica si riducono a tracce di abitati, a ceramiche con vernice nera di epoca greca e di terra sigillata di età romana rinvenute nelle contrade Siccagni e Zucco Grande, a una grande cisterna e tracce di edifici romani identificati al Piano del Porto e, sulla Montagnola di Pecorini, a un masso con nome greco inciso. L’archeologia marina, in diverse campagne di ricerche più o meno sistematiche, ha recuperato, da almeno nove diversi relitti di navi naufragate presso l’insidioso capo Graziano, un’anforetta micenea del secolo XV a.C., gruppi di anfore diversamente databili dal secolo IV a.C. fino all’età tardoimperiale e cannoni di bronzo da una nave da guerra del secolo XVII-XVIII d.C. Il materiale proveniente dagli scavi e dai recuperi marini è esposto al Museo di Lipari.

Lo scultore Jacques Basler organizza a Filicudi, in località Fossetta, una Biennale d'arte. Lo scrittore Roland Zoss presenta la storia di Filicudi in un libro premiato. Originario di quest'isola è il noto cantante rap/hip-hop Jacopo D'Amico, in arte Dargen D'Amico o JD.

Due sono gli approdi principali di Filicudi, nessuno dei quali può definirsi «sicuro» per ogni condizione meteorologica:
il Porto, quello dove approdano quasi tutte le navi, i traghetti e gli aliscafi, è naturalmente la zona più frequentata e «commerciale» dell'isola di Filicudi.
Pecorini Mare rappresenta l'alternativa di attracco nelle giornate nelle quali, per le condizioni meteo o per altri motivi, i mezzi di collegamento non possono attraccare al Porto. Questo attracco ultimamente viene spesso utilizzato per la nave di collegamento con Napoli.

L'unico sport praticato sull'isola è il calcio, con partite amatoriali organizzate solitamente la Domenica nel «campetto» improvvisato a Valdichiesa. Il campetto è aperto a tutti  ; il terreno di gioco è in terra battuta e ci sono due porte con le reti  ; c' è anche un impianto di illuminazione . L'accesso principale al terreno di gioco è nella strada vicinale Torrione . Il campetto, ed il terreno vicino al campetto, appartengono agli eredi di Castellano Angela fu Salvatore ed il panorama di fronte al campetto è meraviglioso . Esiste una squadra regolarmente iscritta ai campionati provinciali di Terza Categoria della Provincia di Messina. I componenti della squadra sono quasi tutti giovani filicudari; le partite in casa del Filicudi vengono giocate sul campo neutro del Balestrieri di Lipari, essendo l'isola di Filicudi ancora sprovvista di impianti regolamentari.


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