mercoledì 21 ottobre 2015
IL TEMPIO DI QUECHULA
I resti di una chiesa risalente alla metà del XVI secolo sono emersi dalle acque del fiume Grijalva, vicino alla città di Nueva Quechula, in Chiapas, Messico. Noto come il Tempio di Santiago o di Quechula, l'edificio del 1564 fu abbandonato dopo l'epidemia di peste che colpì la zona tra il 1773 e il 1776. Dal 1966, anno di costruzione della diga di Nezahualcoyotl, è solitamente sommerso da 30 metri di acqua. Adesso, la siccità ha drasticamento ridotto di 24 metri il livello idrico, portando alla luce la chiesa dal passato misterioso, costruita da un gruppo di monaci sulla cosiddetta Strada dei Re, progettata dai conquistadores spagnoli e ancora in uso nel 20° secolo. Il Tempio di Santiago ha una struttura portante lunga 61 metri e larga 14 mentre le mura sono alte circa 10 metri. Al suo interno è stato rinvenuto l'ossario con i resti delle vittime della peste. Non è la prima volta che la chiesa emerge dalle acque: era già successo nel 2002. In quell'occasione i visitatori riuscirono persino a entrare e camminare tra le navate.
La chiesa è circondata dalla città sommersa di Quechula. I conquistatori spagnoli che la costruirono, pensavano che la zona potesse diventare un enorme centro abitato, ma il loro sogno non si è mai realizzato e addirittura la chiesa non ha mai nemmeno avuto un prete.
La chiesa fu abbandonata a causa delle grandi piaghe che colpirono questa zona del Messico tra il 1773 e il 1776, come ha spiegato l’architetto Carlos Navarrete, che ha collaborato con le autorità messicane per realizzare una relazione su questa struttura.
I pescatori hanno iniziato ad accompagnare i turisti lungo il fiume Grijalva per vederne da vicino le rovine.
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