giovedì 7 aprile 2016
LE FILIPPINE
Le Filippine sono uno Stato insulare del Sud-est asiatico situato nell'Oceano Pacifico. Unico Stato del Sud-est asiatico a non avere confini terrestri con altri Stati, a Nord è separato da Taiwan dallo stretto di Luzon, a Ovest è bagnato dal Mar Cinese Meridionale in direzione del Vietnam, a Sud-ovest dal Mare di Sulu verso il Borneo, a Sud dal Mare di Celebes che lo separa dalle altre isole dell'Indonesia e a Est dal Mar delle Filippine. La posizione nei pressi della Cintura di fuoco pacifica e il clima tropicale fanno delle Filippine un'area frequentemente colpito da terremoti e tifoni anche molto violenti come il tifone Yolanda che nel 2013 provocò la morte di circa 8 000 persone, ma è anche ricco di risorse naturali e ha una delle zone più ricche di biodiversità del mondo.
Il nome Filippine fu imposto all'arcipelago dall'esploratore spagnolo Ruy López de Villalobos in onore dell'allora Principe Filippo, successivamente Re Filippo II di Spagna dal 1556 al 1598: l'esploratore, durante la spedizione che lo portò in quelle terre fra il 1542 e il 1546, chiamò Las Islas filipinas le sole isole di Leyte e di Samar nome che poi venne esteso nella sua forma Filipinas all'intero arcipelago.
Successivamente, durante la rivoluzione filippina contro l'Impero spagnolo (1896-1898), il nome venne modificato in República Filipina; nel periodo compreso fra la Guerra ispano-americana del 1898 fino al periodo del Commonwealth, le autorità coloniali statunitensi chiamarono l'arcipelago "le Isole filippine" come avevano fatto in precedenza gli spagnoli, dicitura che venne poi mantenuta anche dopo la liberazione dalla presenza statunitense, con la nascita dello Stato sovrano della Repubblica delle Filippine.
La storia delle Filippine è probabilmente cominciata 30.000 anni fa con l'arrivo dei primi uomini sulle isole dell'arcipelago. Il primo europeo a sbarcare fu, il 16 marzo 1521, il portoghese Ferdinando Magellano che approdò sull'Isola di Homonhon a sud-est dell'isola di Samar.
La colonizzazione spagnola iniziò con l'arrivo della spedizione di Miguel López de Legazpi e con un insediamento permanente sull'isola di Cebu. Altri insediamenti vennero creati verso nord quando venne raggiunta la baia di Manila sull'isola di Luzon. Su Manila fondarono una nuova città dando inizio all'era coloniale spagnola sulle isole che durò per più di tre secoli.
Gli spagnoli portarono l'unificazione politica dell'arcipelago, precedentemente costituito da isole indipendenti, dando vita così a quella che sarebbe divenuta la comunità delle Filippine. Introdussero inoltre nel Paese elementi della civiltà occidentale, come la stampa e il calendario.
Le Filippine furono dominate come un territorio della Nuova Spagna dal 1565 al 1821, e in seguito amministrate direttamente da Madrid. Durante il periodo spagnolo furono fondate numerose città, furono costruite infrastrutture, furono introdotte nuove colture e bestiame e il commercio divenne fiorente. I missionari spagnoli convertirono la maggior parte della popolazione al Cristianesimo e vennero fondate scuole, università e ospedali in tutto il Paese.
La Rivoluzione filippina contro la Spagna ebbe inizio nel mese di aprile del 1896 e culminò due anni più tardi con una proclamazione di indipendenza e la costituzione della Prima Repubblica delle Filippine. Tuttavia con il Trattato di Parigi del 1898, che pose fine alla Guerra ispano-americana, il controllo delle Filippine venne trasferito agli Stati Uniti.
L'accordo non venne però riconosciuto dal Governo filippino, che il 2 giugno 1899 dichiarò guerra contro gli Stati Uniti. La Guerra filippino-americana causò ingenti perdite umane ai filippini. Il leader filippino Emilio Aguinaldo fu catturato nel 1901 e il Governo degli Stati Uniti dichiarò il conflitto ufficialmente concluso nel 1902. I leader filippini, per la maggior parte, ammisero la vittoria degli americani, ma le ostilità continuarono fino al 1913. La dominazione coloniale americana delle Filippine iniziò nel 1905 ponendo forti limitazioni al Governo locale.
Una parziale autonomia (commonwealth status) venne concessa nel 1935, preparatoria di una piena indipendenza prevista dagli Stati Uniti nel 1946. Ma i lavori preparatori per la piena sovranità vennero interrotti dall'occupazione giapponese delle isole durante la Seconda guerra mondiale.
Con una promettente economia nel periodo post-bellico, le Filippine sul finire degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta registrarono l'aumento dell'attivismo studentesco e disordini civili contro la corrotta dittatura del Presidente Ferdinand Marcos, che dichiarò la legge marziale nel 1972.
A causa degli stretti legami con gli Stati Uniti, il Presidente Marcos ne ottenne il sostegno, nonostante che nella sua amministrazione fosse presente una massiccia corruzione, oltre a violazioni dei diritti umani. La pacifica rivoluzione (People Power Revolution) del 1986, tuttavia, portò alla cacciata di Marcos (che abbandonò Manila a bordo di un elicottero militare e arrivò infine alle Hawaii dove venne esiliato fino alla sua morte) e si assistette al ritorno alla democrazia.
Da allora però il Paese è stato segnato da un periodo di instabilità politica che ne ha ostacolato la crescita economica.
Le Filippine contano un grandissimo numero di etnie diverse sul proprio territorio. Sono nella stragrande maggioranza popolazioni di origine austronesiana differenziate quasi esclusivamente dalla lingua. In minima parte c'è anche una distinzione religiosa con la presenza di gruppi etnici di fede musulmana (in primo luogo i Moro), in particolare nell'isola di Mindanao. Da notare anche la presenza di diversi gruppi tribali, tutti numericamente poco significativi, che si caratterizzano per non aver subito l'influenza della cultura cristiana né musulmana. Infine vanno segnalati almeno altri due gruppi di entità notevole, rappresentati dai meticci (mestizos) di origine spagnola (più di 2.000.000) e cinese (più di 1.000.000), due popolazioni massicciamente presenti nell'arcipelago da secoli, per motivi essenzialmente politici ed economici.
Le Filippine sono uno dei tre Paesi dell'Asia a maggioranza cristiana. Il 92,5% della popolazione è di fede cristiana e di questi l'81% sono cattolici mentre i restanti appartengono a un gran numero di chiese minori tra le quali la evangelica (2,8%) e la Iglesia di Cristo (2,3%).
Circa il 5% della popolazione filippina è di religione musulmana. I suoi fedeli appartengono essenzialmente all'etnia Moro (si noti il nome dato loro dagli spagnoli, per analogia con gli arabi che conquistarono la Spagna, detti appunto moros, ossia "mori"), originaria dell'arcipelago di Sulu, dell'isola di Palawan e della zona occidentale di Mindanao. I processi di migrazione interna hanno fatto sì che quest'etnia sia oggi presente su tutto il territorio nazionale così che, ad esempio, vi è un buon numero di praticanti musulmani in ognuna delle maggiori città. L'Islam filippino è di rito sunnita ed ha vissuto attriti continui con le istituzioni e le autorità centrali, da sempre cristiane e cattoliche, con insistenti campagne di politiche separatiste che hanno portato alla formazione, nel 1989, della Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano, formata da quelle province nelle quali la popolazione ha espresso con un voto referendario la volontà di riconoscersi in un'unità territoriale distinta geograficamente e per credo religioso.
Il resto della popolazione segue altre fedi, tra le quali l'animismo, praticato dalle popolazioni di origine tribale e presente nelle sue forme rituali anche in molta parte del culto cristiano e musulmano locale, o abbraccia altri credi come l'induismo, il buddhismo o il sikhismo, la presenza dei quali si spiega soprattutto per l'effetto dell'immigrazione di cittadini di altre nazionalità del Sud-est asiatico.
Secondo la Costituzione filippina del 1987, il filippino e l'inglese sono le lingue ufficiali. Il filippino è una versione di fatto del tagalog, parlato nella regione di Manila e nella maggior parte delle Filippine. Il filippino e l'inglese sono utilizzati nel Governo, nell'istruzione, nei media, dalla stampa e dalle imprese. La Costituzione indica lingue regionali come bicolano, ilongo, cebuano, ilocano, hiligainón, pampango, pangasinense, tagalog e samareño come lingue ufficiali ausiliari. Prevede inoltre che lo spagnolo e l'arabo sono promossi su base volontaria e facoltativa. Queste lingue non vengono più utilizzate. Ci sono altre lingue che hanno rilevanza valida in ambito regionale.
Nella Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano, la più grande organizzazione separatista, il Fronte di Liberazione Nazionale Moro, governa politicamente la regione. Altri gruppi militanti come il Fronte di Liberazione Islamico Moro, il Nuovo Esercito del Popolo di comunisti, e l'Abu Sayyaf stanno ancora lottando in altre province, ma la loro presenza è in calo negli ultimi anni, a causa delle operazioni di sicurezza attuate dal Governo.
Le Filippine sono state un alleato degli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, e nel 1951, i due paesi hanno firmato un trattato di difesa reciproca. Le Filippine hanno sostenuto l'ideologia americana durante la Guerra Fredda e la partecipazione statunitense alla Guerra di Corea e del Vietnam. Furono anche un membro del SEATO, un'organizzazione ormai dissolta il cui obiettivo era quello di assumere un ruolo simile alla NATO nella regione, e i cui membri erano Australia, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti.
Dopo l'inizio della guerra contro il terrorismo, l'esercito filippino faceva parte della coalizione che ha dato sostegno agli Stati Uniti in Iraq, ed è stato indicato come un importante alleato extra-NATO. Attualmente, il Governo filippino lavora per fermare i gruppi di insorti nel suo territorio con l'aiuto del Governo degli Stati Uniti.
L'economia delle Filippine è la 42ª più grande al mondo, con un prodotto interno lordo calcolato nel 2012 pari a 250.182 milioni di $ (nominale) e a 419.572 milioni di $ (PPA), con un PIL pro-capite nominale di 2.612 dollari e a parità di potere d'acquisto di 4.380 dollari. Le esportazioni primarie includono semiconduttori e prodotti elettronici, mezzi di trasporto, abbigliamento, prodotti in rame, prodotti petroliferi, olio di cocco e frutti. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Giappone, Cina, Singapore, Corea del Sud, Paesi Bassi, Hong Kong, Germania, Taiwan e Thailandia. La valuta delle Filippine è il peso filippino.
Grazie alla posizione sul mare, ogni isola delle Filippine ha un forte sviluppo nel campo della pesca. I lavori legati alla natura (agricoltura, allevamento, pesca) sono molto presenti in tutte le isole, tuttavia il Paese sta attraversando una trasformazione da un'economia basata sull'agricoltura a un'economia basata più sui servizi; il settore dei servizi produce infatti il 57% del PIL, contro il 31% dell'industria e il 12% dell'agricoltura, nonostante una forza lavoro, in quest'ultima, pari al 32% della popolazione.
L'allevamento più diffuso è quello del carabao, che viene utilizzato per il lavoro dei campi e per la carne. I filippini sono abili artigiani e i loro lavori si collegano con le antiche tradizioni tramandate di padre in figlio. Pur trovandosi in una posizione favorevole per i commerci, le Filippine sono molto chiuse in questo settore economico, anche se i loro prodotti sono molto raffinati e realizzati con tecniche particolari conosciute solo dalle persone più esperte.
Le Filippine sono considerate in parte un paradiso fiscale. Infatti sono una delle 14 giurisdizioni che figurano nella cosiddetta "lista grigia" nel rapporto del giugno 2010 dell'OCSE. Anche il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, ha inserito le Filippine tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, cosiddetta Black list o lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico-commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tale territorio.
L'arcipelago delle Filippine è formato da oltre 7100 isole, isolette e scogli di cui circa 2770 soltanto hanno un nome e poco meno di 900 sono abitate. Le isole maggiori sono undici: Luzon a N (dove si trova la capitale), Mindanao a S, e poi, in ordine decrescente, Samar, Negros, Palawan, Panay, Mindoro, Leyte, Cebu, Bohol e Masbate. Tutte insieme queste 11 isole formano il 94% del territorio. Il gruppo di isole situato fra Luzon e Mindanao, e precisamente Samar, Negros, Panay, Leyte, Cebu, Bohol, Masbate più alcune minori, viene sovente indicato come gruppo delle Visayan o Visayas.
Le coste sono frastagliate e presentano numerose baie e golfi, ma non sono particolarmente ricche di buoni approdi, tenuto conto del grande sviluppo costiero complessivo (che si aggira sugli 11.000 km), e spesso sono accompagnate da scogliere e banchi di corallo che ostacolano la navigazione. A oriente l'arcipelago è orlato da una delle più profonde fosse oceaniche del mondo, la fossa delle Filippine, che raggiunge una profondità massima di 10.540 m.
Le isole dell'arcipelago si trovano in una zona che fu interessata da forti fenomeni orogenetici e quindi la loro morfologia è molto accidentata. Si calcola che più del 65% del territorio sia montuoso, mentre le aree di pianura sono poco più del 30%. Si tratta in genere di strette fasce costiere o di brevi zone pianeggianti di origine alluvionale. Le pianure più estese si trovano nelle due isole maggiori: a Luzon la grande pianura centrale, che si apre sulla baia di Manila, e la vallata del fiume Cagayan; a Mindanao la valle del fiume Agusan. In linea di massima i rilievi seguono, come andamento, l'asse principale di ciascuna isola. Ovviamente i sistemi montuosi più complessi si trovano nelle isole di Luzon e Mindanao. La parte settentrionale di Luzon è percorsa, da N a S, da due catene di monti: la sferra Madre e la cordigliera Centrale. Separate dapprima dalla valle del Cagayan, le due catene convergono poi a N di Cabanatuan e vanno a innervare la lunga e sinuosa penisola di Camarines dove spicca il vulcano Mayon (2420 m). A O, e separata da questi rilievi per l'interposta pianura centrale, si leva la catena costiera dei monti Zambales. Il rilievo di Mindanao è costituito da brevi catene, massicci e gruppi vulcanici (quello dell'Apo, con i suoi 2954 m, è la vetta più alta delle Filippine) fra i quali si aprono modesti bacini interni e più ampie valli fluviali come quella del Pagusan. I corsi d'acqua delle Filippine sono numerosi, ma brevi e con portate molto variabili. Tra i laghi, il più esteso è la laguna de Bay (Luzon) che misura 922 kmq.
Le Filippine sono ben note per le sue bellissime spiagge bianche e mare verde smeraldo.
Questa è la meta esotica per eccellenza sia per chi vuole fare immersioni e per chi preferisce invece crogiolarsi al caldo in uno dei paradisi tropicali più belli al mondo.
Soprannominato “Ultima Frontiera” delle Fillippine, El Nido è senza dubbio l’ultimo paradiso terrestre sperduto nel mare Cinese meridionale . Situato sulla punta settentrionale dell’isola di Palawan, El Nido è un insieme di isolotti corallini e bellissime baie nascoste tra le scogliere di arenaria bianca che emergono dal mare color smeraldo.
La Baia di Bacuit di El Nido è una destinazione esclusiva, ricca di paesaggi magici, barriere coralline, caverne preistoriche e lagune incontaminate.
Le spiagge più belle del mondo si trovano sull’isola di Boracay, una delle mete preferite dai turisti che si recano nelle Filippine. “White Beach”, è la spiaggia più famosa di Boracay, si estende per 4 chilometri, fiancheggiata da resorts, ristoranti e bar e lambita da acque turchesi.
Di notte inizia il divertimento e la White Beach si anima con castelli di sabbia a lume di candela e accoglienti ristoranti e bar che rimangono aperti fino all’alba.
In altre zone dell’isola ci sono luoghi più tranquilli, dove si possono trovare spiagge deserte, calette, grotte e scogliere a picco sul mare.
La caratteristica unica dell’isola di Bohol sono le Colline di Cioccolato: oltre 1500 colline perfettamente coniche a perdita d’occhio, formatosi da una barriera corallina emersa durante l’era glaciale. Sono un gioiello naturale e patrimonio dell’umanità protetto da UNESCO. Sono chiamate di Cioccolato per il colore marrone che assumono durante la stagione secca.
Oltre al paesaggio surreale delle Colline di Cioccolato, l’isola di Bohol è una meta naturalistica dove è possibile vedere il tarsio spettro, una delle scimmie più piccole al mondo.
L’isola offre inoltre caverne, spiagge di sabbia bianca, mare cristallino e cascate nascoste nella foresta pluviale. E’ possibile soggiornare nei resorts che si affacciano sulla bellissima spiaggia di Alona Beach sull’isola di Panglao, a sud di Bohol. Panglao è una sistemazione adatta agli amanti delle attività marine tra cui l’ avvistamento delfini e balene, immersioni e snorkeling.
A circa 800 chilometri a sud est di Manila, si trova l’isola di Siargao, la capitale del surf nelle Filippine. Grazie alle condizioni ottimali, si formano onde altissime alle quali gli amanti del surf non sapranno resistere. L’isola offre anche bellissime attrazioni naturali anche per i non-surfer come: spiaggie bianche, foreste di mangrove ricche di animali selvatici, barriere coralline ben conservate e lagune color turchese per poter nuotare in tranquillità.
Si dice che Camiguin sia “un’Isola Nata dal Fuoco” per la presenza di sette vulcani, tra cui il Monte Hibok-Hibok ancora attivo. Camiguin è un vero e proprio Giardino dell’Eden, con cascate e sorgenti termali nascoste nella foresta pluviale e con spiagge bianchissime che fanno da contrasto con le montagne verdeggianti.
Dal momento in cui i subacquei hanno scoperto Tubbatah Reefs alla fine del 1970, è stato riconosciuto tra le barriere più belle del pianeta e dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. A causa della sua posizione isolata, Tubbataha è raggiungibile solo con crociera liveboard da Puerto Princesa. Gli amanti delle immersioni subacquee potranno esplorare l’ancora incontaminato mondo sottomarino e la sua straordinaria biodiversità
La piccola isola Pamalican, lambita dal Mare di Sulu, è circondata da spiagge bianchissime e 7 km di barriera corallina incontaminata.
L’arcipelago delle isole Samal è composto da nove isole. L’isola di Samal è quella più famosa e negli ultimi anni sta diventando sempre più popolare grazie alla sua costa di 118 km di spiagge bianche.
Oltre alle spiagge idilliache, l’isola di Samal offre dei paesaggi unici con lagune trasparenti, foreste pluviali e formazioni rocciose.
L’isola di Bantayan è stata definita come la versione più tranquilla di Boracay. Situata a largo della punta settentrionale di Cebu, Bantayan è nota per le sue spiagge bianche, le acque cristalline e per la popolazione locale amichevole.
Coron, Busuanga, Sangat e Culion sono solo alcune delle isole che compongono l’arcipelago delle Calamianes, che conta ben più di cento isole. Il mare delle Calamianes può essere definito come un acquario a cielo aperto dove si possono trovare creature strane come i Dugonghi (mucche di mare) che si aggirano in questa zona da marzo a giungo. E poi ancora tartarughe marine, razze, coralli e vari pesci tropicali dai colori psichedelici. Per non parlare del misterioso Lago Kayangan, una laguna verde-blu circondata dalla foresta pluviale e scogliere mozzafiato, che lancia un incantesimo a tutti i visitatori.
Le Filippine hanno un clima tropicale caldo e umido. La temperatura media annuale è di circa 26,5 °C. L'anno è suddiviso in tre stagioni: Tag-init o Tag-Araw (la stagione calda o estate da marzo a maggio), Tag-ulan (la stagione delle piogge da giugno a novembre), e Tag-lamig (la stagione fredda, da dicembre a febbraio). Le stagioni dei monsoni sono due: una umida e l'altra secca. Il monsone che spira da sud-ovest (da maggio ad ottobre) è conosciuto con il nome Habagat, mentre quello che spira da nord-est (da novembre ad aprile) è noto come Amihan. Il mese più freddo è gennaio, quello più caldo è maggio. Entrambe le temperature minime e massime raggiungono il picco nei mesi di aprile e maggio. La capitale Manila e la maggior parte delle zone di pianura risultano calde e polverose da marzo a maggio. Anche in questo periodo le temperature medie superano di rado i 37 °C, mentre quella del mare raramente scende sotto i 27 °C. Le precipitazioni medie annue nelle regioni montuose sulla costa orientale possono arrivare fino a 5.000 millimetri, mentre nelle valli più riparate dalla pioggia meno di 1.000 mm. L'intero arcipelago è spesso soggetto a passaggi di uragani e tifoni da luglio a ottobre. Il 7 novembre 2013 le Filippine centrali, precisamente la regione di Leyte, sono state colpite da Haiyan, un fortissimo tifone che ha messo in difficoltà milioni di persone: stime iniziali hanno contato oltre 10.000 vittime. Nelle ore successive, l'allarme si è spostato in Cina e Vietnam.
Il fatto di essere un arcipelago, l'estensione geografica, il clima tropicale, e la variegata orografia, rende le Filippine uno dei Paesi con il più alto livello di biodiversità ed endemismo del pianeta. La flora e la fauna dell'arcipelago sono costituite da una miscela di specie asiatiche e australasiatiche per via del fatto che le Filippine si trovano poco più a nord della linea di Wallace, che separa Asia e Oceania; i due continenti, che hanno avuto storie evolutive diverse, hanno apportato una grande biodiversità in quelle zone.
Le acque territoriali delle Filippine occupano circa 1,67 milioni di chilometri quadrati, e ospitano una vita sottomarina unica e diversa, con mari che ospitano più di 2.000 specie di pesci oltre a coralli, perle, granchi e alghe. Le foreste pluviali offrono habitat ad oltre 530 specie di uccelli, circa 800 specie di orchidee e circa 8.500 specie di piante da fiore.
Le foreste e le lunghe coste hanno permesso l'evoluzione di una vasta gamma di uccelli, piante, animali e creature marine e hanno reso le Filippine uno dei dieci Paesi a più alto tasso di biodiversità per unità di superficie del mondo.
La deforestazione, spesso praticata illegalmente, rimane però un problema grave e strutturale dell'arcipelago: la superficie delle foreste è infatti diminuita dal 70% del 1900 al 18,3% del 1999. Molte specie sarebbero pertanto in via di estinzione e gli scienziati affermano che le Filippine hanno subito un tasso di estinzione catastrofica, del 20%, alla fine del XX secolo e per questo motivo la Unione internazionale per la conservazione della natura asserisce che le Filippine sono tra i Paesi a cui dare la massima priorità per la conservazione delle specie.
Nelle Filippine sono presenti circa 13.500 specie vegetali, 3200 delle quali non sono presenti in nessun altro posto al mondo. Le foreste pluviali delle Filippine hanno una ricca flora, tra cui rari tipi di orchidee e di Rafflesie.
Grazie al clima tropicale, le piante da fiore sono abbondanti e sono utilizzate come ornamenti, per la fabbricazione di profumi e come alimenti. Tra questi c'è l'ylang-ylang (Cananga odorata), usata in profumeria, e la cosiddetta sampaguita o "gelsomino d'Arabia" (Jasminum sambac), dichiarato fiore nazionale delle Filippine con Decreto presidenziale del 1934. Altri vegetali presenti includono 54 specie di bambù, le palme da cocco, che sono alla base dell'economia di molte città, gli alberi di nypa (Nypa fruticans) e di mabolo (Diospyros blancoi), il cui legno è sfruttato per le costruzioni, il Canarium ovatum, il durian e diverse specie di piante carnivore del genere Nepenthes.
Si possono trovare circa 1.100 specie di vertebrati terrestri, tra cui oltre 200 specie di mammiferi e oltre 600 specie di uccelli. Tra le specie endemiche sono presenti il tamarao di Mindoro, il cervo maculato delle Visayas, il tragulo delle Filippine, il cinghiale delle Visayas, il lemure volante delle Filippine, e diverse specie di pipistrelli. Il territorio è privo di grandi predatori, ad eccezione di serpenti, pitoni, cobra e rapaci come l'aquila delle Filippine. Tra gli altri animali nativi ci sono lo zibetto delle palme comune, la civetta delle palme, il dugongo e il tarsio delle Filippine. Endemico dell'arcipelago è il coccodrillo delle Filippine, rettile a rischio di estinzione: è una specie gravemente minacciata, e le residue colonie (poche centinaia di esemplari, allo stato selvatico) sono minacciate in maniera piuttosto seria dalle gravi alterazioni cui sono sottoposti gli habitat da esse occupati.
Essendo un arcipelago di oltre 7000 isole, grande rilevanza ha anche la fauna marina, che è tra le più ricche del mondo; nelle acque territoriali si trovano oltre 3000 specie diverse di pesci, 800 specie di coralli (su circa 6000 specie specie note in tutto il mondo) e addirittura circa 20000 specie di molluschi (su circa 110000 specie note in tutto il mondo), oltre a mammiferi marini come delfini e balene e varie specie di tartarughe.
L'architettura filippina è caratterizzata da una forte influenza spagnola integrata a molteplici elementi della cultura dei filippini nativi. Infatti, secondo il folclore locale, le tipiche case filippine devono soddisfare alcune caratteristiche architettoniche per garantire buona fortuna e prosperità per le famiglie che vi abitano. Per esempio, la casa ideale per ricevere i raggi del sole del mattino in due delle sue facciate. Le scale devono essere orientate verso est, non devono essere situate al centro dell'edificio e hanno un numero di scalini che è un multiplo di tre. Inoltre non devono essere posizionate due porte esattamente di fronte, non devono essere costruiti scantinati, e il letto deve stare lontano dalla porta e la sala da pranzo deve essere la stanza più grande della casa.
L'influenza dell'architettura spagnola è evidente anche nel modo in cui sono state progettate molte città, attorno a una piazza centrale, anche se molti degli edifici storici sono stati demoliti durante la Seconda guerra mondiale. Alcuni esempi architettonici ancora in piedi includono principalmente chiese, edifici governativi e università. In effetti, nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco sono presenti quattro chiese barocche: la chiesa di Sant'Agostino di Manila, la Chiesa di Sant'Agostino a Paoay, la Chiesa di Nostra Signora dell'Assunta a Santa Maria e la Chiesa di San Tomas de Villanueva, a Miagao. Anche la città di Vigan è nota per le molte case ed edifici in stile spagnolo ancora conservati.
Dopo il dominio americano e la Seconda guerra mondiale, l'architettura filippina ha iniziato a adattarsi all'architettura occidentale che, combinata con le tradizioni locali, culminò con la creazione dello "stile filippino", presente in edifici come la sede della "Camera dei rappresentanti" e in genere negli edifici governativi. Gli Architetti Uniti delle Filippine (UAP) sono un'organizzazione creata nel 1974 al fine di gestire gli architetti certificati del Paese e promuovere opere a livello nazionale e internazionale.
Prima dell'arrivo degli europei, ogni gruppo etnico aveva sviluppato e affinato le proprie manifestazioni artistiche; l'arte fu influenzata dai malesi, dai cinesi e dagli islamici. Tuttavia, è stato durante la colonizzazione, e una volta che i filippini furono convertiti al cristianesimo, che iniziarono a esprimersi in pale d'altare, rilievi e sculture legate ai santi della Chiesa Cattolica, piuttosto che a rappresentazioni dei loro idoli. Successivamente, nel XIX secolo, le sculture si indirizzarono verso altre espressioni religiose, mostrando persone di tutti i gruppi etnici intente nei loro compiti di vita quotidiana. Successivamente nella pittura, durante il dominio statunitense, si aprì la strada del modernismo che arricchì il patrimonio artistico della nazione.
La letteratura filippina comprende opere solitamente scritte in filippino, spagnolo e inglese. Alcune delle opere filippine più conosciute sono state scritte nel XIX secolo. Francisco Balagtas, poeta e drammaturgo che scrisse Florante at Laura, è riconosciuto come un importante scrittore in lingua filippina. José Rizal, che scrisse le novelle Noli Me Tangere e El Filibusterismo, è anche considerato un eroe nazionale. Le sue raffigurazioni delle ingiustizie degli spagnoli, e la sua morte per fucilazione, ispirò altri rivoluzionari filippini a cercare l'indipendenza dal dominio spagnolo. Nel XX secolo, altri scrittori filippini ufficialmente riconosciuti come artisti nazionali sono: NVM Gonzalez, Nick Joaquin, F. Sionil Jose, e Alejandro Roces.
La musica filippina può essere classificata in tre gruppi principali: la musica folk, la musica popolare spagnola e la musica contemporanea. La musica folclorica comprende tutte le musiche tradizionali dei gruppi indigeni. I principali strumenti musicali utilizzati sono, tra gli altri, il gong, lo xilofono, il flauto, il tamburo, l'arpa, la cetra di bambù. La musica influenzata dagli spagnoli è per lo più di stampo religioso, anche se alcune combinazioni con influenze indigene hanno portato alla creazione di vari canti tradizionali, e la musica contemporanea è invece fortemente legata alla cultura statunitense, come ad esempio il pinoy pop filippino, che è un genere che comprende vari stili occidentali come rock, jazz, hip-hop, disco e pop.
Nelle Filippine gli sport più popolari sono il basket e il pugilato; vengono praticate e studiate anche arti marziali, in particolare l'Escrima antica arte marziale che prevede anche l'uso delle armi.
La cucina filippina si è evoluta nel corso dei secoli, dalle origini maleo-polinesiane per diventare poi una cucina mista con influenze ispaniche, asiatiche, americani e altre, adattate agli ingredienti locali per creare piatti chiaramente filippini. Esistono piatti semplici, come un pasto a base di pesce salato fritto e riso, o più elaborati, come ad esempio la paella, preparati in occasioni delle festività. Le ricette popolari includono carne di maiale, soprattutto da latte, adobo, sinigang, kare kare, tapa, zampa croccante, pancit, involtini primavera e halo-halo. Alcuni ingredienti locali comuni utilizzati in cucina sono le calamondine, le noci di cocco, la saba banana, i manghi e varie varietà di pesci, tra cui il pesce latte.
I filippini tendono a favorire sapori forti, tuttavia i loro piatti non sono così piccanti come quelli tradizionali dei paesi vicini.
A differenza di molti asiatici dei paesi vicini, i filippini non mangiano con le bacchette, ma usano le posate occidentali. Tuttavia, forse perché il riso è l'alimento base e un gran numero di stufati e piatti molto popolari sono fatti con esso, gli utensili presenti a tavola nelle Filippine sono cucchiaio e forchetta, e non coltello e forchetta.
Il modo tradizionale di mangiare con le mani, noto come kamayan, è più frequente nelle zone poco urbanizzate.
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