Tutti gli stati d’animo ed i sentimenti negativi, nascono dopo, nel corso della vita e saranno mediati dalle esperienze che si vivono. Gli scienziati che hanno esaminato ben 16 persone, tra cui 8 sordi dalla nascita, hanno chiesto di esprimere le proprie emozioni senza parole, ma con le sensazioni.
Inoltre, dopo è stato fatto il test con 25 persone, facendo scegliere ai singoli di associare a suoni delle emozioni e quello che è stato scoperto è che i sordi, hanno avuto tutti sentimenti legati alla gioia, cosa che i normodotati non sono riusciti a dimostrare.
Le conclusioni sono state della dottoressa Dina Sauter che ha dichiarato: “Gli esseri umani hanno la innata capacità di esprimere la gioia e magari affinano questa abilità nel corso degli anni con l’obiettivo di aumentare il grado di empatia, invece imparano ad esprimere tutte le altre emozioni ascoltando i suoni emessi dagli altri“.
Di tipologie del pianto e del riso ce ne sono molte, moltissime: dal pianto e dal riso «fenomenologici», ma non ne hanno alcuna controparte interna o fisica», al piangere e al ridere «chimici», quelli appunto frutto del vino. E qui ci si sente profondamente tristi e depressi anche se, in effetti, è proprio una sorta di reazione chimica a sprofondare nella depressione o nell’euforia.
Ma di forme di pianto e di riso ce ne sono tante altre, tutte interessate da una propria forma di normatività: il piangere per un ricordo, ovvero il «piangere coscientemente ma senza un oggetto presente»; il piangere in sogno, ovvero il piangere inconsciamente ma senza un oggetto presente. Senza dimenticare due pianti “strani”, che qualche fenomenologo oserebbe definire pseudo-pianti, come il «piangere per errore, a causa di oggetti che in un secondo momento di rivelano fasi» e il «piangere di felicità» che è piangere sì, ma «senza tristezza».
C’è il pianto di chi è colpito da un dolore reale e il pianto di chi si commuove per il personaggio (fittizio) di un romanzo. C’è chi non riesce a piangere per una moglie vera eppure singhiozza disperatamente per la fine della povera Anna Karenina. E c’è chi ha pianto a dirotto per la morte di Lady D annunciata in mondovisione ma, in compenso, non è stato capace di versare una sola lacrima nel compiere quell’omicidio che l’ha portato in uno dei “bracci della morte” americani.
Nell’uno o nell’altro caso «piangere veramente è difficile, sia perché gli altri sono impenetrabili, almeno se vogliamo dar retta agli esistenzialisti, sia perché, nel piangere e nel ridere, e nella legittimità di farlo o di non farlo, si nasconde un potente elemento normativo». Insomma, «si può piangere o si può ridere solo a certe condizioni, e se uno piange o ride senza rispettarle, allora si esclude che pianga o rida veramente».
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com .