giovedì 13 agosto 2015
IL BAGNO CON LE ORCHE
Un branco di orche è comparso a Little Barrier Island, vicino ad Auckland, in Nuova Zelanda. Proprio nel momento in cui Sam Galloway e alcuni amici si stavano immergendo. Il piccolo gruppo di cetacei, composto da alcuni adulti e dei cuccioli, ha fatto alcuni metri insieme ai sub per poi "salutare" e tornare nel blu più profondo.
L’arcipelago delle Isole Lofoten, nelle acque della Norvegia Artica, è da anni una delle mete più conosciute, visitate ed ammirate del grande Nord. Montagne a strapiombo sul mare, piccoli villaggi di pescatori lungo la costa, il silenzio rotto dal soffio del vento.
Le Lofoten, però, offrono anche un’occasione unica per vivere da vicino un fenomeno naturale che ogni si ripete con costante regolarità: l’osservazione delle orche assassine, o “killer whales”.
Partecipare ad una crociera per nuotare con le orche vuol dire accettare l'idea di trascorrere il proprio tempo seguendo gli umori di questi splendidi animali, che scorrazzano in lungo e in largo per il fiordo suddivisi in nuclei familiari matriarcali. Non esiste la possibilità di itinerari giornalieri, o tantomeno settimanali, studiati a tavolino. L'unica rotta possibile è quella della navigazione a vista, guidata dalle gigantesche pinne dorsali delle orche. Quelle dei maschi adulti, che sono soliti nuotare in testa e in coda al proprio gruppo, si stagliano fino a 180 centimetri sulla superficie del mare.
A bordo della barca appoggio dallo scafo in alluminio, si trascorre la giornata individuando i cetacei e tentando di intuirne la direzione per precederli di alcuni istanti ed attendere in acqua il loro passaggio.
La distanza ravvicinata aiuta ad abbattere ogni timore reverenziale, o quasi. Mentre l'animale ci gira intorno, nuotando sul dorso e mostrando il ventre biancastro che tanto terrorizza le malcapitate aringhe, si ha la sensazione di osservare un grande delfino con i colori di un pinguino. L'effetto rifrazione rallenta la velocità dell'azione e aggiunge altra magia al sogno che si sta vivendo. Pochi secondi paiono interminabili minuti. Improvvisa come è apparsa, l'orca senza preavviso si allontana. E' impossibile tentare di seguirla nuotandole dietro. Non resta che attendere il suo ritorno o salire in barca e ripetere la tecnica usata per un altro incontro.
L'orca ha la fama negativa perché mangia molti altri animali. E' un animale molto grosso, ha una dentatura molto robusta. E' un animale fantastico perché in base alla zona dove vive ha delle strategie alimentari diverse. Le orche norvegesi residenti tendono a mangiare pesci e hanno una particolare strategia di caccia: i pesci stanno in gruppo formando una specie di palla, le orche si avvicinano, con la coda danno un colpo alla palla e stordiscono un tot di questi pesci, poi tornano indietro e li mangiano. Già questo è fenomenale, ma non si limitano a ciò. Ci sono orche non residenti, cioè che non vivono in zone particolari, ma si muovono. Probabilmente sono queste che si sono attirate il nome di "orche assassine", perché mangiano di tutto. Per esempio attaccano una focena, un altro cetaceo, lo buttano in aria e poi lo mangiano. A noi fa un po' impressione che un cetaceo possa mangiare un altro cetaceo e così vengono fuori le idee di cattiveria, cannibalismo, orca assassina. Può rompere il carapace delle tartarughe, uccide senza problemi altri delfini (l'orca è anch'essa un delfino, il più grosso che esista), foche, addirittura balene e balenottere, animali molto più grossi di lei. L'orca di solito non supera i dieci metri, le balenottere possono arrivare anche a 30-35 metri, ma può capitare che le orche si cibino di questi animali. Vanno in gruppo, seguono animali magari un po' malati, o stanchi, o cuccioli, che sono quelli più facilmente afferrabili. Anche in questo caso hanno strategie impressionanti.
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