Inquinare l'acqua significa proprio modificarne le caratteristiche in modo tale da renderla inadatta allo scopo a cui è destinata.
L'inquinamento civile deriva dagli scarichi delle città quando l'acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare.
Gli scarichi fognari diretti costituiscono circa il 60 per cento delle fonti di inquinamento delle acque e sono una delle fonti di inquinamento meno controllabili, perché le acque di scarico sono riversate direttamente nei fiumi o nei corsi d'acqua e quindi non passano per i depuratori. Esse contengono agenti patogeni (parassiti e batteri) e materiali organici che assorbono una notevole quantità di ossigeno durante la decomposizione. Queste acque residuali che arrivano incontrollate al mare , trasformano le acque costiere nell'habitat ideale alla sopravvivenza di massicce concentrazioni di batteri fecali e di numerosi germi patogeni. I batteri aerobi per degradare il materiale organico inquinante consumano l'ossigeno disciolto nell'acqua e in questo modo provocano un mutamento all' ambiente impoverendolo di ossigeno che gradualmente rende impossibile la sopravvivenza di flora e fauna marina. Se si consumano prodotti che provengono da zone di mare inquinate si corre il rischio di contrarre gravi infezioni o malattie ( tifo, colera, e salmonellosi ecc) che spesso possono diventare croniche.
L'inquinamento industriale è formato da sostanze diverse che dipendono dalla produzione industriale
L' inquinamento agricolo è legato all'uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere.
Gli scarichi di rifiuti civili, industriali e agricoli sono tra quelli che creano maggiore inquinamento. Molto spesso sono saturi di sostanze tensio-attive (detergenti), che non sono biodegradabili e formano sulla superficie dell'acqua uno strato galleggiante a volte schiumoso a volte velato che impedisce di fatto lo scambio di ossigeno con l'atmosfera. Alcuni tra i rifiuti industriali particolarmente nocivi sono gli scarichi galvanici , perché contengono metalli tossici come mercurio, arsenico, cadmio, e piombo i cui effetti sono molto dannosi, essi possono giungere all'organismo umano attraverso i prodotti della pesca dopo aver inquinato tutta la catena alimentare della fauna marina.
L'inquinamento da sostanze radioattive sebbene molto meno presente non è comunque da escludere, è dovuto alle esplosioni provocate dagli esperimenti atomici, agli scarichi ed alle perdite delle acque di raffreddamento delle centrali nucleari, ai rifiuti e alle scorie degli impianti di utilizzazione e di ritrattamento dei materiali radioattivi, ai sommergibili e alle navi a propulsione nucleare e alle altre applicazioni dei radioisotopi che anche se pacifiche hanno lo stesso potere inquinante.
L'agricoltura è una delle fonti di inquinamento per così dire invisibile, infatti l'inquinamento è provocato dall'uso sempre più frequente di insetticidi, erbicidi e fertilizzanti. I fertilizzanti come altre sostanze chimiche favoriscono una eccessiva crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche. Una percentuale tra il 20 e il 25 % di fertilizzanti non viene assorbita dal ciclo produttivo e direttamente, o per assorbimento attraverso i terreni, si immette nei corsi d'acqua e falde acquifere per poi scaricarsi nel mare.
I fertilizzanti chimici o naturali (liquami prodotti dagli allevamenti ) sono ricchi di sostanze organiche (maggiormente azoto e fosforo) che diluite dalla pioggia, si riversano nelle falde acquifere o nei corsi d'acqua. Il cadmio presente in alcuni fertilizzanti può essere assorbito dalle colture e arrivare all'uomo attraverso la catena alimentare. Alcuni degli effetti che può provocare se assunto in dosi massicce sono: la dissenteria e il danneggiamento di fegato e reni.
I liquami di origine animale spesso sono scaricati direttamente sul terreno e trasportati dall'acqua piovana arrivano ai fiumi, ai laghi e nelle falde sotterranee.
Nei moderni sistemi di depurazione i liquami passano attraverso tre fasi distinte di trattamento:la prima fase comprende una serie di processi fisici o meccanici di rimozione dei detriti più grossolani; in questa fase vengono anche fatti depositare i sedimenti in sospensione e si separano le sostanze oleose: Nella seconda fase viene ossidata la materia organica dispersa nei liquami a mezzo di fanghi attivi o filtri biologici.La terza fase rimuove i fertilizzanti per mezzo di processi chimico-fisici, come l'assorbimento su carbone attivo.
Un eccessivo apporto di sostanze nutrienti in uno specchio d'acqua, provocano un feno meno chiamato eutrofizzazione che significa un'abnorme proliferazione di vegetazione sommersa. La quantità di organismi vegetali presenti in un' ambiente acquatico varia in funzione della disponibilità di elementi nutritivi (carbonio, fosforo, azoto, microelementi). In laghi e in mari poco profondi , e vi è un apporto elevato di azoto e fosforo, si assiste ad una produzione di grandi quantità di vegetazione (ricordiamo la mucillagine del mare adriatico).
Anche se ciò può sembrare un problema non eccessivo, è invece di grande importanza perché la sedimentazione sul fondo e la decomposizione della massa vegetale esuberante innescano una serie di effetti negativi, tra cui la scomparsa dell'ossigeno disciolto nelle acque di fondo e conseguentemente la morte di organismi o lo sviluppo di gas tossici. A causa di particolari condizioni climatiche che si verificano in alcune stagioni (soprattutto in autunno e primavera), le acque di fondo prive di ossigeno possono mescolarsi con quelle superficiali ossigenate, dando origine ad una miscela a bassissimo contenuto (2-3 mg/l) da non essere compatibile con la vita dei pesci. I risultati sono imponenti morie , in particolar modo delle specie che necessitano di più elevati apporti di ossigenazione (trote, coregoni).
Scarichi di oli combustibili è un tipo di inquinamento presente quasi esclusivamente nelle acque marine, esso è dovuto agli idrocarburi sversati in mare accidentalmente o per dolo.
Una delle cause permanenti di questo tipo di inquinamento sono :i porti , i punti di carico e scarico e i cantieri di demolizioni navali. Molto spesso gli idrocarburi vengono versati in mare dalle raffinerie situate in vicinanza delle coste, a causa di piccole ma incontenibili perdite che diventano ingenti se si protraggono nel tempo.
Anche alcune navi cisterna inquinano volontariamente perché scaricano a mare le acque di lavaggio delle cisterne che spesso eseguono noncuranti della vicinanza dalle coste.
Un altro grave problema che è motivo di preoccupazione è il rischio di incidenti che queste navi possono subire, perché fanno riversare in mare grandi quantitativi di petrolio greggio e alcune volte questi incidenti avvengono sulle cosiddette superpetroliere.
Gli idrocarburi nell'acqua formano ampie macchie galleggianti che possono essere attaccate lentamente da organismi microbici molto rari e da processi fotochimica, ma il risultato è una sottrazione di ossigeno all'ambiente sia perché il petrolio galleggiante impedisce all'ossigeno presente nell'aria di raggiungere le acque marine sottostanti, sia perché i batteri per degradarlo consumano notevoli quantità di ossigeno
Chi sa che la prima tra le cause dell’inquinamento marino è il traffico marittimo? Sono i combustibili e le emissioni sempre più elevate e dannose per l’ecosistema marino.
Siamo abituati a sentir parlare di inquinamento nelle città provocato dal traffico delle auto, ma mai di quello provocato dalle navi in mare, eppure i livelli di emissioni inquinanti, sia internazionali e nazionali, stanno assumendo dimensioni preoccupanti e le cause dell’inquinamento marino sono da imputare principalmente alle navi.
Ad aggravare il fenomeno il fatto che le autorità competenti non si preoccupano del problema, a differenza appunto dello smog in città, contro il quale si mettono insieme una serie di misure (il più delle volte comunque insufficienti).
L’Agenzia europea dell’ambiente ha calcolato che negli ultimi vent’anni le emissioni di CO2 da navi provenienti da porti UE sono cresciute del 35%. Mentre altri inquinanti sono accresciute addirittura più della metà. Uno studio del 2005 ha evidenziato che entro il 2017 le emissioni di diossido di zolfo (SO2) prodotte dalla navigazione supereranno in Europa quelle da tutte le fonti terrestri. Il superamento delle emissioni degli ossidi di azoto (i cosiddetti NOx) avverrà entro il 2020.
L'inquinamento costiero è la forma di inquinamento più dannosa e pericolosa, perché molto difficile da debellare una volta entrata in contatto con la costa. A causa del basso fondale marino, le varie unità adibite al servizio sono impossibilitate ad operare; così come risulta inutile l’utilizzo di macchinari vari, quali skimmer, etc.
Fondamentale qui è l’intervento umano, con rimozione manuale, e quindi principale campo di azione dei volontari.
L'inquinamento subacqueo si verifica solitamente a seguito di un incendio (come ad esempio quello della petroliera “Haven” nel Golfo di Genova) quando la componente leggera dell’idrocarburo evapora e la componente pesante precipita depositandosi sul fondale.
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