martedì 20 ottobre 2015

LA PERCA NILOTICA



Lates niloticus è una specie diffusa in Africa, nella regione etiope e dell'Uganda in tutti i principali fiumi tra cui Nilo, Ciad, Senegal, Volta, Nilo Bianco e Congo. Si trova anche nei laghi Alberto, Turkana e Tana. È stato introdotto nel lago Vittoria.
Abita prevalentemente acque ferme o poco mosse: i giovani prediligono acque basse. In Egitto è segnalata una popolazione stabile in un lago salmastro.

L'aspetto di questo pesce può ricordare il persico reale ma è molto caratteristico per la bocca molto grande che supera ampiamente l'occhio, la vistosa "gobba" al centro della schiena e le pinne dorsali arretrate. Le pinne dorsali sono due, contigue, di cui la prima armata di raggi spiniformi, l'anale è piuttosto piccola, le pettorali e le ventrali sono abbastanza grandi, la pinna caudale è arrotondata. Una grossa spina sta sul bordo dell'opercolo branchiale.
La livrea è grigio - bluastra sul dorso e bianco argento sul ventre.
Raggiunge dimensioni ragguardevoli, con 2 metri di lunghezza per 200 kg di peso.



Si riproduce tutto l'anno, in acque basse. I giovani sono macchiettati e frequentano acque libere nella prima fase della vita.

Gli adulti si nutrono di pesce, i giovani inseriscono nella dieta anche insetti e crostacei mentre i più piccoli sono planctofagi.

Questa specie è stata introdotta negli anni sessanta nel lago Vittoria dove esisteva una folta comunità di specie endemiche di ciclidi, evolutesi nell'arco di milioni di anni in un ambiente privo di predatori di grandi dimensioni. L'impatto di questo grande pesce piscivoro fu disastroso e comportò l'estinzione di decine di specie e la rarefazione di tutte le altre. Anche il ritorno economico dell'introduzione fu minore del previsto perché, a causa della sovrapesca e dell'esaurirsi delle risorse trofiche, le dimensioni medie degli esemplari sono andate diminuendo vistosamente di anno in anno. Le drammatiche conseguenze sociali di questa introduzione sono descritte nel film L'incubo di Darwin. La specie è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.

Questa specie è pescata professionalmente con reti e palamiti di vario tipo ed è anche catturata da pescatori sportivi con la tecnica della traina.
Le carni sono buone e prive di lische, di colore roseo e si trovano frequentemente sui mercati italiani ed europei come "filetti di persico", spacciati come filetti dell´europeo persico reale.


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