venerdì 24 giugno 2016

IL CANE AL MARE



Ad oggi non esiste una legge che regoli a livello nazionale l’accesso degli animali sul demanio marittimo. In mancanza di espresso divieto comunale e o della locale capitaneria per i nostri quattrozampe vale la regola generale dei luoghi pubblici: guinzaglio e o museruola ove prescritto.

In linea di massima si tenga presente che per poter vietare l’ingresso ai bagnanti che hanno con sé il proprio cane è necessario che i comuni emettano un’ordinanza di divieto e che tale divieto sia motivato. Essa inoltre deve specificare l’estensione oraria di tale divieto, deve essere firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani, e deve essere pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. In linea teorica se manca solo una di queste indicazioni l’ordinanza non dovrebbe essere considerata valida.

Secondo la legge il proprietario della spiaggia (ad esempio un campeggio ma in linea teorica anche uno specifico Comune, che ne è l’effettivo l’amministratore) può richiedere con le giuste motivazioni un permesso per rendere inaccessibile ai cani quel tratto di costa.
Questa opzione spiega l’esistenza delle “spiagge per cani”: cioè dei tratti di terreno in cui i cani possono sì entrare ma che fanno in realtà parte di tratti ben più lunghi in cui si è concesso il divieto di accesso.

C’è dell’altro, i cartelli che prevedono il divieto devono recare sul retro il numero dell’ordinanza comunale di riferimento e la relativa data di scadenza. Altrimenti, seppure in presenza di una ordinanza regolarmente firmata, il divieto è da considerarsi nullo.

I cani adorano fare il bagno e tuffarsi in mare, nel lago o in un fiume: il rapporto con l’acqua è spontaneo e naturale anche se ci sono razze più o meno predisposte. È importante, però, abituarli gradualmente in occasione dei primi bagni (che sia cucciolo o adulto) senza forzature che potrebbero causare shock e traumi e prendendo le dovute precauzioni. Anche stare in spiaggia con il proprio amico a quattro zampe è un’esperienza piacevole e divertente ma anche impegnativa: è importante rispettare le regole stabilite dai gestori dell’impianto balneare e, al medesimo tempo, prestare attenzione al benessere del cane.

Al primo approccio è bene portare il cane a fare il bagno in un luogo tranquillo dove non ci siano confusione e altri cani che potrebbero innervosirlo e agitarlo. Se possibile, è meglio entrare con lui in una zona dove l’acqua sia bassa, non fredda e dove la profondità aumenti gradatamente e, quando il cane comincia a bagnarsi le zampe, lodarlo con coccole e complimenti. Quindi percorrere a piccoli passi un breve tratto sempre più al largo, fino a quando non toccherà più con le zampe e sarà costretto a nuotare. I primi tempi evitare di fare bagni troppo lunghi e tenere il cane con un guinzaglio lungo senza mai lasciarlo libero fino a quando non si è certi che sia autonomo e responsabile: se il cane, infatti, si allontana troppo e non risponde ai richiami potrebbe essere difficile recuperarlo. Se non si è tranquilli e il cane è ai primi approcci con l’acqua meglio equipaggiarlo con un giubbotto di salvataggio per cani: in questo modo si potrà guidarlo e farlo sentire più al sicuro. Un consiglio utile è quello di portare con sé almeno un paio dei suoi giocattoli preferiti come una pallina: questo sia per stimolarlo a entrare in acqua lanciandolo e facendolo riprendere, sia per avere un oggetto che attiri la sua attenzione per tornare a riva nel caso si allontanasse troppo In ogni caso, non bisogna forzare o costringere il cane a entrare in acqua se non vuole, non mettergli la testa sotto per non intimorirlo, non entrare con il mare mosso e le onde o forti correnti marine.



Le razze definite “acquatiche” sono l’American Water Spaniel, il Barbet, il Cao de Agua Portugues, L’Irish Water Spaniel, il Lagotto Romagnolo, il Perro de Agua Espanol e loSpaniel Olandese. Altre che amano incredibilmente l’acqua e si fatica a tenerle lontano dal mare: Labrador Retriever, Golden Retriever, Terranova. I terranova, in particolare, per istinto si gettano in acqua: una naturale predisposizione che ha fatto di loro i “cani bagnino” ideali, addestrati per il soccorso e il salvataggio in mare. Le razze strutturalmente inadatte al nuoto sono il Bulldog e il Basset Hound che in acqua faticano a respirare a causa del torace largo e delle zampe corte.

Ci sono alcune regole che valgono per gli uomini e altre che servono a rendere piacevole il soggiorno in spiaggia del nostro cane.

Per evitare spiacevoli discussioni bisogna far fare i bisogni al cane prima di accedere alla spiaggia e riportarlo nello spazio apposito almeno ogni ora.
Mai dare da mangiare al cane prima di andare in spiaggia per evitare possibili congestioni: è importante che il cane entri in acqua cinque o sei ore dopo il pasto.
Evitare di portare il cane in spiaggia nelle ore più calde: il riflesso della sole in acqua può irritare gli occhi e arrossare la pelle. Preferire il mattino presto o il tardo pomeriggio.
Se non si è in una spiaggia attrezzata, munirsi di ombrellone per ripararlo dal caldo e dal sole e, in ogni caso, ogni due ore portarlo a fare una passeggiata al riparo dal sole. Portare con sé una ciotola per l’acqua dolce da bere.
Per le zone maggiormente delicate della pelle dei cagnolini, come le orecchie e la pancia, utilizzare un’apposita crema solare.
Se il cane dovesse ingerire acqua di mare mentre nuota o gioca portarlo subito a fare i bisogni: l’acqua di mare ha un effetto purgante quasi immediato. Attenzione anche alla sabbia: se ingerita può causare un blocco intestinale.
Terminata la giornata in spiaggia (se possibile prima di andare a casa) sciacquare abbondantemente il cane con acqua dolce (il sale può causare dermatiti e seccare il pelo) e verificare che l’interno delle orecchie sia ben asciutto.



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