martedì 3 maggio 2016

LA BIRMANIA



La Birmania è uno Stato dell'Asia sudorientale. Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, è affacciata sul Golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Il 6 novembre 2005 la capitale è stata spostata da Yangon a Pyinmana, che il 27 marzo 2006 è stata ufficialmente rinominata Naypyidaw, cioè "sede dei re",

La denominazione "Birmania" deriva dal nome dello Stato in lingua locale colloquiale, Bama. In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama (/b?mà/) che con Myama (/mjmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bama è la forma più diffusa, che rappresenta la versione colloquiale e da essa derivano gli esonimi Burma e Birmania.

Secondo la propaganda del regime dittatoriale birmano il termine Burma sarebbe legato all'etnia maggioritaria dei Bamar, e quindi sgradita alle minoranze locali, mentre Myanmar, nome imposto dopo il colpo di Stato del 1988, sarebbe etnicamente neutro. Il nome Myanmar, deriva dal termine (relativo al registro linguistico formale) Myanma o Myama a cui, nel 1989, la giunta militare birmana aggiunse una "r" finale per facilitare la pronuncia dell'inglese. Tale modificazione rientrò nel programma di revisione dei nomi previsto da una legge interna ratificata dal regime nel 1989: l'Adaptation of Expressions Law.

Myanma (e quindi Myanmar) è la forma breve della denominazione ufficiale "Myanma Naingngandaw", Myanmar long form.svg in lingua birmana, e incominciò a diffondersi con l'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. Solo nel 1989 il nuovo nome venne imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere, per sostituire Burma, nome ufficiale dal 1948 al 1989, come avvenne per la capitale di allora, Rangoon, diventata ora Yangon.

L'Unione europea usa entrambi i nomi: Myanmar/Burma. I governi di Regno Unito, Stati Uniti d'America, Canada e Australia hanno continuato ad usare la denominazione "Burma" (Birmania), mentre ONU, ASEAN, Giappone, Cina e India hanno adottato il nome "Myanmar". La BBC, utilizzò esclusivamente Burma fino al 2014 facendo notare come gli etimologisti considerino le argomentazioni del regime del tutto false e inaccettabili, in quanto sia Myanma(r) che Burma provengono dalla stessa radice, hanno la stessa valenza semantica e sono stati utilizzati in modo intercambiabile per secoli, adottando comunque l'uso di "Myanmar" partire dal 2014. Similmente altri giornali statunitensi hanno adottato la dizione Myanmar, per esempio il Financial Times nel 2008, The New York Times nel 1989, l'Associated Press nel 2006.

Si pensa che i mon siano stati i primi individui ad aver abitato le sponde del fiume Irrawaddy. Nel I secolo a.C., questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con Cina e India. Il regno Pyu più potente fu Sri Ksetra, che scomparve nel 656. Successivamente il regno dei pyu si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal Regno di Nanzhao, stabilito nell'attuale provincia cinese meridionale dello Yunnan.

I birmani, o bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono il potente Regno di Pagan, che raggiunse grande splendore al tempo di re Anawratha (1044-1077), quando l'influenza dei birmani si espanse oltre i confini della Birmania attuale. Dal 1100 grandi parti dell'Indocina erano controllate dal Regno di Pagan, che è chiamato comunemente primo impero birmano.

Verso la fine del Duecento, le invasioni dei mongoli di Kublai Khan disgregarono il regno. Nel 1364 i birmani ristabilirono un proprio Stato con capitale ad Ava: in questo periodo la cultura birmana era in un'età dorata. Nel 1527, gli shan saccheggiarono Ava dopo che i mon si erano ristabiliti a Pegu (Bago), trasformata in un centro commerciale e religioso importante.

I birmani fuggiti da Ava fondarono il Regno di Toungoo nel 1531, sotto il comando di re Tabinshwehti, che riunificò il Paese e fondò il secondo impero birmano. Grazie alla crescita dell'influenza europea nell'Asia Sud-Orientale, il regno si arricchì con gli scambi commerciali. Le ribellioni interne e la mancanza di risorse necessarie per controllare le nuove acquisizioni territoriali portarono alla rovina del regno di Toungoo.

Re Anaukpetlun, che aveva espulso gli invasori portoghesi, fondò una nuova dinastia ad Ava nel 1613. La ribellione interna dei mon, aiutati dai francesi, condussero alla rovina del regno nel 1752. Il capo del piccolo villaggio di Konbaung, Alaungpaya, riunificò il paese e costruì il terzo impero birmano. Stabilì la Dinastia di Konbaung e regnò dal 1752 al 1760. Morì in seguito alle ferite riportate durante l'assedio di Ayutthaya, la capitale del regno siamese. Il suo secondo figlio Hsinbyushin (1763-1776) ritornò ad Ayutthaya nel 1766, l'assedio durò 14 mesi e la città fu espugnata il 7 aprile del 1767 e rasa al suolo. I birmani non riuscirono a occupare capillarmente il Siam, venne lasciato un contingente limitato a presidiare i territori conquistati e il grosso delle truppe fu spostato ai confini orientali per fronteggiare un'invasione cinese.

La Dinastia Qing della Cina, spaventata dalla crescita dell'influenza birmana, tentò di invaderla quattro volte dal 1766 al 1769 senza successo. L'impegno sostenuto per respingere le invasioni cinesi portarono alla perdita del controllo del Siam, che si riorganizzò nel nuovo regno di Thonburi, ma in quegli anni i birmani conquistarono l'Arakan e il Tenasserim. Nelle guerre Anglo-Birmane (1824-1826, 1851-1852 e 1885-1886), la Birmania fu sconfitta dai britannici che la trasformarono in una provincia dell'India britannica, dalla quale si distaccò nel 1937.

Durante la seconda guerra mondiale la Birmania divenne una parte importante nel teatro asiatico sudorientale. Dopo i successi iniziali, i giapponesi fecero una campagna in Birmania, nel 1942 (invasione giapponese) e i britannici furono espulsi dalla maggior parte del territorio. Il paese divenne perciò indipendente sotto la guida di Aung San. Tuttavia, il contrattacco inglese nel luglio 1945 fece tornare il paese in mano britannica, con l'aiuto dell'AFPFL (Lega per la Libertà delle Persone Antifasciste), guidato da Aung San.

Nel 1947, Aung San divenne vicepresidente del Consiglio esecutivo della Birmania, in un governo transitorio. Tuttavia, nel luglio 1947, alcuni rivali politici assassinarono Aung San e parecchi membri politici. Il 4 gennaio 1948, la nazione si trasformò in una repubblica indipendente, conosciuta come Unione della Birmania, con Sao Shwe Thaik come primo presidente. U Nu fu il primo a ricoprire l'incarico di Primo Ministro. Ma, puntualmente, con l'indipendenza, arrivarono anche le richieste, avanzate dalle minoranze (chin, kachin, karen, mon e shan) di uno Stato Federale, e portate avanti con una guerriglia contro lo Stato, che rispose con una feroce repressione. Diversamente della maggior parte delle altre ex colonie britanniche, la Birmania non divenne membro del Commonwealth.

Nel 1961 U Thant, allora rappresentante permanente della Birmania alle Nazioni Unite e Segretario precedente al Primo Ministro, fu scelto come segretario generale per l'ONU; era il primo presidente non occidentale che dirigeva l'organizzazione internazionale. Il governo democratico fu destituito nel 1962 da un colpo di Stato militare condotto dal generale Ne Win. Tra i gruppi d'opposizione alla dittatura militare birmana, il più importante è stato il Partito Comunista di Birmania, che è stato legale solo per tre anni (1945-1948). Schieratosi con i cinesi al momento della scissione del movimento internazionale, il CPB ha avviato una guerriglia che è durata fino agli anni novanta, quando la repressione militare costrinse i vertici del partito a scappare in Cina.

Nel 1988, dopo le rivolte studentesche (rivolta 8888), che provocarono migliaia di morti, Ne Win si dimise, e fu proclamata la legge marziale, mentre il generale Saw Maung organizzò un altro colpo di Stato. I programmi per le elezioni dell'Assemblea popolare furono finiti il 31 maggio 1989. Nel 1990, si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere. Il NLD (Lega Nazionale per la Democrazia), il partito di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991, e figlia di Aung San, porta all'Assemblea Costituente 392 membri, su un totale di 485, ma lo SLORC (Consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di stato), spalleggiato dall'Esercito, si rifiuta di cedere il potere, rovesciando l'assemblea popolare, e arrestando Aung San Suu Kyi, e altri leader dell'NLD. Successivamente si cambiò il nome Birmania in Myanmar. Da allora comincia un periodo molto difficile per Aung San Suu Kyi, che, rimessa in libertà nel 1995, viene nuovamente arrestata nel 2000, liberata nel 2002, e nuovamente arrestata nel 2003. Viene definitivamente liberata il 13 novembre 2010.

Nel novembre 2005, la giunta militare cominciò a spostare il governo da Yangon (Rangoon) ad un nuovo sito vicino a Kyatpyay proprio fuori Pyinmana, che fu designato come nuova capitale. Nel giorno della Forze Armate (27 marzo 2006), la nuova capitale fu ufficialmente nominata Naypyidaw (letteralmente "Città reale" o "Sede dei re").

Con l'acuirsi delle sanzioni internazionali, la giunta militare concesse nel 2008 un referendum costituzionale, che ha dato luogo alla nuova Costituzione, giudicata antidemocratica dai partiti di opposizione, in quanto riserva alle forze armate il 25% dei seggi in Parlamento. Le nuove elezioni si tennero nel 2010, e furono le prime nel paese dal 1990. Tali elezioni furono boicottate dalla Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi e considerate non libere dalla comunità internazionale, UE e USA in particolare. Il 9 novembre 2010 la giunta militare dichiarò che il partito sostenuto dai militari, l'USDP (Partito dell'Unione della Solidarietà e dello Sviluppo) aveva ottenuto l'80% dei voti. Le elezioni furono gravemente contestate anche per i massicci brogli che le contraddistinsero, testimoniati dai pochi osservatori presenti.

Dopo le elezioni, il governo ha concesso diverse riforme atte a ottenere una democrazia liberale, un'economia mista e la riconciliazione nazionale. Oltre al rilascio di Aung San Suu Kyi, fu istituita una Commissione Nazionale per i Diritti Civili, furono liberati 200 prigionieri politici, vennero promulgate leggi sul lavoro che garantivano la formazione del sindacato e il permesso di sciopero e venne allentata la censura sulla libertà di stampa.

Le conseguenze di tali riforme hanno aperto una nuova fase politica per il paese. Il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha visitato il paese nel dicembre del 2011, nella prima visita ufficiale statunitense degli ultimi 50 anni, e ha incontrato il presidente birmano Thein Sein e la leader dell'opposizione Daw Aung San Suu Kyi, la cui Lega Nazionale per la Democrazia è stata ammessa alle nuove elezioni parlamentari del 2012.

Il 1º aprile del 2012, si sono tenute elezioni parlamentari parziali che distribuivano però solo 46 seggi parlamentari vacanti, mentre la maggioranza dei seggi restava occupata da militari e membri dell'USDP eletti nel 2010. Malgrado l'esiguo risvolto numerico, le nuove elezioni hanno avuto un importante significato politico con la partecipazione dell'NLD di Aung San Suu Kyi, che ha trionfato conquistando 43 dei 46 seggi disponibili.

L'8 novembre 2015 si sono svolte nuove elezioni parlamentari generali per rinnovare i seggi del parlamento elettivi (il 25% dei seggi resta riservato a membri nominati dalle forze armate). Le elezioni, giudicate le più democratiche dal 1990, hanno visto la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi.

La popolazione birmana è molto composita e l'integrazione dei vari gruppi etnici è di difficile attuazione. I bamar, detti anche birmani, costituiscono il 69% della popolazione; abbastanza consistente è anche l'immigrazione di commercianti cinesi, pakistani, thailandesi e indiani.

Le 135 "etnie della nazione" sono raggruppate principalmente in base a dove sono stanziate piuttosto che per le differenze etnico/linguistiche, come ad esempio avviene per lo Stato Shan, comprendente trentatré popolazioni che parlano linguaggi di almeno quattro diverse famiglie linguistiche.

La popolazione ha subito un notevole incremento passando dai 13 milioni del 1921 ai 24 del 1964 ai 44.596.000 del 1993, ai 45.976.000 nel 2001, ai 51.000.000 nel 2006. L'aspettativa di vita è di 58,4 anni per i maschi e di 64,2 anni per le donne (dati 2006); la mortalità infantile è del 69 per mille (Dati del 2006), che portano la Birmania nella fascia dei paesi a basso sviluppo umano. Quasi il 70% della popolazione vive in villaggi (dati 2005). Grazie all'impegno per l'istruzione l'analfabetismo è stato ridotto al 15,3%.

I membri della Sangha Buddhista sono venerati in tutta la Birmania, che è al primo posto fra gli stati con individui che professano il Buddhismo Theravada.
La Birmania è un paese multi-religioso. Quella Theravada è la tradizione buddhista più diffusa, a cui sono stati aggiunte credenze locali. Secondo il governo militare, è praticata dall'89% della popolazione, specialmente fra Bamar, Rakhine, Shan, Mon e Cinesi.

Il Cristianesimo è praticato dal 4% della popolazione, principalmente presso i Kachin, Chin e i Karen, a causa del lavoro missionario nelle loro rispettive aree. Circa tre quarti dei cristiani del paese sono Protestanti, in particolare Battisti della Myanmar Baptist Convention; i Cattolici compongono il resto. L'Islam, principalmente sunnita, è praticato dal 4% della popolazione secondo il censimento del governo.

Le popolazioni cristiane e musulmane sono di fronte a una persecuzione religiosa. Il governo militare ha revocato la cittadinanza dei musulmani Rohingya nel Rakhine settentrionale e ha attaccato le minoranze etniche cristiane. Tale persecuzione è particolarmente evidente nella Birmania orientale, dove più di 3000 villaggi sono stati distrutti negli ultimi dieci anni.

In Birmania coesistono quattro dei maggiori ceppi linguistici: Sinotibetano, Austronesiano, Tai-kadai e Indoeuropeo. Le lingue sinotibetane sono le più parlate. Esse includono Birmano, Karen, Kachin, Chin e cinese. L'idioma Tai-Kadai maggiormente diffuso è lo Shan. Mon, Palaung e Va sono le più diffuse lingue Austroasiatiche parlate in Birmania. Le due maggiori indoeuropee sono il Pali, la lingua liturgica del Buddhismo Theravada, e l'Inglese.

La lingua ufficiale è il birmano, appartenente alla famiglia delle lingue sinotibetane. Il sistema di scrittura è formato da lettere circolari o semi-circolari importate dai Mon. Le prime iscrizioni in questo alfabeto risalgono all'anno mille. Anche Shan e Karen usano questi caratteri particolari, anche se aggiungono vari accenti non presenti nella lingua birmana.

La tradizione birmana è sempre stata legata a una scuola piuttosto rigida. Nei villaggi l'istruzione prende luogo nei monasteri. Questo scritto è anche usato per il pali, la lingua ufficiale del Buddhismo Theravada, quella parte del Buddhismo che unisce la religione e l'istruzione.
Le forze militari della Birmania, dette Tatmadaw, contano circa 500.000 militari. L'esercito si divide in fanteria, marina e aeronautica. Come numero di militari, l'esercito birmano è il decimo al mondo. Le spese militari dello Stato non hanno dati certi, ma il Stockholm International Peace Research Institute afferma che il paese è tra i primi quindici stati. Non c'è servizio militare obbligatorio; alla fine del 2000 le Forze Armate Birmane potevano contare su: 126 Carri armati, 65 motovedette, 121 aerei da combattimento. Il servizio militare è volontario e sia maschi sia femmine possono svolgerlo dai 18 ai 49 anni.

L'Unione di Birmania è governata da un regime militare. Eletta nel 1990, l'Assemblea Popolare formò la Coalizione Nazionale per l'Amministrazione dell'Unione della Birmania (NCGUB), che ora è in esilio e opera per la democrazia nello Stato comandato da Sein Win, un cugino di Aung San Suu Kyi. Comunque, il NCGUB ha pochissimi poteri ed è bandito in Birmania.

L'attuale presidente della repubblica (la cui carica istituzionale è stata reintrodotta nel 2011) è l'ex-generale Thein Sein, che nel 2010 rassegnò le dimissioni dall'esercito per guidare da civile il Partito dell'Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo. Prima di lui, il Presidente del Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (che sostanzialmente aveva anche i poteri dell'attuale presidente della repubblica) era il generale Than Shwe, rimasto in carica dal 23 aprile 1992 al 30 marzo 2011. La maggior parte dei ministeri sono capeggiati da ufficiali dell'esercito, con le eccezioni del Ministero della Sanità, del Ministero dell'Educazione e del Ministero del Lavoro, che sono in mano a civili.



I partiti politici importanti in Birmania sono la Lega Nazionale per la Democrazia e la Lega Democratica Shan, anche se le loro attività sono regolate dal regime. Esistono molti altri partiti, rappresentanti spesso gli interessi delle minoranze etniche. C'è poca tolleranza per l'opposizione politica e molti partiti sono stati proscritti. Il partito nazionale dell'unità rappresenta i militari ed è sostenuto da un'organizzazione totalitaria chiamata l'Associazione di Solidarietà e dello Sviluppo del Sindacato. Secondo parecchie organizzazioni, compreso Amnesty International, il regime ha poca considerazione dei diritti dell'uomo. Non c'è ordinamento giudiziario indipendente in Birmania e l'opposizione politica al governo militare non è tollerata.

Nel 1989, l'esercito birmano represse violentemente le proteste contro la cattiva gestione economica e l'oppressione politica. L'episodio più cruento avvenne l'8 agosto 1988, quando i militari aprirono il fuoco contro rivoltosi in quella che è conosciuta come rivolta 8888. Nonostante gli insuccessi delle rivolte, le proteste del 1988 hanno aperto la strada per le elezioni dell'Assemblea della gente, nel 1990. I risultati dell'elezione successivamente sono stati invalidati dal regime. La lega nazionale per la democrazia, condotta da Aung San Suu Kyi, ha ottenuto più del 60% dei voti e più dell'80% delle sedi parlamentari nell'elezione nel 1990, tenuta per la prima volta dopo 30 anni.

Aung San Suu Kyi ha guadagnato l'elogio internazionale come attivista per il ritorno del governo democratico in Birmania, ricevendo il Premio Nobel per la pace nel 1991. È stata condannata agli arresti domiciliari, che ha terminato di scontare definitivamente il 13 novembre 2010.

La situazione della Birmania è stata riferita al Consiglio di sicurezza dell'ONU per la prima volta nel dicembre 2005 per una consultazione informale. L'ASEAN inoltre ha dichiarato la relativa frustrazione con il governo della Birmania e ha formato il Comitato Inter-Parlamentare per richiamare la mancanza di democrazia nel paese. Un cambiamento radicale nella situazione politica del paese rimane improbabile a causa del sostegno garantito da vicini influenti, in particolare della Cina. Tuttavia si stanno facendo progressi per il processo di democratizzazione.

Nel novembre del 2010 si sono tenute nuove elezioni, definite da tutto il mondo una farsa e alle quali è stata impedita la partecipazione di Aung San Suu Kyi, che è stata liberata il 13 novembre 2010, dopo le elezioni-farsa appunto.

Il 31 gennaio 2011, più di 600 deputati hanno riempito le due Camere, "Hluttaws", nella sessione d'apertura, con il compito di scegliere il primo presidente civile del Myanmar, la ex Birmania, da quando il colpo di Stato del 1962 ha dato il via a 49 anni di ininterrotta dittatura militare. La giunta militare al potere ha salutato la legislatura come l'alba di una nuova democrazia ma i critici l'hanno invece bocciata come una farsa che lascia al potere gli stessi generali autoritari. E il nuovo governo avrà probabilmente la stessa morsa sui dissidenti del vecchio. I parlamentari hanno eletto presidente e vicepresidente di ogni Camera nella sessione inaugurale, con tre dei quattro incarichi andati a militari in pensione. La sorpresa maggiore è stata l'elezione a presidente della Camera bassa del numero tre della giunta Thura Shwe Mann, militare di carriera. La Costituzione del Myanmar prevede che i militari possano designare il 25% dei membri del Parlamento. Oltre al 25% dei militari, la giunta militare che guida il paese asiatico dagli anni sessanta conta sul 77% dei parlamentari eletti, membri dell'Unione per la solidarietà e lo sviluppo (Usdp), partito filo-giunta. Il 4 febbraio 2011 è stato eletto il primo presidente civile del paese da quando i militari presero il potere nel 1962, si tratta dell'ex generale e ex primo ministro Thein Sein.

L'8 novembre 2015 si sono tenute le prime elezioni generali libere dal 1990, che hanno visto la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi. Il 1º febbraio 2016, è stato convocato per la prima volta dopo 50 anni il Parlamento eletto da libere elezioni.
I rapporti esteri della Birmania sono abbastanza difficili. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a causa del severo e illiberale modo di governare del regime militare instaurato nel 1988. Molte penalizzazioni economiche sono state causate dalle repressioni delle proteste nello stesso anno, dalle instabilità etniche che portano a conflitti fra il governo e i Karen e gli Shan e dalla quasi totale mancanza di democrazia.

L'Unione europea ha tagliato i commerci con lo Stato e ha tolto qualsiasi aiuto economico, tranne quello umanitario. Le sanzioni europee e statunitensi contro il regime militare e le pressioni dei democratici Birmani, hanno costretto molte aziende occidentali a lasciare la Birmania. L'azienda petrolifera Total venne messa sotto inchiesta dalla magistratura belga a causa di denunce sporte nel 2002 da rifugiati birmani « secondo i quali la Total avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere in Birmania - accusata di crimini contro l'umanità - per la costruzione di un gasdotto.». Più specificatamente «La denuncia è diretta contro l'azienda, il suo ex responsabile Thierry Desmarest e l'ex direttore delle operazioni della Total in Birmania, Hervé Madeo: a loro viene contestato il sostegno logistico e finanziario fornito negli anni novanta alla giunta militare, che avrebbe a sua volta messo a disposizione manodopera forzata per la realizzazione dei progetti petroliferi.» altre denunce simili vennero fatte anche in Francia da lavoratori birmani. Le società asiatiche, comunque, hanno deciso di continuare a investirvi e ad aprirvi nuove aziende, soprattutto basate sull'estrazione di gas naturale.

L'ASEAN non difenderà la Birmania in nessuna conferenza internazionale conseguente un rifiuto del regime militare di restaurare la democrazia. Nell'aprile 2007 il ministro degli esteri malese Ahmad Shabery Cheek disse che né il suo Stato, né tantomeno l'ASEAN avrebbero aiutato il paese e affermò: «Adesso la Birmania deve difendersi da sola se verrà coinvolta in una discussione in qualsiasi conferenza mondiale». Stava rispondendo al capo dell'opposizione Lim Kit Siang. Lim aveva detto che la Malesia dovrebbe giocare un ruolo produttivo nelle iniziative regionali finalizzate a portare un cambiamento in Birmania e far notare la situazione dello Stato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Le sanzioni da parte della Comunità Europea sono state rimosse quasi totalmente già dal 2011, fermo restando quelle su tutto ciò che ha a che fare con industria bellica e armamenti.

La sua moneta ufficiale è il Kyat (al 13 novembre 2015 1euro = 1380,86 kyat). Raffigurato su tutti i tagli della cartamoneta il "Chinze", la statua tradizionale. Gli altri valori di cartamoneta sono 5, 10, 50, 100, 200, 500, 1000 Kyats e (dal 1º ottobre 2009) anche la banconota da 5000 Kyats.

La Birmania è una delle nazioni più povere al mondo, perché nella storia recente ci sono stati ristagno economico, cattiva gestione e isolamento. Il prodotto interno lordo della Birmania cresce annualmente soltanto del 2.9% (il ritmo più basso della regione).

Dal 1948, dopo l'instaurazione del primo governo militare, il Primo Ministro U Nu tentò di fare della Birmania uno Stato abbastanza ricco. Il colpo di Stato nel 1962 fu seguito da uno schema economico socialista, un programma per far controllare allo Stato tutte le aziende, con l'eccezione di quelle agricole.

Nel 1989, il governo birmano ha cominciato a decentralizzare il controllo economico. Da allora si è iniziato a liberalizzare determinati settori dell'economia. Le industrie lucrative delle gemme, la lavorazione del petrolio e la selvicoltura rimangono ancora severamente regolate. Recentemente sono state sfruttate dalle società straniere che si sono associati con il governo per accedere alle risorse naturali della Birmania.

Sotto la gestione britannica, la Birmania era una delle colonie più ricche. Era il più grande esportatore del mondo di riso e durante l'amministrazione britannica era un importante fornitore di petrolio con il Burman Oil Company. Produceva il 75% del teck nel mondo e il paese si credeva sulla via veloce per lo sviluppo.

Oggi, la Birmania ha delle infrastrutture insufficienti. Le merci viaggiano soprattutto attraverso il confine birmano-thailandese, da dove la maggior parte delle droghe illegali sono esportate. Un'importante "autostrada" è il fiume Irrawaddy. Le ferrovie sono vecchie e rudimentali, con poche riparazioni dalla loro costruzione, nel XIX secolo. Le strade principali non sono normalmente asfaltate, tranne nelle città principali.

Dal 2011 però il paese si è aperto al libero mercato, ed ha fatto registrare alti tassi di crescita economica intorno all'8%; la crescita economica si è aperta a ventaglio in tutti i settori (turismo, esportazioni di gas naturale, telecomunicazioni, idrocarburi, settore immobiliare, alberghiero, manifatturiero e tessile); secondo stime l'economia birmana potrebbe quadruplicare entro il 2030 soprattutto grazie al settore dell'industria ad alta tecnologia.
Il settore primario occupa il 63% della popolazione attiva e risulta fornire il 57,2% (2000) del prodotto interno lordo della nazione. Il riso è il prodotto agricolo più coltivato e dunque la Birmania è tra i maggiori produttori mondiali (22 milioni di tonnellate il 2005), ma nelle regioni settentrionali, che sono più aride, si coltivano altri cereali (grano, miglio, sorgo), patata, legumi e canna da zucchero. Le terre coltivate sono il 16,7% del totale del territorio, sui 2/3 delle terre arabili è praticata la risicoltura e la meccanizzazione dell'agricoltura è solo agli inizi.

Il turismo potrebbe essere un'ottima via per la ripresa economica della Birmania, specialmente grazie ai templi di Bagan.
Sulle montagne nordorientali, vicino ai confini con Laos e Thailandia, è diffusa la coltivazione di oppio (da cui si ricavano eroina e morfina) nel cosiddetto Triangolo d'oro. È consistente il patrimonio dato dall'allevamento di bovini e anche la pesca fornisce un buon reddito. Le foreste del Tenasserim, e degli stati Karen e Shan forniscono pregiati legnami, tra cui il teak, di cui la Birmania è il principale produttore mondiale, il bambù e il pynkado. Lungo il litorale del Tenasserim ci sono grandi colture di caucciù.

Discrete sono le riserve petrolifere che si trovano nelle isole costiere e nella zona centrale; un oleodotto unisce per 400 km i pozzi di Syriam e Rangoon. La Birmania ha petrolio per 50 milioni di barili stimati e riserve per miliardi di barili anche se ad alto contenuto di zolfo, inoltre ha il più grande quantitativo provato di gas del Sud-est asiatico, cioè 510 miliardi di metri cubi.

Secondo dati 2004 della BP la Birmania ha il 1,37% delle riserve di gas naturale mondiale. Per concretizzare il dato, l'Algeria da cui l'Italia importa più di un terzo del gas naturale, ha il 2,6% di riserve mondiali, la Russia è il paese con maggiori riserve al mondo con il 27% delle riserve mondiali e anche da questo l'Italia importa gas.

Importante è l'estrazione di gas naturale lungo l'Irrawaddy e sulla costa del golfo di Martaban. Si estraggono poi piombo, zinco, stagno e tungsteno. Buoni ricavi dall'esportazione provengono dai rubini (estratti nelle miniere di Mogok), che in Birmania sono pregiatissimi e sono considerati tra i migliori del mondo. Importante è anche l'esportazione del Teck. Le industrie non sono molto sviluppate. Ci sono stabilimenti tessili, alimentari ma anche industrie pesanti come quelle cementizie, metallifere e belliche.

La banca centrale è la Central Bank of Myanmar. A Yangon è attiva una borsa di valori. È in crescita il turismo, attirato da un patrimonio artistico di prim'ordine costituito da templi, monasteri e monumenti funerari. Nonostante ciò, meno di 750.000 turisti entravano annualmente nel paese, fino al 2011. Prima della liberalizzazione della vita politica, Aung San Suu Kyi aveva richiesto ai turisti internazionali di non visitare la Birmania, dove una grande parte delle infrastrutture e delle agenzie turistiche utilizzate dai circuiti internazionali era controllata da imprese di stato in mano ai militari. La giunta militare utilizzò anche i lavori forzati per risistemare le destinazioni turistiche e per questo ci furono pesanti critiche da parte delle associazioni in difesa dei diritti umani. Il turismo è stato promosso da una minoranza di gruppi di pressione al fine di procurare benefici ai cittadini birmani, e per evitare l'isolamento del paese dal resto del mondo. «Crediamo che un misurato, responsabile turismo può creare più benefici che danni. Dato che i turisti sono pienamente consapevoli della situazione e come massimizzare il loro impatto positivo e minimizzare quello negativo, sentiamo che la visita possa essere benefica dopotutto. I turisti responsabili possono aiutare primariamente la Birmania portando soldi alle comunità e alle piccole imprese, e spargendo nel mondo la conoscenza della situazione.» afferma Voices for Burma, un gruppo che promuove la democrazia per lo Stato; dal 2011 però con la recente liberalizzazione economica il settore è in forte ascesa; si è passati in tre anni dai 816.369 arrivi del 2011 ai 3.081.412 del 2014 ed entro il 2020 il paese ha l'obiettivo di superare i 7 milioni di turisti annui.

I principali partner commerciali sono Thailandia, Cina, India, Giappone, Singapore e Malesia.

La Birmania è il Paese più vasto del Sud-Est asiatico: misura 676.552 kmq (è grande il doppio della Germania) ed è popolata da circa 46 milioni di abitanti. È divisa a metà in tutta la sua estensione dall’Irrawaddy, fiume che sgorga dal Tibet e sfocia nell’Oceano Indiano, dopo un percorso di 2.000 chilometri. Il suo territorio è molto vario, e comprende colline, ampie pianure nell’area centrale, montagne al nord, fra cui ricordiamo Hkakabo Razi, che con i suoi 5882 m risulta essere il monte più alto del Sud-Est asiatico. I villaggi e le pagode sono sorti naturalmente nelle zone più ospitali, e particolar mente nelle pianure e lungo il corso del fiume Irrawaddy. Il fiume gode infatti di grande fertilità dalla fonte alla foce e proprio per questo ospita più dei due terzi dell’intera popolazione del Paese.
Il clima presenta notevoli diversità fra nord e sud: nell’area settentrionale, dove i monti Pegu si propongono come un’efficace barriera ai Monsoni, le precipitazioni si limitano ai 600 mm anni; nell’area meridionale la pioggia raggiunge invece i 3.000 mm l’anno. I due diversi regimi pluviali creano condizioni diversificate sia a livello di habitat naturale che di tradizioni agricole.Nelle zone di alta montagna prevalgono le estensioni di conifere e querce (la vegetazione tipica delle zone temperate),mentre in quelle più a sud s’impongono la foresta tropicale e la giungla con varie essenze: bambù, mango, palme, piante resinose. Dal punto di vista agricolo, occorre ricordare che nei territori del sud si coltiva quasi esclusivamente riso, mentre al nord prevalgono le colture di miglio, sesamo, cotone, legumi.

Il paesaggio vegetale della regione birmana rispecchia fedelmente le condizioni ambientali che caratterizzano questo grande Paese tropicale interposto a nord tra le alteterre tibetane e del bacino dello Yangtze Kiang e a sud le regioni monsoniche e sub-equatoriali, attraversato da grandi arcate montuose che si spingono fino al mare e che racchiudono nelle estese conche interne tipici ambienti naturali floristici. Il fattore più spiccato della distribuzione e del differenziamento floristico è dato dal regime delle precipitazioni, salvo sui rilievi al disopra dei 2000 m. È da notare inoltre che molte zone del Paese sono ancora semispopolate e non soggette all'opera distruttiva e modificatrice dell'uomo per cui la vegetazione spontanea non ha subito gravi manomissioni. Si tratta quindi di una regione appartenente a una particolare provincia floristica di transizione alla cui formazione hanno contribuito elementi floristici indiani, cinesi e indonesiani. Grosso modo, quindi, si possono distinguere quattro tipi di flora nell'insieme del Paese:
Le zone di alta montagna, dove prevalgono le conifere e dove sono presenti anche le querce e altre forme di vegetazione che si riscontrano pure nelle zone temperate.
Le zone che ricevono più di 2000 mm di pioggia all'anno, dove si sviluppa la tipica foresta tropicale sempreverde che non conosce stagioni e che spesso si trasforma in vera e propria giungla; prevalgono qui il bambù, il mango, vari tipi di Dipterocarpaceae dal fusto grosso e alto, specie di palme, piante resinose, ecc.
Nelle zone dove le precipitazioni si mantengono a un livello tra i 1000 e i 2000 mm l'anno si stabilisce il tipico bosco dei Paesi battuti dai monsoni, caratterizzato dall'alternarsi di una stagione verde rotta dalla caduta di foglie; questo tipo di vegetazione è il più diffuso in Birmania: vi hanno un ruolo dominante gli alberi d'alto fusto e dal legname pregiato come il teak (Tectona grandis), il pyinkado (Xilia dolabriformis), il cosiddetto «albero dell'olio» (Hopla) e altri tipi di Cedralaceae, Pterocarpaceae e piante resinose; spesso il bosco si trasforma in savana, con il prevalere del bambù, delle felci e di una tipica erba alta birmana, l'alang-alang (Imperata arundinacea).
Nelle zone con precipitazioni inferiori ai 1000 mm l'anno la foresta tropicale vera e propria lascia il posto alle radure e alla boscaglia di arbusti.
Le foreste (conifere, teak, pyinkado, querce, castagni, mango, bambù, ecc.) coprono circa i due terzi dell'intero territorio birmano e nelle zone più calde, specialmente nell'ampio delta dell'Irrawaddy e lungo le coste, esse assumono l'aspetto tipico della foresta a mangrovie. Assai comuni, in queste zone, sono tutte le varietà tropicali di palme, alcune delle quali riescono a sviluppare altezze fino ai 30 m.

Ricchissima ed estremamente varia è la fauna birmana, favorita dal clima tropicale e dalla presenza di enormi estensioni di foreste e boschi. Tra i mammiferi, i più comuni sono il famoso bufalo selvatico (saing), che viene cacciato anche a scopo alimentare, la tigre, il leopardo, il cervo, il daino e, nelle zone occidentali, lo sciacallo e l'orso tibetano. Molto diffusi sono alcuni tipi indigeni di buoi selvatici, che vagano in libertà per le foreste (gaur, gayal, banteng); lungo i fiumi s'incontra spesso il rinoceronte, mentre sempre più raro è l'elefante.

Branchi di scimmie infestano invece ogni zona del Paese, che abbonda anche di rettili, tra cui vanno ricordati il geco, chiamato dai Birmani tauckté per il suono gutturale che è uso emettere. La Birmania è anche un Paese ricco di serpenti, tra cui alcuni velenosissimi come il cobra, che si annidano specialmente nelle zone più calde; essa è anche famosa per i suoi piccoli pappagalli dai colori vivacissimi, assai comuni nelle zone dove più fitta è la vegetazione tropicale; non vanno inoltre dimenticati i pipistrelli, che spesso invadono a branchi anche le città, né le infinite varietà di insetti che pullulano tanto nelle umide zone deltizie quanto all'interno, specialmente nelle savane della conca di Mandalay e dell'altopiano di Shan. Da ricordare, infine, che le acque costiere della Birmania sono ricchissime di pesce, compresi alcuni dei tipi più pregiati, come il bekti, che viene esportato anche in altri Paesi asiatici. Le acque melmose dei delta e del corso inferiore dei fiumi principali sono infestate da piccoli coccodrilli affini a quelli indiani.

Non è possibile parlare di letteratura birmana al singolare essendo ciascuna delle lingue principali del paese strumento di un'autonoma tradizione letteraria, sia popolare (poesia, fiabistica) sia colta. La letteratura religiosa dottrinaria e devozionale legata al Bhuddismo vi ha comunque parte preponderante, almeno fino al XIX sec. Nel XX secolo, anche a seguito dell'esperienza coloniale e del contatto con l'Impero Britannico, si sono diffusi i generi "laici" del romanzo, del dramma, della novella. Gli autori contemporanei più noti internazionalmente si caratterizzano come tipici scrittori di denuncia, che tematizzano i problemi sociali e politici del paese. Tra di essi emerge la figura universalmente nota di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace e animatrice dell'opposizione al regime militare, oltre che apprezzata scrittrice.

La musica tradizionale birmana è melodiosa, ma senza armonia. Gli strumenti includono un tamburo chiamato pat waing, uno xilofono di bambù chiamato pattala, cembali, flauti, oboe e strumenti a corda, spesso organizzati in orchestre chiamate saing waing. Il Saung, uno strumento a corda con una forma simile a una barca e corde di seta, ha sul "collo" disegnate delle immagini associate alla cultura e alla storia. Dal 1950 anche le canzoni occidentali si sono diffuse con successo, specialmente nelle grandi città.

Lo sport nazionale birmano è la Lethwei chiamata anche boxe birmana; è un'arte marziale simile alla Muay Thai thailandese e si differenzia da quest'ultima soltanto per una particolarità: possono essere usate anche le testate. Una disciplina tipicamente birmana, e praticata solo nei paesi indocinesi, è il chinlone: una sorta di danza effettuata da una squadra di 6 giocatori che compiono funamboliche acrobazie palleggiando con una palla di rattan in uno spazio ristretto.

In Birmania, dal 1993, non sono state eseguite sentenze capitali; si è parlato di un'eventuale abolizione della pena di morte.

Quando il regime militare si è instaurato al potere nel 1988, è cominciata una feroce guerra civile. Ogni insurrezione popolare veniva sedata con la forza da parte del regime, ed è in corso un conflitto piuttosto aggressivo tra il governo e il gruppo etnico dei Karen.

Dopo 2 anni di dittatura militare, nel 1990, il partito al governo (NUP) permise libere elezioni, ma poiché vinse il partito (NDL) rappresentato da Aung San Suu Kyi, nell'ottobre dello stesso anno i reparti dell'esercito fecero un'incursione presso la sede NDL arrestando tutti i componenti, tra cui Aung San Suu Kyi, che è stata liberata solamente nel novembre 2010.

L'area più colpita dalle dimostrazioni di violenza dei militari è quella sud-orientale (o Tenasserim); di conseguenza ogni anno migliaia di esuli si muovono verso il confine con la Thailandia, dove sono stati istituiti dei campi profughi.

I rifugiati hanno comunque scarse possibilità di migliorare le loro condizioni di vita, infatti non vi è alcuna fornitura di corrente elettrica e di medicinali, inoltre la maggior parte della popolazione è estenuata da fame e malnutrizione e molti bambini per sopravvivere vengono costretti alla prostituzione o al lavoro forzato. In questo Stato le persone sono facile bersaglio di parassiti, vermi e malattie come malaria, epatite e AIDS.

Nella tribù dei Kayan (chiamati anche Padaung) si possono trovare le donne giraffa, conosciute con questo nome per le modifiche fisiche provocate da anelli di bronzo portati fin dall'età di 5 anni. Successivamente gli anelli vengono incrementati di numero e sostituiti con altri di dimensioni sempre maggiori fino a che la pressione non provoca uno slittamento della clavicola e una compressione della gabbia toracica. Diversamente da quanto ritenuto, il collo non è allungato. Molte tribù Kayan nel 1990, a causa di un conflitto con il regime militare birmano, si sono rifugiate in Thailandia.
Sebbene in Birmania esistano svariate culture indigene, quella dominante è principalmente quella Bamar. La cultura Bamar è stata influenzata da quelle degli stati confinanti. Ciò è manifestato nella sua cucina, nella letteratura, nella musica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale il Buddhismo Theravada.

In qualsiasi villaggio birmano tradizionale, il monastero è il centro della vita culturale e i monaci sono venerati anche dai laici. Per un ragazzo che diventa monaco si esegue una cerimonia chiamata shibyu ed è il suo più importante rito di crescita. Alla stessa età le ragazze svolgono delle cerimonie in cui si perforano i lobi delle orecchie. La cultura birmana è più evidente nei villaggi in cui queste cerimonie si compiono in tutto l'arco dell'anno, specialmente nelle pagode.

Il colonialismo britannico ha introdotto alcuni elementi occidentali, specialmente nell'educazione e negli edifici delle città come Yangon. In seguito all'attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è diffusa la cultura cristiana.

La cucina birmana è stata influenzata dalla cucina indiana, cinese e thailandese. L'ingrediente principale della cucina è il riso. Sono inoltre mangiati noodles e pane. La cucina birmana utilizza spesso i gamberi, i pesci, il maiale e il montone. Il manzo, definito carne tabù, al contrario, viene mangiato solo raramente.
Il condimento più diffuso, e quasi onnipresente nel cibo della Birmania meridionale, è lo ngapi, una pasta a base di pesce e/o gamberetti, seccati, sminuzzati, salati e lasciati maturare al sole fino a ottenere un prodotto dal sapore estremamente forte, simile alla salsa di pesce, molto comune anche negli altri paesi dell'Asia orientale o all'antico garum, noto all'epoca dei Latini. Sono anche usati vari tipi di curry, quali il masala e i peperoncini rossi. Il Mohinga, considerato piatto nazionale della Birmania, consiste di brodo di pesce-gatto al curry con farina di ceci, vermicelli di riso e salsa di pesce. La frutta tropicale è servita spesso come dessert. Le città importanti offrono una più ampia varietà di cucine tra cui quella Shan, la cinese e la indiana.
La cultura, le arti e l’architettura, in questo senso, devono essere intese come una diretta emanazione della fede buddhista (proprio agli  architetti birmani si deve attribuire il merito di aver realizzato un nuovo stile di costruzione religiosa: le loro pagode, metafora del creato, si sono diffuse in tutto il Sud-est asiatico). Anche le feste tradizionali risentono di questa particolare ispirazione religiosa e seguono il calendario lunare. Sono perciò mobili e ogni mese ha le sue feste, soprattutto nelle fasi di luna piena. Ricordiamo, a questo proposito, le feste delle pagode, che iniziano a gennaio e terminano al volgere dell’estate; le feste del raccolto che si tengono nei villaggi di campagna nel mese di febbraio; la festa dell’acqua, che dura tre giorni e si svolge generalmente in aprile (per i giovani birmani è come il nostro carnevale: s’incontrano per strada, si divertono e scherzano usando l’acqua al posto dei coriandoli); nel mese di luglio c’è la suggestiva festa delle luci per ricordare il ritorno di Buddha dal la casa dei Deva, gli dei hindu minori: le case vengono illuminate, si canta e si balla; a novembre, nella notte di luna piena, si tengono gare di tessitura fra le ragazze da marito e a Yangon si svolgono tornei fra i quartieri; dicembre, infine, è il mese delle feste dei nat (gli spiriti che accompagnano, nel bene e nel male, la vita degli uomini e della natura): a loro si presentano offerte danzando davanti all’altare.
 La maggior parte del Paese è ancora completamente libero da tutte le contaminazioni della tecnologia occidentale.    

Molte sono le cose da visitare in Myanmar, la stupefacente Shwedagon Paya a Yangon, le antiche e monumentali capitali d Ava Amarapura e Sagaing, l’imponente zedi di Mingun, la spettacolare valle dei templi di Bagan, non vi è posto al mondo che possa eguagliare per bellezza i 40 Kmq di terreno punteggiati da migliaia e migliaia di templi. Ovunque si guardi vi sono stupa e templi.   
Proprio agli architetti birmani si deve attribuire il merito di aver realizzato un nuovo stile di costruzione religiosa: le loro pagode, metafora del creato, si sono diffuse in tutto il Sud-est asiatico.

In questo Paese dalle mille facce, quante sono i suoi templi, i popoli e i dialetti, sempre immutabile nei secoli, tutto ruota attorno a Buddha e al suo culto, i cui fedeli sono ben  l’85% della popolazione.



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