martedì 19 luglio 2016

ISOLA SIMI



Simi è un'isola greca del Mar Egeo nell'arcipelago del Dodecaneso, situata 41 km a nord dalle coste dell'isola di Rodi, si estende su una superficie di 58,1 km².
È localizzata in prossimità delle coste turche della penisola di Resadiye nella Provincia di Mugla. Dal punto di vista amministrativo è un comune della periferia dell'Egeo Meridionale (unità periferica di Rodi).

Menzionata nell'Iliade di Omero (che narrò della sua partecipazione alla guerra di Troia), venne abitata fin dall'antichità da popolazioni provenienti dall'Asia Minore e dai minoici;   la sua storia si confonde con quella della quasi totalità delle isole dell'Egeo: nel II e nel  I a.C., divenne dominio romano.

Più tardi arrivarono i bizantini e nel 1309 i Cavalieri di San Giovanni; l'isola divenne "baluardo della cristianità armata" ed iniziò a godere di quella prosperità e ricchezza che l'avrebbero contraddistinta per secoli e secoli.

L'ordine dei Cavalieri rimase sull'isola fino all'arrivo dei turchi nel 1522. Gli ottomani, in virtù dell'importanza strategica dell'isola, garantirono a Simi una relativa tranquillità ed una certa autonomia che ne agevolarono lo sviluppo.

Nel 411 a.C., durante la guerra del Peloponneso, la città fu teatro di una battaglia navale nella quale la flotta Spartana vinse un piccolo gruppi di navi ateniesi.

L'isola, insieme con il resto del Dodecaneso, cambiò più volte dominazione nel corso del XX secolo: nel 1912 il Dodecaneso dichiarò la propria indipendenza dall'Impero Ottomano, ma quasi immediatamente venne occupato dall'Italia. L'isola venne formalmente ceduta all'Italia nel 1923 e nel 1943 fu occupata dai nazisti. Alla fine della Seconda guerra mondiale, la resa delle forze tedesche nella regione, comportò l'occupazione da parte degli inglesi. Simi venne infine ceduta alla Grecia nel 1948.

La città di Simi, che dà il nome all’isola, è un fiorente villaggio dall’architettura neoclassica italiana che scende dalle colline e si spinge fino alle cristalline acque del porto Gialos.

Delle grandi scalinate (kali strata) uniscono la zona bassa della città a quella più alta, chiamata Horio (o Ano Simi), la parte più antica dell’isola.

Horio è piena di piccoli vicoli nei quali case color pastello si alternano a antiche rovine. In estate, dopo la frenesia dei commerci, al calar del sole regna la pace. A Horio si trovano anche le rovine del castello costruito dai Cavalieri di San Giovanni agli inizi del 1400, fatto saltare in aria durante la seconda guerra mondiale quando fu trasformato in un deposito di munizioni.

L’entroterra è verdeggiante e rigoglioso dell’isola attraversato da organizzati e ben tenuti sentieri.

L’isola di Simi è conosciuta soprattutto per il suo porto neoclassico e la sua atmosfera ma le sue spiagge non sono da meno. Alcune facilmente accessibili e attrezzate, altre raggiungibili solo in barca e più selvagge, Simi ha una costa rocciosa con spiagge principalmente di ghiaia e un mare cristallino idilliaco tra cui le più popolari sono Nos, Pedi Nimporio e Panormitis.




Tra le tante chiese, costruite in particolar modo durante il domino turco, ne spicca una piuttosto recente: Timios Prodromos, eretta nel 1830 e ristrutturata nel 1869, che si caratterizza per il meraviglioso cortile di ghiaia.

Affascinante e suggestiva è anche Chorio, che, grazie al commercio di spugne ed ai cantieri navali, in tempi non troppo lontani era un centro ricco e prosperoso (quasi più della vicina ed elegante Rodi).

Anche qui troverete tantissime casette (bianche o colorate), dagli splendidi balconi e, tante belle chiese e scalinate e l'antico castello dei Cavalieri (kastro).

Nella zona di Chorio si può ancora ammirare il bel edificio neoclassico che un tempo ospitava l'antica farmacia dell'isola.

Nel lembo di Symi più a  sud si trova il pittoresco  villaggio Panormitis, famoso per il suo  monastero ortodosso, eretto in tipico stile veneziano.

Il Monastero dell'arcangelo Michele (“Moni Taxiarchis Michail Panormitis”): è il monumento più noto ed importante di tutta l'isola.  Dedicato al santo patrono dell'isola (protettore anche dei marinai), si trova in una suggestiva insenatura nella parte più meridionale dell'isola, nel villaggio di Panormitis.

Eretto nel 12° secolo e ricostruito nel 18° secolo è meta di pellegrinaggi, in quanto il culto di San Michele è vivissimo tra le popolazioni dell'Egeo. Dallo stile tipicamente veneziano, questo monastero custodisce non solo manufatti di rara bellezza, ma anche una grandiosa (misura circa tre metri di altezza) e particolarissima icona in argento dell’Arcangelo.

Un’antica leggenda locale afferma che l’Arcangelo Michele è solito apparire in sogno durante la prima notte che si dorme sull'isola.
Un altro Monastero interessante è quello di Kyra, sito tra Nimborios a Nikia (un villaggio molto carino, noto per la sua ellittica piazza principale), a ben 450 metri sul livello del mare…La vista che si può godere è a dir poco mozzafiato.

Leggenda, o meglio la mitologia, vuole che l'isola di Symi abbia preso il nome dalla principessa di Rodi, che fuggì qui con il suo amore, il dio Glaucus, poiché suo padre, il re di Rodi, era fortemente contrario alla loro unione. 

Altri racconti vogliono che Symi sia il nome di una ninfa che qui, con Poseidone Dio del mare,  diede alla luce Hthonios, guida dei primi abitanti dell'isola.








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