venerdì 28 agosto 2015

L'ACTINIA EQUINA



È un'anemone di mare di piccole dimensioni (3-9 centimetri), di colore dal rosso vivo al rosso brunastro, munita di tentacoli urticanti, talvolta di colorazione più chiara.

Il corpo è cilindrico ed ha alla base un disco pedale più ampio del tronco sovrastante. L'apertura boccale è circondata da circa 200 tentacoli piuttosto corti.

Durante la bassa marea spesso rimane al di fuori dell'acqua, assumendo l'aspetto di una piccola pallina di aspetto gelatinoso con un incavo al centro. Quando è completamente immersa estroflette i suoi tentacoli e assume una forma simile a quella di un fiore.

Vive ancorata alle rocce ma è in grado di spostarsi, seppur molto lentamente, scivolando sul disco pedale.

Ha una forte resistenza alle sollecitazioni esterne, grazie anche alla sua capacità di resistere senza acqua e ad alte temperature per molte ore.

È una specie carnivora; si nutre di molluschi, crostacei e piccoli pesci che cattura con i suoi tentacoli, provvisti di cellule urticanti che paralizzano le prede.

Di regola si riproduce per accoppiamento tra esemplari di sesso differente, ma può anche riprodursi assessualmente per scissione.

Pressoché cosmopolita, vive nella zona intertidale dei mari dell'area temperata, dall'Atlantico all'Indo-Pacifico.

Comune nel mar Mediterraneo ove popola gli scogli costieri e i trottoir a vermeti.
Specie robusta ed estremamente adattabile, si presta ad essere allevata facilmente in acquario.



Vive lungo la costa, sulle pareti rocciose della zona mediolitorale (caratterizzata da specie che sopportano o esigono brevi emersioni) ed infralitorale superiore (caratterizzata da specie provenienti dalla zona mesolitorale inferiore e da specie costantemente immerse), lungo le banchine dei porti, negli interstizi, sulla superficie inferiore delle pietre in condizioni a volte difficili.

Durante la bassa marea il pomodoro di mare si trova spesso fuori dall'acqua. Resiste a questa condizione grazie alla capacità di ritrarre i tentacoli assumendo una forma subsferica che gli conferisce appunto il nome con il quale è conosciuto da tutti. Quando chiude tutti i tentacoli, trattiene dell'acqua al suo interno per evitare la disidratazione.

Quando la marea si alza, e più precisamente nel momento in cui l'acqua torna a coprirla, l'attinia si «riapre», estroflettendo i suoi tentacoli alla ricerca di cibo: organismi planctonici, piccoli crostacei e pesci, o detriti organici che giungono alla portata dei suoi tentacoli. I tentacoli, infatti, hanno proprietà adesive che bloccano la vittima e successivamente la paralizzano con i filamenti urticanti. A questo punto portano la preda verso il centro del corpo, dove si apre la grande bocca.

Il corpo è cilindrico, dal diametro di circa 7 cm, e può raggiungere i 6 cm di altezza. I tentacoli misurano circa 2 cm di lunghezza e sono piuttosto brevi, disposti a corona intorno all'apertura boccale.

Una caratteristica peculiare di questo organismo è la presenza di organelli urticanti situati soprattutto sui tentacoli e intorno alla bocca. Il corpo è costituito da 2 strati di cellule (epidermide e gastrodermide) tra i quali è compresa una sottile mesoglea acellulare.
All'interno del corpo vi è una cavità detta celenteron, che funge prevalentemente da cavità digerente, e si apre all'esterno attraverso una sola apertura che serve sia da bocca che da ano.

In sostanza, come quasi tutti i celenterati, l'attinia è uno «stomaco con i tentacoli» senza un apparato nervoso centralizzato ma disposto a «rete».



Le modalità riproduttive del pomodoro di mare sono controverse, e non c'è totale accordo tra gli esperti: l'ipotesi più probabile, è che esistano due forme di A. equina: una che si riproduce sessualmente, ed una asessualmente. Il periodo riproduttivo si estende per tutto l'anno con picchi da marzo a settembre. Ne caso di riproduzione sessuale,  La fecondazione è interna e, poco dopo, gli embrioni abbandonano il genitore per trasformarsi in una larva ciliata capace di muoversi liberamente. Le larve planctoniche che riescono a sopravvivere si sviluppano fino allo stadio di planula. Successivamente vengono aspirate da un'attinia adulta e completano il loro sviluppo nella sua cavità gastrovascolare. A questo punto lasciano l'attinia adulta e vagano per breve tempo nell'acqua. Si fissano poi a qualche substrato sommerso, ove emettono i tentacoli e iniziano la loro vita. Actinia equina è in grado di vivere molti anni.

I pomodori di mare sembrano essere tra gli animali più innocui al mondo, ma in realtà sono animali molto aggressivi. Si ha l'impressione che sia il moto ondoso a far dondolare dolcemente nell'acqua i tentacoli che circondano la bocca. Ma è lui, l'animale, che volontariamente allarga i tentacoli in tutte le direzioni per estendere al massimo il raggio del suo territorio di caccia. L'animale cattura, paralizza e uccide pesciolini, crostacei e molluschi di piccola taglia con i cnidociti, cellule presenti anche negli altri Celenterati. Ciascun cnidocita è una singola cellula che contiene una capsula, la nematocisti, piena di liquido tossico. Al suo interno c'è un filamento cavo avvolto a spirale con una parte terminale che sporge all'esterno, detta cnidociglio. Appena questa parte esterna viene sfiorata, in una frazione di secondo lo stimolo meccanico si trasmette al filamento che scatta all'esterno iniettando nel disturbatore o nella preda il liquido velenoso. I tentacoli lavorano a tempo pieno per sostituire le capsule esplose. L'anemone, così come la medusa, non rimane mai “disarmato”.

Questi accaniti cacciatori sono anche fieri difensori del proprio territorio, mostrandosi a volte aggressivi anche verso i propri simili. L'aggressività è stimolata dal contatto tra i tentacoli di due attinie adiacenti: l'attinia più grande è generalmente colei che aggredisce, mentre l'altra è la vittima. Il pomodoro di mare che aggredisce rigonfia speciali vescicole a forma di sacco, che stanno normalmente nascoste sotto i tentacoli. Sono gli "acroragi": appena toccano un anemone estraneo, da essi si stacca la parte terminale che si incolla al corpo dell'antagonista. Poiché questa parte è piena di nematocisti velenose, viene iniettata in questo modo nei tessuti del vicino una dose massiccia di veleno. L'attinia sconfitta, riconosciuta la superiorità dell'avversario, ritira tentacoli e acroragi e si allontana in cerca di un posto più tranquillo.

In ogni caso, nessuna attinia può essere tanto tranquilla quando in giro ci sono i suoi predatori, come ad esempio il nudibranco Aeolidia papillosa (che di pomodori di mare va ghiotto), ed i picnogonidi, piccoli artropodi chelicerati marini che succhiano liquidi dal corpo dell'attinia, aggrappati alla colonna o al disco pedale.


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