mercoledì 24 febbraio 2016
LE ISOLE CAYMAN
Furono scoperte da Cristoforo Colombo nel 1503, successivamente furono un luogo frequentato da pirati fino al 1670 quando passarono sotto la dominazione inglese.
L’arcipelago delle Cayman si trova nel mar dei Caraibi occidentale, a sud di Cuba e a nordovest della Jamaica. Si compone di tre grandi isole – Grand Cayman, dove si trova la capitale George Town, Cayman Brac e Little Cayman – e occupa un territorio di circa 260 kilometri quadrati, per una popolazione di circa 55mila abitanti.
Di tutte e tre le isole dell'arcipelago Grand Cayman Island è la più grande. Famosa per la Seven Mile Beach dall’affascinante forma a mezzaluna, una delle più belle isole del Mare delle Antille è una terra di grande fascino naturale. Altra attrattiva della zona è Stingray City nella cui spiaggia è possibile giocare con amichevoli razze. La capitale dell’isola è George Town, splendida cittadina dove tradizionali e coloratissimi edifici si mescolano con costruzioni moderne e quartieri gremiti di artigiani che, ancora oggi, lavorano nelle loro case.
Cayman Brac, piccola e selvaggia, è invece il luogo adatto per chi desidera trascorrere una vacanza a stretto contatto con la natura selvaggia tra fauna e flora esotica. Una volta giunti sull’isola da non perdere è il paesaggio meraviglioso che si gode dall’alto del faro; la bellezza delle grotte calcaree come la Bat Cave; le meraviglie del fondo marino, perfette per coloro che amano le immersioni, e le rigogliose foreste, casa di oltre 200 specie diverse di uccelli tra cui spicca il raro, e in via di estinzione, Brac Parrot (pappagallo). Inoltre per gli amanti dell’escursionismo, l’isola offre un reticolo di sentieri davvero interessanti.
La più piccola delle tre isole dell’arcipelago: Little Cayman è invece un rara combinazione di sole, riservatezza, spiagge bianchissime e chilometri di deserto tropicale. Il luogo perfetto per chi è alla ricerca di una vacanza romantica e in totale privacy. Qui si trova anche un importantissimo sito per le immersioni: il Bloody Bay Marine Park ricco di coralli, aragoste, polpi, aquile di mare, tartarughe e ogni varietà di pesci tropicali tra cui la super cordiale cernia Nassau, Jerry, che ama lasciarsi coccolare dai visitatori. Per quanto riguarda inceve l'aspetto culinario, la cucina delle isole Cayman comprende per lo più piatti tradizionali dei Caraibi a base di noce di cocco, piantaggine, manioca, patate, riso e piselli, tonno, dentici e mango. Per dessert solitamente viene servito l’Heavy Cake.
Oltre a essere un paradiso naturale, meta ideale per i viaggi di nozze, le Cayman rappresentano uno dei principali centri off shore del mondo. In altre parole, sono tradizionalmente inserite nelle liste dei “paradisi fiscali” dove le norme sul segreto bancario sono stringenti e dove è possibile registrare, per una cifra intorno ai 10mila euro, società anonime, schermando l’identità dei reali proprietari. Inserite nella lista delle istituzioni non collaborative da parte dell’Ocse nel 2000, tre anni dopo le Cayman hanno siglato un memorandum per intraprendere un percorso di adeguamento agli standard internazionali in termini di trasparenza e controllo, soprattutto contro la criminalità organizzata, il finanziamento al terrorismo, e l’evasione fiscale. Tanto che, dal 2007, fanno parte della Caribbean financial action task force (Cfatf), nata sotto l’ombrello della Financial Action Task Force (Fatf), ente fondato nel 1989 e composto da 36 membri tra cui l’Italia in collaborazione con Onu, Ocse e Banca Mondiale, per fissare degli standard internazionali e controllare la legislazione antiriciclaggio dei Paesi membri. L’ultimo rapporto, che risale al 2010, evidenzia ancora non poche lacune nella legislazione delle Cayman.
Tra le particolarità vantaggiose delle Cayman, per chi operi in finanza, c’è una legislazione chiara e semplicissima, un sistema giudiziario veloce e poca o nessuna burocrazia. Per questo, la modalità classica di operare in luoghi come questo, è quella di chi, pagando le tasse sugli utili nel paese in cui è residente, può offrire però un patto chiaro con l’investitore che decide di conferire investimenti al suo fondo. Nel caso in cui si arrivi a “litigare”, il tribunale competente è quello delle Cayman, secondo regole - poche e precise - accettate da tutte le parti prima, al momento della stipulazione del contratto.
Alle Cayman, come si legge sul sito del governo, non si paga pressoché alcuna imposta diretta. Niente tasse sul reddito, sulle imprese, sulle eredità, sulle plusvalenze delle società, sulle donazioni e sulle proprietà immobiliari. Naturalmente, questo non toglie che sui redditi ivi prodotti, le persone fisiche paghino le tasse secondo le regole e le norme dei paesi di residenza. Un residente italiano che produce il suo reddito operando lì, resta dunque sottoposto alle norme e alle capacità di controllo delle autorità italiane. Nè sono particolarmente vantaggiose le norme per chi investa in fondi lì collocati. In altre parole, se qualcuno investe in un fondo gestito lì, se residente in Italia, paga sugli utili le stesse tasse che paga se investe - con ritorni - in una società quotata in borsa. Diversa, e assai vantaggiosa, è invece la tassazione per chi lì è residente: nel 1985 è stata inoltre eliminata una tassa di 10 dollari delle Isole Cayman per ogni residente adulto maschio di età uguale o inferiore a 60 anni (1 dollaro delle Isole Cayman vale 95 centesimi di euro). L’unico balzello dovuto agli abitanti dell’arcipelago caraibico è un’imposta di bollo che varia dal 6 al 7,5% sul valore della proprietà immobiliare al momento della vendita, oltre a una tassa dell’1% sui mutui uguali o inferiori ai 300mila dollari locali e dell’1,5% su quelli superiori a 300mila dollari.
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