domenica 1 novembre 2015

L'ARCIPELAGO DI SOCOTRA



Mentre non è certa l'etimologia del nome dell'arcipelago, forse da collegare al sanscrito Dvipa Sukhadhara o Dvipa sukhatara, vale a dire "Isola della Felicità" o "Isola felice", non c'è dubbio che Socotra sia la Panchaia citata da Virgilio, in qualche modo ricollegabile al mito della fenice. I Greci la collegavano a loro volta ai Dioscuri e da questo le sarebbe infatti venuto il nome di Dioskouridou con cui viene ricordata nell'anonima trattazione risalente al 40-70 d.C., il Periplo del Mare Eritreo, vale a dire dell'Oceano Indiano fino alle coste occidentali del Golfo del Bengala, e di Dioscoridis Insula con cui la chiamavano i Romani.

Socotra è ricordata tra gli altri da Cosma Indicopleuste, Marco Polo, e dai geografi musulmani Yaqut (m. 1229), al-Qazwini (m. 1283), al-Idrisi (XII secolo) e al-Hamdani (m. 1538).

Malgrado la tradizione cristiana sostenga che i suoi abitanti siano stati convertiti al Cristianesimo dall'apostolo Tommaso nel 52 d.C., la popolazione di Socotra è oggi interamente musulmana, ed è costituita prevalentemente da Arabi, Somali, Indiani, e discendenti di schiavi neri africani.

Sebbene alcune fonti attribuiscano all'esploratore Tristão da Cunha il merito di aver raggiunto Socotra nel XVI secolo per poi proclamarne l'annessione al Portogallo, l'impresa va invece ascritta a Alfonso de Albuquerque che nel 1507 mise per primo piede sull'isola. A quel tempo il Cristianesimo era scomparso da Socotra, ma erano ancora visibili le croci di pietra che sarebbero state erette un tempo dagli abitanti.



Nel 1542, durante la sua permanenza sull'isola, San Francesco Saverio trovò un gruppo di persone che sosteneva di discendere dagli abitanti convertiti da San Tommaso. Il vescovo Osorio scrisse a tal proposito che i discoridi, abitanti di Discoride, erano tanto casti da non poter conoscere più di una donna nella vita.

Le isole passarono già nel 1511 sotto il controllo degli Imam di Mascate e dei sultani di Qishn, della regione del Mahra, che così aggiunsero alle loro titolature anche quella di sultano di Socotra. Occupata dalla Gran Bretagna nel 1834, in base a un accordo che prevedeva la loro permanenza nell'isola per solo un quinquennio, l'approdo a Socotra per il rifornimento del naviglio, indussero il governo delle Indie a trattarne l'acquisto, finché nel 1886 il Sultano accettò il protettorato della Corona britannica che così la annesse al suo Protettorato di Aden. Con l'indipendenza dello Yemen, Socotra passò allo Yemen meridionale, entrando poi a far parte dello Yemen unificato il 22 maggio 1990. Capitale di Socotra è Hadibu.

Nel 2008 l'UNESCO ha inserito l'arcipelago di Socotra tra i patrimoni dell'umanità. Per la precisione l'inserimento è basato, e vuole sottolineare, la elevatissima biodiversità, e peculiarità endemiche, presenti nell'arcipelago, sia dal punto di vista della flora sia della fauna.

L'Isola di Socotra è la principale di un piccolo arcipelago di quattro isole nell'Oceano Indiano, a circa 400 chilometri dalle coste meridionali dello Yemen. Socotra è un'isola straordinaria, affascinante, misteriosa e poco conosciuta, che solo di recente ha aperto le sue porte al turismo internazionale. Nel suo territorio è molto famoso l'altopiano Diksam: l'unica foresta al mondo sopravvissuta di alberi Sangue di Drago. Ai gioielli botanici ed animali che non vivono in nessun'altra parte de mondo, si aggiungono scenari mozzafiato, dolci ed aspri, con spiagge che si allungano a perdita d'occhio, lagune circondate da mangrovie ed abitate da pellicani, aironi e fenicotteri, mare cristallino dai fondali ricchi di coralli coloratissimi e paesaggi naturali spettacolari.

L'economia dell'isola è basata sull'agricoltura e l'allevamento; i principali prodotti agricoli che vengono anche esportati sono il dattero, il ghi, il tabacco e il pesce, mentre per quanto riguarda l'allevamento si allevano bovini e capre; il turismo nonostante le grandissime potenzialità non è ancora sviluppato; sull'isola sono presenti soltanto cinque hotel, con pochi servizi e camere; il principale centro turistico è Hadibo, che ha svariati servizi come negozi, mercati, farmacie, cabine telefoniche, e persino luoghi di pubblico accesso alla rete, anche se non ci sono internet cafè e ospedali. Con l’apertura dell’aeroporto, molti yemeniti si sono trasferiti ad Hadibu, e hanno aperto negozi contribuendo all’economia locale.




Nessun commento:

Posta un commento

Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com .