domenica 3 aprile 2016

NUOVA ZELANDA



L'insediamento degli umani in Nuova Zelanda risale a circa sette secoli fa, quando gruppi di polinesiani, probabilmente in una serie di ondate successive, vi giunsero tra il 1000 e il 1300 d.C. Nei secoli successivi, essi svilupparono una cultura propria fino a forgiare l'attuale identità del popolo maori. La popolazione era suddivisa in sottogruppi detti hapu, a volte alleati, a volte in lotta fra loro. In epoca successiva un nucleo di maori lasciò la Nuova Zelanda alla volta delle isole Chatham, dando così vita ad un'altra nuova cultura nota come moriori.

I primi europei a visitare l'arcipelago furono gli olandesi della spedizione guidata da Abel Tasman nel 1642. Molti membri dell'equipaggio vennero uccisi dai maori e l'esito della spedizione fu tenuto segreto per evitare eventuali insediamenti della rivale Compagnia Inglese delle Indie Orientali. Gli europei non fecero ritorno sulle isole fino all'arrivo dell'esploratore britannico James Cook, che visitò queste terre durante il suo primo viaggio del 1768-71. Cook sbarcò in Nuova Zelanda nel 1769 e mappò gran parte delle coste.

Dopo la spedizione di Cook, molte altre navi europee e americane sbarcarono sulle isole. Gli europei erano soliti commerciare con i nativi, cedendo cibo europeo, armi e utensili in metallo in cambio di acqua fresca e cibo locale. L'introduzione della patata e del moschetto ebbe un notevole impatto sulla società maori. In particolare, l'uso dei moschetti modificò i rapporti di forza tra le varie tribù, portando alle cosiddette "guerre del moschetto". Inoltre, a partire dagli inizi del XIX secolo, diverse missioni cristiane si stabilirono nel paese, convertendo gran parte dei maori.

Preoccupato dalle mire espansionistiche francesi e dal modo disordinato con cui i bianchi stavano colonizzando le nuove terre, il governo britannico decise di inviare in Nuova Zelanda William Hobson, al fine di reclamare la sovranità britannica e stipulare un trattato con i nativi. Fu così che dal 1788 al 1840 la Nuova Zelanda fece formalmente parte del Nuovo Galles del Sud. La vera svolta fu determinata dal Trattato di Waitangi, stipulato nella Baia delle Isole il 6 febbraio 1840. Malgrado le discordie e i dubbi che ancora oggi si hanno sulle versioni in lingua maori e in inglese, tale trattato è considerato l'atto costitutivo della nazione neozelandese nonché una garanzia dei diritti dei maori. In particolare, Hobson scelse inizialmente Okiato come capitale della nuova colonia, per poi trasferirsi ad Auckland nel 1841.

A partire dal 1840 consistenti ondate di coloni europei giunsero in Nuova Zelanda. I maori, inizialmente, si mostrarono desiderosi di commerciare con i bianchi (da loro chiamati pakeha) e, proprio grazie a questo tipo di attività, diverse tribù riuscirono ad arricchirsi. La situazione cominciò però a peggiorare quando, di fronte alla crescita degli insediamenti dei bianchi (stimolata dalla scoperta dell'oro, avvenuta nel 1861), i maori cominciarono a temere di perdere il controllo della loro terra. Tali contrasti portarono alle cosiddette guerre maori, combattute tra gli anni sessanta e settanta dell'Ottocento e che causarono ai maori la perdita della gran parte delle loro terre.

Nel 1854 venne insediato il primo parlamento neozelandese, cosa che rappresentò il primo passo verso l'autonomia del paese (tant'è che ormai, verso la fine del secolo, la Nuova Zelanda poteva dirsi completamente autonoma dalla madrepatria). Nel frattempo, nel 1863, il primo ministro Alfred Domett fece sì che la capitale venisse trasferita in una località sullo stretto di Cook, probabilmente al fine di impedire che l'Isola del Sud diventasse una colonia separata. Alcuni commissari australiani - scelti per la loro neutralità - candidarono a questo ruolo Wellington, grazie alla sua posizione centrale e al suo porto. Fu così che il parlamento vi si insediò ufficialmente nel 1865.

Nel 1893 la Nuova Zelanda si distinse quale primo paese al mondo a riconoscere il diritto di voto alle donne. Sempre in quel periodo, si ebbero diverse nazionalizzazioni e l'istituzione della pensione di vecchiaia: provvedimenti, questi, che diedero alla Nuova Zelanda una delle più avanzate legislazioni sociali del tempo.

Il 26 settembre 1907 la Nuova Zelanda acquisì lo status di dominion, per poi diventare completamente indipendente nel 1947, anno in cui venne ratificato lo Statuto di Westminster del 1931 (va però detto che già da molto tempo la Gran Bretagna aveva cessato di esercitare un ruolo attivo nel governo dell'ormai ex-colonia). Visti i legami con la Gran Bretagna, l'economia neozelandese sperimentò notevoli difficoltà durante la Grande depressione. Ciò portò alla formazione del primo governo laburista, il quale optò per la creazione di un vasto welfare state e di un'economia orientata al protezionismo. Va inoltre aggiunto che la Nuova Zelanda, vista la forte impronta lasciata dai coloni europei, si dimostrò sempre un membro fedele dell'Impero britannico. Contingenti neozelandesi combatterono durante la Seconda guerra boera e durante le due guerre mondiali; il governo neozelandese, infine, appoggiò quello britannico durante la crisi di Suez. In particolare, la partecipazione alla prima guerra mondiale valse al paese il mandato sulle Samoa occidentali e su Nauru. La Nuova Zelanda partecipò, inoltre, alla Guerra di Corea del 1950-1953, tra le forze ONU ed entrò, nel 1955, nell'Organizzazione del Sud-Est Asiatico. Nel 1961, vennero accolte le richieste di indipendenza delle isole Samoa occidentali. Nel 1965 le truppe neozelandesi furono inviate in appoggio al governo del Vietnam del sud, durante la Guerra del Vietnam.

Se ci limitassimo ad osservare i dati, potremmo affermare che l'Australia rischia di perdere il suo appeal come meta preferita per gli emigranti di tutto il mondo. Ambita per qualità della vita, ritmi di lavoro ben poco frenetici e, soprattutto, per un'economia che oltre a continuare a crescere e per stipendi molto vantaggiosi, l'Australia rischia oggi di essere messa all'angolo dalla vicina Nuova Zelanda.

Il Dipartimento per l'Immigrazione neozelandese, che ha riscontrato per il 2015 un inatteso sorpasso nel numero di australiani che si spostano in Nuova Zelanda alla ricerca di un lavoro rispetto ai neozelandesi che si trasferiscono, per lo stesso motivo, down under. L'ultimo anno in cui è stata registrata una situazione simile è stato il 1991.

Negli ultimi mesi la popolazione neozelandese è cresciuta moltissimo: da dicembre a oggi i migranti sono aumentati a ritmi di circa 4.500 unità al mese. In un anno la popolazione straniera è cresciuta del 65 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti. In valori assoluti stiamo parlando di 56.800 al posto di 34.400 stranieri. E attenzione, non vengono soltanto da paesi poveri, perché le comunità più numerose sono oggi quella indiana, cinese, inglese, filippina e tedesca.

Come spiega l'Ambasciatore d'Italia a Wellington, Carmelo Barbarello, anche il numero degli italiani sta crescendo molto in fretta. E non aumentano solo i visti vacanza-lavoro per gli under 30 (da 708 nel 2011 sono più che raddoppiati nel 2014, arrivando a quota 1614), ma anche la quota di professionisti qualificati fuori sede: "architetti ed ingegneri a Christchurch per via della ricostruzione dopo il terremoto del 2011, medici a Auckland, grafici e tecnici cinematografici a Wellington presso WETA, la casa di produzione di Peter Jackson", e via dicendo.

La crescita economica di Auckland e di tante altre città neozelandesi è il vero motore di questo boom di ingressi, che coinvolge potenziali migranti, visitatori temporanei, e anche i neozelandesi residenti all’estero che non hanno mai smesso di sognare di tornare, prima o poi, in patria.

L'immagine di paradiso che il resto del mondo associa a paesi come Australia e Nuova Zelanda. E quindi nazioni così lontane da risultare proprio per questo affascinanti, immerse in paesaggi bucolici, isolate da ogni tipo di problema e che sarebbero persino riuscite a mettere in piedi un sistema di integrazione multiculturale perfetto. Attenzione però, in Nuova Zelanda si sta bene, ma questo paese non è un paradiso. Alcolismo, convivenza con la minoranza Maori e inquinamento pro-capite sono tra i problemi più gravi che non è ancora riuscito a risolvere.

Ritmi meno frenetici e vita all'aria aperto. Ebbene, per molti migranti quella in Nuova Zelanda è una vera e propria fuga verso un mondo in cui la quotidianità è decisamente più lenta e gradevole rispetto a quella asiatica, americana o europea. In Nuova Zelanda si corre per tenersi in forma, non per rispondere a telefonate e email nella pausa tra un meeting e un altro. E i tempi di trasferimento sono talmente ridotti da permettere anche ai pendolari di fare un salto in spiaggia o una scampagnata in bicicletta quando lo desiderano.



Costo della vita e stipendi. Ecco, questo è il punto alla base del sorpasso tra Nuova Zelanda e Australia. Perché a Wellington e dintorni la vita è cara, ma un po' meno rispetto a Melbourne o Sydney, e gli stipendi sono più o meno in linea con quelli down under, perciò molto vantaggiosi per chi è abituato a sbarcare il lunario con mille euro al mese o poco più.

Istruzione e sanità sono di buon livello, e lo stesso vale per i servizi pubblici. Con un vantaggio rispetto al resto del mondo anglosassone: costi e rette sono ragionevoli, dettaglio che rende un trasferimento in Nuova Zelanda ancora più conveniente.

E infine ci sono le opportunità di lavoro. Già da qualche anno la Nuova Zelanda ha iniziato una politica "aggressiva" di reclutamento all'estero di tutte quelle professionalità che nel paese scarseggiano. Non solo, a sentire gli head hunter locali le occasioni non mancano nemmeno negli altri settori. Del resto, la disoccupazione è stabile sotto la soglia del 5,5 per cento.

La Nuova Zelanda ha una forma lunga e stretta. Si estende per circa 1 500 km da nord a sud; in entrambe le isole la costa occidentale non dista più di 200 km da quella orientale. Lo stretto di Cook (che separa le due isole) è largo 26 km.

Dal punto di vista fisico la Nuova Zelanda è un arcipelago formato da due grandi isole (Isola del Nord e Isola del Sud), divise dallo Stretto di Cook, e da molte altre isole minori, in gran parte disabitate: l'Isola Stewart, la terza per estensione, più le cosiddette Isole esterne, ovverosia 9 arcipelaghi minori, 5 dei quali (a loro volta chiamati Isole sub-antartiche neozelandesi) sono un Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Entrambe le isole sono attraversate da catene montuose; l'Isola del Sud dalle Alpi meridionali e l'Isola del Nord da catene di minore altezza. Il Monte Cook (o Aorangi in lingua maori, ovvero "che trapassa le nubi") con i suoi 3 754 m è la vetta più alta del paese ed è situata al centro delle Alpi neozelandesi. La Nuova Zelanda è ancora ricca di molti vulcani attivi ed è una zona con un rischio sismico molto elevato.

La costa la cui lunghezza complessiva è 15 134 km è frastagliata nell'Isola del Nord mentre in quella del sud si presenta più regolare.

Il territorio presenta numerosi corsi d'acqua che nascono dai rilievi, sono però per la maggior parte molto brevi e discontinui, difficili da navigare, infatti sono frequentemente interposti nel corso del fiume, laghi (spesso di origine vulcanica come il Lago Taupo) e cascate.

La latitudine della Nuova Zelanda (da 34 a 47° S) corrisponde all'incirca a quella dell'Italia, nell'emisfero boreale. Tuttavia il fatto di essere in mezzo all'Oceano rende il clima diverso da quello italiano. Infatti ci sono molte più precipitazioni, perché il fatto di essere un'isola la rende naturalmente più predisposta. In generale, comunque, il clima è temperato e marittimo, con temperature raramente minori di 0 °C e maggiori di 30 °C. La minima temperatura registrata in Nuova Zelanda fu di -21,6 °C (ad Ophir, Otago), mentre la massima fu di 42,4 °C (a Rangiora, Canterbury). Fra le maggiori città, Christchurch è la più asciutta, con solo 640 mm di acqua all'anno. Auckland, la città più piovosa, ne riceve quasi il doppio. Auckland, Wellington e Christchurch ricevono comunque una media di oltre 2 000 ore di sole all'anno. La parte meridionale dell'isola del Sud ha un clima più fresco e perturbato, con circa 1 400 – 1 600 ore di sole, mentre la parte settentrionale dell'isola del Sud è la parte più soleggiata e riceve circa 2 400 – 2 500 ore di sole all'anno.

Dal 2014 si contano 4 578 900 abitanti, con una densità di 16 per km²; i tre quarti della popolazione vive nell'Isola del Nord, più favorevole climaticamente.

La popolazione della Nuova Zelanda è costituita per il 67% da bianchi, principalmente di origine inglese e scozzese; gli indigeni di etnia polinesiana sono circa 201 000. Sono presenti minoranze di cinesi, indiani, tedeschi, olandesi, italiani. Gli Europei costituiscono il 67% della popolazione, i maori il 14%, altre popolazioni del Pacifico il 3%, altri ancora (inclusi cinesi) il 14%. Ai censimenti non stupisce il fatto che la somma delle percentuali superi il 100%, poiché molti neozelandesi si ritengono appartenenti a più di un'etnia.

Dalla città di Bluff a Moerewa i neozelandesi continuano a togliersi la vita a ritmo crescente. Nell’ultimo anno i suicidi sono stati 564, su una popolazione di quattro milioni e mezzo di abitanti, circa 17 per km quadrato, segnando un aumento generale: quelli maschili sono passati da 385 nel 2014 a 428 nel 2015, quelli femminili da 144 a 136. A decidere di farla finita non sono soltanto i Maori - il popolo originario della Polinesia, sopravvissuto alle invasioni inglesi in Nuova Zelanda -, da questo punto di vista la parte più fragile della Nuova Zelanda, ma anche contadini che da sempre vivono in queste lande. Le cause sono pressoché le stesse che si ritrovano nel resto del mondo: disturbi mentali, povertà, isolamento e disoccupazione ma uno dei grossi ostacoli resta la ritrosia a parlare apertamente del problema. Nonostante i milioni di dollari siano stati spesi dal governo in campagne di prevenzione e pronto soccorso, la società neozelandese è ancora fortemente refrattaria ad affrontare di petto il suicidio.

Eppure, secondo il professor Shyamala Nada-Raja dell'Università di Otago, i programmi di aiuto falliscono perché non riescono a cogliere i veri problemi della società neozelandese: relativa giovinezza e identità frammentaria. "Abbiamo a che fare con un vuoto esistenziale di popolo. Che Paese, che nazione siamo? Dove andiamo? Qual è il nostro scopo? La Nuova Zelanda è un paese giovane rispetto alla Gran Bretagna, non ha ancora terminato il suo percorso. E' anche per questo che eventi come la crisi economica possono avere effetti devastanti su un Paese in fase di maturazione rispetto a un altro, come il Regno Unito, che ha più anni di storia alle spalle". Spiegazione che trova d'accordo anche Moira Clunie, dell'Istituto Mentale della Nuova Zelanda: "Il fatto di riconoscere una propria identità è una forza protettiva nei confronti del suicidio, ma in Nuova Zelanda manca ancora un senso di appartenenza comune e una storia culturale collettiva".

Un senso di spaesamento che risulta fatale soprattutto per la minoranza Maori, che pur essendo il 15% della popolazione neozelandese, rappresentano il 50% della popolazione carceraria, con una speranza di vita media inferiore di 7 anni rispetto ai non-Maori e un tasso di disoccupazione che lievita al 12,4%, rispetto alla media del 5, 9%. Fattori, questi, che li rendono facili candidati al suicidio, anche se a pesare molto è anche il retroterra culturale: "L'uomo Maori deve essere forte, virile e all'altezza i ogni situazione - spiega Mike King, uno dei comici Maori più famosi della Nuova Zelanda che per vergogna ha aspettato quarantacinque anni prima di dire pubblicamente di essere depresso - Ad ammazzare non è il pensiero del suicidio, ma il fatto di dover convivere e combattere la depressione da soli. La società deve spingere gli uomini a parlare dei loro problemi". Per il professor Nada-Raja stoicismo e durezza d'animo, caratteristiche del popolo Maori non sono da condannare "hanno fatto grande il popolo Maori per millenni, pioniere in Nuova Zelanda. La soluzione è sviluppare terapie centrate sulla loro cultura, e non solo fatte di cliniche e ospedali, così lontani dalle loro visioni".

La religione più diffusa è quella cristiana praticata dal 60% della popolazione, benché in costante decrescita; comprende cattolici, anglicani, metodisti, presbiteriani. Si aggiunge anche una forte presenza missionaria della Chiesa Cristiana Avventista. Il 35% della popolazione si dichiara ateo o agnostico, mentre il restante 5% è composto da buddisti e da una comunità musulmana di immigrati.

Vi sono tre lingue ufficiali: inglese, maori e lingua dei segni neozelandese (NZSL).

I primi coloni europei divisero il paese in province; queste furono abolite nel 1876, anno in cui il governo fu completamente centralizzato. Nel 1989 il governo locale fu completamente riorganizzato e fu instaurato un sistema di governo basato su due livelli, le regioni e le autorità territoriali.

Attualmente la Nuova Zelanda ha 16 regioni (di cui 12 sono governate da un consiglio regionale eletto dal popolo, e 4 governate dalle autorità territoriali) e 74 autorità territoriali 16 delle quali sono distretti urbani, 58 sono distretti rurali ai quali si aggiungono le isole Chatham.

Quattro delle autorità territoriali (una città e tre distretti) e le isole Chatham sono nel contempo delle regioni, sono quindi definite come autorità unitarie. Le autorità territoriali non sono una suddivisione delle regioni, esistono quindi delle autorità territoriali il cui territorio fa parte di più di una regione. Sono dipendenze esterne della Nuova Zelanda, con autonomia interna, le Isole Cook (235 km², 18 000 abitanti), le isole Tokelau (10 km², 2 000 abitanti) e l'isola Niue.

Le città principali sono: Wellington, Christchurch, Auckland, Dunedin.

Nell'isola del nord le principali forme arboree sono di tipo felciforme. Molto diffuse anche le acacie, in particolare le mimose. Per proteggere il paese dalla fragilità del suo ecosistema così particolare e irripetibile al mondo, viene attuato un controllo molto forte alla dogana, che adempie al suo compito con grande rigidità, e con gli anni sono stati istituite delle zone a tutela degli animali e della vegetazione dove non è possibile toccare nulla né modificare il paesaggio in nessun modo. La Nuova Zelanda conta infatti un altissimo numero di parchi nazionali, istituiti a partire dal 1887, che al loro interno offrono ai turisti la contemplazione delle meraviglie che racchiudono attraverso i tanti percorsi di trekking, pensati e organizzati proprio per regalare gli scorci migliori e le vedute più spettacolari.

Oltre a queste risorse, la Nuova Zelanda possiede moltissimi parchi forestali, riserve marine e parchi storici e di conservazione che sono in grado di dare una visione a trecentosessanta gradi delle attrazioni culturali e naturali del paese, unico al mondo per il rispetto e la coscienza ecologica che ha sviluppato nel corso degli anni dopo i disastri sfiorati nei secoli scorsi o alcune estinzioni di fauna peculiare causate dalla leggerezza dell’uomo. La rarità e la singolarità che si trovano in questo luogo di alcune specie di animali, soprattutto di uccelli, sono qualcosa di eccezionale che va assolutamente preservato.

L'animale simbolo della Nuova Zelanda è il kiwi, una sorta di uccello preistorico notturno, senza ali, e con un caratteristico becco che utilizza per cercare cibo in profondità, nella terra. L'evoluzione ha portato quest'animale a ridursi di dimensioni, diventando grande circa quanto un gatto; tuttavia non sono diminuite le dimensioni delle sue uova che quindi appaiono sproporzionate rispetto al corpo.

In Nuova Zelanda non vi sono specie endemiche di mammiferi. Gli unici mammiferi trovati dai primi maori furono alcuni pipistrelli provenienti probabilmente dall'Australia.

I coloni provenienti dall'Australia introdussero una specie di opossum per sfruttarne in termini commerciali la pregiata pelliccia. Tuttavia, il vorace opossum ha sconvolto l'equilibrio faunistico del Paese, causando anche l'estinzione di oltre 1300 specie di uccelli e lo stesso kiwi è a rischio, poiché l'opossum ne attacca gli adulti e ne divora le uova. I neozelandesi sono freneticamente attivi nel tentativo di estirpare gli oltre 70 milioni di esemplari di opossum, prima che comprometta ulteriormente l'ecosistema locale. Per questa ragione ogni iniziativa che preveda l'eliminazione fisica degli opossum, viene etichettata in Nuova Zelanda come "ecologica".

Huberia brounii è una specie endemica di formica, tipica della Nuova Zelanda, di difficile osservazione e pertanto poco conosciuta.

In Nuova Zelanda, l'uomo ha introdotto diversi animali alloctoni, un classico esempio ne è la Vespula vulgaris, che si è naturalizzata ed è diventata una specie invasiva. A causa degli inverni miti, alcune colonie di Vespula vulgaris superano l'inverno, dando vita a sciami piuttosto numerosi e nidi molto grandi e pericolosi.

Nei confini della Nuova Zelanda e fuori, è aperto il dibattito sull'esistenza di una letteratura neozelandese autoctona e autonoma. Se gli studiosi si trovano concordi sull'esistenza di quest'ultima, non lo sono altrettanto sulla questione di un periodo di primario sviluppo, quindi la discussione è completamente aperta. Gli stessi scrittori, nati e cresciuti in Nuova Zelanda, dato il forte legame con la terra d'origine, tendono a ricondurre la loro opera all'interno di più vasti filoni: paradigmatico l'esempio di Katherine Mansfield e Dan Davin. Altri, invece, sono convinti dell'esistenza di una salda e forte tradizione letteraria nella Nuova Zelanda, e si ritengono orgogliosamente protagonisti di questo fenomeno: la più importante di tutti è Janet Frame, autrice di famose novelle e romanzi; altri autori di rilievo sono Frank Sargeson, Witi Ihimaera, Patricia Grace, Rowley Habib e Keri Hulme. Da segnalare anche Ngaio Marsh, importante esponente del filone classico del romanzo poliziesco. Altrettanto importante è la tradizione poetica, ampiamente rappresentata da figure come James K.Baxter (1926-1972), A.R.D. Fairburn (1904-1957), Sam Hunt (1946-).

La Nuova Zelanda, in quanto colonia britannica, subì fortemente l'influenza della musica inglese: nei primi anni sessanta, in seguito alla cosiddetta British Invasion, nacquero moltissimi gruppi che ne imitavano lo stile e il look. Pochissimi di questi conobbero un successo che andasse oltre i confini nazionali, ma contribuirono enormemente a far emergere il neonato panorama musicale neozelandese. Con la diffusione a livello mondiale della musica hard rock, si moltiplicarono gruppi e band che si rifacevano a quel sound; tra questi sicuramenti i più importanti sono gli Human Instinct, il supergruppo blues costituito dal virtuoso della chitarra Billy Te Kahika, formalmente conosciuto come Billy T.K., di origine maori; oppure i Dragon, o gli Hello Sailor. Questi gruppi furono gli aprifila di quella che sarebbe poi diventata una vera e propria esplosione musicale intorno alla metà degli anni settanta, quando incontrarono successo e fama gruppi come gli Split Enz, bandiera del rock nazionale, capitanati dall'eclettico Tim Finn, oppure quella che venne in seguito denominata la scena del Dunedin Sound. Il Dunedin Sound prende diretta ispirazione dalla musica punk giunta in Nuova Zelanda sul finire degli anni settanta, ma è caratterizzato dalla mescolanza con suoni più dolci e meno grezzi (notevole l'influenza di gruppi come Velvet Undergound o The Stooges); furono molti i gruppi rappresentativi di questo genere, ma i più significativi furono The Enemy (diventati in seguito Toy Love), The Same (poi The Chills), Tall Dwarfs, The Verlaines, The Jean-Paul Sartre Experience, The Kind of Punishment. Per quanto riguarda il panorama rock neozelandese degli ultimi anni, hanno raggiunto una buona notorietà internazionale il gruppo garage rock/garage punk The Datsuns, la band indie The Veils (che è in parte neozelandese e in parte inglese) e il duo indie pop The Brunettes: tutte queste formazioni sono attualmente attive e hanno tenuto concerti anche in Italia.
Lo stesso discorso vale per la band The D4 (anch'essa esponente del garage rock), anche se nel maggio del 2006 i suoi componenti hanno annunciato il proprio scioglimento.
Uno dei musicisti neozelandesi più famosi al mondo è David Parsons: compositore di musica elettronica, è stato l'iniziatore del genere world-new age . È fortemente influenzato dalla musica tibetana (di cui è grande estimatore) e da quella indiana.
Il musicista e produttore Mark De Clive-Lowe, metà giapponese e metà neozelandese, ha suscitato grande consenso nella critica internazionale ed è considerato uno dei migliori esponenti del genere nu jazz. Il suo è uno stile eclettico, con influenze jazz, hip-hop e soul.
The Nomad è un dj neozelandese: i suoi inizi (sul finire degli anni novanta) sono stati caratterizzati da uno stile drum and bass, per poi spostarsi negli anni successivi su uno stile più soul, ricco anche di echi hip-hop e di beat old school .
Importante è anche la scena post-rock, noise-rock e psichedelica neozelandese degli anni novanta che ha dato i natali a gruppi e artisti commercialmente di nicchia ma molto famosi fra gli appassionati come The Dead C e Roy Montgomery.

Ultimamente ha conosciuto una notevole popolarità anche il cantante rock e country Keith Urban, neozelandese di nascita (ma australiano d'adozione e con origini polacche).
Non va infine trascurata la consistenza sempre maggiore che dai primi anni ottanta ad oggi ha acquisito l'hip hop neozelandese, i cui esponenti sono in gran parte di origini maori. In particolare, l'hip hop indigeno maori, assieme a quello polinesiano, ha dato vita ad un genere musicale specifico, noto col nome di Urban Pasifika. nel 2014 la cantante Lorde scala le classifiche mondiali; Ella Marija Lani Yelich-O'Connor, conosciuta con lo pseudonimo di Lorde (Auckland, 7 novembre 1996), Diviene famosa in tutto il mondo grazie al singolo Royals, che raggiunge la vetta delle più importanti classifiche mondiali, tra le quali la Billboard Hot 100 e la UK Singles Chart, singolo che vende globalmente quasi 7 milioni di copie.

Una peculiarità della Nuova Zelanda sono i magnifici paesaggi, quasi surreali. Infatti, questi paesaggi sono diventati scenari di grandi film fantasy, come ad esempio Il Signore degli Anelli, Le cronache di Narnia e serie tv come La spada della verità. Nata a Mount Albert (Auckland), Lucy Lawless è un'attrice cantante neozelandese, celebre per Xena - Principessa guerriera, serie televisiva andata in onda dal 1995 al 2001 e girata in Nuova Zelanda. Grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson lo Stato ha visto incrementare fortemente il proprio settore turistico: per questo, a pochi mesi di distanza dall'uscita in sala de Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, la zecca ha annunciato il conio di nuove monete raffiguranti i personaggi di Tolkien, corredate di scritte in rune elfiche, per un valore compreso tra l'1 e i 10 dollari neozelandesi.

James Cameron, il regista del film Avatar, si è trasferito in Nuova Zelanda per girare il nuovo film "Avatar 2".

Lo sport nazionale della Nuova Zelanda è il rugby a 15. Esso fu lì importato dal Regno Unito negli anni settanta del XIX secolo, e in pochi anni divenne popolarissimo, tanto che nel 1884 la prima Nazionale effettuò un tour in Europa e nel 1905, a causa di un refuso di un giornalista inglese dell'epoca, assunse il soprannome di All Blacks, divenuto in seguito un marchio di fabbrica della selezione, e che divenne la base per gli appellativi di altre selezioni sportive del Paese (Black Ferns, la Nazionale femminile; Tall Blacks, la Nazionale maschile di pallacanestro; All Whites, invece, quella di calcio; Black Sticks quella di hockey su prato femminile).

L'attività rugbistica (maschile e femminile) è governata dalla New Zealand Rugby Union; la Nazionale maschile vanta tre titoli di campione del mondo (1987-2011-2015) e una finale, persa nel 1995 contro il Sudafrica. Al pari di quella maschile, anche quella femminile è stata più volte campione del mondo, avendo vinto il titolo nel 1998, 2002, 2006 e 2010.

L'attività di club è divisa in campionati provinciali di massima basati sulle divisioni amministrative del Paese (le regioni), e su un campionato nazionale, un tempo noto come Campionato Nazionale Provinciale (National Provincial Championship ) e oggi come ITM Cup: esso è un torneo riservato alle selezioni rappresentative delle varie federazioni provinciali ed è costituito da due divisioni secondo il principio di promozione/retrocessione. Tra le federazioni provinciali che si sono aggiudicate il maggior numero di titoli figurano quella di Auckland (16) e Canterbury (11); da segnalare tra le altre federazioni di rilievo quella di Wellington (4 titoli), Otago e Waikato (2 ciascuna).

Al più alto livello professionistico la Nuova Zelanda ha cinque franchise, espressione di aggregazioni delle varie federazioni provinciali, che annualmente competono nel Super Rugby, campionato a 15 squadre le altre 10 delle quali sono cinque sudafricane e altrettante australiane; in tale torneo, la cui prima edizione si svolse nel 1996 tra dodici formazioni, le squadre neozelandesi si sono imposte, a tutta l'edizione 2013, in 12 occasioni su 18 edizioni: sette volte con i Crusaders (basati principalmente nella regione di Canterbury), tre volte con i Blues (della regione di Auckland) e due volte con gli Chiefs, di Waikato, i quali sono anche i campioni dell'edizione 2013.

Tra i giocatori neozelandesi più famosi che la storia di tale sport ricordi, figurano Sir Wilson Whineray, Kevin Skinner, Sir Colin Meads, Graham Mourie, Sean Fitzpatrick, Sir John Kirwan, Jonah Lomu e, più recentemente, Richie McCaw e Dan Carter.

Altro sport in cui la Nuova Zelanda primeggia è il softball, con ben 6 titoli mondiali vinti fra gli uomini e uno fra le donne. Seguiti anche il cricket, il polo, il lacrosse, l'hockey su prato, il rugby a 7 (campione del mondo nel 2001 e nel 2013) e il Rugby League (campione del mondo nel 2008). Fra le donne è molto popolare il Netball, gioco simile alla pallacanestro.

Di grande importanza per la Nuova Zelanda è anche il canottaggio; Mahe Drysdale tra gli altri ha ottenuto cinque successi nei campionati mondiali. Di ottimo livello anche il ciclismo, in particolare su pista: la Nuova Zelanda ha un'ottima tradizione nell'inseguimento a squadre (sia maschile sia femminile, con medaglie in Coppa del Mondo e olimpiche).

Negli ultimi 20 anni la Nuova Zelanda si è imposta a livello mondiale anche nella vela ed in particolare nella competizione della America's Cup. Nel 1995 il team neozelandese, rappresentate il Royal New Zealand Yacht Squadron, ha vinto la competizione portando il trofeo ad Auckland. Sono state disputate due edizioni della America's Cup in Nuova Zelanda nel 2000 e nel 2003, in quest'ultima l'imbarcazione neozelandese è stata battuta cosicché il trofeo dopo otto anni di permanenza ha lasciato Auckland.

La Nuova Zelanda è inoltre molto conosciuta per i suoi sport estremi e il turismo d'avventura e per il primo uomo che raggiunse la cima del monte Everest nel 1953, il neozelandese Sir Edmund Hillary.

È in crescita anche la popolarità del calcio. Dal 1970 si gioca un campionato nazionale per club, chiamato NZFC dove le squadre più prestigiose sono l'Auckland City e il Waitakere United, vincitrici delle ultime cinque edizioni di NZFC e delle ultime quattro edizioni della OFC Champions League. La Nazionale di calcio neozelandese partecipa alle qualificazioni per i Campionati mondiali di calcio nella confederazione oceanica dell'OFC. Nella sua storia si è qualificata due volte ad una fase finale del mondiale: Spagna 1982, venendo eliminata, però, già al primo turno e a Sudafrica 2010, con lo stesso esito ma conquistando 3 pareggi uno dei quali proprio con l'Italia per 1 a 1.

Tra gli sportivi neozelandesi più importanti, sono da annoverare anche i piloti Denis Hulme, vincitore del Campionato mondiale di Formula 1 nel 1967 e Scott Dixon, vincitore del campionato IRL nel 2003, nel 2008 nel 2013 e nel 2015. Dixon, sempre nel 2008, fu inoltre capace di aggiudicarsi la 500 Miglia di Indianapolis. Nel motociclismo lo sportivo neozelandese che si è maggiormente distinto è Hugh Anderson, vincitore di quattro titoli mondiali, due nella classe 50cc (1963 e 1964) e due nella classe 125cc (1963 e 1965).

La Nuova Zelanda integra nella propria gastronomia, piatti maori, britannici e asiatici. La cucina è influenzata da tutte le etnie che fanno parte della popolazione. Non si può inoltre trascurare un accenno alla vasta scelta di vini, prodotti dalla fiorente industria, attualmente in piena ascesa.

Le specialità più note possono suddividersi in due famiglie principali: originarie maori e non. Nella cucina maori i cibi sono solitamente cotti in forni interrati, riempiti opportunamente con brace calda. Vista l'attività geotermica molto diffusa nel paese, anticamente essa veniva sfruttata per la cottura dei cibi. Maiale, pollo, agnello e pecora sono le carni cucinate nell'Hangi, come contorno invece l'immancabile kumara (patata dolce), cipolle, cavolo, patate, carote e zucca. Tutto può essere aggiunto di Taro (pianta polinesiana) che avvolto conferisce un gradevole gusto piccante.

Le costolette di agnello sono molto diffuse anche nella cucina kiwi non maori e vengono solitamente consumate accompagnate dalla deliziosa salsa di menta. Un'altra specialità largamente diffusa nel Paese è il Fish and Chips, una tradizione importata dal Regno Unito, ma la disponibilità di altre varietà di pesce rende il F&C neozelandese vagamente diverso al gusto. Solitamente si tratta di dentice. Le cozze giganti di Coromandel sono un altro eccellente piatto da provare. Cucinate solitamente bollite e aromatizzate, anche con curry.

La parte forse realmente sviluppata in tutta la nazione è quella dei dolci, e in particolare la Pavlova e l'Afghan. La Pavlova, sulla cui origine per anni c'è stata una discussione con i cugini australiani, è una torta con una base di meringa, spesso coperta con panna e sempre servita con fragole tagliate e kiwi a fettine. L'Afghan è, invece, un biscotto a base di cioccolato, farina, zucchero e burro di varie misure.

Le persone più conosciute di origine neozelandese, a parte quelle legate al mondo del citato rugby, come il famoso giocatore Jonah Lomu o John Kirwan, già giocatore e, da allenatore, anche commissario tecnico della Nazionale italiana, fanno parte principalmente del mondo del cinema e dello spettacolo.

È il caso, per esempio, della cantante Hayley Westenra che per il suo disco del 2011, Paradiso, ha collaborato con il maestro Ennio Morricone, dell'attrice e cantante Lucy Lawless, protagonista della serie televisiva Xena - Principessa guerriera e apparsa in altre serie, tra le quali X-Files. Tra gli uomini, spicca il nome di Russell Crowe, premio Oscar per Il gladiatore e interprete di altri noti film come A Beautiful Mind, Robin Hood e Noah. Anche l'attore Sam Neill è neozelandese pur essendo nato in Irlanda del Nord, ed è stato protagonista di film come Jurassic Park e Lezioni di Piano, quest'ultimo ambientato in Nuova Zelanda e diretto dalla regista neozelandese Jane Campion. Per quanto riguarda invece gli attori di etnia maori sono da citare Cliff Curtis, apparso in numerose produzioni internazionali quali Lezioni di piano, Rapa Nui, Training Day, Danni collaterali, Il caso Thomas Crawford, Crossing Over, 10.000 AC e Temuera Morrison, protagonista del film Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri, apparso anche in Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni nel ruolo di Jango Fett.

Il regista Peter Jackson è divenuto internazionalmente noto per avere portato su grande schermo la trilogia di J.R.R. Tolkien del Signore degli Anelli e aver diretto nel 2005 il remake di King Kong.

Tra i più celebri neozelandesi di ogni tempo figura pure l'esploratore Sir Edmund Hillary (1919 - 2008), alpinista che nel 1953 fu il primo a toccare la vetta dell'Everest, la montagna più alta della Terra. Per le sue ricerche e il prestigio dato al Commonwealth, la regina Elisabetta II conferì a Hillary l'Ordine della Giarrettiera e il titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, cui fece seguito anche l'Ordine al Merito della Nuova Zelanda, conferito a Hillary dal governo del suo Paese.

Fra gli scienziati più famosi, ricordiamo Ernest Rutherford I barone Rutherford di Nelson (Brightwater, 30 agosto 1871 - Cambridge, 19 ottobre 1937, Premio Nobel per la Chimica nel 1908) che ha letteralmente fondato la fisica nucleare sperimentale moderna. Ancora oggi, resta paradigmatico l'esperimento suggerito da Rutherford, con cui i suoi allievi Geiger e Marsden nel 1909 posero le basi della fisica moderna e al quale Rutherford stesso diede l'interpretazione che doveva portare alla scoperta della struttura atomica.

Infine, nel mondo della musica spicca soprattutto il soprano Kiri Te Kanawa, nata a Gisborne ma soggiornata a lungo in Europa. Nell'inizio del 2011 è salita alla ribalta in Europa la cantante pop-folk Brooke Fraser, grazie al singolo Something in the Water. La stessa già aveva ottenuto un buon successo negli Stati Uniti e in tutta l'Australia, oltre ad essere famosissima in Nuova Zelanda dal 2003. Inoltre, dalla Nuova Zelanda arriva anche Lorde, giovanissima cantante già affermata in Europa.

Da ricordare anche Herbert James Munro, detto Burt nato a Invercargill, il 25 marzo 1899, pilota motociclistico neozelandese. Nel 1940 fissò un record di velocità neozelandese alla media di 194,4 km/h. Per diversi anni partecipò a moltissime gare in Australia e Nuova Zelanda fino al 1941 anno in cui ebbe un incidente. Munro gareggiò sul lago salato di Bonneville Speedway, grazie a una raccolta di fondi dei suoi sostenitori. Dopo svariati tentativi, guasti meccanici e gravi cadute riuscì a stabilire tre record omologati dall'A.M.A. (American Motorcyclist Association): nel 1967 con il motore portato a 950 cm³ ottenne il record di classe (cilindrata inferiore a 1000 cm³) alla velocità di 295,5 km/h, e durante le qualifiche fu cronometrato a 305,9 km/h, la velocità ufficiale più alta mai registrata con una Indian.

La Nuova Zelanda tra i tanti campioni olimpici vanta due tra i più forti mezzofondisti degli anni '60-70, Peter Snell, oro sugli 800 metri piani a Roma 1960 e 800 e 1500 metri piani a Tokyo 1964 e John Walker, oro sui 1500 metri piani a Montréal 1976.

La Nuova Zelanda è situata a GMT+12 ma fanno eccezione le isole Chatham poste ad est dello Stato (che a differenza delle Cook e dell'isola di Niue nella Polinesia, non sono dipendenze) le quali osservano GMT+12:45. Nella stagione estiva (cioè la nostra invernale) invece si aggiunge un'ora in più per entrambi.

La Nuova Zelanda è 11 ore avanti rispetto all'Italia, ma per la contemporaneità dei cambi dell'ora solare e legale, ci sono 10 ore di differenza quando c'è l'ora legale in Italia (e solare in Nuova Zelanda) e 12 ore di differenza quando in Italia c'è l'ora solare (e legale in Nuova Zelanda).

In Nuova Zelanda si trova una collinetta, alta poco più di 300 m che ha il nome geografico più lungo del mondo, Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupokaiwhenuakitanatahu. È composto da 85 lettere e, in italiano significa "la vetta dove Tamatea, l'uomo dalle grandi ginocchia conquistatore di montagne, salì e suonò il flauto per la sua amata".


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