lunedì 14 dicembre 2015

ISOLA DI LACHEA



L'isola Lachea è la maggiore delle isole che compongono l'arcipelago dei Ciclopi, poco al largo di Aci Trezza, in Sicilia.

L'isola Lachea è di forma vagamente ellissoidale, lunga 250 metri e larga 150, per una superficie totale di poco inferiore ai 2 ettari. L'altezza massima è di 35 metri. Essa corrisponderebbe all'isoletta abitata solo da capre del libro IX dell'Odissea di Omero, e i luoghi trovano rispondenza in Euripide, Plinio, Ovidio, Virgilio e tanti altri.

L'isola, come le altre dell'arcipelago, è di origine subvulcanica, fa parte di un unico laccolite lungo circa un chilometro, formatosi per l'intrusione del magma nelle rocce preesistenti dei fondali marini e in seguito parzialmente eroso dall'azione delle onde del mare. Il lento procedimento erosivo infine ha formato le varie isolette. La roccia basaltica dell'isola principale, la Lachea, è a sua volta coperta da uno strato di argilla biancastra che, venendo a contatto con la lava, ha dato origine a minerali caratteristici come l'analcime e si è indurita per uno spessore di 10-15 metri.

Rilevante interesse rivestono alcune scoperte archeologiche: nel 1869 fu rinvenuta un'ascia in diorite di epoca preistorica, mentre nel 1919 furono identificate due tombe a grotticella, ricavate nella roccia dalla mano dell'uomo. Di epoca tardo-romana sono invece gli oggetti rinvenuti all'interno di una delle due grandi buche circolari (circa un metro di profondità) presenti sull'isola: pentole, anfore, pesi da telaio, aghi in osso, frammenti di un pettine osseo e una piccola lucerna.

Alla sommità dell'isola si trovano il museo, una cisterna e la Grotta del Monaco. A proposito di quest'ultima, il Vigo, riferendosi alle opere di San Pier Damiani, ricorda che vi abitò un santo uomo, nato in Aquitania, che conosceva S. Odilone, vissuto tra il 974 e il 1044, cioè in epoca araba. Il museo naturalistico ospita una ricca collezione che dà un'idea al visitatore della fauna e della flora dell'isola, ed espone i reperti archeologici e geologici ritrovati sul luogo.



Dal punto di vista naturalistico l'isola Lachea si pregia di ospitare una rigogliosa vegetazione con piante endemiche della Sicilia e dell'Italia meridionale, come l'eliotropio e la carlina raggio d'oro. Per quanto riguarda la fauna, invece, sono di particolare interesse due specie di ragno, la Zelotes messinai (endemica in Sicilia) e l'Urozelotes mysticus (osservata solo sull'isola Lachea). L'animale che però ha suscitato maggiore ammirazione è senza dubbio un rettile, la lucertola della sottospecie Podarcis sicula ciclopica, avvistata unicamente sull'isola; questa lucertola, isolatasi dalle cugine di terraferma, si è via via differenziata da esse acquistando una sua tipicità.

Anche i volatili sono molto rappresentati sull'isola, che rappresenta il luogo su cui nidificare o sostare occasionalmente. Tra gli uccelli più frequentemente avvistati abbiamo la ballerina gialla, la passera sarda, la gazza, il fanello, la sterpazzola, la tottavilla, l'occhiocotto, il cormorano, il gabbiano reale, il falco di palude e il falco pellegrino.

L'isola Lachea è sede di una stazione per gli studi biologici dell'Università degli Studi di Catania. L'isola fa parte della Riserva naturale integrale Isola Lachea e faraglioni dei Ciclopi, l'area protetta istituita dalla Regione Siciliana nel 1998 e affidata in gestione al Cutgana (Centro interfacoltà dell'Università di Catania).

La Riserva Naturale Integrale "Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi" è stata istituita nel 1998 al fine di "conservare e tutelare la vegetazione algale e la fauna dei piani dal sopralitorale all'infralitorale, nonché al fine di salvaguardare la lucertola endemica Podarcis sicula ciclopica, Taddei".
Oltre agli uccelli, presenti sia con specie stanziali che di passo, ed alla lucertola endemica Podarcis sicula ciclopica la fauna della riserva annovera numerosi invertebrati tra cui Isopodi, Diplopodi, Collemboli, Coleotteri, Imenotteri, Ortotteri e Lepidotteri, ed una ricca fauna e flora sommerse.
La ricchezza faunistica dei fondali dei Ciclopi è data dalla presenza di numerosi pesci e di tutti i gruppi di Invertebrati; già a pochi metri di profondità è possibile ammirare Bavose, Salpe e Cefali, mentre tra le rocce del fondale è facile distinguere colonie di Idrozoi, Ascidie rosse, il Verme cane e l’argenteo balenio dei Saraghi. Verso i 15, 20 metri è comune la Gorgonia gialla.
Oltre, è possibile ammirare colonie arborescenti di polipi che possono superare anche il metro di altezza, ma fra tutti chi spicca per singolarità e bellezza, è l'Alicia mirabilis, la più grande attinia del Mediterraneo.

Nel mare dei Ciclopi e nei suoi fondali di roccia lavica trova posto e riparo buona parte della fauna ittica del Mediterraneo: variopinte spugne e grandi stelle rosse, lucci marini, saraghi, cernie.
E' possibile scoprire le coloratissime colonie di Astroides calycularis, le arborescenti Eunicella cavolinii, oppure scontrarsi con gli argentei esemplari di Seriola dumerili.
Ma non è da escludere gli incontri ravvicinati con cavallucci marini e torpedini.
I fondali sabbiosi sono il regno dei pesci 'pettine': attenzione a non spaventarli!
In profondità è facile ammirare i bellissimi ventagli delle paramuricee, rosse colonie arborescenti che superano il metro di altezza e le aragoste con le lunghe antenne che fuoriescono dalle tane in cui trovano rifugio.

Invece, tra i Vertebrati, è frequente la presenza del Rombo.




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