mercoledì 2 marzo 2016

L'ISLANDA



L’Islanda è una nazione insulare dell'Europa settentrionale, situata nell'Oceano Atlantico settentrionale, tra la Groenlandia e la Gran Bretagna, a nordovest delle Isole Fær Øer. La capitale è Reykjavík.

La parola "Islanda" deriva dall'islandese Ísland, termine desunto dall'antico nordico che significa “terra del ghiaccio”, “terra ghiacciata”, concetto che è tuttora presente nell'odierna traduzione inglese Iceland. Come per altri luoghi in tutto il mondo, quest'isola ha avuto varie denominazioni nel corso della storia. Secondo la tradizione tramandata dal Landnámabók, manoscritto che narra l'insediamento dell'isola, a scoprire l'isola e a darle per primo un appellativo fu il navigatore vichingo Naddoður:

« Si dice che una volta alcuni uomini, partirono dalla Norvegia alla volta delle Isole Fær Øer; certi aggiungono che tra di loro c'era anche Naddoddr il Vichingo; ma questi si spinsero troppo ad ovest in alto mare e lì trovarono una terra molto estesa. Dopo essere sbarcati in un fiordo sulla costa orientale, scalarono un monte elevato e si guardarono attorno, in lungo e in largo, per osservare se c'era traccia di fumo, o qualsiasi altro indizio che indicasse loro se quel territorio fosse abitato, ma non riuscirono a vedere nulla di tutto questo.
Nel periodo autunnale fecero vela per le Isole Fær Øer e quando ritornarono era caduta molta neve ricoprendo le montagne, motivo per cui essi battezzarono quella terra Snaeland. »
(Landnámabók, parte del capitolo I.)
È conosciuto il nome di un altro esploratore che scoprì che quella terra era un'isola: Garðar Svavarsson, che diede a quel luogo il suo nome (Garðarshólmur). Il nome definitivo venne concepito da Flóki Vilgerðarson, che nel definire quella terra Ísland molto probabilmente voleva fare allusione al paesaggio invernale islandese.

Curiosamente, nonostante in alcuni documenti ufficiali sia scritto Lýðveldið Ísland (Repubblica d'Islanda), attualmente nel primo articolo della costituzione ci si riferisce allo Stato come Ísland (Islanda), senza anteporre (o posporre) immediatamente il termine Lýðveldið (Repubblica).

La distanza dal continente europeo e da terre densamente popolate nonché la difficoltà nel solcare le impetuose correnti del Mar di Norvegia e il clima freddo hanno fatto sì che l'Islanda sia stata esclusa dai movimenti migratori dell'uomo per lungo tempo, almeno fino a quando le innovazioni tecnologiche non permisero di intraprendere viaggi di lunga durata.

Non si hanno certezze su quali siano stati i primi scopritori ed esploratori dell'isola, tanto che si ipotizza che alcune informazioni siano celate dietro le carte e le fonti che riportano la leggendaria isola di Thule, a partire dal suo presunto scopritore, il greco Pitea.
Quello che invece è certo è che l'Islanda fu inizialmente abitata da monaci anacoreti irlandesi, i Papar, che, seguendo l'esempio di San Brendano, portavano a termine viaggi perigliosi per testare la propria fede.
Forse i monaci interpretarono il consistente movimento migratorio degli uccelli come probabile presenza di una terra di notevoli dimensioni al di là dell'oceano, intuizione potenzialmente agevolata dalla relativa vicinanza delle isole Fær Øer (450 km), visitate dagli eremiti irlandesi già nel VI secolo. Sta di fatto che già all'inizio del IX secolo d.C. i monaci irlandesi sapevano raggiungere l'isola e qualcuno di essi vi aveva trascorso un considerevole periodo di permanenza.
Tuttavia al giorno d'oggi non vi sono testimonianze di grandi migrazioni umane o della fondazione di un insediamento permanente sull'isola risalenti all'epoca precedente l'arrivo degli esploratori vichinghi o ancora la sopravvivenza di ceppi genetici di parentela tra gli animali d'allevamento islandesi e quelli irlandesi.

Nel corso del XX secolo il ritrovamento di sei monete romane, per la precisione tre Antoniniani di rame nella contea di Suður-Múlasýsla (in date 1905, 1923, 1933), un altro Antoniniano (nel 1966 a Hvítárholt) e due Dupondi scoperti (il primo) nel 1991 nell'arcipelago delle isole Vestmann, (il secondo) nel 1993 durante uno scavo condotto sulla collina di Arnarhóll, destò un certo scalpore. Da allora molti studiosi islandesi e non, si sono interrogati sull'origine di queste monete elaborando teorie tra le quali le due più accreditate sostengono che le monete siano il frutto degli scambi commerciali dei vichinghi oppure che furono trasportate da una nave romana andata alla deriva.

Gli eremiti britannici se ne andarono però, quando, tra il IX e il X secolo, dopo le esplorazioni di Naddoddr e Gardar Svavarsson, iniziò la colonizzazione norvegese, che lì infastidì a causa della religione dei nuovi arrivati. Venne istituito uno dei più antichi parlamenti d'Europa: l'Alþing, a cui partecipavano i capi religiosi (góðar) e i membri della piccola borghesia dell'Isola da cui dipendeva anche il sistema giudiziario. A seguito della decisione del Re di Norvegia di convertirsi al cristianesimo, nel 999 l'Islanda divenne un territorio cristiano, sempre però sottomesso ai góðar, che adesso erano potenti uomini di Chiesa. In quell'epoca iniziò per l'isola un periodo di crescita economica e di pace.

L'Islanda fu saccheggiata da eserciti stranieri. Queste invasioni provocarono spaccature nel governo dell'isola e le lotte di potere aumentarono il disordine. Questa situazione diede l'occasione a re Hákon di Norvegia di intervenire portando la propria protezione. Il popolo islandese dovette fare buon viso a cattivo gioco. Il governo locale venne sciolto e gli islandesi giurarono fedeltà al re norvegese. Con il Vecchio Patto venne creata una specie di confederazione nel 1262 e formulato un nuovo codice di leggi (1281), detto Jónsbók, che sanciva l'annessione dell'Islanda alla Norvegia. Nel secolo successivo, tre eruzioni del vulcano Hekla (1300, 1341 e 1389), portarono morte e distruzione nell'Islanda meridionale. Anche le malattie flagellarono il Paese e, quando la peste colpì la Norvegia, cessarono i commerci e rifornimenti dalla terraferma.

Il re Haakon VI di Norvegia sposò la principessa islandese Margherita I, figlia di Valdemaro IV di Danimarca. Alla morte di Valdemaro IV (1375), il figlio di Margherita e Haakon, Olaf, diventa re danese. Ereditò tutte le terre alla morte del padre. Nel 1380 dunque l'Islanda diventa danese, e il 1383, quando Olaf è in età governabile, gli Islandesi gli giurano fedeltà. Il 1387 muore e gli succede Margherita I di Danimarca.

L'Unione di Kalmar tra i Paesi Scandinavi nacque grazie a Margherita I di Danimarca nel 1397. La regina Margherita I di Danimarca governò i Paesi con fermezza fino alla sua morte nel 1412.

La peste nera toccò la Norvegia, come molti altri Paesi europei, nel 1349-50. Non si sa il numero esatto di vittime, ma si stima che siano state tra un terzo e la metà della popolazione. Ci furono molte conseguenze. Molte fattorie vennero abbandonate e vennero donate alla Chiesa. Persino la cultura islandese ne fu rallentata. Ci si mise molto tempo per riprendersi da tal epidemia, per di più un'altra ne seguì il 1494-95. Nel quindicesimo secolo le riserve di pesce divennero molto preziose in ragione dell'alta richiesta europea. I mercanti norvegesi, che controllarono il commercio islandese per un po', videro i Tedeschi anseatici diventar più importanti durante tali cambiamenti. Viene chiamato Secolo degli inglesi, a causa di una grande massa di pescatori inglesi che si trasferirono in acque islandesi.

Nel 1536, decade l'Unione di Kalmar, e l'Islanda entra nel regno di Danimarca-Norvegia.

Il commercio con Amburgo raggiunse il suo massimo nel 1530 e grazie a questo il luteranesimo si diffuse. In Danimarca, Cristiano III confiscò i beni ecclesiastici e licenziò il clero. L'avvento norvegese di Trondheim, Engelbrekt Engelbrektsson, resistette fino al 1537 prima che il luteranesimo fosse imposto in Norvegia.

In Islanda persistette il cattolicesimo e l'avvento del vescovo di Hólar í Hjaltadal, Jón Arason, permise alla Chiesa Cattolica di tornare in possesso dei beni confiscati e di cacciare il clero protestante. Nel 1540, Arason si procurò una macchina da stampa, la prima nel Paese. Appartenente a una potente famiglia isolana, figura come re non coronato in Islanda. Venne fatto priogioniero e decapitato il 7 novembre 1550. L’anno successivo Cristiano III inviò in Islanda un contingente di 300 uomini che organizzò un processo postumo e legalizzò l’esecuzione.



Nel 1572 in Islanda arriva il governo Riksråd («Consiglio reale») danese. Diventa così vassallo della corona.

Il 1700 fu un difficile secolo per gli islandesi, soprattutto per una povertà quasi epidemica e l'irrigidimento del clima.

Molta gente morì di fame provocando una drastica discesa della popolazione. Nel 1700 salì al trono Federico IV di Danimarca, che nominò una commissione formata da Árni Magnússon e Páll Vídalín, inviati alla ricerca di soluzioni. Nell'arco di dieci anni si rivelarono piuttosto efficaci, ma nel 1707 una terribile epidemia di vaiolo uccise migliaia di persone, un terzo del totale.

Nel XVIII secolo si sviluppò il Pietismo. Nel 1741 due teologi, l'islandese Jón Þorkelsson e il danese Ludvig Harboe, vengono mandati in Islanda per «aiutare il popolo»: si occupano dell'educazione giovanile e contrastano l'apprendimento delle saghe. A metà del XVIII secolo cominciò a tornare l'interesse danese per l'Islanda. Due studenti, Eggert Ólafsson e Bjarni Pálsson, dell'Università di Copenaghen, furono inviati nel 1752 per stendere una relazione sul Paese. Eggert Ólafsson li riassunse nel Libro dei viaggi, tradotto in numerose lingue e ancora oggi fonte sull'Islanda dell'XVIII secolo.

I governi danesi presero sede a Bessastaðir, vicino Reykjavík. Siccome avevano poco tempo, delegarono le loro funzioni a un balivo, sempre un danese fino al 1749, anno in cui venne rimpiazzato da un islandese, Skúli Magnússon, che decise di lavorare per migliorare le condizioni di vita degli islandesi. Le idee di Skúli Magnússon furono approvate nella sessione parlamentare del 1751 e fu costituita una compagnia commerciale con un certo di numero di volontari. Il re, interessato all'iniziativa, cedette molte delle sue fattorie a Reykjavík ove tutti investirono somme considerevoli. Nel 1752 a Reykjavík iniziò la costruzione di vari laboratori per favorire artigianato, filatura, tessitura e tintura delle pelli, così come la produzione di sale e zolfo. Grazie a queste attività sulle vecchie terre di Ingólfur Arnarson, arrivarono per la prima volta nuovi coloni. I vecchi edifici presenti ancora a Reykjavík testimoniano quest'epoca. Il villaggio a poco a poco si ampliò e Reykjavík, futura capitale, arrivò allo status di municipio nel 1786 quando contava 167 abitanti.

La compagnia, malgrado l'assistenza danese e reale, necessitava costantemente di fondi. I mercanti danesi, che vedevano la compagnia di Magnússon come una minaccia ai loro interessi, ripresero il controllo dei commerci islandesi ed istaurarono un monopolio. L'iniziativa di Skúli Magnússon fallì ed i laboratori scomparvero a poco a poco.

Negli anni 1750-1800 numerose catastrofi naturali afflissero l'Islanda. Tra il 1752-1759 l'agricoltura andò in crisi e vennero abbandonate molte fattorie. Poi, nel 1755, eruttò il Katla e nel 1766 l'Hekla. La peggiore fu l'eruzione del Laki del 1783, durata un anno. La lava occupò oltre 500 km2. I gas avvelenarono la fauna e la flora e ciò causò una grande carestia: tra il 1783 e il 1784 oltre 10 000 persone morirono di fame e la popolazione ritornò sotto le 40 000 persone. E nel 1784 la terra continuò a tremare. A Skálholt tutto, tranne la chiesa, venne raso al suolo. Il governo danese fece evacuare l'isola, anche se la decisione non fu ritenuta buona.

Molti si diedero da fare per migliorare l'Islanda. L'idea di Skúli Magnússon di sopprimere i monopoli danesi tornò in auge e divenne effettiva nel 1787 anche se il commercio restò prerogativa del re e/o dei suoi funzionari diretti.

Nel 1800 fu istituita una corte suprema al posto dell'Althing.

Nel XIX secolo le guerre rallentarono i commerci con la madrepatria. La Danimarca si schierò con Napoleone I, riducendo così le forniture agli islandesi. Nel 1809 l'avventuriero danese Jørgen Jørgensen arrestò il governatore e proclamò la fine della supremazia danese. Dopodiché promise l'appoggio inglese e, in quanto "protettore", si proclamò Capo dell'Islanda.

A metà dell' '800 nuove idee giunsero in Islanda provenienti dall'Europa e dietro la spinta della borghesia e di intellettuali nacque un forte movimento indipendentista sotto la guida di Jón Sigurðsson. Nel 1847 l'Alþing fu trasferito a Reykjavík, che divenne quindi la capitale, e fu costituito con 20 rappresentanti del popolo islandese e 6 del re.

Nel 1849 si abolì la monarchia assoluta. Accettando la costituzione danese però l'Islanda ritornò al Vecchio Patto con la Norvegia del 1262, cioè l'Islanda non è legata alla Danimarca se non "personalmente". Nel 1851 si creò una convenzione per discutere l'avvenire politico dell'isola ma fu presto sciolta dal governatore. Nel 1865 un nuovo governatore, Hilmar Finsen, propose nuovamente di concedere una maggiore autonomia all'Islanda: questo progetto venne sostenuto dall'Alþing ma respinto dal parlamento nel 1869. Nel 1871 venne imposta una legge costituzionale dai danesi che unì questi e gli islandesi definitivamente lasciando qualche diritto locale, mentre il governatore diventò Viceré. Gli islandesi, scontenti di questa costituzione, chiesero un nuovo testo prima del 1874 (1000º anno dalla colonizzazione dell'Islanda).

Il re concesse all'Islanda una costituzione più largamente autonomista negli affari locali permettendole anche di approvare leggi. Tuttavia gli atti approvati dall'Alþing dovevano essere controfirmati dal Re. Dieci anni più tardi si aprì la banca islandese e si costituì la corona islandese, contribuendo all'industria emergente. Tuttavia la crisi persistette a causa di una forte emigrazione: in quarantaquattro anni (1870-1914), oltre 10 000 islandesi emigrarono in America settentrionale.

In questo periodo, esattamente nel 1913, venne adottata l'attuale bandiera.

Il 1º dicembre 1918, a seguito di referendum, si sancì un'unione personale tra Danimarca e Islanda: il Re di Danimarca rimase Re d'Islanda ma i due regni divennero formalmente distinti. La Danimarca mantenne tuttavia la sovranità per la difesa e gli affari esteri.

La Prima Guerra mondiale e la grande depressione afflissero duramente l'isola, fino al fallimento della Banca d'Islanda. Il governo cominciò a costruire ponti, scuole e centrali idroelettriche. Dopo la guerra si registrarono segnali positivi.

Nell'estate del 1938 si celebrò il millenario dell'Althing.

Il 9 aprile 1940 la Danimarca venne invasa e cadde sotto il dominio della Germania nazista, nemica dell'Inghilterra. La conquista della Danimarca infatti le avrebbe consentito una completa dominazione nordatlantica. Così gli inglesi occupano l'Islanda, stabilendosi a Keflavík, un mese prima dell'invasione. Dopo un anno arrivarono le forze statunitensi che si stanziarono nelle basi inglesi. L'Althing dovette così proclamare l'indipendenza dalla Danimarca. L'Islanda, nonostante la sua dichiarata neutralità, ebbe un ruolo strategico decisivo per gli Alleati.

Nel 1944, tramite referendum, oltre il 90% degli islandesi votò per la secessione. Il 17 giugno 1944 (133º anniversario della nascita del patriota Jón Sigurðsson 1811-1879), il Parlamento islandese proclamò la repubblica a Þingvellir. Sveinn Björnsson fu il primo presidente. Il re di Danimarca, allora occupata dalla Germania, si rassegnò e inviò agli islandesi un telegramma di congratulazioni.

Le truppe americane restarono sul suolo islandese fino al 2006, ma con il divieto da parte del governo locale di posizionare armi nucleari. Negli anni Settanta i rapporti tra Islanda e Inghilterra si incrinarono a causa dell'espansione delle acque territoriali islandesi, al fine di contrastare la concorrenza dei pescherecci inglesi: questo periodo viene detto della guerra del merluzzo. La crisi si concluse con un'accettazione dell'Inghilterra riguardo l'estensione del territorio.

Durante il periodo 2003-07 l'Islanda si è trasformata da una nazione più nota per la sua industria della pesca in un Paese che fornisce sofisticati servizi finanziari, che l'ha portata ad essere colpita duramente dalla crisi finanziaria globale 2008, che si è estesa fino al 2009. La crisi ha portato alla più grande emigrazione dall'Islanda dal 1887.

Collocata sulla dorsale medio atlantica, l'Islanda presenta una marcata attività vulcanica e geotermica, che ne caratterizza fortemente il paesaggio. L'interno consiste principalmente di un altopiano sabbioso desertico, montagne e ghiacciai, da cui molti fiumi glaciali scorrono verso il mare attraversando le pianure. L'Islanda possiede un clima temperato, relativamente alla sua latitudine, grazie alla corrente del golfo che ne consente l'abitabilità.

L'affioramento della dorsale medio-atlantica nel sud dell'Islanda, presso il parco nazionale di Þingvellir, le lunghe fratture visibili nella pianura costituiscono l'espressione superficiale delle faglie distensive della zona di rift.
Ricoperta per il 10% da ghiacciai, l'Islanda è costituita dai monti della dorsale medio-atlantica e presenta una superficie formata da rocce di origine vulcanica, prevalentemente basaltiche. Gran parte del suo territorio è occupato da montagne che raggiungono discrete altezze (il monte più alto è l'Hvannadalshnúkur, 2119 metri) ed è caratterizzato da vasti altopiani. Le coste, ricche di insenature e profondi fiordi a settentrione, a sud si presentano arenose e basse e qui si concentrano le zone coltivabili, che sono in totale circa un quinto della superficie. Occorre infine dire che il Paese ospita il più grande ghiacciaio del continente, il Vatnajökull e che l'isola è, in Europa, la seconda più grande.

La morfologia del territorio islandese ha subito importanti modifiche a causa inizialmente di un peggioramento climatico avvenuto circa 9 milioni di anni fa e poi per le ultime glaciazioni che ne hanno modellato il paesaggio con fiordi, vallate dal tipico profilo a U e montagne in parte ricoperte da ghiacciai. Non a caso, a causa di questa doppia particolarità, l'Islanda è spesso chiamata "l'isola di ghiaccio e di fuoco".



Geologicamente parlando, l'Islanda è un'isola giovanissima. Infatti è una delle terre di più recente formazione di tutto il pianeta, con appena circa 20 milioni di anni contro i circa 4 miliardi della crosta terrestre, il cui territorio è interamente costituito da rocce vulcaniche. Costituisce una delle isole vulcaniche più attive sulla terra, essa è originata dal magma fuoriuscito dalla dorsale oceanica che separa le due placche oceaniche dell'oceano Atlantico, che in corrispondenza dell'Islanda giacciono al di sopra di un hot spot la cui presenza ha permesso l'emersione dalle acque delle prime conformazioni basaltiche. La separazione delle zolle, che avviene alla velocità di circa 2 cm all'anno, ha contribuito a far raggiungere all'isola i suoi attuali 103.000 km² di estensione.

Le rocce vulcaniche affioranti sull'isola vengono suddivise in quattro serie distinte per età di formazione, questa cresce con l'allontanarsi dalla fascia mediana di rift, che taglia l'isola da sud-ovest a nord-est. L'età della roccia è stata determinata con metodi radiometrici, paleomagnetici e analisi dei depositi piroclastici, interposti fra le colate laviche e loro alterazione climatiche, in quanto sono quasi del tutto assenti i fossili, causa la tipologia delle rocce presenti.

Gran parte dell'attività vulcanica oggi si sviluppa nella frattura che unisce la penisola di Reykjanes all'Öxarfjörður. Qualche fenomeno vulcanico si verifica anche nell'Islanda meridionale e nella penisola di Snæfellsnes. La maggior parte dei sistemi vulcanici dell'isola - nel complesso una trentina - si sviluppa intorno a un cono centrale, oppure è una grande depressione circolare (per esempio, lo stratovulcano Askja). Gli edifici vulcanici sono parte integrante del paesaggio islandese, spesso rappresentato da vastissimi altopiani lavici, le cui depressioni spesso sono ricoperte da depositi torbosi, interrotti da qualche cono vulcanico. Anche gli stessi altopiani si sono formati in seguito alle eruzioni subglaciali che, essendosi raffreddate rapidissimamente, hanno creato lava a cuscino. Infine, ancora nell'Islanda meridionale troviamo il Laki, un sistema vulcanico di 24 km che nel 1783, eruttando, comportò effetti climatici nell'emisfero boreale.

Ci sono più di 200 vulcani che si innalzano nel tavolato montuoso dell'isola e la maggior parte sono attivi. I più noti sono l'Hekla e l'Eldfell.

In circa 1100 anni di insediamenti umani sull'isola, sono state registrate circa 250 maggiori eruzioni vulcaniche, alcune delle quali si sono protratte anche per anni. Queste hanno generato circa 45000 m³ di superficie in pietra. I vulcani più attivi, nonché più noti, sono l'Hekla, il Grímsvötn e il Katla, che hanno avuto più o meno 20 eruzioni ciascuno. Tuttavia, i ghiacciai che ricoprono questi vulcani sono spesso soggetti ad improvvisi scioglimenti a causa della ripresa di attività vulcanica all'interno delle loro caldere. L'ultimo grande scioglimento si è verificato nel 1996, quando il Grímsvötn, coperto per gran parte dal Vatnajökull, ne sciolse 3 km³. Eruzioni ben maggiori furono conosciute tra il 1362 e il 1727, quando continue eruzioni vulcaniche uccisero uomini e animali in gran quantità.

Andando ancora più indietro nel tempo, bisogna citare la drammatica e devastante eruzione dell'Hekla nel 1104 che rase al suolo la valle del Þjórsárdalur. Un'eruzione che rivestì e seppellì sotto i lapilli le zone circostanti. Ma le eruzioni più disastrose di tutta la storia islandese si verificarono dopo il 1727: una serie nel XVIII secolo di tre eruzioni mise in ginocchio l'isola e la sua popolazione. Inaugurò il Katla nel 1755, replicò l'Hekla nel 1766 e concluse il Laki con una catastrofica eruzione tra il 1783 e il 1784: lo zolfo e l'anidride carbonica avvelenarono fiumi e terreni uccidendo oltre 10000 persone e più della metà del bestiame sull'isola.

Tra le eruzioni recenti, nessuna è lontanamente comparabile a quella del Laki a fine Settecento. Però quella innocua dell'isola di Heimaey del 23 gennaio 1973 non diventò una carneficina solo grazie ad una fortunata coincidenza: la popolazione isolana fu salvata dalle barche dei pescatori che si trovavano al porto solo per caso. Passata l'emergenza, molti abitanti tornarono sull'isola e disseppellirono quelle case non raggiunte dalla lava, ma semplicemente ricoperte dalla cenere vulcanica ricaduta. L'eruzione fu una tragedia evitata, anche grazie a potenti getti di acqua marina sulle colate laviche in movimento, che ritardarono la loro avanzata. Il calore delle colate laviche fu utilizzato per alcuni anni per il riscaldamento delle abitazioni. Il suo piccolo porto da allora fu più protetto dalla forza del mare poiché le colate laviche che arrivarono fino all'acqua crearono una barriera. Infine, l'eruzione più nota fra quelle avvenute recentemente in Islanda risale sicuramente al 2010, quando l'eruzione dell'Eyjafjöll emise nell'atmosfera una quantità di ceneri tale da paralizzare il traffico aereo di tutta Europa per settimane intere, con una perdita di oltre 200 milioni di dollari al giorno per ogni compagnia aerea.
Nel 1963 un'eruzione sottomarina ha dato origine ad una piccola isola: Surtsey, lungo le coste meridionali.

Oltre ai coni vulcanici, molti dei quali attivi, nell'isola sono diffuse le manifestazioni vulcaniche secondarie: sorgenti termali, fumarole e moltissimi geyser, getti di acqua calda alti decine di metri sfruttati anche per il riscaldamento delle case islandesi.

Tali fenomeni sono dovuti a precipitazioni che s'infiltrano nella crosta terrestre, acquistando calore attraverso le pietre o il magma e risalendo successivamente in superficie in forma di sorgenti di vapore acqueo. Grossomodo, è questo lo stesso meccanismo attraverso cui avviene il funzionamento dei geyser. Sull'isola nordatlantica ci sono anche circa trenta aree ad alta temperatura, che presentano fanghi termali. Questa energia geotermica ad alta entalpia viene quindi utilizzata non solo per produrre energia elettrica, ma anche per grandissima parte degli impianti di riscaldamento. Questo forte utilizzo del geotermico lo si deve anche grazie alla diminuzione degli effetti devastanti delle eruzioni dei temibili vulcani islandesi, in quanto i moderni sistemi di allarme consentono di trovare le giuste contromisure, tant'è che ormai le eruzioni sono diventate da fonte di paura per gli abitanti locali ad attrattiva turistica.



Data l'abbondanza dei ghiacciai, sono molti i fiumi alimentati dall'acqua derivante dallo scioglimento del ghiaccio nella stagione estiva. I corsi d'acqua hanno portate abbondanti e sono ricchi di salmoni; nei loro brevi corsi formano tante suggestive cascate, seguendo i dislivelli del terreno. I fiumi islandesi sono in parte molto noti, ma nessuno di essi è navigabile.

Le cascate sono una delle grandi attrazioni turistiche d'Islanda, che essendo una terra dove neve e ghiaccio abbondano ne ha parecchie: le più belle e interessanti sono circa una dozzina, sparse su tutta l'isola.

Una delle cascate più belle d'Islanda è la Gullfoss nel Circolo d'Oro, quindi anche la più vicina a Raykjavik tra le varie cascate islandesi. Si getta con un doppio salto in un canyon abbastanza stretto e l'effetto nelle belle giornate di sole è davvero notevole.

La cascata Hjálparfoss si trova lungo la strada 32 nella valle di Thjorsardalur, che è una possibile deviazione panoramica da seguire tornando alla Hringvegur dopo aver visitato il Circolo d'Oro. La cascata ha un doppio salto in una bella apertura tra le rocce laviche. Nelle vicinanze c'è la cascata Háifoss.

Seljalandsfoss è una splendida cascata visibile anche dalla strada principale, ed è facilmente accessibile. L'acqua salta da una scarpata rocciosa e si tuffa in un piccolo laghetto. Si può anche passare dietro il getto della cascata camminando lungo un sentiero che passa vicino la roccia. Da vedere assolutamente.

Skógafoss è una delle cascate più famose d'Islanda: ha un ampio salto di 60 metri e nelle belle giornate il sole la colpisce creando spesso arcobaleni. Una scalinata porta in cima, da cui si gode una bella vista. Vicina al villaggio di Skógar è facilmente raggiungibile dalla Hringvegur, più o meno a metà strada tra la Seljalandsfoss e la zona di Vik e Dyrholaey.

La Svartifoss è la cascata più bella e famosa dell'Islanda sud orientale: si trova all'interno del parco dello Skaftafell e la sua caratteristica è l'anfiteatro di rocce basaltiche da cui spicca il salto. Se è una bella giornata vale sicuramente la pena di vederla: il sentiero che la raggiunge è facile, ma ci vogliono almeno 45 minuti (ad andare e altrettanti a tornare).
 
Le cascate Hengifoss e Litlanesfoss si trovano quasi sulle sponde del lago Lagarfljót, da cui sono facilmente raggiungibili. La Hengifoss è quella più bella e interessante: con i suoi 120 metri di salto è la seconda cascata più alta d'Islanda. La Litlanesfoss si trova a metà strada sul sentiero che porta alla prima e cade in un anfiteatro basaltico.

La Dettifoss è una delle cascate più belle e famose di tutta l'Islanda: è alta solo 44 metri, ma ha una portata d'acqua molto imponente. Si può ammirare da entrambi i lati del canyon di Jökulsárgljúfur, ma il lato ovest è più facile da raggiungere perché la strada che porta nelle vicinanze (n. 862 + 886) è asfaltata.

La Selfoss è un'altra bella cascata poco più a sud della Dettifoss: il salto è di soli 11 metri ma l'insieme è molto scenografico . Si raggiunge tramite un sentiero di circa 1,5 km che parte sempre dal parcheggio di arrivo per la Dettifoss.

La Hafragilsfoss è una cascata che si trova più a valle rispetto alla Dettifoss (quindi più a nord guardando le cartine geografiche). Si può ammirare da entrambi i lati del canyon, ma la vista migliore sulla cascata c'è dal lato orientale.

La Godafoss è una delle cascate più belle e famose d'Islanda, e ha il grande pregio di essere facilmente accessibile dalla Hringvegur. Deve il suo nome (Goðafoss in islandese significa "cascata degli dei") al fatto che l'uomo che decise per l'Islanda la conversione al cristianesimo gettò in questa cascata i simulacri delle divinità pagane.

La Glymur con i suoi 198 metri di salto è la cascata più alta di tutta l'Islanda.

Un tempo l'Islanda era ricoperta da immensi ghiacciai. Ora essi formano le lagune di iceberg nel Mare di Groenlandia e coprono anche le vette, oltre i 2000 metri, dei massicci centrali. È islandese il più grande ghiacciaio d'Europa: il Vatnajökull, nella parte sud-orientale dell'isola, che occupa una superficie di circa 8500 km².

Il ghiacciaio del Mýrdalsjökull si estende per 700 km2 e i suoi ghiacci raggiungono uno spessore di 750 metri, quindi dal punto di vista naturalistico è sicuramente un ghiacciaio interessantissimo, ma sfortunatamente è poco accessibile e la sua bellezza può essere ammirata solo con costosissime escursioni.

L'immensa calotta glaciale del Vatnajökull domina l'intera regione: è vasta quasi quanto l'Umbria ed è la quarta massa di ghiaccio al mondo per grandezza. L'intera area adesso è un parco nazionale che ingloba anche le zone dello Skaftafell e Jökulsárgljúfur.

Nella laguna glaciale moltissimi iceberg galleggiano in questa laguna creata dallo scioglimento dei ghiacci del Vatnajökull creando un paesaggio surreale e incredibili riflessi.
La grotta lavica di Lofthellir si trova in mezzo al nulla della campagna a est del lago Mývatn e a sud della Hringvegur, è meglio andarci solo con escursioni organizzate e bisogna valutare bene le difficoltà dell'entrarci, ma è una destinazione interessante: al suo interno ci sono splendide sculture di ghiaccio.

La grande fama dello Snæfellsjökull si deve a Jules Verne che qui posizionò l'ingresso al suo Viaggio al centro della terra. Oggi l'area è protetta dal parco nazionale di Snæfellsjökull.

La laguna glaciale di Jökulsárlón è uno dei luoghi più belli e affascinanti di un viaggio in Islanda: moltissimi iceberg galleggiano in questa laguna creata dallo scioglimento dei ghiacci del Vatnajökull creando un paesaggio surreale e incredibili riflessi.

Numerosi sono i laghi, tra cui il Lago Mývatn e il Lago Öskjuvatn, che occupa un antico cratere vulcanico, come molti altri laghi islandesi.

Le coste raggiungono uno sviluppo di circa 5000 km; sono generalmente frastagliate e incise dai fiordi, formati dall'erosione dei ghiacciai. Solo nella parte centrale si aprono piccole pianure costiere, formate da antichi depositi dei ghiacciai e dei fiumi.

La zona dei fiordi occidentali è molto bella dal punto di vista paesaggistico, ma spesso viene tagliata fuori dagli itinerari per mancanza di tempo o per le difficoltà ad esplorare tutta la zona (non tutte le strade sono asfaltate).

La zona dei fiordi orientali è meno bella e interessante di quella dei fiordi occidentali, ma se si ha sufficiente tempo a disposizione e si è fortunati con il tempo può essere comunque un'interessante deviazione. Attenzione però: alcuni tratti di strada in questa zona non sono asfaltati.

Sono i più gettonati perché sostanzialmente facili da osservare e molto simpatici per fattezze colori e movenze. Il 60% della popolazione mondiale di pulcinella di mare si riproduce in Islanda, da fine maggio a fine agosto. I luoghi migliori per osservarli sono: Borgarfjörður nei fiordi occidentali, Dyrhólaey, isole Vestmannaeyjar.

Il parco nazionale di Thingvellir è un sito molto interessante sia dal punto di vista storico-culturale che da quello naturalistico: qui si riuniva l'Althing (l'antico parlamento islandese) e in questa valle è chiaramente visibile la spaccatura tra le placche continentali (ci si può anche immergere nel lago vicino e nuotare nella faglia).

La regione montana di Landmannalaugar nell'interno dell'Islanda meridionale, grosso modo tra l'Hekla e il Vatnajökull, è un'interessante destinazione per il trekking, caratterizzata da splendidi paesaggi di una bellezza selvaggia, ma sfortunatamente è molto difficile da raggiungere.

Lo Skaftafell è un'area protetta, adesso inglobata dal parco del Vatnajökull, caratterizzata da un paesaggio quasi alpino misto agli elementi tipici del paesaggio vulcanico islandese: oltre ai ghiacciai, cascate e boschi di betulle si trovano anche sandar (piane di detriti lasciate dai fiumi glaciali) e basalti vulcanici.

Il parco nazionale di Jökulsárgljúfur, oggi inglobato nel parco del Vatnajökull, è un canyon lungo circa 30 km scavato da un fiume originato dalla calotta glaciale del Vatnajökull.
Nella parte meridionale si trovano in sequenza ravvicinata 3 bellissime cascate: la Dettifoss, la Selfoss e la Hafragilsfoss.

Il porto di partenza per le mini crociere dedicate all'avvistamento delle balene è il piccolo paesino di Húsavík nell'Islanda nord orientale: la sua baia è un habitat ideale per le balene e in estate se ne possono avvistare una dozzina di specie.

Surtsey è un'isola che emerse dal mare nel novembre del 1963 a seguito di un'eruzione di un vulcano sottomarino, e alla fine del processo eruttivo 4 anni più tardi ne risultò un'isola di quasi 3 km2 che da allora ha l'attenzione della comunità scientifica internazionale per lo studio della colonizzazione di nuove terre da piante e animali.

Helgafell è la montagna sacra così presente nella storia e nella letteratura islandese.
È una collina alta 73 metri, ma conserva parte del suo alone magico e chi segue alcune semplici regole mentre la scala potrà esaudire tre suoi desideri.
In primo luogo, bisogna risalire il pendio sudoccidentale fino alle rovine del tempio senza parlare o voltarsi indietro.
In secondo luogo, i desideri devono avere nobili intenti e devono essere fatti da un cuore innocente.
Infine, bisogna discendere dal pendio orientale e non rivelare a nessuno ciò che si è desiderato.
Helgafell si trova 5 km a sud di Stykkisholmur, nell’Islanda centro-occidentale.

Il nome Kerlingarskard significa “passo della strega”: secondo la leggenda, questo strano luogo era abitato da una femmina di troll fino a quando essa fu trasformata in una colonna di pietra ai piedi del Kerlingarfjall, la montagna che forma il lato orientale del passo.
Nelle vicinanze si trova un lago, dove si crede che la strega pescasse.
Nel XIX secolo, un residente locale disse di aver visto enormi impronte che conducevano all’acqua e sono anche stati segnalati alcuni avvistamenti di misteriose creature come a Loch Ness.
Per gli arditi, è possibile campeggiare ed esplorare il lago ma il tempo è spesso ingrato.
Gli autobus che collegano Reykjavik a Stykkisholmur attraversano questo passo.

Una parte dell’isola di Grimsey, 41 km a nord dell’Islanda, è l’unica porzione di territorio islandese all’interno del Circolo polare artico.
Oltre al fascino di questa magica linea sulla carta, la principale ragione per visitare Grimsey è ammirare le falesie che in alcuni punti raggiungono i 100 metri di altezza, costituendo un luogo perfetto per le colonie di uccelli che nidificano qui.
L’isola è anche la patria dei più appassionati scacchisti islandesi.
Storicamente, perdere una partita spesso significava buttarsi giù in mare: dopo tutto, una sconfitta a scacchi era come una sconfitta nella vita.

L’immensa caldera di Askja (50 kmq) è un luogo remoto e solitario come molti altri in Islanda.
Freddo, ventoso e proibitivo, fornisce ampia prova della forza creativa della natura.
Il cataclisma che ha dato origine alla caldera avvenne nel 1875, quando i frammenti eruttati dal vulcano arrivarono fino all’Europa continentale.
L’attività continuò per i 30 anni successivi, culminando in un altro massiccio crollo dei terreni superficiali.
Questa nuova depressione si riempì poi d’acqua formando un lago che, con i suoi 217 m, è il più profondo d’Islanda.
Sebbene il lago – di un colore blu intenso – resti gelato per gran parte dell’anno, un cratere più piccolo e di più recente formazione al suo interno è ancora caldo e ideale per nuotare.
Askja si trova nell’Islanda centrale e si raggiunge con un fuoristrada o partecipando a un’escursione organizzata.

Akureyri è sicuramente una cittadina delle più suggestive dell’intera isola. E anche una delle più sorprendenti: non viene così spontaneo pensare che nella parte più settentrionale dell’Islanda sorga una città così ricca di fiori e dal clima tanto mite.Non a caso la capitale del Nord – così qui viene definita – è stata chiamata Akureyri, ossia lingua di prato. In effetti, qui la luce del sole di mezzanotte ama soffermarsi e riscaldare la temperatura. La città, quindi, vi accoglie con una piacevole quantità di giardini. Ovunque potete incontrare angoli fioriti e colori. E, visitandola, vi potete accorgere che Akureyri merita davvero l’appellativo di città più bella dell’Islanda.
Ma non solo: sebbene più raccolta e piccola della capitale, la capitale del nord si rivela subito molto vitale sia dal punto di vista della cultura – è una città di artisti – sia del divertimento: numerosi, infatti, sono i locali dove potete trascorrere piacevolmente le vostre giornate.
Il giardino botanico: è uno dei più belli dell’Islanda e non ha nulla da invidiare a quello di Rejkiavik: ospita, infatti, una superba raccolta dell’intera flora dell’isola e, soprattutto, varie testimonianze di piante esotiche provenienti dalla Nuova Zelanda, dall’Africa e dall’area mediterranea che qui possono crescere e sopravvivere senza problemi grazie al clima mite.
La storia di questo orto botanico viene in un certo modo a incrociarsi con quella della Akureyri Park Society che nel lontano 1910 decise di destinare un’area allo svago e al relax dei cittadini. Fu così acquistato un terreno che gradualmente si arricchì di alberi e fiori e si ingrandì fino a superare i 3 ettari. Negli Anni ’50 passò in mano all’amministrazione comunale e divenne il bel “vivaio” di piante esotiche che ancora oggi potete ammirare.
Akureyrakirkja (Chiesa di Akureyri): è stata realizzata nel 1940 dall’architetto Gudjon Samuélsson. E ve ne accorgete al primo sguardo: questa poderosa struttura in cemento armato richiama le rocce basaltiche così significative in quest’isola, proprio come la Hallgrimskirkja della capitale.
Questa chiesa, però, riserva le più belle sorprese al suo interno. Si può ammirare un grandioso organo a 3200 canne. Le splendide vetrate miracolosamente illese nonostante provengano dalla britannica cattedrale di Coventry, rasa al suolo durante i bombardamenti del 2° conflitto mondiale.
Nel soffitto c'è la scultura di una nave che testimonia l’usanza locale di invocare l’aiuto del cielo per le persone care che si accingono ad affrontare un viaggio in mare.
Il Museo del floklore presenta testimonianze di suppellettili e oggetti d’uso domestico a partire dal lontano passato fino ad arrivare a oggi. Tra le varie curiosità vi segnaliamo la macchina da scrivere con caratteri tipografici in islandese!
Nonnahus: è la dimora di uno dei più amati e conosciuti scrittori dell’isola; Jon Sveinsson (1857-1944), detto Nonni, in ricordo di uno dei suoi personaggi più famosi.
Qui potete osservare molte sue opere originali. Da notare la sobrietà dell’arredamento, che costituisce un pò uno spaccato della vita dell’isola nei secc. XIX e XX.



Statua di Helgi Il Magro: la città ha innalzato una statua al suo fondatore, Helgi il Magro.
Helgi fu soprannominato così perché da giovane patì per molto la fame.
Quando giunse qui, ebbe qualche difficoltà a conciliare le credenze religiose tradizionali e il cristianesimo: egli, infatti, adorava il dio Þor e proprio a questo dio chiese indicazioni su dove fondare il nuovo insediamento: l’antico nume del mare gli suggerì una zona a soli 7 km da Akureyri, ma Helgi la chiamò Kristnes, ossia la penisola di Cristo.

Hafnarfjordur ha una popolazione di 20.000 abitanti ed attualmente è la terza città per grandezza dell’isola. La città è ricca di testimonianze della secolare attività mercantile, iniziata nel ‘400.
Persino uno dei simboli della città, la torre a strisce bianche e rosse, fa parte di un complesso industriale svizzero.
Il suo nome è “la città nella lava” per il bellissimo ed unico paesaggio che fà da scenario alla città.
E qui la lava è l’elemento paesaggistico più significativo, infatti Hafnarfjordur, si è sviluppata su terreni lavici vecchi di 7000 anni e nel suo parco botanico, Hellisgardi, puoi gustarti il paesaggio come se fossi in un guscio di noce.
Sebbene in alcuni posti la lava sia stata sottomessa dalla tecnologia, questo storico centro commerciale ancora rappresenta un chiaro esempio della potenza della natura.
È nota anche come la città degli Elfi che, secondo un’antica tradizione, abiterebbero sul colle Hamarinn di lava, che sovrasta la città. Ad ogni modo Hafnarfjordur si rivela particolarmente piacevole, ricca com’è di attrazioni e di bellezze naturali.

Dalvik cittadina dell’Islanda Settentrionale, vicino ad Akureyri, è considerata l’ideale per il whale-watching e il trekking.
Questo grazioso borgo di pescatori, per metà ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1934, offre, infatti, superbi paesaggi. È difficile resistere alla seduzione dei suoi ghiacciai, il Tungnahryggsjokull e il þverarjokull o del sole di mezzanotte, molto ben visibile nelle immediate vicinanze di Dalvik, a Olafsfjordur.

Borgafjordur Eystri è un piccolo villaggio dell’Islanda Orientale. Non è molto visitato, ma merita per lo splendido paesaggio che offre la catena montuosa circostante del Dyrfjoll.
Non solo è molto ricca di testimonianze mineralogiche: il suolo abbonda di riolite, ossidiana, diaspro e agata.
Molto suggestive sono le sue spiagge; qui vengono a covare colonie di gabbiani: basta un minimo rumore per interrompere il loro riposo e provocare la fuga o il frullo d’ali di stormi interi.
Qui il contatto con la natura è molto sentito, con tutto ciò che d’ignoto e seducente questa può riservare: la collina dell’alfaborg è, come recita il suo nome, la “roccia degli elfi”.
In questa riserva naturale potete compiere belle passeggiate e godervi un panorama invidiabile della flora.
Ma Borgarfjordur Estri si segnala pure a livello artistico: la chiesa, infatti, vanta una pala d’altare dipinta dal famoso pittore islandese Johannes Kjarval che ha reinterpretato in chiave islandese il celebre”Discorso della montagna”: il monte biblico raffigurato è chiaramente il Dyrfjoll.

Djupivogur è un tranquillo borgo di pescatori che sorge nella parte orientale dell’isola. Un tempo fu il più antico centro commerciale di questa zona. Ora vive di pesca e turismo.
Potete partire da qui, infatti, per raggiungere l’isola di Papey (l’Isola dei Monaci), soprannominata così perché si pensa che un tempo, prima dell’invasione norvegese, sia stata abitata da monaci irlandesi.

Selfoss è la più grande città dell’Islanda meridionale ed è il fulcro dell’attività agricola del Paese.

Un’altra meta di notevole interesse storico è il villaggio di Skalholt, che può essere considerato il centro della cristianità islandese: in questa chiesa, infatti, hanno operato ben 45 vescovi. La chiesa è stata ricostruita nel 1963 e uno degli aspetti più interessanti è sicuramente l’altare realizzato in vetro di N.Tryggvadottir.

Heimaey è l’unica isola abitata dell’arcipelago delle Vestmannaeyjar (le isole degli uomini dell’Ovest) in origine abitate da schiavi irlandesi e ora da colonie di pulcinella di mare e uccelli acquatici.

Himaey nel 1973 ha visto cambiare notevolmente il suo aspetto: si è arricchita dell’Eldfell, una montagna lavica alta circa 220 m, che potete raggiungere attraverso vari itinerari e ammirare in tutta la giovane e impetuosa bellezza dei minerali che fuoriescono dai crateri.
A Heimaey potete visitare l’interessante Museo di storia naturale con annesso un acquario e il caratteristico Museo del Folklore, che presenta testimonianze visive dell’isola prima dell’eruzione del 1973.

Eskifjordur è un grazioso borgo di pescatori della costa orientale dell’isola con la massiccia presenza di rocce che conferiscono alla zona un aspetto molto suggestivo.
Il monte che dà il nome alla cittadina, l’Eskifjordur, è alto 985.

Isafjordur è la più grande città dei fiordi occidentali islandesi.
Sorge su una lingua di sabbia, proprio come recita il suo antico nome Eyri.
D’inverno è un’apprezzata stazione sciistica, mentre d’estate potete considerarla come un punto di partenza per belle escursioni sui fiordi. E proprio ai fiordi è dedicato uno dei musei più interessanti e noti dell’isola: il Museo del mare dei Fiordi Occidentali.
Questo si è sviluppato attorno al progetto originario di B.G. Tomasson: costui voleva realizzare un’imbarcazione a 6 remi proprio come quelle dei vichinghi. Questa nave fu realizzata nel 1941 e attorno a questa sorse la struttura del museo, che ospita una raccolta di fotografie e di oggettistica relativa alla pesca e alla navigazione.
Isafjordur, oltre a questo museo ospita un bel parco che ha un monumento davvero singolare: due gigantesche ossa mascellari di balena disposte ad arco.
Da Isafjordur potete poi raggiungere Sudureyri, un piccolo borgo di pescatori che è immerso in una riserva naturale, ricca di betulle e minerali.

Jokulsarlon è la laguna del fiume di ghiaccio. E, in effetti, sorge nella parte più meridionale del Vatnajokull, il ghiacciaio più grande d’Europa.
Questo ghiacciaio si è ritirato: un tempo riusciva a protendersi fino al mare. E ora, superbe testimonianze di ciò, sono gli iceberg che caratterizzano questa “laguna”. I colori di queste montagne di ghiaccio non sono uniformi: infatti, a seconda della presenza o meno di cenere e aria, si passa dal bianco, al grigio e all’azzurro.

Keflavik è una città, vicino alla Capitale. Nonostante sia di origini medievali, si presenta attualmente con un aspetto molto moderno.
Ospita un aeroporto internazionale, a 50 km da Reykjavik e posto vicino alla base aeronautica americana che si è stabilita in Islanda dopo la seconda guerra mondiale.
I due monumenti più interessanti, che potete incontrare,sono sicuramente la chiesa di legno bianco e il Museo del Folklore realizzato in vecchie case ristrutturate.

Kopavogur ospita la principale e la più originale sala per concerti in Islanda, che fu aperta al pubblico nel 1998.
Concerti ed esibizioni di solisti vengono organizzati regolarmente nel centro, in cui i protagonisti sono sia illustri esecutori islandesi sia musicisti internazionali.
Al centro di Scienze Naturali, nel centro della città di Kopavogur, si può visitare l’esposizione di una collezione molto fornita di molluschi e crostacei. Il centro ospita anche una collezione di pietre e di uccelli e quattro vasche con pesci ed altre specie marine.
Una nuova piscina all’aperto con riscaldamento geotermico, la più grande in Islanda, è fra le principali opportunità per praticare sport e trascorrere il proprio tempo libero a Kopavogur, che vanta anche il più grande campo da tennis del paese.
A Kopavogur si tiene ogni tre anni la “Icelandic Fisheries Exhibition”, una prestigiosa iniziativa internazionale.
Kopavogur ospita anche la “Icelandic Food Ehibition”.
Queste mostre si tengono nel centro a sud della città, dove si organizzano conferenze, mostre ed eventi sportivi, un luogo di ritrovo accessibile a tutti per il commercio libero su larga scala.
Nella stessa zona si è sviluppata una grande area per lo shopping che si estende su un area di 70.000 mtq.
Comunque non tutto il paesaggio urbano di Kopavogur si può considerare moderno.
La zona antica, ad ovest della città (Karsnes), possiede un piccolo porticciolo dove passeggiare piacevolmente lungo la sponda e osservare gli uccelli.
Altri sentieri adatti alle passeggiate si trovano nella “green belt”, dalla parte opposta della città, lungo la strada che va dal Lago Ellidavatn al limite della riserva naturale di Heidmork.
Kopavogur (23.000 abitanti) è la seconda comunità dopo Reykjavik in Islanda ed è anche quella in più forte crescita.
E’ un territorio indipendente che si estende nel centro geografico dell’area di Reykjavik, a soli dieci minuti in macchina dal centro della capitale.
Sebbene Kopavogur fu la sede dell’antica assemblea locale ed è stata teatro di importanti eventi storici sin dalla colonizzazione dell’Islanda, essa fu considerata terreno agricolo fino al 1930.
Dal 1948 essa divenne un piccolo centro rurale di 900 persone e, quando a Kopavogur fu assegnato il titolo di comune nel 1995, la sua popolazione era di circa 4000 persone.
La città è cresciuta costantemente e rapidamente da allora e non solo come area residenziale.
Infatti più di mille società hanno oggi la loro sede in Kopavogur, soprattutto società di servizi e industria leggera, ed è ancora in atto un massiccio sviluppo.
La moderna cupola della Chiesa di Kopavogur, l’emblema della città, domina l’orizzonte a sud di Reykjavik.
Sulla cime dello stesso colle c’è il Museo d’Arte di Kopavogur (Gerdarsafn), un ampio ed elegante museo costruito nel 1985 che espone le opere di Gerdur Helgadottir, una scultrice moderna realizzatrice anche di opere in vetro piombato.
Gerdur Helgadottir realizzò anche le vetrate per le finestre della Chiesa.
Qui è allestita anche una mostra permanente della collezione di Magnus Arnason, pittore e scultore, e di sua moglie Barbara, un’artista inglese, illustratrice e grafica.
Mostre con opere selezionate da queste collezioni vengono allestite ad intervalli, ma l’attività principale del museo sono le mostre di artisti islandesi organizzate quasi ogni mese.



L'Islanda si trova in una zona di forti contrasti termici sia atmosferici (tra i tiepidi venti sudoccidentali e quelli freddissimi che scendono dalla Groenlandia) che marini. Tale situazione di contrasto genera intorno all'isola una zona di bassa pressione quasi permanente, che è stata battezzata "Depressione d'Islanda". Essa influenza il clima dell'isola più di ogni altro fattore, determinando un'estrema variabilità della forza dei venti, della loro direzione e dell'umidità delle masse d'aria. Di conseguenza, in Islanda, repentini passaggi dalla pioggia al bel tempo e di nuovo al maltempo sono la regola anziché l'eccezione. Non sono inoltre rare violente tempeste, dovute a passaggi di depressioni con valori barici anche inferiori ai 950 hPa.

Relativamente alla latitudine (63-66° N) e nonostante le sue propaggini settentrionali sfiorino il circolo polare artico, l'inverno dell'Islanda non è eccessivamente freddo, soprattutto per l'influenza (come detto) di parte della Corrente del Golfo, che sfiora l'isola sui suoi versanti meridionale e sudoccidentale. L'estate invece è molto breve e fresca (massime di luglio a Reykjavík sui 13° e minime sui 7°). Il record caldo della capitale è 24,8°, mentre quello assoluto islandese è 30,5° (piuttosto alto, ma si deve tener conto del calore cittadino che, anche in centri abitati spaziosi come quelli dell'isola, mantiene le temperature almeno sui 2-3° al di sopra delle aree extraurbane). In genere nei giorni più caldi (a luglio) si superano di poco i 20°, ed è considerata già una considerevole ondata di caldo, mentre durante la notte è rarissimo non scendere sotto i 10°. All'interno (per via dell'altitudine) e a nordovest (a causa di una maggiore influenza della corrente fredda proveniente dalla Groenlandia) il clima è quindi molto più rigido e manca una vera e propria estate. I ghiacciai occupano l'11% dell'isola e si trovano anche ad altitudini collinari (lingue si spingono quasi fino al mare, anche a 50 m s.l.m.) e in zone ombrose gelo e neve rimangono tutto l'anno. Le piogge, dipendenti in massima parte dalla direzione del vento, ammontano a circa 1000–1600 mm annui lungo le coste meridionali e orientali, a 700–1000 mm all'interno dell'isola, a 800 mm a Reykjavík e a 400–600 mm a nord e nordest. La parte con precipitazioni più basse dell'isola si trova a nord dell'enorme ghiacciaio Vatnajökull dove esse sono inferiori a 400 mm. Le nevicate possono accadere anche a inizio giugno e fine agosto nell'entroterra.

In inverno, come detto, le temperature sono miti e non scendono di molto sotto lo zero: nei giorni più freddi (in gennaio) nelle regioni costiere meridionali si hanno temperature attorno agli 0°, negli altopiani centrali attorno ai -10° e nelle zone settentrionali tra -25° e -30°. Nonostante ciò, le gelate sono molto frequenti e sono rare giornate molto al di sopra dello zero. Ci possono essere anche escursioni termiche giornaliere molto marcate, ma esse sono strettamente legate alla direzione di provenienza del vento (anziché all'alternanza di luce ed oscurità). L'arcipelago di Vestmannaeyjar, che si trova al largo della costa meridionale, è la zona con il clima più oceanico. Qui sono molto frequenti le giornate di forte vento con nevischio: la neve cade spesso, ma generalmente non ci sono grandi accumuli (non oltre i 15–20 cm). L'estate è invece estremamente piovosa e fresca.

In sintesi, il clima islandese è inadatto all'agricoltura (che pure potrebbe trovare condizioni favorevoli nei terreni vulcanici così fertili).

La popolazione si distribuisce, come in passato, lungo le aree costiere pianeggianti, in particolar modo nelle regioni occidentali. Le zone interne sono invece pressoché disabitate, fatta eccezione per alcune vallate. Le località più densamente popolate sono le coste del Faxaflói (dove sorge la capitale), di alcuni fiordi settentrionali e le pianure alluvionali del Sud-Ovest.

La densità media è una tra le più basse del pianeta, tanto più se si tiene conto che oltre un terzo degli islandesi vive nella capitale. Il solo centro di grandi dimensioni è ancora Reykjavík ma pochissimi sono i centri definibili davvero "città" (tra questi, Kópavogur, Hafnarfjörður, Akureyri, Reykjanesbær). L'Islanda è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di incremento naturale (13,83 nati l'anno ogni 1.000 abitanti contro 6,57 morti).

Gli islandesi hanno libertà religiosa, come sancito dalla Costituzione. La religione ufficiale è il luteranesimo, professato secondo la Chiesa Nazionale d'Islanda (Þjóðkirkjan). Durante la dichiarazione dei redditi, gli islandesi devono dichiarare l'appartenenza religiosa, consentendo così di distribuire una quota di imposta alla confessione religiosa scelta; per in non religiosi la quota viene destinata allo stato. Nel 2015 gli islandesi erano divisi nei seguenti gruppi religiosi:

L'75,75% della popolazione appartiene alla Chiesa Nazionale d'Islanda.
Il 5,61% è ateo
Il 4.85% appartiene ad altre Chiese luterane di Reykjavík e Hafnarfjörður.
Il 3,61% è cattolico; i cattolici appartengono alla diocesi di Reykjavík
Lo 0,27% è ortodosso
Lo 0,21% sono testimoni di Geova
lo 0,12% è musulmano
La percentuale di popolazione rimanente è divisa tra altre Chiese o sette cristiane e religioni diverse dal Cristianesimo (meno dell'1%), tra queste la neopagana Associazione ásatrúar islandese (Íslenska Ásatrúarfélagið), che promuove la religione norrena precedente alla cristianizzazione dell'Islanda; un'altra confessione, definita Zuismo, è stata fondata per abolire il sovvenzionamento statale alla religione. Secondo l'ultimo studio dell'Istituto statunitense Gallup sull'Indice globale sulla religiosità e sull'ateismo reso pubblico l'8 agosto 2012 gli atei in Islanda sarebbero però il 10% della popolazione. Secondo un sondaggio del 2015 invece risulta che oltre il 40% degli islandesi sotto i 25 anni si dichiara ateo, e lo 0% crede nel creazionismo.

La lingua ufficiale dello Stato è l'islandese. La lingua di quest'isola venne importata nel IX e nel X secolo dai norvegesi che la colonizzarono ed appartiene quindi al gruppo nordico occidentale delle lingue germaniche. A causa della posizione geografica l'islandese è la lingua scandinava più conservata dai tempi antichi in fatto di vocabolario, ortografia e grammatica. Viene utilizzato l'alfabeto latino, a cui vanno ad aggiungersi due caratteri: þ e ð.

Inoltre, lo Stato islandese ha ufficialmente riconosciuto la lingua dei segni islandese (islenskt táknmál) come lingua primaria della comunità sorda islandese, ed è protetta da diritti costituzionali. Anche il braille islandese, lingua scritta della comunità dei ciechi, è riconosciuto.

Anziché utilizzare i cognomi, gli islandesi aggiungono al proprio nome personale il patronimico (nome del padre al genitivo) seguito dai suffissi:

-son (figlio) o
-dóttir (figlia).
In questo modo, Baldur figlio di Jon si chiamerà Baldur Jonsson. Sua sorella Elin invece si chiamerà Elin Jonsdóttir.

L'Islanda è una Repubblica Costituzionale dal 1944. Ha un sistema di governo parlamentare: il capo del governo e i ministri esercitano il potere esecutivo e formano il governo, che per restare in carica deve essere sostenuto dalla maggioranza dei membri del Parlamento (Althing). Il presidente della Repubblica, eletto dai cittadini, rimane in carica per quattro anni. Vigdís Finnbogadóttir, prima donna presidente nello Stato, e una delle prime con la carica di capo di Stato in tutto il mondo (eccettuate le regine regnanti), è stata riconfermata per ben tre volte nella carica.

L'Islanda è suddivisa amministrativamente in municipalità, contee e regioni.

L'Islanda è divisa in 8 landsvæði (regioni), usate principalmente per scopi statistici, per delimitare le giurisdizioni delle corti distrettuali e in generale per l'attribuzione del codice postale. Prima del 2003 le regioni erano anche utilizzate per le elezioni dell'Althing. Questi utilizzi (eccetto per quelli statistici) sono comunque basati su una vecchia versione delle regioni dove la città di Reykjavík era una regione speciale ed i comuni limitrofi nell'odierna Regione della capitale erano parte della regione del Reykjanes, oggi nota come Suðurnes.

L'Islanda è tradizionalmente divisa in 23 contee, sýslur, e 14 città indipendenti, kaupstaðir. Oggi questa divisione non ha più significato a livello amministrativo, visto che il Paese è oggi diviso in 26 magistrature, nelle quali i rispettivi magistrati sono la maggiore autorità per quanto riguarda la polizia locale (eccetto a Reykjavík dove c'è uno speciale ufficio di commissariato di polizia) e le funzioni amministrative come la dichiarazione di bancarotta o il matrimonio civile. Le giurisdizioni di questi magistrati seguono spesso le linee delle contee tradizionali, ma oggi si usa più di frequente riferirsi ad essi col nome della loro sede e non con quello della contea tradizionale (come per molte province italiane) anche quando si trovano sullo stesso territorio.

Il territorio è suddiviso in 79 sýslur (comuni). La maggior parte include un centro abitato principale (kaupstaður).

L'unico centro abitato dell'Islanda che possa definirsi città è Reykjavík, la capitale, in cui risiede quasi il 40% della popolazione. Oltre che sede politica e amministrativa è anche il principale centro industriale, possiede un porto e un aeroporto. La qualità della vita è piuttosto alta, così come il reddito pro capite, che è anzi tra i più elevati del continente. Le altre "città" principali si trovano, inevitabilmente, tutte lungo la costa. Oltre a Reykjavík, sempre a sud, si trovano Hafnarfjörður, Kópavogur, Selfoss e Keflavík, sede dell'aeroporto internazionale. Nella parte ovest dell'isola tra i principali centri si annovera Akranes, mentre a nord Akureyri ed Húsavík. Egilsstaðir è il principale centro dell'est Islanda. L'isola più importante è Vestmannaeyjar.

L'istruzione è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 16 anni, ma la maggior parte degli islandesi oltre i 21 anni continua a studiare. Vi è quindi un alto livello culturale e non esiste l'analfabetismo.

Il 7,6% del PIL islandese è investito nella pubblica istruzione,[65] mentre il 3,1% nella ricerca.

Il sistema sanitario è uno dei migliori del mondo. In Islanda non esistono le scuole di specializzazione per i medici neolaureati (ad eccezione della medicina del lavoro e medicina di base), per cui questi ultimi si recano soprattutto in Svezia o Stati Uniti per completare il loro percorso di studio.

L'Islanda è uno dei pochissimi Paesi al mondo a non possedere un esercito ma solo di un corpo di polizia e la guardia costiera, dotata anche di battelli armati per la sorveglianza della propria flotta di pescherecci, data la fortissima concorrenza con le flotte della Gran Bretagna, della Danimarca, della Norvegia e della Russia, concorrenza spesso sfociata in aspre dispute diplomatiche tra questi Paesi. La difesa militare del Paese è affidata agli Stati Uniti, precisamente alla IDF (Icelandic Defence Force). Gli Stati Uniti hanno installato basi militari sull'isola sin dalla seconda guerra mondiale, ampliate e rafforzate durante la Guerra Fredda in funzione anti-sovietica. Pur impegnandosi a garantire la sicurezza dell'Islanda, il governo americano ha chiuso l'ultima base militare (Keflavík) nel 2006, anche a seguito di numerose proteste da parte degli abitanti, contrari alla permanenza della base. L'Islanda è un membro della NATO (North Atlantic Treaty Organization), alleanza militare che lega la maggior parte dei Paesi europei, il Canada e gli Stati Uniti.
Il sistema giudiziario islandese, basandosi sul diritto danese, non prevede la pena di morte.

L'Islanda è una repubblica parlamentare. Il Parlamento, che si chiama Althing (in islandese "Alþingi"), venne fondato nel 1845 con funzioni consultive per il Re di Danimarca. Ciò fu visto generalmente come un ristabilimento dell'assemblea fondata nel 930, nel periodo del Commonwealth, e sospeso nel 1799. Esercita il potere legislativo ed oggi ha 64 membri eletti a suffragio universale ogni quattro anni.

Il Presidente della Repubblica, eletto solitamente tra figure di spicco esterne al mondo politico, ha compiti principalmente cerimoniali, con funzioni diplomatiche e di capo di Stato, ma detiene anche l'importante potere di mettere il veto ad una legge promulgata dal parlamento, e di sottoporla a referendum popolare. In ogni caso, un dibattito è ancora in corso riguardo ai poteri del Presidente. Vigdís Finnbogadóttir è stata la prima donna ad essere eletta Capo di Stato nel 1980. Ha esercitato le funzioni presidenziali fino al 1996.

Il Primo Ministro è il capo del Governo, e insieme a quest'ultimo detiene il potere esecutivo. Il Governo è formalmente nominato dal Presidente della Repubblica dopo le elezioni legislative. In ogni caso, il processo di formazione del governo è generalmente condotto dai leader dei partiti politici, che costituiscono una coalizione in grado di avere una maggioranza nell'Alþing e assegnano le deleghe ai ministri. Solo nel caso in cui i leader dei partiti non siano in grado di raggiungere un compromesso in un ragionevole lasso di tempo il Presidente della Repubblica può nominare autonomamente un Governo. Un caso simile non è mai avvenuto dalla fondazione della Repubblica nel 1944, ma nel 1942 il reggente Sveinn Björnsson, nominato dall'Alþing nel 1941, nominò un governo non parlamentare. Il reggente aveva, nella pratica, funzioni presidenziali e Björnsson divenne successivamente il primo Presidente della Repubblica nel 1944.

In Islanda i governi sono sempre stati formati da coalizioni tra due o più partiti, in quanto nessun partito ha mai ricevuto la maggioranza dei seggi.

Le elezioni per i consigli municipali, il parlamento, e il Presidente della Repubblica sono tenute ogni quattro anni.
A seguito delle elezioni legislative del maggio 2007 si costituì un governo formato da una coalizione tra il Partito dell'Indipendenza, di destra, e l'Alleanza Socialdemocratica, che godeva di un'ampia maggioranza di 43 seggi su 63 nell'Alþing. Dal 1º febbraio 2009, a seguito delle dimissioni del Primo Ministro Geir Hilmar Haarde, ha assunto tale carica Jóhanna Sigurðardóttir (Alleanza Socialdemocratica), a capo di un governo di coalizione tra i socialdemocratici, la sinistra e i verdi: è stata la prima donna a ricoprire questa funzione in Islanda, oltreché la prima donna al mondo, dichiaratamente omosessuale, a ricoprire la carica di Primo Ministro. È stata riconfermata nel ruolo a seguito delle elezioni anticipate tenutesi il 25 aprile 2009, che hanno visto la vittoria della coalizione formata dal Samfylkingin (Alleanza Socialdemocratica) e dal Vinstrihreyfingin grænt framboð (Movimento dei Verdi di sinistra). Il 16 luglio 2009 il Parlamento ha autorizzato il governo a iniziare i negoziati per l'adesione all'Unione europea.

Questo processo rischia di rimanere incompiuto a seguito della vittoria, nelle elezioni del 2013, della coalizione tra il Partito dell'Indipendenza, guidato dal leader Bjarni Benediktsson, ed il Partito del Progresso. Il centro-destra "euro-scettico" torna dunque al potere dopo una sola legislatura all'opposizione: la politica di austerità promossa in questi ultimi quattro anni dal governo di centro-sinistra è stata punita dall'elettorato islandese, nonostante i sacrifici abbiano permesso di uscire dalla recessione.

Nel contesto della crisi economica del 2008 ha preso vita un movimento di cittadini per proporre la redazione di una nuova Costituzione che incorporasse le lezioni apprese dalla crisi e che sostituisse quella in vigore dal 1944 basata sul modello danese. Il 27 novembre 2010 furono indette delle elezioni da cui risultarono eletti i 25 cittadini che avrebbero formulato la bozza della nuova Costituzione. L'affluenza alle urne fu piuttosto bassa, meno del 36% degli aventi diritto si recarono a votare, e scelsero tra 522 candidati liberi da ogni affiliazione politica. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La "Consulta Costituzionale" (Stjórnlagaráð) eletta era composta da docenti universitari, avvocati, giornalisti ed anche da un sindacalista, un contadino, un pastore e un regista. Al termine dei propri lavori il 29 luglio 2011 il movimento ha presentato al Parlamento islandese un progetto nel quale sono confluite la maggior parte delle linee guida prodotte in modo consensuale via internet e nel corso delle diverse assemblee del movimento che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La proposta di riforma costituzionale, dopo essere stata approvata da un referendum popolare il 20 ottobre 2012, è attualmente sottoposta al vaglio del parlamento che la dovrà discutere e approvare entro le elezioni della primavera 2013.

L'Islanda è membro fondatore (4 aprile 1949) della NATO, pur essendo uno Stato privo di forze armate, unico nell'Organizzazione in questo.

Fa parte inoltre del Consiglio Nordico, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dell'Organizzazione mondiale del commercio, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA), dello Spazio economico europeo, dello spazio di Schengen (dal 25 marzo 2001). Il 23 luglio 2009 ha presentato domanda ufficiale d'adesione all'Unione europea. Tuttavia nel febbraio 2015 la domanda è stata ritirata dal governo euro-scettico il quale, forte dell'ampio consenso popolare, non sembra intenzionato a ripresentarla in futuro.

L'Islanda fu la prima nazione a riconoscere internazionalmente l'indipendenza delle repubbliche baltiche. Nel 2011 l'Islanda fu altresì tra i primi Stati europei a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.

Il parlamento, il 16 luglio 2010, ha approvato una legge che garantisce a pieno la libertà di espressione. In particolar modo, viene garantita l'impunità a chiunque pubblichi su internet informazioni riservate militari, giudiziarie o societarie. La medesima norma tutela anche chi viola un segreto di Stato. L'Islanda, pertanto, non potrà dare esecuzione ad alcuna rogatoria estera volta ad oscurare un sito internet islandese contenente tali informazioni.

La forte crisi economica globale del 2008 ha portato l'Islanda al crack finanziario: prima di questi eventi l'economia islandese era piccola ma ben sviluppata, con un PIL stimato sui 10 miliardi di dollari nel 2005 (e un reddito procapite di 52.764 $, uno tra i più alti del pianeta). A crollare nel 2008 è l'istituto di credito islandese Landsbanki. Il governo islandese si fa carico dei debiti dei propri correntisti ma non anche di quelli dei residenti olandesi e inglesi facendone nascere una querelle con i relativi Stati[85] che volevano un risarcimento anche per loro.

Sono presenti nel Paese alcune realtà produttive di eccellenza in settori ad alta tecnologia: ad esempio le famose protesi in fibra di carbonio del corridore Oscar Pistorius sono prodotte da un'azienda islandese, la Össur.

In seguito alla crisi finanziaria ed economica la disoccupazione è passata dal minimo storico dell'1% nel 2008 all'8,2% del febbraio 2009. A luglio 2015 la disoccupazione registrata è stata del 4.3%.

Nel 2011, l'82,7% delle esportazioni dall'Islanda erano dirette nel SEE.

Il settore primario contribuisce al 6,2% del PIL islandese e il 5,8% della manodopera è occupato in questo settore.

L'industria agricola islandese è ostacolata dal clima; principalmente consiste nella coltivazione di patate (nel 2009, 9.500 tonnellate) e, in serre, di piante da frutta e ortaggi. Animali da pelliccia e ovini (469.400 capi nel 2009) costituiscono la gran parte del bestiame allevato, così come aringhe e merluzzi sono i protagonisti nel settore della pesca. Nei pressi del Mývatn, lago sito a nord-est del Paese, vengono sfruttati i giacimenti di diatomite.

I prodotti della pesca contribuiscono al 70% circa delle esportazioni.

A fine 2011 la capacità elettrica installata era di 2.669,4 MW e la produzione annuale di elettricità ammontava a 17.210,4 GWh.

Il 72,7% dell'energia prodotta proviene da centrali idroelettriche, mentre la restante parte da centrali geotermiche.

Tra gli impianti geotermici va citato lo stabilimento di Krafla (60 MW installati), mentre tra quelli idroelettrici occorre segnalare gli impianti di Fljótsdalur (690 MW) e di Búrfell (270 MW).

Il settore secondario contribuisce al 26,6% del PIL islandese e il 18,6% della manodopera è impiegato in questo settore.

L'industria è attiva principalmente nei settori collaterali alla pesca, nonostante siano rilevanti il settore della lavorazione dell'alluminio, dell'abbigliamento e della produzione del cemento (nel 2009, 138.000 tonnellate).

Industrie dedite all'ottenimento di prodotti derivati dal pesce sono presenti nelle zone settentrionali dell'isola.

Il settore terziario contribuisce al 67,2% del PIL islandese e il 75,6% della manodopera è impiegato in questo settore.

Grandi capitali vengono investiti nel welfare e in particolare nel settore della sanità.

Settore terziario avanzato: Uso di nuove tecnologie limitato per la recente crisi finanziaria internazionale, ma comunque in crescita e sviluppo.

In Islanda la rete ferroviaria è assente, mentre, anche considerando le difficili condizioni ambientali, quella stradale risulta più che discreta (12.888 km di cui 4.566 asfaltati nel 2010). La Hringvegur è la strada principale e presenta una caratteristica forma ad anello; è lunga 1.400 km. Il trasporto internazionale è affidato all'aeroporto di Keflavík e il sistema aeroportuale riveste un ruolo di primaria importanza nelle comunicazioni interne. Al trasporto via mare vengono invece affidati la maggior parte dei commerci (più di 250 le navi occupate nello spostamento delle merci).


Le bellezze naturali d'Islanda, tra cui il Vatnajökull e le sue enormi distese glaciali e la sua attività vulcanica, unitamente a un vasto patrimonio culturale, tra cui occorre citare i molti musei di storia locale e naturale, fanno dell'Islanda una meta turistica rilevante nello scenario mondiale.

La valuta corrente è la corona islandese, emessa solo dalla Banca Centrale d'Islanda (Seðlabanki Íslands). La corona islandese ha subito parecchio gli effetti della crisi economica del 2008 e dell'inflazione e si è progressivamente svalutata contro l'euro, dimezzando il suo valore nel biennio 2007 - 2008 scivolando da un massimo di 82,13 corone fino a un minimo di 195,00 corone contro 1 euro.


Nel nord ovest si trova uno degli ultimi territori selvaggi d'Europa con molti uccelli e renne (importate dalla Norvegia, ma allo stato brado).

Sull'isola si trova anche la volpe polare. Il Mink/ Visone (un predatore) è fuggito da allevamenti per pellicce e non ha nemici naturali.

Il cavallo islandese, piccolo come un pony, introdotto sull'isola dai vichinghi, è una razza particolare con un trotto (Tölt) veloce, sicuro e comodo per la cavalcata. È vietata l'importazione di cavalli in quanto si teme l'introduzione di malattie equine e la minaccia alla purezza della razza del cavallo islandese.

L'Islanda è stata da sempre un'isola di pastorizia. Gli ovini (prevalentemente della razza Round-Up56 Rattir) godono come pure i cavalli di molta libertà e possono approfittare di ampi pascoli, dai quali vengono richiamati solo in autunno.

La caccia alle balene è stata sospesa nel 1986, ma nel 2006 il governo ha annunciato di riprendere l'attività. Nel 2010, alla vigilia dei negoziati per l'adesione dell'Islanda all'Unione europea, la questione è stata riaperta in quanto l'Islanda, cacciando i cetacei, non rispetterebbe gli orientamenti comunitari e la moratoria internazionale.

Tra gli uccelli, la pulcinella di mare (Fratercula arctica) è considerato una sorta di animale simbolo dell'isola. Posti importanti per l'avifauna sono la penisola Látrabjarg, il lago Mývatn, le isole Vestmannaeyjar.

I lupini, con una caratteristica fioritura violetta in giugno, vennero introdotti dopo la seconda guerra mondiale. L'Islanda è uno dei paesi sui quali la deforestazione di massa ha ottenuto gli effetti più devastanti. La mancanza di foreste di grande estensione e, in alcune aree, la loro completa assenza ne fa il paese europeo (esclusi i microstati) con meno superficie occupata da foreste: solo circa 1% del territorio totale. Ciò che i primi esploratori invece trovarono al loro arrivo era una situazione assai differente: un'isola coperta per il 25-40% principalmente da boschi di betulle la cui altezza raggiungeva i 15 m e che occupavano soprattutto i fondovalle riparati dal vento. A questi si aggregavano macchie di salici diffuse nelle aree costiere e umide. Trattandosi di un'isola particolarmente distanziata dal continente europeo, i primi abitanti dell'Islanda si dedicarono ad un'economia di sussistenza, tagliando gli alberi per costruire imbarcazioni, edifici, produrre calore e pascoli per il foraggio da destinare al bestiame, costituito principalmente da pecore, introdotte per ottenere lana e fonte di sostentamento. Spesso vengono addotte come cause della distruzione di circa il 95% del patrimonio forestale islandese la Piccola era glaciale, che provocò un brusco abbassamento delle temperature, e le eruzioni vulcaniche. Queste due spiegazioni sono però poco attendibili perché le conseguenze si sarebbero ridotte ad una diminuzione della flora di alta quota e non alla eliminazione dei boschi nelle pianure e nelle vallate.

Le foreste erano altresì importanti per la necessità di carbone nella lavorazione del ferro e la produzione di utensili. Questa necessità si ridusse solamente intorno alla metà del XIX secolo, quando si sviluppò il commercio e molti dei macchinari agricoli vennero importati. La deforestazione però continuo fino circa agli anni quaranta del XX secolo, il legname infatti era l'unica fonte di riscaldamento per le fredde case in cemento o quelle coperte dai caratteristici tetti a zolle di erba. Così intorno alla metà del secolo scorso il rivestimento forestale toccava i suoi minimi forse dalle ultime ere glaciali: si ipotizza infatti che anche meno dell'1% dell'isola presentasse alberi.

Al giorno d'oggi, benché vengano ancora prodotti circa 100 tonnellate di ciocchi di legno per riscaldare alcune abitazioni, soprattutto quelle più isolate che non possono contare sull'energia geotermica, è in atto un grande sforzo di riforestazione in alcune aree dell'isola. Di queste un dato numero hanno anche una valenza sociale: assolvono al compito di aree ricreative nelle quali si può osservare il fragile ecosistema di una foresta.

L'alfabeto ha 32 lettere. Alla A segue la Á e così via fino alla Ö, che contrariamente alla lingua tedesca viene considerata una lettera a parte e non una variante della O (ciò significa che in un elenco ordinato alfabeticamente le due lettere verranno differenziate, stessa cosa vale per le lettere accentate).
Nell'elenco telefonico gli abbonati sono ordinati in base al loro primo nome, dato che la seconda parte non è un cognome ma un patronimico, formato dal nome del padre con il suffisso -son per i figli oppure -dóttir per le figlie. Veri cognomi sono assai rari e di origine straniera (soprattutto danese).
Questi nomi vengono mantenuti anche in seguito a matrimonio. Spesso i figli vengono chiamati con nomi già presenti in famiglia. Molti islandesi sono in grado di ripercorrere il proprio albero genealogico fino ai tempi della colonizzazione.

L'Islanda è il Paese che ha ospitato il Roverway 2009, campo scout internazionale per giovani di tutto il mondo.




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