Questi pesci hanno tutto sommato una struttura del corpo abbastanza ordinaria, il corpo è affusolato e siluriforme, la bocca è piccola, rivolta verso l'alto e dotata di denti piccoli, l'occhio è, al contrario, grande. Le squame sono grandi e molto dure.
Quello che rende inconfondibili gli esocetidi sono i caratteri delle pinne: le pinne pettorali sono in tutte le specie molto lunghe, in molte specie raggiungono la pinna dorsale se non la pinna caudale.
A seconda delle specie le pinne ventrali possono o meno essere allungate (molto meno delle pettorali) e si possono distinguere i "pesci volanti a due ali" e "pesci volanti a quattro ali". La pinna caudale, profondamente forcuta, ha il lobo inferiore più lungo del superiore. Le pinne dorsale e anale sono basse, di solito opposte e simmetriche.
Il colore degli adulti è uniformemente blu sul dorso e bianco argenteo sul ventre, i giovani possono essere variamente colorati ed avere lunghi barbigli o pinne pettorali con disegni vivaci.
Questi caratteristici pesci sono diffusi in tutti gli oceani e sono molto più comuni ed abbondanti nei mari caldi. Nei mari europei di solito non si trovano più a nord del golfo di Guascogna anche se questi veloci nuotatori si possono a volte incontrare a centinaia o migliaia di chilometri di distanza del loro areale abituale. Nel mar Mediterraneo sono comuni due specie (Cheilopogon heterurus e Hirundichthys rondeletii) e ne sono presenti altre due, molto rare (Exocoetus volitans e Exocoetus obtusirostris).
Sono tipici pesci d'alto mare, vivono in acque aperte lontano dalle rive, cui, a parte poche specie, non si avvicinano mai.
La caratteristica che rende particolari questi pesci è la capacità di effettuare, mediante le ampie pinne pettorali, "voli" più o meno lunghi fuor d'acqua per sfuggire ai predatori. Dapprima il pesce percorre una tratta rettilinea a pelo d'acqua, poi le pinne pettorali vengono spiegate, il pesce fuoriesce dall'acqua e la pinna caudale vibra velocemente sfiorando l'acqua con il lobo inferiore allungato per conferire la velocità necessaria al "decollo". Il volo dura al massimo una trentina di secondi e raggiunge un'elevazione di solito inferiore al metro mentre la tratta percorsa può raggiungere alcune centinaia di metri. Le pinne ventrali, nelle specie che le hanno allungate, hanno funzioni stabilizzatrici.
Gli Exocoetidae sono fortemente attratti dalle luci e spesso si trovano sulla coperta delle imbarcazioni che non abbiano murate troppo alte dove planano attratti dall'illuminazione di bordo. Tutte le specie sono gregarie.
Sono catturati da cetacei, tonni e marlin e lampughe.
Sono carnivori e si nutrono soprattutto di pesciolini.
Le uova in molte specie hanno filamenti che attaccano ai sargassi mentre in alcune altre, come ad esempio le specie europee, ne sono prive. I giovani, hanno aspetto diverso dagli adulti; vivono in superficie e utilizzano le pinne pari per mantenere il galleggiamento.
La forma allungata aiuta il pesce volante ad acquisire abbastanza velocità per solcare la superficie dell'acqua. Le grandi pinne pettorali, a forma di ala, gli permettono di tenersi in volo.
I pesci volanti riescono a elevarsi così in alto che i marinai, spesso, li trovano sui ponti delle navi.
Per poter spiccare il volo o planare, il pesce volante raggiunge una velocità subacquea di circa 60 chilometri all'ora. Puntando verso l'alto, il pesce volante a quattro ali rompe la superficie e battendo rapidamente la coda ancora sott'acqua comincia la sua corsa. Poi spicca il volo, raggiungendo anche i più di un metro di altezza e planando per lunghe distanze che possono sfiorare anche i 200 metri. Una volta riavvicinatosi alla superficie, è in grado di continuare la sua corsa battendo la coda, senza tornare a immergersi completamente nell'acqua.
In questo modo, il pesce volante è capace di estendere la durata e, planando più volte di seguito, anche la lunghezza dei suoi voli fino a 400 metri.
Purtroppo, non sono però in grado di sfuggire al loro maggiore predatore: l'uomo. I pesci volanti sono infatti oggetto di pesca in diverse parti del mondo, dal Vietnam, ai Caraibi, fino alle Barbados, dove il loro consumo dal punto di vista alimentare è parte della cucina tradizionale locale.
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