martedì 14 giugno 2016

L'ALASKA



L'Alaska è uno Stato federato degli Stati Uniti d'America. Situato nella estremità nordoccidentale del continente nordamericano, confina a est con il Canada, a nord con il Mar Glaciale Artico e a ovest e a sud con l'oceano Pacifico.

Il toponimo Alaska è derivato dalla parola alaxsxaq (ah-lòk-shok) che ha come significato "grande paese" o "terraferma" nella lingua degli Aleutini o Unangan (come essi si chiamavano nella propria lingua).

I primi abitanti dell'Alaska furono quei popoli che durante le ere glaciali raggiunsero l'America attraverso lo stretto di Bering, reso percorribile grazie all'aumento delle acque ghiacciate. Furono tra questi i progenitori delle varie tribù amerinde dello Stato, ma è da ricordare che il passaggio fu sfruttato da tutti i progenitori delle civiltà precolombiane. Successivamente altre popolazioni, come gli inuit e gli Aleutini raggiunsero l'Alaska dal continente asiatico, probabilmente via mare. Fino all'800 alcune comunità aleutine e inuit vivevano nell'estremo oriente russo, e ancora oggi i discendenti degli inuit vivono a nord della Kamcatka.

In realtà dunque l'America non fu mai completamente isolata dall'Asia, e veniva continuamente raggiunta dalle popolazioni nomadi dell'estremo est asiatico. Tra i primi europei a raggiungere l'Alaska vi fu il danese Vitus Bering, che esplorò via mare, per conto dell'Impero russo, la zona sino al monte Saint Elias (1747).

Nel corso del Settecento alle rivendicazioni spagnole sull'Alaska fece seguito un viaggio esplorativo del navigatore italiano, al servizio iberico Alessandro Malaspina, che ripercorse la rotta del viaggio (forse leggendario) di Lorenzo Ferrer Maldonado, che nel tardo Cinquecento aveva cercato un passaggio a nord ovest partendo dal Messico. Questa spedizione, che il capitano di fregata prima e di vascello poi Malaspina comandava in qualità di commodoro, produsse una notevole mole di dati geografici, etnografici, botanici, naturalistici, geologici, e antropologici; questi lavori non sono ancora stati completamente pubblicati.

In seguito il territorio fu annesso all'Impero russo, che tuttavia lo colonizzò solo marginalmente (l'attività principale allora era la caccia alle lontre, alle foche e ad altri animali da pelliccia). Di fatto la regione divenne zona di commercio delle pellicce per le compagnie commerciali russe "Selikov" e "Golicov" che ebbero come base Kodiak dal 1784. Nel 1799 fu fondata la Compagnia russo-americana, autorizzata dallo zar Paolo I a commerciare fino al 52º parallelo nord. La regione rimase emarginata dalla vita politica ed economica dell'Impero russo: la maggior parte dei pochi russi che si trasferivano in Alaska preferiva tornare in Russia dopo essersi arricchiti.

La colonizzazione russa dell'Alaska si scontrò con altri due colonialismi: quello britannico e soprattutto quello spagnolo. Inoltre i Russi cercarono di estendere il loro dominio anche più a sud, con il tentativo di installare una colonia in California durante gli anni dieci del XIX secolo: il progetto non ebbe esito positivo e innervosì notevolmente le cancellerie spagnole.

Il commercio con gli indiani non era sempre pacifico, anzi molto spesso era basato sui ricatti degli europei nei confronti dei nativi, che rispondevano attaccando alcune piccole concessioni russe, con uno stato di guerra latente che si protraeva anche dopo la fine degli scontri. I nativi furono però definitivamente sconfitti verso la fine degli anni quaranta del XIX secolo. Agì come pacificatore dei conflitti l'attività dei missionari ortodossi, che riuscirono sia a convertire molti nativi, sia a convincere il governo locale russo a limitare le attività di saccheggio, ruberia e repressione armata nei confronti degli indigeni.

Nel 1867 gli Stati Uniti acquistarono l'Alaska dalla Russia per $ 7 200 000, (poco più di 4 dollari per km²). L'acquisto, passato alla storia con il nome di Alaska Purchase, fu gestito dal Segretario di Stato William H. Seward e venne ratificato dal Senato statunitense il 9 aprile 1867. Il passaggio di sovranità avvenne il 18 ottobre dello stesso anno. Il fatto non entusiasmò molto l'opinione pubblica statunitense di allora, che considerava l'Alaska un territorio inospitale e del tutto inutile (venne soprannominata "Follia di Seward" e "Ghiacciaia di Seward"). Ogni anno l'ultimo lunedì di marzo si ricorda l'avvenimento con il Seward's Day e il 18 ottobre con l'Alaska Day.

Nel 1884 divenne un distretto dell'Oregon. Nel 1898 in Alaska venne scoperto l'oro: questo fatto provocò una vera e propria invasione di cercatori d'oro, tra cui anche lo scrittore Jack London, e di conseguenza anche la colonizzazione del territorio. Altro oro venne scoperto nel vicino Klondike, territorio canadese, e l'Alaska fu utilizzata come base di partenza per i cercatori, e questo favorì la crescita delle prime città e delle prime strade nell'entroterra della regione sud-orientale, come collegamento verso lo Yukon.

Divenuta territorio autonomo nel 1912, il 7 luglio 1958 il presidente Eisenhower firmò l'Alaska Statehood Act che rese l'Alaska uno Stato degli USA a tutti gli effetti, entrando nell'Unione come il 49º stato il 3 gennaio 1959.

Nel 1968 fu scoperto il più grande giacimento di petrolio e di gas naturale di tutto il Nordamerica, sfruttato pienamente a partire dal 1977, quando un oleodotto lungo circa 1 300 km collegò i giacimenti al porto di Valdez.

Nel 1976 fu creato l'Alaska Permanent Fund, un fondo che investe una porzione delle entrate minerarie dello stato, incluse le entrate del Trans-Alaskan Pipeline System, a beneficio di tutte le generazioni di Alaskani. Al giugno 2003, il valore del fondo ammontava a 24 miliardi di dollari.

Si è proposto più volte di realizzare un ponte o un tunnel attraverso lo stretto di Bering (85 km), ma sia per ragioni economiche sia per ragioni strategico-militari questa idea non è mai stata portata avanti.



L'Alaska, le Hawaii e Porto Rico sono gli unici tre stati che non si trovano tra i 48 stati contigui degli Stati Uniti d'America. Inoltre l'Alaska è lo stato più esteso degli Stati Uniti (oltre 1 717 000 km²).

La geografia dello Stato può essere schematizzata attraverso una suddivisione in regioni:
L'Alaska Centro Meridionale è la regione costiera meridionale con villaggi, città e impianti industriali petroliferi;
La penisola di Alaska ospita piccoli insediamenti, acque interne, monti, ghiacciai e grandi foreste;
L'interno è più pianeggiante e percorso da grandi fiumi, come lo Yukon e il Kuskokwim; vi si trovano grandi estensioni di tundra artica;
La costa settentrionale è la parte più remota, inospitale e spopolata dello Stato.
Grazie anche alle numerose isole, le coste dell'Alaska superano i 54 700 km di lunghezza. La serie di isole che si estende a ovest della punta sudoccidentale dell'Alaska è nota come l'arcipelago delle Aleutine. Molte di queste isole ospitano vulcani attivi: per esempio, il monte Shishaldin (3 042 m) sull'isola di Unimak. La serie di vulcani raggiunge Mount Spurr, a ovest di Anchorage, sulla terraferma.

In Alaska si trova il monte Denali, la montagna più alta di tutto il Nordamerica, 6 194 metri. s.l.m..

Numerosi sono i fiumi e i laghi, tra questi ce ne sono più di tre milioni con una superficie di almeno 8 ettari. Gran parte del territorio dell'Alaska è gestito dal governo federale come foresta nazionale, parco nazionale, e rifugio naturale nazionale. Vi sono luoghi in Alaska che sono comune terreno pubblico demaniale (terreno del BLM) ma che sono probabilmente più spettacolari di molti parchi nazionali nei 48 stati. Molti dei parchi statali dell'Alaska sarebbero parchi nazionali se fossero in altri stati.

In gran parte dell'Alaska i servizi sono gestiti dalle cosiddette ANCSA corporations; le tredici più importanti operano a livello regionale, mentre ne esistono dozzine di locali.

L'Alaska ha un clima freddo che però si può suddividere in quattro aree:
la costa sud, in particolare Juneau (unica città in cui le massime medie di gennaio sono superiori a 0 °C, media: -8 °C/1 °C) che gode delle condizioni più miti dello Stato (già Anchorage, sempre sulla costa sud, che è situata circa al 60º parallelo ha una media di gennaio di -3 °C/-13 °C; le medie di luglio sono sui 15 °C) ma che è anche l'area più nevosa per l'oceano che fa accumulare umidità: gli accumuli medi raggiungono e spesso superano di gran lunga il Québec e Hokkaido (in cui cadono rispettivamente tra i 3, i 5 e i 7 metri) e in alcune parti arrivano a una media di 8 metri con copertura che va da 1–2 mesi di Juneau e la sua area e i 4–5 mesi dell'interno di Anchorage;
l'interno, che ha il clima che ci si aspetta dall'Alaska (Fairbanks ha una media di gennaio di -19 °C/-28,5 °C e di luglio di 12 °C/22 °C; tuttavia sono dati presi dal centro, dove vi è l'isola di calore urbana: altre località spesso sono più fredde e le medie di gennaio arrivano a -34 °C, più o meno quanto i più freddi luoghi dello Yukon, vicini a Old Crow) in cui le medie mensili sono sotto zero 8 mesi all'anno e si registrano le temperature più basse (-62,1 °C a Prospect Creek, ma notizie non ufficiali riportano dati più bassi) e più alte (38 °C a Fort Yukon, che d'inverno scende spesso sotto i -40 °C); la copertura nevosa dura da 6 a 7–8 mesi e i fiumi sono liberi dai ghiacci solo 4 mesi;
la costa occidentale, che ha inverni freddi (stretto di Bering gelato) ed estati fresche;
la costa artica, in cui le medie di gennaio sono -23 °C e i -30 °C e di luglio tra i 4 °C e i 6 °C (Barrow, la punta nord, ha a febbraio -21 °C/-31 °C, a luglio 1 °C/5 °C): le precipitazioni sono scarsissime sui 200–250 mm l'anno, la maggior parte in estate, il mare è gelato da ottobre a giugno con temperatura massima di 1 °C, la copertura nevosa rimane da settembre a inizio giugno, ma i residui si vedono tutto l'anno.
In Alaska sono state registrate temperature da record come il già citato primato di Prospect Creek, Fairbanks -62 °C, Chandalar -59 °C, Fort Yukon -58 °C e Barrow -53 °C.

Nel 2007 il prodotto interno lordo dell'Alaska è stato di 44 miliardi di $, che lo pone al 45º posto fra i 50 stati. Il reddito pro capite per l'anno 2007 è stato di 40 042 $ (15º negli Stati Uniti).

La pesca occupa un importante ruolo nell'economia dell'Alaska, e fornisce un ampio surplus destinato all'esportazione. In campo agricolo, a causa delle difficili condizioni climatiche, la produzione di latte e latticini, bestiame, verdure e vivai è appena sufficiente per il fabbisogno interno, tuttavia gran parte dei generi alimentari sono importati da regioni del mondo più adatte all'agricoltura. Anche l'industria manifatturiera è di proporzioni alquanto limitate, e anche i prodotti non alimentari sono in gran parte importati. I costi delle importazioni sono molto elevati a causa delle spese di trasporto e questo contribuisce a tenere alto il costo della vita nonostante i sussidi governativi per gli abitanti dello Stato.

Tuttavia, gran parte degli abitanti lavora per il governo o nel campo dell'estrazione e del trasporto delle risorse naturali: petrolio greggio, gas naturale, carbone, oro, metalli preziosi, zinco e altri minerali, legname e prodotti in legno. Un altro settore di impiego è in ambito militare a causa delle molte basi militari presenti nello stato. Il settore turistico è poco sviluppato ma in crescita per via della spettacolarità dei paesaggi naturali e per possibilità di effettuare escursioni anche grazie all'ausilio degli spostamenti in treno effettuati dalla Alaska Railroad e alle numerose crociere che fanno tappa nei maggiori porti.

In Alaska le comunicazioni sono assicurate in diverse maniere. La rete stradale non è molto sviluppata a causa della scarsità della popolazione, delle grandi distanze e della natura del suolo, per gran parte dell'anno ricoperto da ghiaccio o neve o formato da permafrost. Le strade sono presenti soprattutto nella parte meridionale dello Stato, la Alaska Highway unisce le città principali e lo stato al Canada. La capitale dello Stato non è collegata da strade e si può raggiungere solo tramite aerei o navi.

Sulla costa del Pacifico, molte località usufruiscono di un servizio navale per merci e passeggeri. Ancor più diffuso è il trasporto aereo, molte sono le linee aree locali e molto utilizzati sono gli idrovolanti che atterrano sui numerosi laghi.

Il mezzo di trasporto più usato nel periodo della corsa all'oro, la slitta trainati da cani, ormai è un mezzo folcloristico e sportivo. Molto popolare è la corsa con le slitte che si svolge a marzo per 1850 km tra Anchorage e Nome, la Iditarod Trail Sled Dog Race per ricordare l'impresa compiuta nel 1925 quando delle slitte riuscirono a raggiungere il piccolo villaggio di Nome per portare le medicine per combattere un'epidemia.

Tra i problemi della popolazione dell'Alaska bisogna ricordare l'alcolismo, causato soprattutto dall'isolamento di alcune comunità, dai lunghi periodi di buio invernale, dalle difficoltà negli spostamenti. In alcune zone l'alcol è addirittura vietato. L'alcolismo genera altri problemi come l'alto numero di suicidi, le violenze domestiche e la sindrome alcolica fetale nei bambini dovuta all'abuso di alcol da parte di donne in gravidanza, che genera nei bambini disfunzione in alcuni organi, basso peso alla nascita, ritardo nello sviluppo, e in alcuni casi epilessia.

La condizione di essere "terra di frontiera", con limitate regole etiche e fortissimi interessi economici in ballo e, per i critici, anche con scarsi controlli, ha portato come conseguenza a diversi fenomeni di "disinvoltura economico-politica" nel paese, con casi di corruzione, sperpero, e finanziamenti ritenuti clientelari, (buona parte del territorio sconfinato è di diretta competenza statale, ed è stato ampiamente e interessatamente concesso a grandi società private), è emblematica la figura del senatore Theodore Stevens (Zio Ted) coinvolto per decenni in tali generose concessioni; il ripetersi di tali fenomeni ha prodotto la definizione per l'Alaska, da parte degli altri Stati dell'Unione, di luogo della corruzione, e dello sperpero dei beni di proprietà comune. Nonostante la politica attuale dell'Alaska cerchi di limitare questi fenomeni, la consuetudine degli altri Stati dell'Unione di citare l'Alaska come luogo di eventi di questo tipo è ancora molto presente.

L'Alaska è l'unico stato degli Stati Uniti, fatta eccezione per il Colorado, in cui è consentito il possesso per uso personale di circa 30 grammi di marijuana.

L'inglese è la lingua più parlata, dall'89,7% della popolazione, il 5,2% è ripartito tra le più di venti lingue indigene, segue lo spagnolo con il 2,9%.

L'Alaska, così come gli Stati del nord Pacifico, è tra i meno religiosi degli Stati Uniti.

La città più popolosa dell'Alaska è Anchorage, con una popolazione di 291 826 abitanti (censimento 2010 Anchorage Municipality, Alaska American FactFinder).

Uno spazio immenso in gran parte selvaggio, sei mesi di luce e sei mesi di buio, un clima durissimo e una bellezza travolgente.

Sono solo alcune delle contraddizioni che si incontrano in Alaska e che forgiano il carattere di una società ai confini del mondo.

Gente dura, in gran parte immigrati, quella che vive in questo pezzo di Stati Uniti ai margini del Polo Nord e della storia.

Vivere in Alaska vuol dire confrontarsi con una natura prepotente e affascinante dove gli uomini reagiscono in modo complesso: con la passione per la natura e con l’alcolismo, con l’euforia dell’esploratore e la depressione del naufrago. Con la sua presenza quotidiana, quasi violenta, la natura gioca un ruolo assai più centrale che altrove nel disegnare la geografia dei rapporti sociali, dei comportamenti umani.

In Alaska si vive in città isolate, lontane da tutto. Basti pensare alla capitale, Juneau: non esistono strade o ferrovie che la colleghino con il resto del mondo. Non la si può lasciare via terra. Gli unici mezzi di comunicazione, a parte il telefono, la radio, la televisione, sono gli aerei o le navi. Intorno le grandi montagne, le foreste, le praterie, i ghiacciai, l’Oceano Pacifico. Un abitante su 50 possiede un aereo: per cercare in qualche modo di rispondere al bisogno di muoversi, di essere liberi di andare e venire, l’unico modo è volare. Il 30% del territorio è protetto, il rimanente è comunque selvaggio, dato che il mezzo milione di abitanti non è certo in grado di antropizzare la regione.

Le città principali sono Juneau, Anchorage e Fairbanks, per il resto si tratta di paesini o piccole comunità indigene a distanze enormi l’una dall’altra.

Malgrado il reddito dello stato sia il più alto d’America, la durezza delle condizioni di vita viene dimostrato dal più alto tasso di suicidi degli States. Il costo della vita è molto alto e nonostante il governo abbia predisposto diversi incentivi economici, l’età media degli abitanti del “Grande Nord” è la più bassa del continente, 25 anni: perché appena risparmiato il gruzzolo necessario, molti fanno i bagagli e scappano verso climi più caldi, più umani.

Impossibile immaginare di visitare l’intera regione nel corso di un viaggio per via delle dimensioni, dei costi, della difficile organizzazione. La maggior parte dei turisti si avvia alla scoperta dell’Alaska percorrendo la Marine Highway, ovvero il labirinto di canali, isole e fiordi che compone l’Inside Passage. A bordo di grandi navi da crociera, traghetti e barche a vela, il viaggio tipo di svolge da Anchorage fino a Vancouver, in Canada, e  permette di riassumere gran parte del paesaggio sia naturale che umano che rende unica questa parte del globo.

Durante il periodo primaverile, che paradossalmente coincide con l’apice della tendenza al suicidio, si moltiplicano le feste, i balli, i concerti. Uno stratagemma imparato dai nativi per combattere il “cabin shock”, la depressione da letargo che colpisce proprio alla fine del lungo inverno.

Basta uscire dai sobborghi, lasciarsi alle spalle i centri commerciali, per cancellare ogni memoria da provincia americana.


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