venerdì 26 febbraio 2016

PORTO RICO



La storia dell'isola di Porto Rico prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo non è molto chiara. Ciò che oggi si sa viene fondamentalmente dalle scoperte archeologiche e dalle trascrizioni dei racconti orali degli spagnoli. Il primo libro approfondito sulla storia di Porto Rico fu scritto da Fray Íñigo Abbad y Lasierra soltanto nel 1776, ovvero 283 anni dopo l'insediamento degli spagnoli sull'isola.

La prima colonia indigena di Porto Rico fu costituita dagli Ortoiroid, un popolo dell'era arcaica, stanziatosi sull'isola già intorno al 2000 a.C. Successivamente, tra il 120 e il 400, gli Igneri, provenienti dalla regione dell'Orinoco, arrivarono sull'isola. Tra il VII e l'XI secolo la cultura dei Taino si sviluppò notevolmente e, approssimativamente attorno all'anno 1000, divennero il popolo dominante di Porto Rico. Essi mantennero questo dominio fino all'arrivo degli spagnoli, nel 1493.

Quando gli europei giunsero per la prima volta, l'isola era ancora abitata dalle tribù indiane Arawak dei Taino; il nome che essi avevano dato all'isola era Borikén. Il primo contatto con gli europei avvenne per opera di Cristoforo Colombo, durante il suo secondo viaggio alle Antille, il 19 novembre del 1493. Tuttavia alcuni sostengono che non fu Colombo a scoprire Porto Rico, bensì Martín Alonso Pinzón, che nel 1492 si era separato da Colombo continuando da solo le sue esplorazioni. La Corte spagnola diede quindi alla famiglia Pinzón un anno di tempo per poter iniziare l'opera di insediamento e colonizzazione che avrebbe permesso loro la rivendicazione dell'isola, ma essi fallirono.

Originariamente battezzata San Juan Bautista, dallo stesso Colombo, in onore di San Giovanni Battista, l'isola alla fine prese il nome di Puerto Rico (che letteralmente significa "porto ricco"); il nome originale rimase a designare la città più grande, nonché capitale, San Juan. Il conquistador spagnolo Juan Ponce de León divenne l'effettivo governatore in carica di Porto Rico, poiché Vicente Yáñez Pinzón, eletto governatore prima di Juan Ponce, non raggiunse mai l'isola.

Porto Rico fu subito colonizzata dagli spagnoli, i quali vi portarono un gran numero di schiavi africani che furono obbligati a lavorare per la corona spagnola, rimpiazzando così la popolazione indigena dei Taino, che stava progressivamente scomparendo. L'isola divenne in breve un'importante roccaforte e porto strategico dell'Impero spagnolo nei Caraibi. Preoccupati per la continua minaccia dei nemici europei, nel corso dei secoli gli spagnoli costruirono numerosi forti e muraglioni per proteggere la capitale: furono erette fortezze quali La Fortaleza, il forte San Felipe del Morro e il forte San Cristóbal; fu grazie a queste opere di difesa che gli olandesi, i francesi e gli inglesi fallirono nei loro tentativi di conquistare l'isola.

Nel 1809, mentre Napoleone occupava la maggior parte della penisola iberica, un'assemblea popolare tenutasi a Cadice riconobbe Porto Rico come territorio spagnolo d'oltreoceano con il diritto di inviare deputati alla Corte spagnola. Il deputato Ramón Power y Giralt divenne vice presidente della corte di Cadice e le sue riforme costituzionali del XIX secolo favorirono l'incremento demografico e la crescita economica, e soprattutto conferirono una maggiore notorietà all'isola. In seguito all'indipendenza nazionale ottenuta dai paesi del centro e sud America, Porto Rico e Cuba rimanevano le uniche due colonie del Nuovo Mondo appartenenti al grande Impero spagnolo. La povertà e l'allontanamento politico dalla Spagna portarono a una piccola ma significativa insurrezione, nel 1868, conosciuta come Grito de Lares (Pianto di Lares): la sommossa fu facilmente e prontamente stroncata.

Promotori di questo movimento indipendentista furono Ramón Emeterio Betances, considerato il "padre" della nazione portoricana, e altri personaggi politici, tra i quali Segundo Ruiz Belvis. Pochi anni dopo sorse il movimento autonomo portoricano, iniziato da Román Baldorioty de Castro e portato avanti da Luis Muñoz Rivera verso la fine del secolo. Nel 1897, Muñoz Rivera e altri indipendentisti persuasero il governo liberale spagnolo a riconoscere e accettare lo Statuto per l'autonomia di Porto Rico. L'anno seguente venne organizzato il primo, anche se di breve durata, governo autonomo portoricano. Si raggiunse quindi il compromesso di mantenere un governatore nominato dalla Spagna, il quale aveva il potere di annullare qualsiasi decisione legislativa con cui non era d'accordo, e una struttura parlamentare parzialmente eletta.

Il 25 luglio 1898, con lo scoppio della guerra ispano-americana, Porto Rico, essendo una colonia spagnola, fu invasa dagli Stati Uniti d'America con uno sbarco a Guánica. Con il trattato di Parigi del 1898 la Spagna fu obbligata a cedere Porto Rico, assieme a Guam e alle Filippine, agli USA. Il XX secolo iniziò sotto il regime militare statunitense con i funzionari statali, incluso il governatore, nominati dal presidente degli Stati Uniti. Nel 1917, la legge Jones-Shafroth approvata dal Congresso americano garantiva ai cittadini portoricani la nazionalità statunitense, in modo che essi potessero essere arruolati come soldati nella prima guerra mondiale.

Negli anni successivi alla grande depressione del 1929 alcuni leader politici pretesero dei cambiamenti e tra questi spiccò Pedro Albizu Campos che capeggiò un importante movimento nazionale a favore dell'indipendenza: il Partito Nazionalista Portoricano. Ma per assistere a un radicale cambiamento nella struttura governativa del paese bisogna attendere gli ultimi anni delle amministrazioni Roosevelt e Truman. In tale periodo ci fu una sorta di compromesso, portato avanti da Luis Muñoz Marín e altri politici, che culminò nel 1946 con la nomina, da parte del presidente Truman, del primo governatore di origine portoricana, Jesus Piñero. Nel 1947 gli Stati Uniti concessero il diritto di eleggere democraticamente il governatore di Porto Rico ed il 2 gennaio 1949 Luis Muñoz Marín divenne il primo governatore di Porto Rico ad essere eletto dal popolo.

Il 1º novembre 1950 due nazionalisti portoricani, Griselio Torresola e Oscar Collazo, tentarono di assassinare il presidente Truman. Era evidente il desiderio di una maggiore autonomia, e come conseguenza immediata egli autorizzò un autentico referendum democratico in Porto Rico, al fine di stabilire se desiderassero una sorta di propria costituzione. Ciò avvenne nel 1952, e tale costituzione assunse i connotati di un Commonwealth politico, termine spesso usato a designare l'attuale rapporto tra i due stati. Finalmente durante gli anni cinquanta l'isola conobbe una rapida industrializzazione, grazie ad ambiziosi progetti quali l'operazione Bootstrap, che si proponeva di cambiare le basi dell'economia portoricana da agricole a manifatturiere.

Oggi l'isola è diventata una rinomata meta turistica e un importante centro industriale farmaceutico e manifatturiero. Tuttavia la "lotta" per definire lo status politico non si è mai arrestata. Negli ultimi decenni sono stati autorizzati localmente tre plebisciti per decidere se Porto Rico dovesse consolidare il Commonwealth oppure richiedere di diventare uno stato federato statunitense a tutti gli effetti; ma dopo tre vittorie di stretta misura, da parte dei sostenitori del Commonwealth, di fatto nulla è mutato nei rapporti con gli Stati Uniti.

In due referendum tenutisi nel 1967 e 1993 i portoricani hanno rifiutato di unirsi agli Stati Uniti d'America.

Nel referendum statale del 1998, il Commonwealth ha vinto contro lo Stato federato con il 50,3% dei voti, e grossomodo si sono divisi con le stesse percentuali i sostenitori del partito a favore della federazione (Nuovo Partito Progressista o PNP) e del partito a favore del Commonwealth (Partito Popolare Democratico o PPD). Il Partito Indipendentista Portoricano o PIP ha raggiunto il 2,5% dei voti ed è stato per questo confermato tra i tre partiti politici più importanti di Porto Rico.

Il 6 novembre 2012 Porto Rico ha votato due referendum sullo status dell'isola. In un primo quesito il 54% si è espresso per il cambiamento dello status. Nel secondo quesito il 61,1% dei portoricani si è dichiarato a favore dell'adesione agli Stati Uniti d'America come 51º stato federale, il 5,5% per l'indipendenza e il 33,3% per il mantenimento dello status. Grosso modo i favorevoli all'adesione sono stati i repubblicani e i favorevoli al mantenimento dello status i democratici.

In una splendida posizione nella zona nord orientale del mar dei Caraibi, tra le isole Vergini e la Repubblica Domenicana, sorge l’isola di Porto Rico, la più piccola delle Grandi Antille.

Con le infrastrutture più avanzate dei Caraibi e dell’ America centrale, l’alto numero di scuole ed università, Porto Rico si presenta come una destinazione in cui modernità e tradizione convivono in splendida sinergia.

La sua straordinaria cultura ha avuto origine dalla commistione di popoli con lingua e storia diversa: oggi Porto Rico si presenta come un mix unico di caratteri spagnoli, africani, statunitensi e Taino. Durante il vostro viaggio a Porto Rico andate alla scoperta di questo vasto repertorio di usi e costumi: la capitale San Juan vanta edifici in stile coloniale, un centro storico di grande interesse ma anche moderni grattacieli ed un’animata vita notturna.

Certamente chi sceglie una casa vacanze a Porto Rico lo fa anche per godere del suo status di isola caraibica: non mancano acque limpide e lunghissime distese sabbiose puntellate da palma, come nel caso della Boquerón Beach e della Luquillo Beach, perfetta per i più piccoli. Tra le meraviglie naturali di Porto Rico si segnalano le oltre 200 grotte del parco del Río Camuy, suggerite per i più audaci e gli speleologici che qui potranno nuotare nel fiume sotterraneo ed arrampicarsi e la cosiddetta “Foresta Nazionale dei Caraibi”, ovvero la foresta pluviale di El Yunque, nel nord del paese.

Da non perdere per la loro deliziosa architettura le cittadine di San Germán e Ponce e le testimonianze archeologiche visibili nei siti di Caguana e Tibes

Uno degli aspetti più caratteristici della cultura di Porto Rico è la fede cattolica. Per farsi un’idea di quanto il cattolicesimo sia radicato si può prendere parte alle feste tradizionali dell’isola: una casa vacanze a Porto Rico, oltre a regalarvi il privilegio di un angolo di paradiso esclusivo nel Mar dei Caraibi, rappresenta anche la soluzione più comoda per respirare l’atmosfera del posto. Non è difficile imbattersi nelle celebrazioni in onore dei santi ed assistere a manifestazioni con processioni e canti tipici. Il Natale si festeggia da metà dicembre all’Epifania ed i “parrandas”, simpatiche compagnie di giullari, rallegrano le strade.

Il territorio portoricano è costituito da rocce vulcaniche e plutoniche del Cretaceo e dell'Eocene, sepolte dai più recenti carbonati dell'Oligocene e da altre rocce sedimentarie. La maggior parte delle caverne e delle formazioni carsiche si trovano nella regione settentrionale che risale al periodo dell'Oligocene e dei recenti carbonati. Le rocce più antiche, che appartengono al Giurassico e hanno approssimativamente centonovanta milioni di anni, sono localizzate nella Sierra Bermeja, una piccola catena montuosa nella zona sud-occidentale dell'isola.

Queste rocce possono far parte della crosta oceanica e si pensa che siano giunte dalla piattaforma oceanica del Pacifico. Porto Rico si trova praticamente lungo il margine di subduzione tra la placca caraibica e la placca nordamericana. Ciò significa che è in continua trasformazione a causa dei movimenti tettonici causati dall'attrito di queste due zolle, e che, proprio a causa di questi movimenti, possono verificarsi terremoti e tsunami. Questi eventi sismici, assieme agli smottamenti del terreno, rappresentano i disastri naturali potenzialmente più pericolosi per l'isola e per i Caraibi nord-orientali.

L'ultimo terremoto di notevole entità avvenne l'11 ottobre 1918 quando fu registrata una magnitudine pari a 7,5 della Scala Richter. L'epicentro fu localizzato al largo di Aguadilla e il sisma fu accompagnato da uno tsunami.

Circa 127 km a nord della costa portoricana, esattamente al margine di confine tra le zolle caraibica e nordamericana, giace la fossa di Porto Rico, la più grande e la più profonda dell'Atlantico: è lunga 1754 km e larga 96 km; il suo punto più profondo, chiamato abisso Milwaukee (Milwaukee Deep o Milwaukee Depth), si trova a 8.380 metri sotto il livello del mare.

L'etnia dominante è rappresentata dai bianchi meticci, nati dall'incrocio principalmente tra spagnoli (ed altri europei) e dai taino, gli indigeni dell'isola, ma anche dagli abitanti delle Canarie. Recentemente, infatti, l'università di Porto Rico ha fatto una ricerca sul DNA mitocondriale degli abitanti dell'isola caraibica ed è risultato che il 61% dei portoricani vanta discendenze dirette dai taino, il 27% dagli africani ed il 12% di origine europea, quindi questo gruppo etnico di bianchi (o sarebbe meglio dire bianco-taino) possiede un'alta percentuale di tratti somatici degli amerindi Taino.

L'altra importante etnia dell'isola è rappresentata dai discendenti degli schiavi neri africani, portati sull'isola dai conquistadores spagnoli. Tra questi si possono individuare le etnie yoruba e bantu originarie dell'Africa Occidentale. L'ultima etnia, che corrisponde a circa l'1% della popolazione totale, è rappresentata dagli asiatici provenienti soprattutto dalla Cina e dal Giappone.



Tra le minoranze etniche vanno infine citati gli immigrati cubani, dominicani, colombiani e venezuelani giunti sull'isola in tempi molto recenti.

Le lingue ufficiali di Porto Rico sono lo spagnolo e l'inglese: lo spagnolo è la lingua principale mentre l'inglese viene insegnato nelle scuole come lingua straniera. Nel 1996 furono stimate in 3.437.120 le persone che parlavano spagnolo come madrelingua, e solamente in 82.000 quelle che invece consideravano l'inglese la loro lingua principale. La maggioranza dei residenti nelle aree metropolitane è bilingue. Nel 1991 il governatore Rafael Hernández Colón firmò una legge secondo la quale si stabiliva che l'unica lingua ufficiale dell'isola dovesse essere lo spagnolo. L'effetto immediato fu che l'inglese non era più la seconda lingua ufficiale. Se da un lato furono in molti ad applaudire la decisione del governatore, dall'altro i sostenitori del Commonwealth e dei partiti a favore dello Stato federato statunitense interpretarono questa legge come una minaccia per le loro ideologie. Ma la nuova legge trovò anche il consenso unanime dell'isola, dal momento che i portoricani, nello stesso anno, vinsero il prestigioso premio Principe delle Asturie per la letteratura (Premios Príncipe de Asturias), un'onorificenza che viene conferita annualmente dal Principe delle Asturie ad individui o ad organizzazioni di livello mondiale che contribuiscono alla crescita della lingua spagnola. Tuttavia il monopolio della lingua spagnola durò solo fino al 1993, anno in cui il nuovo governatore Pedro Rosselló annullò la legge e ristabilì il bilinguismo; questo fatto fu inteso da molti come un passo molto significativo verso la federazione statunitense.

Il cattolicesimo è stato storicamente dominante per l'isola ed è, di fatto, la religione professata dalla maggioranza dei portoricani, con circa 2,8 milioni di battezzati, ovvero il 73% della popolazione. Tuttavia, sotto l'influenza statunitense, è aumentata considerevolmente la presenza di Protestanti, Mormoni (Santi degli Ultimi Giorni) e Testimoni di Geova. La sede metropolitana della Chiesa cattolica in Porto Rico è l'arcidiocesi di San Juan che ha cinque diocesi suffraganee: la diocesi di Arecibo, la diocesi di Caguas, la diocesi di Mayagüez, la diocesi di Ponce e la diocesi di Fajardo-Humacao.

Vi sono poi le comunità minori di fedeli e seguaci di altre dottrine religiose:

Ebraismo: a San Juan e nei suoi dintorni c'è una relativamente piccola comunità ebraica.
Islamismo: esiste anche una discreta comunità islamica con diversi luoghi di culto sparsi per tutta l'isola. Le tre moschee principali si trovano a Río Piedras, Ponce e Vega Alta.
Religioni indigene: le pratiche religiose dei Taino sono state riscoperte e reinventate, fino a un certo punto, da un ristretto numero di fedeli.
Religioni africane: sebbene la Santeria, più conosciuta e professata a Cuba, sia praticata da un certo numero di persone, è il Palo Mayombe della regione del Congo, religione africana di origine Bantu, ad avere il maggior numero di seguaci tra coloro che praticano una qualche forma di religione tradizionale africana. Questa religione, conosciuta comunemente come Palo, è infatti stata praticata sin dal primo arrivo degli schiavi africani sull'isola.

Essendo un territorio non incorporato, come stabilito dalla Casa Bianca, Porto Rico non può avere divisioni amministrative di "primo livello" (secondo la definizione del governo statunitense), ma solo divisioni amministrative di "secondo livello". Per questo motivo non ci sono regioni, dipartimenti e nemmeno province. Porto Rico è quindi suddiviso in 78 comuni (municipios) che vengono chiamati anche più semplicemente città. I comuni sono a loro volta suddivisi in circoscrizioni (barrios) che sono ulteriormente divise in quartieri, settori o zone. Ciascun comune elegge il proprio sindaco (alcalde) e un'assemblea legislativa (legislatura municipal) per un periodo di quattro anni. Il primo comune, San Juan, che è anche la capitale di Porto Rico, fu fondato nel 1521. Nel XVI secolo ne furono fondati altri due, Coamo e San Germán, entrambi nel 1570. I tre successivi risalgono al XVII secolo: Arecibo nel 1614, Aguada e Ponce nel 1692. I due secoli a venire registrano un notevole incremento: 30 nuovi comuni nel XVIII secolo e 36 nel XIX secolo. Solo 6 comuni sono stati fondati nel secolo scorso e l'ultimo, Florida, risale al 1971.

Il Porto Rico ha una forma di governo repubblicana, di tipo parlamentare, ma sui generis, poiché soggetta alla giurisdizione e sovranità degli Stati Uniti d'America. Pur esistendo la classica tripartizione dei poteri essi sono variamente divisi. Infatti, i suoi poteri sono esercitati dal Congresso federale statunitense, sotto la protezione della Costituzione degli Stati Uniti. Il capo dello Stato è il Presidente statunitense, ma nel territorio portoricano questi è rappresentato da un governatore, liberamente eletto, che detiene il potere esecutivo. Attualmente il Governatore è Alejandro García Padilla.

Il potere legislativo, in ambito locale, pur sottoposto alle leggi del Congresso USA, è rappresentato da un'Assemblea legislativa bicamerale, formata dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. Il Senato è presieduto dal presidente del Senato, mentre la Camera dei rappresentanti è presieduta dallo speaker, similmente alle istituzioni statali USA.

Il potere giudiziario è rappresentato dallo Chief Justice della Corte suprema di Puerto Rico, ma con poteri a metà strada tra un Procuratore generale ed un ministro della giustizia.

Il sistema giuridico fa riferimento a due ordinamenti: Civil law e Common Law, con una varia commistione. Le elezioni parlamentari e quelle per il Governatore si tengono ogni quattro anni, a suffragio universale. I giudici e i procuratori vengono nominati dal Governatore e approvati dal Senato.

Nel 1950 il Congresso degli Stati Uniti offrì ai portoricani il diritto di organizzare una convenzione costituzionale, dipendente dai risultati di un referendum, dove gli elettori avrebbero scelto se avere o meno un proprio governo, con una propria costituzione. Questo referendum venne organizzato nel 1951, e consisteva nella scelta di rafforzare o meno il Commonwealth, definito come una "associazione permanente con l'unione federale". Nel 1952 ci fu un secondo referendum per approvare la costituzione. Tuttavia, prima di approvarla, si rese necessario specificare il nome con il quale il nuovo ente statuale costituzionale sarebbe stato riconosciuto.

Il 4 febbraio 1952 venne approvata la "Risoluzione 22", la quale, per rappresentare l'accordo politico tra Porto Rico e gli Stati Uniti, scelse il termine inglese Commonwealth col significato di "comunità politicamente organizzata" o "Stato legato tramite un accordo o un trattato a un altro sistema politico". Non essendo in grado di tradurre tale concetto con una singola parola in spagnolo, per convenzione ci si ispirò al nome dello Stato Libero Irlandese, traducendolo come Estado Libre Asociado, ovvero Stato Libero Associato.

In qualità di Commonwealth, Porto Rico beneficia di alcuni aspetti legislativi degli Stati Uniti e possiede un grado di autonomia simile a quello di uno stato federato dell'unione. Tuttavia non è rappresentato nel Congresso americano e non ha nemmeno un elettore nel Collegio elettorale statunitense; di conseguenza i cittadini portoricani non possono partecipare direttamente alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, nonostante i partiti politici abbiano la possibilità, come per gli Stati federati, di avere delle delegazioni per la nomina di entrambi i partiti maggioritari nazionali. Un Delegato Residente, senza il diritto di voto, viene eletto al Congresso statunitense dai cittadini portoricani, in qualità di rappresentante delegato della popolazione portoricana.

Se da un lato i residenti sull'isola non pagano le tasse federali sul reddito, dall'altro tutta la rete commerciale d'importazione ed esportazione viene controllata e pesantemente tassata dagli Stati Uniti. Inoltre i portoricani pagano al governo americano un'imposta federale sui ruoli paga, che influenza quindi i dipendenti con un basso reddito salariale, e le tasse sulla sicurezza sociale e quelle federali, escluso il reddito. Nonostante ciò la popolazione è limitata o non ha diritto ad usufruire di alcuni programmi federali. Basti pensare che Porto Rico è escluso dal Supplemental Security Income (SSI) o che per il programma Medicaid riceve meno del 15% dei fondi che riceverebbe se fosse stato federato. Inoltre, per quanto concerne il programma Medicare, Porto Rico riceve benefici solo parziali, pur pagando la quota intera del servizio. I portoricani, infine, essendo considerati legalmente cittadini statunitensi, sono soggetti al servizio militare dello U.S. Army e alla maggior parte delle leggi federali.

Dagli anni sessanta una singolare questione ha dominato la politica portoricana: la sua posizione politica nei confronti degli Stati Uniti. Già stato associato agli USA dal 1952, Porto Rico è combattuto da profonde spaccature ideologiche, rappresentate dai partiti politici, i quali si dividono tra la situazione attuale e altri due possibili futuri scenari politici: il Partito Popolare Democratico (PPD) cerca di mantenere e di rinforzare l'attuale posizione politica, il Nuovo Partito Progressista (PNP) cerca di incorporare totalmente Porto Rico agli Stati Uniti, come 51º Stato federato, mentre il Partito Indipendentista Portoricano (PIP) cerca la totale indipendenza nazionale.

I leader dei partiti, per avere pari opportunità, fecero numerose pressioni negli anni dal 1898 al 1960 fino ad ottenere, nel 1967, ciò che volevano. In quell'anno l'Assemblea legislativa, per conoscere gli interessi politici dei portoricani, decretò un plebiscito dove si poteva votare per lo stato politico del paese; questo plebiscito fu il primo della storia della legislatura portoricana dove vennero proposte le tre scelte. La maggioranza confermò il desiderio di rimanere un Commonwealth e lo stesso risultato si ebbe con le successive votazioni, nei referendum del 1993 e 1998. Nel novembre del 2012, in concomitanza con le elezioni presidenziali negli U.S.A., si è tenuto a Porto Rico un referendum dove la popolazione ha espresso il proprio consenso ad un'adesione agli Stati Uniti.

Agli inizi del XX secolo l'economia di Porto Rico si basava essenzialmente sull'agricoltura, e in particolar modo era incentrata sulla canna da zucchero, che ne costituiva il raccolto principale. Verso la fine degli anni quaranta una serie di progetti, facenti parte dell'operazione Bootstrap, favorirono la nascita di numerose fabbriche, permettendo all'industria manifatturiera di prevalere sull'agricoltura. Infatti, dopo la grande depressione del 1929 le condizioni economiche di Porto Rico migliorarono nettamente, grazie agli investimenti stranieri nell'industria petrolchimica, farmaceutica e nella ricerca tecnologica. Tali industrie furono inizialmente avvantaggiate dal fatto che beneficiavano di un trattamento particolare da parte delle imposte statunitensi; successivamente si vennero a trovare a competere con le altre industrie di quei paesi economicamente arretrati nei quali non c'era la tassazione sui salari. Come conseguenza alcuni imprenditori stranieri rilevarono alcune industrie di Porto Rico per spostarle in altri paesi del centro e sud America o in Asia. Attualmente Porto Rico è soggetto a tutte le leggi e restrizioni commerciali degli Stati Uniti. Nel 2004 il prodotto interno lordo pro-capite dei portoricani è stato di 17.700 dollari, cifra che mette in risalto un notevole aumento considerando i 14.412 dollari del 2002, stimati dal censimento sulla popolazione ad opera del Puerto Rican Legal Defense and Education Fund. Dallo stesso censimento è emerso che il tasso di povertà si aggirava intorno al 48,2%. In termini di paragone, il Mississippi, lo Stato più povero della federazione americana, nel triennio 2002-2004 ha avuto un prodotto interno lordo medio pro-capite di 21.587 dollari. È dal 1952 che questo divario rimane tendenzialmente invariato; Il 1º maggio 2006 il governo portoricano ha dovuto far fronte a un significante deficit monetario, che lo ha costretto a chiudere il Dipartimento dell'educazione e altri 42 enti governativi, nonché tutti i 1.536 istituti scolastici pubblici, per un totale di 95.762 addetti statali mandati a casa in licenza, in quello che è stato il primo crollo parziale del governo nella storia dell'isola. Il 10 maggio 2006 la crisi finanziaria è stata risolta con l'introduzione di una tassa pari all'1% sull'acquisto di qualsiasi bene. Il 15 novembre, per stabilizzare il bilancio, il governo ha dovuto aumentare questa tassa al 5,5% lasciando la possibilità ai singoli comuni di incrementarla ulteriormente dell'1,5% come tassa municipale, fino ad un massimo, quindi, del 7%.

Il 1º agosto 2015 il governo portoricano ha dichiarato lo stato di insolvenza.

Un'altra importante componente dell'economia portoricana è il turismo, con un introito medio annuo di 1,8 miliardi di dollari. Si stima che i turisti che hanno visitato l'isola nel 1999, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti, siano stati 5 milioni, di cui quasi un terzo croceristi. Dal 1998 si è registrato un costante incremento nella ricettività alberghiera, in termini di presenze e di nuovi esercizi costruiti. Inoltre la nascita di nuovi progetti turistici, tra cui il Centro Congressi di Porto Rico, evidenzia ancora una volta come questo fenomeno sia fondamentale per l'economia dell'isola. I maggiori luoghi d'interesse turistico sono le chilometriche e bianche spiagge caraibiche lungo tutti i litorali e in particolare le isole di Culebra e Vieques, la capitale San Juan con i forti coloniali spagnoli e il centro storico della Vecchia San Juan, l'osservatorio astronomico di Arecibo, dove si trova il più grande radiotelescopio del mondo, le grotte del Río Camuy, poste in una profonda dolina in mezzo alla giungla, le pittoresche città di Ponce e San Germán, la foresta pluviale caraibica del Yunque e i siti archeologici di Caguana e di Tibes.

Porto Rico vanta le infrastrutture più tecnologicamente avanzate dei Caraibi e dell'America Latina. Le sue principali città, tra cui San Juan, Bayamón, Caguas, Guaynabo, Carolina e Ponce, sono caratterizzate da edifici moderni e dalla presenza di numerose e importanti fabbriche industriali. Per lo stesso motivo la salute e l'istruzione hanno raggiunto un elevato standard qualitativo, grazie alla presenza su tutto il territorio di edifici ospedalieri, cliniche specializzate e istituti scolastici di ogni grado e livello, tra cui 47 centri universitari. Tuttavia la corsa all'innovazione e alla ricerca del benessere ha condotto Porto Rico al limite massimo di contenimento di infrastrutture, intaccando notevolmente l'ambiente; studi recenti hanno dimostrato che, se lo sviluppo continuerà con i ritmi attuali e senza imporsi delle determinate leggi a protezione delle risorse naturali, l'isola in meno di settant'anni diventerà un'enorme "città-isola".

Porto Rico possiede una rete di strade, superstrade e autostrade di competenza del Dipartimento dei Trasporti e delle Opere Pubbliche e sotto la sorveglianza della Polizia di Stato. L'area metropolitana dell'isola è interconnessa da un servizio pubblico di autobus e dalla metropolitana, chiamata Tren Urbano (treno urbano). I collegamenti pubblici tra le varie città sono garantiti dai taxi collettivi e privati che operano anche nei singoli comuni assieme agli autobus delle linee municipali. I collegamenti aerei sono ampiamente garantiti dalla presenza di 21 aeroporti, di cui 10 destinati ad uso privato o militare, 8 a scala nazionale (comprese le isole limitrofe), due a scala internazionale ad Aguadilla e a Ponce e uno a scala intercontinentale, l'aeroporto Luis Muñoz Marín, a Carolina, nelle immediate vicinanze di San Juan. Via mare i collegamenti sono supportati da un numero elevato di porti e moli d'attracco per qualsiasi nave commerciale e imbarcazione privata o turistica; il principale scalo marittimo è il porto di San Juan, in cui trovano ormeggio anche le navi crociera più grandi del mondo.

La presenza di numerose aree protette, foreste statali e riserve naturali ha permesso di preservare numerose specie a rischio e di limitare i danni ecologici che negli ultimi anni hanno intaccato l'ecosistema ambientale di Porto Rico.

La flora portoricana, come quella di molte altre isole, è caratterizzata da un elevato endemismo e da una bassa biodiversità. Il clima tropicale, con le sue abbondanti precipitazioni durante tutto l'arco dell'anno, permette la crescita di una rigogliosa e fitta vegetazione spontanea, in particolar modo nella regione centrale dell'isola. Si hanno quindi numerose specie di piante epifite e di felci, nonché di palme, soprattutto in prossimità delle zone costiere e nei litorali. Nella regione meridionale, che presenta un clima leggermente più secco e arido, vi sono alcune specie di piante succulente, tra cui molti cactus, e la vegetazione è, in media, più bassa e rada. La Ceiba e il Flor de Maga, entrambi simboli nazionali, sono presenti in tutto il territorio.

La fauna di Porto Rico, caratterizzata anch'essa da un elevato tasso di endemismo, soprattutto tra gli insetti, gli uccelli, gli anfibi e i rettili. Tra i mammiferi terrestri, gli unici ad essere autoctoni di Porto Rico sono i pipistrelli; tutti gli altri mammiferi presenti sul territorio sono stati introdotti dall'uomo nel corso dei secoli. Tra i mammiferi marini si trovano delfini, lamantini e balene. Delle 349 specie di uccelli presenti, circa 120 sono originarie dell'arcipelago e il 47,5% di esse sono specie assai rare. L'animale più famoso e conosciuto in Porto Rico è il coquí, una piccola rana arborea facente parte delle 87 specie che costituiscono la fauna erpetologica dell'isola, tra le quali ricordiamo anche l'iguana terrestre di Mona, la più grande lucertola terrestre di Porto Rico. Non esistono pesci d'acqua dolce nativi, e le specie che attualmente popolano i fiumi e i laghi sono state introdotte dall'uomo. Infine gli invertebrati, per la maggior parte insetti, costituiscono la maggioranza dell'intera fauna portoricana che, secondo uno studio dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, nel 2002 contava 21 specie a rischio di estinzione.

La cultura di Porto Rico è il risultato dell'unione di numerose altre culture, tra cui se ne distinguono quattro principali: Taino, spagnola, africana e statunitense. Dagli amerindi Taino i portoricani hanno ereditato molti nomi di città, di alimenti e di altri oggetti; dai coloni spagnoli hanno ereditato la lingua spagnola, la religione cattolica e la maggior parte delle loro tradizioni e dei loro valori culturali e morali; dagli schiavi africani hanno ereditato la bomba e la plena, particolari tipi di musica e di danza che includono l'utilizzo di strumenti di percussione e maracas; dagli statunitensi, infine, hanno ereditato la lingua inglese, il sistema universitario e svariate forme ibride culturali sviluppatesi tra il continente e l'isola. I simboli nazionali ufficiali sono tre: l'uccello reina mora, il fiore flor de maga e l'albero ceiba o kapok. Ma è la piccola rana arborea coquí il simbolo più noto e popolare, sebbene sia un simbolo non ufficiale, così come lo è la figura del jíbaro, anch'essa molto diffusa. Un aspetto molto conosciuto nonché invidiato della cultura portoricana è la bellezza femminile, rappresentata nei concorsi di Miss Mondo, con una vittoria nel 1975, e soprattutto di Miss Universo, con cinque vittorie nel 1970, 1985, 1993, 2001 e 2006.

La festa nazionale di Porto Rico si celebra il 25 luglio, giorno della costituzione dello Stato libero associato (Día de la Constitución del Estado Libre Asociado). Un'altra festività tipicamente locale riguarda la scoperta di Porto Rico (Descubrimiento de Puerto Rico) che si celebra il 19 novembre, giorno in cui Colombo, nel 1493, scoprì effettivamente l'isola. Altre festività nazionali derivano direttamente dalla cultura statunitense, come la festa dell'indipendenza del 4 luglio o il Giorno del Ringraziamento, e dalla cultura cattolica.

L'attuale bandiera di Porto Rico fu ideata nel 1892 da Francisco Gonzalo Marin che usò la bandiera di Cuba come modello e invertì i colori del triangolo e delle strisce. Essa è costituita da cinque strisce orizzontali, di uguale ampiezza, rosse (in alto, al centro e in basso) e bianche alternate; un triangolo isoscele blu, con la base adiacente al lato dell'asta, include al suo centro una grande stella bianca a cinque punte. Il rosso rappresenta il sangue degli uomini coraggiosi, il bianco rappresenta la vittoria e la pace, il blu rappresenta il cielo e le acque costiere. La stella solitaria rappresenta la nazione. Il triangolo rappresenta le tre suddivisioni del governo.

Lo stemma di Porto Rico fece la sua prima comparsa nel 1511, ad opera della corona spagnola, e oggi risulta essere il più antico stemma d'arme ancora utilizzato tra gli Stati del Nuovo Mondo. Nel 1976 è diventato lo stemma ufficiale del governo del Commonwealth di Porto Rico.

Porto Rico ha una squadra olimpica sia per i Giochi olimpici estivi sia per quelli invernali; gli atleti portoricani hanno vinto otto medaglie, due d'argento e sei di bronzo, la prima delle quali nel 1948 ad opera del pugile Juan Evangelista Venegas. Porto Rico possiede inoltre squadre di livello nazionale in molte altre manifestazioni ed eventi sportivi, tra cui i Giochi panamericani, le Serie dei Caraibi e i Giochi centramericani e caraibici, che nel 2010 si sono tenuti a Mayagüez. Gli sport più popolari sono il pugilato, il wrestling, la pallacanestro, la pallavolo e il baseball, che è anche quello più praticato ed è quindi considerato lo sport nazionale. Porto Rico ha un proprio torneo di baseball professionale che si gioca durante la stagione invernale. Porto Rico partecipa inoltre ai Campionati mondiali di baseball dove ha finora ottenuto una vittoria nel 1951, quattro secondi posti e quattro terzi posti. Il 29 settembre 2005 la Major League Baseball ha annunciato che lo stadio Hiram Bithorn di San Juan avrebbe ospitato una partita del primo turno del campionato e una partita del secondo turno del World Baseball Classic. La squadra portoricana ha partecipato all'evento ma è stata eliminata proprio durante il secondo turno. Il secondo sport più amato e praticato è la pallacanestro. L'8 agosto 2004 è diventata una data memorabile per lo sport a Porto Rico, dal momento che la nazionale di pallacanestro portoricana è riuscita a battere il Dream Team statunitense ad Atene, in Grecia, durante i Giochi olimpici estivi. Tra i protagonisti della vittoria portoricana figurano Carlos Arroyo, il campione degli Orlando Magic, e Daniel Santiago, conosciuto in Italia per aver giocato nella Pallacanestro Virtus Roma e per aver vinto uno scudetto con la Pallacanestro Varese.



giovedì 25 febbraio 2016

LA GIAMAICA



Gli indigeni Taino di lingua arawak chiamarono l'isola Xaymaca, che vuol dire o la terra delle primavere o la terra del legno e dell'acqua. La Giamaica, già possedimento spagnolo noto con il nome di Santiago, è poi diventata possedimento dell'Impero britannico nelle Indie Occidentali di Giamaica. La popolazione del paese è composta principalmente da discendenti di ex schiavi africani. È il terzo paese anglofono più popoloso delle Americhe, dopo gli Stati Uniti e il Canada.

Indigeni Arawak o Taino originari del Sud America si stabilirono per la prima volta sull'isola tra il 1000 e il 1400 a.C. Sebbene alcuni studi indichino che la loro scomparsa risale al contatto con gli europei, altri studiosi sostengono che a questo contatto alcuni indigeni siano sopravvissuti.

Cristoforo Colombo sbarcò sull'isola nel 1494, approdando a Discovery Bay, fra Ocho Rios e Montego Bay. Descrisse la nuova scoperta come «la più bella isola che occhio umano abbia mai veduto» e la battezzò Santiago. Successivamente, la Giamaica fu rivendicata dalla Spagna, che vi istituì una propria colonia: nacque così la Giamaica spagnola, o Colonia di Santiago, cosiddetta da Santiago de la Vega, capitale della colonia. La conquista dell'isola fu portata a termine dai Re Cattolici nel primo decennio del XVI secolo.

Nel 1655, tuttavia, l'ammiraglio britannico William Penn (padre di William Penn di Pennsylvania) e il generale Venables si impadronirono dell'isola. La Spagna riconobbe ufficialmente la sovranità britannica sulla Giamaica con il Trattato di Madrid del 1670: l'isola divenne quindi una colonia della corona britannica, la Colonia della Giamaica. Durante i due secoli di dominio britannico, la Giamaica divenne la prima nazione al mondo per le esportazioni di zucchero e produsse oltre 77 000 tonnellate di zucchero ogni anno tra il 1820 e il 1824, risultato raggiunto attraverso l'uso massiccio del lavoro degli schiavi importati dall'Africa.

All'inizio del XIX secolo la consistente importazione di schiavi da parte del Regno Unito ebbe l'effetto di aumentare la popolazione dei neri, che superarono i bianchi con un rapporto di 20 a 1, il che provocò costanti minacce di rivolta. In seguito a una serie di ribellioni (come l'insurrezione del 1830) la schiavitù fu formalmente abolita nel 1834, con la completa emancipazione dalla schiavitù dei beni mobili che fu dichiarata nel 1838.

La Giamaica guadagnò progressivamente la sua indipendenza dal Regno Unito e nel 1958 divenne una provincia della Federazione delle Indie Occidentali, un organismo che comprendeva tutte le Indie Occidentali Britanniche. La Giamaica ottenne piena indipendenza staccandosi dalla Federazione delle Indie Occidentali e dal Regno Unito il 6 agosto 1962.

La crescita del debito estero sotto il governo di Michael Manley, determinato ad alleviare le condizioni di grave iniquità economica della Giamaica, portò all'imposizione delle misure di austerità del FMI. Il peggioramento delle condizioni economiche e il coinvolgimento della CIA a causa del socialismo internazionale di Manley e alla sua amicizia con Fidel Castro portarono a una disperata campagna totale di rielezione tra il Partito Nazionale del Popolo di Manley e il principale partito di opposizione, il Partito Laburista Giamaicano. Entrambi i partiti politici divennero collusi con bande rivali debitamente armate di Kingston. Questa politica, insieme al crescente stato di emergenza dovuto al fatto che la Giamaica era un centro di smistamento della cocaina durante gli anni ottanta condusse a frequenti episodi di violenza e servì solo a impoverire ulteriormente un'ampia parte della popolazione giamaicana.

Il risultato più estremo di questa spirale di violenza, droga e povertà fu la brutale guerra di sparatorie che si verificò per le strade di Kingston a partire dalla metà degli anni novanta in poi. Nella circostanza le forze di polizia giamaicane sono state accusate di complicità in questa feroce zona dell'isola. Tuttavia si deve notare che le zone rurali dell'isola, specialmente località di ritrovo di Negril, Montego Bay e Ocho Rios, rimangono piuttosto sicure. Bisogna ricordare, comunque, che la Giamaica resta uno dei paesi con il più alto tasso di omicidi al mondo.

Le ex capitali della Giamaica includono Port Royal, dove esercitò il potere il pirata Governatore Morgan, e che fu distrutta da una tempesta e da un terremoto, e Spanish Town, nel distretto di Saint Catherine, la vecchia capitale coloniale spagnola e la capitale inglese durante il XVIII e il XIX secolo.

Giamaica è uno stato dell'America Centrale insulare costituita dall'isola omonima e dagli Scogli di Pedro e di Morant.
La sua superficie si estende per 240 km di lunghezza da est verso ovest e 85 km di larghezza da nord verso sud.
A 1000 km da Miami, 115 a sud di Cuba e 160 km ad ovest di Haiti, la Giamaica appartiene alla zona dei corrugamenti terziari delle Grandi Antille ed è la terza isola più grande del mar dei Caraibi.

La struttura del territorio presenta un imponente rilievo montuoso, origine di un intensa attività sismica. Nella parte orientale dell'isola si innalza la principale catena montuosa, il massiccio cristallino delle Blue Mountains (Montagne Azzurre) la cui vetta più elevata è il Blue Mountain Peak, 2.265 m; al centro della regione si estende un altopiano calcareo: il Cockpit Country (460 m di alt. media) caratterizzato da formazioni carsiche che creano paesaggi spettacolari.
Intorno all'altopiano si trovano le pianure alluvionali, estese prevalentemente a sud e ad ovest.
Nelle zone est e nord le pianure si assottigliano fino a trasformarsi in coste dalla consistenza sabbiosa: ci sono 1022 chilometri di costa; le spiagge bianche, nella parte nord sono protette dalla barriera corallina , mentre la costa sud ha prevalentemente spiagge di sabbia nera.

Montego Bay (MoBay),è la seconda città più grande dell’isola; il suo nome deriva da Manteca Bay: la baia del lardo. Qui, infatti veniva salato il lardo dei cinghiali che popolavano le foreste circostanti.
Di radici antichissime, fu un importante porto per i traffici di zucchero e banane e cominciò a venir frequentata dai viaggiatori solo a partire dagli anni Quaranta: oggi è la capitale indiscussa del turismo giamaicano.

MoBay presenta una zona abitata molto simile alle città di mare occidentali con ristoranti, bar alla moda, locali notturni, mercati, negozietti accattivanti: è la località ideale per chi vuole godersi una vacanza in una località balneare di lusso in cui tutto è compreso.
Montego Bay, oltre ad offrire il maggior numero di alberghi e di alloggi in tutta la Giamaica, è una delle città storiche meglio conservate: nel centro si possono ammirare residenze storiche, pregevoli edifici georgiani in pietra e in legno, e si possono trovare diversi oggetti d'arte e di artigianato.
Inoltre è il fulcro della musica reggae; in agosto, infatti, si tiene il Reggae Sumfest: il più importante festival dedicato alla musica di Bob Marley e Peter Tosh in cui si esibiscono i più grandi artisti del reggae.

Nei dintorni della città si trovano numerose piantagioni di canna da zucchero e si possono visitare le great-house: le antiche case padronali dei signori dello zucchero.
La più famosa, Rose Hall, abitata un secolo e mezzo fa da Annie Palmer, è oggi un museo.
Secondo la leggenda è ancora posseduta dallo spirito della bella irlandese che tra le sue mura fece strage di cuori e di vite, amando e avvelenando tre mariti e un numero imprecisato di schiavi.

Alle spalle di Montego Bay si estende il Cockpit Country, un fantastico altopiano calcareo di 1300 kmq caratterizzato da collinette coniche e profonde depressioni. Fu una delle roccaforti dei Leeward Maroons, i discendenti degli schiavi che nel 1658 gli spagnoli lasciarono sull’isola durante la loro precipitosa fuga dagli inglesi.
Questa zona non è attraversata da nessuna strada quindi l’unica possibilità per poterla ammirare è sorvolarla a bordo di aeroplani leggeri o di elicotteri.
Rimasto praticamente intatto, l'altopiano ospita animali allo stato selvaggio ed è una meta ambita per amanti del birdwatching e della natura, e per gli speleologi (le caverne sono numerose e alcune ancora inesplorate).
Negril, 83 km a ovest di Montego Bay, è la località turistica di maggiore espansione e il posto più “giovane” dell’isola dove si possono trovare sistemazioni a buon mercato.

E’ più tranquilla di altre località giamaicane, il mare è cristallino, la sabbia di un bianco accecante ed è uno dei pochi luoghi dove si può prendere il sole nudi; le strade sono affollate di bancarelle improvvisate che vendono cibo naturale e jerk di maiale, mentre gli artigiani espongono i loro oggetti in legno intagliato direttamente sulla spiaggia.
La spiaggia di Long Bay, con i suoi 11 Km, è la più lunga del paese: è una tipica spiaggia tropicale, delimitata da palme da cocco, con mare piatto, barriera corallina e sabbia bianchissima, e ricca di ristoranti, bar e feste notturne on the beach con Reggae dal vivo.



E’ possibile praticare snorkelling e fare escursioni a sud della città, ad esempio sul Black River, un fiume dove vivono ancora i coccodrilli, e sulle YS Falls, cascate meno famose di quelle di Ocho Rios, ma altrettanto spettacolari, immerse in un vero e proprio giardino di piante secolari, liane e bouganvillee.

Per tutelare l'intero bacino di Negril è stata istituita la Negril Watershed Environmental Protection Area (Area di tutela ambientale del bacino di Negril), la prima area naturale protetta di questo genere in Giamaica: comprende un parco marino, la zona paludosa della Great Morass a nord e le vicine foreste di mangrovie.

Ocho Rios è la terza città dell’isola, al centro della lunga costa settentrionale a circa 100 Km da Montego Bay, incastonata in un’ampia conca tra colline rigogliose, si affaccia su Turtle Beach, un’estesa spiaggia a forma di conchiglia, e su una baia circondata dalla scogliera corallina.

Nelle vicinanze di Ocho Rios, verso est a circa 3 km all’interno, si trovano gli splendidi scenari naturali della Fern Gully, una gola sinuosa, scavata da un antico fiume, che si snoda per 5 km nel canyon. In questa gola si trovano oltre 500 specie di felci, molte delle quali presenti soltanto in Giamaica.

3 km a ovest della città, si trovano le Dunn’s River Falls, le più spettacolari e famose cascate dell’isola. Praticamente immerse nella lussureggiante foresta pluviale, sono costituite da scalini calcarei che degradano per 180 m fino alla spiaggia, formando una serie di laghetti dove ci si può tranquillamente immergere.

Port Antonio è un angolo di tranquillità, lontano dai centri turistici più affollati, situato in una regione, Portland, spettacolare, forse la più verde della Giamaica, dominata dalla foresta tropicale. Antico porto bananiero, sorge ai piedi delle Blu Mountains, su due baie gemelle di rara bellezza con nel mezzo la verdissima Navy Islands, un tempo proprietà di Errol Flynn.

Il centro della città è animato, con una bella chiesa anglicana e il Musgrawe Market, mercato delle pulci e d’artigianato locale dove si può trovare un po’ di tutto: parei, oggetti in legno, conchiglie e berretti giamaicani.
Negli anni ’60 Port Antonio divenne la meta esclusiva del Jet set internazionale, di questo periodo sono rimaste le tracce nelgli albeghi di lusso e nelle eleganti ville nascoste nella fitta vegetazione tropicale. Il Frenchman’s Cove risale proprio a quegli anni, costruito dal miliardario Garfield Weston, e un tempo conosciuto come l’albergo più costoso del mondo; oggi la sua splendida spiaggia è aperta al pubblico.

I dintorni di Port Antonio si trovano le spiagge e i luoghi più scenografici della Giamaica, molti sono diventati famosi in quanto vi sono stati girati diversi film famosi.

La Blue Hole, più conosciuta come Blu Lagoon, in quanto vi è stato girato il film Laguna Blu, è uno splendido tratto di mare in cui il fondale sprofonda per oltre 65 metri rendendo le sue acque di un blu intenso e cristallino. Dal fondo della laguna scaturiscono alcune sorgenti di acqua minerale dal potere terapeutico.

La Dragon Bay, la bella spiaggia dell’omonimo complesso alberghiero, è uno dei simboli del turismo di Port Antonio; nel centro c’è il bar circolare dove Tom Cruise preparava i drinks nel film “Cocktail”.

La Long Bay, baia a mezza luna lunga 1Km e mezzo, caratterizzata dal sabbia rosa, è uno dei posti migliori dove fare surf in Giamaica; a sud di questa spiaggia si trovano le Reach Falls: le cascate della scena d’amore del film “Cocktail”.

La Winifred Beach è una spiaggia ancora poco conosciuta dai turisti, probabilmente la più lunga della zone, è ancora una spiaggia ad uso quasi esclusivo dei giamaicani.

Per i più intraprendenti, sul Rio Grande, il fiume principale dell’isola che si snoda tra i rilievi montuosi a 1000 metri d’altezza, è possibile dedicarsi ad un suggestivo rafting: risalire il fiume a bordo di lunghe zattere di bambù sospinte con due lunghi remi passando accanto alle basse pinete delle Blue Mountains, terra dei Windward Maroons, centro della vita artistica e culturale indigena.

Kingston è la capitale giamaicana, situata sulla costa sud orientale dell’isola, in una baia naturale ai piedi delle Blue Mountains, è il cuore pulsante dell'isola e il suo centro culturale e commerciale.
Kingston fu fondata nel 1692, dopo che la vecchia capitale Port Royal venne distrutta da un terremoto.
Metropoli frenetica e agitata, non è una meta prevalentemente turistica: risente di una cattiva nomea che, pur parzialmente meritata, oscura le sue numerose attrattive. Merita sicuramente una visita per il suo patrimonio artistico e per le sue molteplici attività culturali (ad esempio i festival che si tengono annualmente).

Muovendosi tra architetture georgiane o moderne sono molte le cose da vedere: la grande ed eccentrica Devon House, un fine esempio di architettura del ‘900, King's House, antica residenza del governatore, costruita nel 1765, il National Heroes Park, dedicato agli eroi nazionali e il Sir William Grant Park, nel centro di Down Town, dedicato al leader dei laburisti del 1938 e luogo di ritrovo degli abitanti di Kingston.
Numerosi i luoghi per lo shopping: Cinstant Spring Road, Dominica Drive, i mercati di Jubilee (a Parade) e Kingston Craft (King Street).
Per gli amanti dello sport c'è il complesso sportivo ex-coloniale del Linguanea Club e i campi da cricket al Sabina Park.

La zona in periferia, a nord del vecchio centro, New Kingston, è ricca di alberghi e ristoranti economici mentre più difficile e limitata la scelta in centro dove si possono trovare prevalentemente hotel lussuosi.
A New Kingston si trova il luogo più visitato dai turisti: il Bob Marley Museum, allestito proprio presso la casa della star del reggae. Raccoglie vari cimeli della vita dell'artista: da vedere la stanza del cantante con la chitarra a forma di stella a fianco del letto, i fori delle pallottole penetrate dal muro posteriore durante un attentato avvenuto nel 1976 e l'albero sotto il quale Marley fumava la ganja e suonava la chitarra.

A nord di New Kingston, dirigendosi verso ovest, lungo Red Hills Rd si trovano numerose bancarelle che vendono la salsa jerk una specialità culinaria giamaicana: molto aromatizzata e piccante,viene usata per dare un sapore originale a pollo maiale o pesce. Red Hills Rd è anche un luogo dove vengono organizzate feste e balli in strada, ma a prescindere dalla zona nella quale ci si trova, si sentirà sicuramente della musica reggae ad alto volume: le serate a Kingston sono all'insegna della musica reggae.

Il lungomare, nella parte centrale di Kingston, è un ottimo luogo per fare una bella passeggiata e per visitare il mercato dell'artigianato lungo le banchine. A pochi isolati si trova la National Gallery, che espone opere giamaicane dagli anni '20 a oggi, tra cui una bella collezione delle sculture di Edna Manley.

Nei dintorni di Kingston si trovano le rovine di Port Royal, l’antica capitale dell’isola, fondata dal corsaro Henry Morgan. Nel XVII secolo è stata il più grande covo di pirati e bucanieri delle Antille; l’antico villaggio è oggi in fondo al mare a causa del violento terremoto avvenuto nel 1692.
Port Royal con i suoi chioschi e ristorantini, che servono fritto misto e zuppa di pesce, oggi è un grazioso villaggio di pescatori, meta delle scampagnate domenicali dei kingstoniani.

Progettata da Diego Colon, figlio di Cristoforo Colombo, Spanish Town o St. Jago de la Vega si trova a 20 km circa da Kingston, ad ovest di Rio Cobre. La sua storia è caratterizzata da due periodi coloniali: quello Spagnolo dal 1534 al 1655 e quello Inglese dal 1655 al 1782.

I primi colonizzatori arrivarono nel 1510 e fondarono la capitale dell’isola, la loro “Nuova Siviglia”, a St. Ann; accorgendosi ben presto che il luogo era poco ospitale e per niente salutare, esplorarono l’isola alla ricerca di un posto migliore, guidati da Pedro Mazuelo (Tesoriere dell’isola).
Trovarono una vasta pianura sulle rive del Grande Fiume (ora noto come Rio Cobre) resa negli anni accogliente e fertile dagli indigeni Arawaks. Nel 1534 il Re di Spagna proclamò quest’area capitale della Giamaica col nome di Villa de la Vega.
La città divenne il centro culturale e commerciale dell’isola, grazie ad un’attiva rotta commerciale che la collegava con la Spagna e gli altri territori spagnoli.

Gli spagnoli dominarono la città per circa un secolo, resistendo ai diversi tentativi di conquista degli altri europei, finendo col cedere però all'ennesimo attacco inglese nel 1655.
Villa de la Vega, chiamata dai nuovi colonizzatori Spanish Town, nei primi anni di dominio inglese divenne il centro degli scontri tra Inglesi e Maroons, gli schiavi fuggiti dagli spagnoli, e pur rimanendo un centro importante per l’isola venne privata del titolo di capitale a favore di Port Royal.

Riacquistò la sua posizione suprema solo nel 1692, nel momento in cui Port Royal venne distrutta da un terremoto; la mantenne per circa 180 anni, fino al 1872 quando Kingston, per i suoi fiorenti porti e la miglior posizione commerciale, venne decretata capitale dell’isola.

Affascinante e trasgressiva, la Giamaica è da sempre considerata l’isola più attraente dei Caraibi. Il posto del mondo che canta, balla e suona ad ogni ora del giorno e della notte. La terra del reggae, della natura bellissima, del mare incantevole e trasparente.
Negril, sulla punta occidentale dell’isola, è famosa per la sua spiaggia bianca lunga più di dieci chilometri ed il suo mare cristallino protetto dalle correnti oceaniche dalla ricca barriera corallina. È qui la vita. Di giorno al sole a godersi i riflessi brillanti delle acque dei Caraibi, al tramonto a bere un aperitivo nei locali più trendy della spiaggia, e la sera a sentire i concerti reggae e a ballare coi piedi nella sabbia.

La Giamaica è caratterizzata da un clima tropicale sul livello del mare e un clima temperato sugli altopiani dell’interno; è quasi costantemente spazzata dagli alisei e quindi, tranne che in qualche area riparata della costa meridionale, le temperature non sono mai torride.
Le precipitazioni sono concentrate in due stagioni delle piogge: Maggio-Giugno e Settembre-Novembre, quest’ultimo periodo coincide con la stagione degli uragani, va ricordato però che queste grandi tempeste raramente colpiscono direttamente l’isola: l’ultimo uragano risale al 1988, quello prima al 1952.

Questo clima favorisce la crescita di piante come la canna da zucchero e altri frutti tra cui piante tropicali e anche la Cannabis sativa.

La Giamaica è un territorio forestato ricco di numerose specie di piante e fiori tropicali. Nella fauna spiccano una folta schiera di uccelli: colibrì, pappagalli, tucani, cornacchie e pellicani. Ci sono molti rettili come i serpenti e gli alligatori, ragni, pesci tropicali, tartarughe marine e squali.

La farfalla Omero è una specie endemica dell'isola.

Nell'isola è presente una varietà di specie di piante come la marijuana. La cannabis, ovvero la marijuana, che qui è semplicemente ganja è parte fondante di un rito per i rasta. È largamente tollerata, ma occorre fare attenzione perché, come tutte le droghe (escludendo tabacco e alcolici), è illegale e ufficialmente proibita dalla legge.

La popolazione giamaicana si compone principalmente di neri (76,3% del totale), discendenti dagli schiavi provenienti dall'Africa occidentale. Seguono asiatici (indiani 3,2%, cinesi 1,2%), europei (3,1%), libanesi (0,1%) e individui di etnia mista (15,1%).

Lingua ufficiale è l'inglese. La maggioranza della popolazione usa però un dialetto creolo-inglese (patwah, termine derivato dal francese patois) che presenta influenze africane (akan e yoruba), spagnole, portoghesi, francesi, amerindie (arawak) e asiatiche. Il patwah presenta alcune spiccate caratteristiche fonetiche: ad esempio, perdita del suono h.

I cristiani costituiscono il 65,3% della popolazione della Giamaica. Le confessioni cristiane più diffuse sono: rastafarianesimo con le sue correnti, Chiesa di Dio, avventista, battista, pentecostale e anglicana. Vi è anche una piccola comunità cattolica composta da 80 000 fedeli. Vi sono poi piccole minoranze non cristiane (buddhiste, islamiche, induiste e bahá'í) di recente formazione. Esiste anche un'esigua ma storica comunità ebraica, discendente da ebrei sefarditi che abbandonarono Spagna e Portogallo nel XV secolo.

A completare il quadro è poi il culto di Obeah, di origine africana, diffuso nelle aree più povere e nelle zone rurali.

Nel corso del Novecento si verificò una forte emigrazione di giamaicani (circa un milione di individui), diretti principalmente verso Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Tali movimenti migratori sembrano però aver subito una battuta d'arresto negli anni più recenti. Come risultato di tale processo, si sono create consistenti comunità di giamaicani all'estero, specie nelle città americane di New York, Buffalo, Miami, Atlanta e Orlando, nonché nella città canadese Toronto e nelle aree metropolitane britanniche (dove i giamaicani rappresentano la porzione più consistente della comunità caraibica).

Pur non essendo uno Stato molto popolato, in Giamaica si sono formati molti tra i più grandi velocisti di sempre; infatti gli abitanti di quest'isola sono mediamente portati a prestazioni atletiche di grande potenza come appunto può essere richiesto in una gara di 100 e 200 metri. L'attuale detentore del record del mondo e campione olimpico dei 100 metri è il giamaicano Usain Bolt che ha saputo fermare il cronometro a 9"58 nel 2009, battendo i suoi precedenti record di 9"69 e 9"72 realizzati in seguito al 9"74 del connazionale Asafa Powell. Giamaicano è anche Yohan Blake, medaglia d'oro nei 100 m a Daegu 2011.

Bolt è anche campione olimpico e detentore del record mondiale dei 200 metri con il tempo di 19"19, avendo migliorato nel 2009 il suo precedente primato di 19"30, risalente alla finale olimpica di Pechino 2008, e quello precedente di 19"32 dello statunitense Michael Johnson. Anche il primato mondiale della staffetta 4×100 metri appartiene alla Giamaica con il tempo di 36"84, stabilito l'11 agosto 2012 nella finale olimpica dei Giochi di Londra dal quartetto composto da Nesta Carter, Michael Frater, Yohan Blake e Usain Bolt, tempo migliore dei precedenti primati di 37"04 (stabilito ai Mondiali di Daegu 2011) e 37"10 (stabilito ai Giochi olimpici di Pechino 2008). Da non dimenticare, tra gli atleti giamaicani più celebri, è Don Quarrie, medaglia d'oro nei 200 metri ai Giochi olimpici di Montréal 1976.

In campo femminile la Giamaica può vantare Shelly-Ann Fraser-Pryce, due volte campionessa olimpica ed una volta campionessa mondiale dei 100 metri piani, Veronica Campbell-Brown, campionessa olimpica dei 200 metri piani nonché campionessa del mondo di 100 e 200 metri, e Melaine Walker, campionessa olimpica e mondiale dei 400 metri ostacoli. Una delle atlete più rappresentative della Giamaica è Merlene Ottey, protagonista delle gare di velocità negli anni ottanta-novanta e vincitrice di svariate medaglie in campo internazionale.

Non si ricordano risultati importanti nelle gare di resistenza, dove la Giamaica non ha mai trovato spazio tra le grandi. Si può dire che l'atletica sia vista dai giamaicani soprattutto come una via per ottenere borse di studio e proseguire gli studi (generalmente negli USA).




mercoledì 24 febbraio 2016

LE ISOLE CAYMAN



Furono scoperte da Cristoforo Colombo nel 1503, successivamente furono un luogo frequentato da pirati fino al 1670 quando passarono sotto la dominazione inglese.

L’arcipelago delle Cayman si trova nel mar dei Caraibi occidentale, a sud di Cuba e a nordovest della Jamaica. Si compone di tre grandi isole – Grand Cayman, dove si trova la capitale George Town, Cayman Brac e Little Cayman – e occupa un territorio di circa 260 kilometri quadrati, per una popolazione di circa 55mila abitanti.

Di tutte e tre le isole dell'arcipelago Grand Cayman Island è la più grande. Famosa per la Seven Mile Beach dall’affascinante forma a mezzaluna, una delle più belle isole del Mare delle Antille è una terra di grande fascino naturale. Altra attrattiva della zona è Stingray City nella cui spiaggia è possibile giocare con amichevoli razze. La capitale dell’isola è George Town, splendida cittadina dove tradizionali e coloratissimi edifici si mescolano con costruzioni moderne e quartieri gremiti di artigiani che, ancora oggi, lavorano nelle loro case.
Cayman Brac, piccola e selvaggia, è invece il luogo adatto per chi desidera trascorrere una vacanza a stretto contatto con la natura selvaggia tra fauna e flora esotica. Una volta giunti sull’isola da non perdere è il paesaggio meraviglioso che si gode dall’alto del faro; la bellezza delle grotte calcaree come la Bat Cave; le meraviglie del fondo marino, perfette per coloro che amano le immersioni, e le rigogliose foreste, casa di oltre 200 specie diverse di uccelli tra cui spicca il raro, e in via di estinzione, Brac Parrot (pappagallo). Inoltre per gli amanti dell’escursionismo, l’isola offre un reticolo di sentieri davvero interessanti.
La più piccola delle tre isole dell’arcipelago: Little Cayman è invece un rara combinazione di sole, riservatezza, spiagge bianchissime e chilometri di deserto tropicale. Il luogo perfetto per chi è alla ricerca di una vacanza romantica e in totale privacy. Qui si trova anche un importantissimo sito per le immersioni: il Bloody Bay Marine Park ricco di coralli, aragoste, polpi, aquile di mare, tartarughe e ogni varietà di pesci tropicali tra cui la super cordiale cernia Nassau, Jerry, che ama lasciarsi coccolare dai visitatori. Per quanto riguarda inceve l'aspetto culinario, la cucina delle isole Cayman comprende per lo più piatti tradizionali dei Caraibi a base di noce di cocco, piantaggine, manioca, patate, riso e piselli, tonno, dentici e mango. Per dessert solitamente viene servito l’Heavy Cake.



Oltre a essere un paradiso naturale, meta ideale per i viaggi di nozze, le Cayman rappresentano uno dei principali centri off shore del mondo. In altre parole, sono tradizionalmente inserite nelle liste dei “paradisi fiscali” dove le norme sul segreto bancario sono stringenti e dove è possibile registrare, per una cifra intorno ai 10mila euro, società anonime, schermando l’identità dei reali proprietari. Inserite nella lista delle istituzioni non collaborative da parte dell’Ocse nel 2000, tre anni dopo le Cayman hanno siglato un memorandum per intraprendere un percorso di adeguamento agli standard internazionali in termini di trasparenza e controllo, soprattutto contro la criminalità organizzata, il finanziamento al terrorismo, e l’evasione fiscale. Tanto che, dal 2007, fanno parte della Caribbean financial action task force (Cfatf), nata sotto l’ombrello della Financial Action Task Force (Fatf), ente fondato nel 1989 e composto da 36 membri tra cui l’Italia in collaborazione con Onu, Ocse e Banca Mondiale, per fissare degli standard internazionali e controllare la legislazione antiriciclaggio dei Paesi membri. L’ultimo rapporto, che risale al 2010, evidenzia ancora non poche lacune nella legislazione delle Cayman.

Tra le particolarità vantaggiose delle Cayman, per chi operi in finanza, c’è una legislazione chiara e semplicissima, un sistema giudiziario veloce e poca o nessuna burocrazia. Per questo, la modalità classica di operare in luoghi come questo, è quella di chi, pagando le tasse sugli utili nel paese in cui è residente, può offrire però un patto chiaro con l’investitore che decide di conferire investimenti al suo fondo. Nel caso in cui si arrivi a “litigare”, il tribunale competente è quello delle Cayman, secondo regole - poche e precise - accettate da tutte le parti prima, al momento della stipulazione del contratto.

Alle Cayman, come si legge sul sito del governo, non si paga pressoché alcuna imposta diretta. Niente tasse sul reddito, sulle imprese, sulle eredità, sulle plusvalenze delle società, sulle donazioni e sulle proprietà immobiliari. Naturalmente, questo non toglie che sui redditi ivi prodotti, le persone fisiche paghino le tasse secondo le regole e le norme dei paesi di residenza. Un residente italiano che produce il suo reddito operando lì, resta dunque sottoposto alle norme e alle capacità di controllo delle autorità italiane.  Nè sono particolarmente vantaggiose le norme per chi investa in fondi lì collocati. In altre parole, se qualcuno investe in un fondo gestito lì, se residente in Italia, paga sugli utili le stesse tasse che paga se investe - con ritorni - in una società quotata in borsa.  Diversa, e assai vantaggiosa, è invece la tassazione per chi lì è residente: nel 1985 è stata inoltre eliminata una tassa di 10 dollari delle Isole Cayman per ogni residente adulto maschio di età uguale o inferiore a 60 anni (1 dollaro delle Isole Cayman vale 95 centesimi di euro). L’unico balzello dovuto agli abitanti dell’arcipelago caraibico è un’imposta di bollo che varia dal 6 al 7,5% sul valore della proprietà immobiliare al momento della vendita, oltre a una tassa dell’1% sui mutui uguali o inferiori ai 300mila dollari locali e dell’1,5% su quelli superiori a 300mila dollari.



lunedì 22 febbraio 2016

MAR DEI CARAIBI



Il nome "Caraibi" deriva dai Caribe, uno dei gruppi indiano-americani dominante nella regione al momento del contatto europeo nel corso del tardo XV secolo. Dopo la scoperta dell'America nel 1492, ad opera di Cristoforo Colombo, il termine spagnolo Antille è stato comunemente assegnato alle terre che si affacciavano su questi mari, pertanto ad oggi "mar delle Antille" è l'alternativa più comunemente utilizzata per indicare il mar dei Caraibi in varie lingue europee, dopotutto nel corso del primo secolo dalle scoperte geografiche, il predominio spagnolo fu indiscusso.

I primi abitanti delle isole delle Antille furono i Taino, tribù sedentarie con fede religiosa politeista che si distinguevano per essere buoni agricoltori, pescatori e lavoratori della ceramica. La loro lingua derivava da quella degli arawak, famiglia che li precedette essendo migrata verso il Sud America da circa 3000 anni. All'epoca delle scoperte, i Carib, abili come guerrieri e navigatori, provenienti prevalentemente dalla regione del fiume Orinoco, occupavano integralmente i territori dei Taino.

Il mar dei Caraibi fu un corpo d'acqua sconosciuto per le popolazioni eurasiatiche fino al 1492, quando Cristoforo Colombo divenne il primo europeo a solcare queste acque nel tentativo di trovare una rotta verso l'India. A quel tempo l'emisfero occidentale, era sconosciuto agli europei. Dopo la scoperta delle isole da parte di Colombo, l'area è stata rapidamente colonizzata da più civiltà occidentali. A seguito della colonizzazione delle isole dei Caraibi, il mare adiacente è diventato una zona animata per la marina europea, in quanto base commerciale, luogo di scambio e rotta per il trasporto dei più svariati prodotti, e questo commercio attirò anche la pirateria.

Le monarchie cattoliche permisero nel 1495 a tutti i propri sudditi di imbarcarsi nelle navi dirette verso le Indie occidentali appena scoperte, ma spesso gli equipaggi, privi di un'adeguata preparazione, divennero facile preda per i "lupi di mare". Lungo le coste dei Carabi, nel corso del tempo, presero a svilupparsi importanti punti commerciali e importanti fiere (come quella di Portobello). L'attacco dei pirati contribuì alla costruzione di fortificazioni lungo i porti, come a Cartagena de Indias e a L'Avana.

Poco dopo la sua scoperta, questo mare attirò l'interesse delle corone inglesi e francesi, le quali successivamente inviarono la loro marina per conquistare nuovi territori. I francesi si impadronirono di alcune isole quali Martinica e Guadalupa, gli inglesi con il tempo di Antigua, Montserrat, Barbados e Giamaica, tutti territori sottratti ai possedimenti dell'Impero spagnolo nei Caraibi. Nel 1625 prese forma sull'isola di Tortuga una base dove corsari e bucanieri si associarono per attaccare le imbarcazioni dalle colonie spagnole. Da Tortuga partivano le spedizioni per gli assedi contro le città costiere che durarono fino a tutto il secolo XVII. Un'altra famosa roccaforte pirata fu istituita nel porto giamaicano di Port Royal nel 1656, e rimase tale fino alla sua parziale distruzione ad opera di un terremoto verificatosi il 7 giugno 1692. Alcuni dei pirati più temuti furono Henry Morgan, Francesco Nau detto l'Olonese, e Barbanera.

Dal secolo XIX buona parte delle colonie e delle realtà politiche affacciate sul mar dei Caraibi iniziarono a diventare paesi indipendenti, anche se attualmente alcuni possedimenti francesi, britannici e olandesi rimangono sotto l'amministrazione europea. Nelle sue acque sono presenti 22 territori insulari e 12 paesi. Cuba fu l'ultimo paese ad ottenere l'indipendenza dalla Spagna nel 1898.

Nel 1903 Panamá si separò dalla Colombia. Il 15 agosto 1914 venne inaugurato il canale artificiale di Panamá che collegò il mar dei Caraibi con l'oceano Pacifico, e che venne amministrato dagli Stati Uniti fino al 31 dicembre 1999.

Il 12 dicembre 2001, i capi di Stato e di governo dei paesi membri dell'Associazione degli Stati caraibici, si riunirono sull'isola di Margarita (Venezuela), ed adottarono la Dichiarazione di Margarita, "riconoscendo il mar dei Caraibi come un patrimonio comune nella regione, e un bene inestimabile a cui dare priorità alla conservazione, con l'obiettivo della "costruzione di una identità stessa dei Caraibi." Si impegnarono "a stabilire una più ampia zona di cooperazione dei Caraibi".

Il Mar dei Caraibi è un mare situato sulla Placca caraibica. Si stima abbia un'età compresa tra i 160 e i 180 milioni di anni e si sia formato da una frattura orizzontale che ha diviso il supercontinente chiamato Pangea nel corso dell'era Mesozoica. La superficie del Mar dei Caraibi è suddivisa in 5 bacini separati da alcune catene montuose sottomarine. La pressione esercitata dalla placca sudamericana nella regione orientale dei Caraibi, rende l'arcipelago delle Piccole Antille caratterizzato da forte attività vulcanica (l'eruzione vulcanica del La Pelée nel 1902, fu la causa del maggior numero di vittime nel corso del ventesimo secolo, con quasi 30.000 morti).

L'Oceano Atlantico si collega con il Mar dei Caraibi attraverso l'Anegada Passage tra le Piccole Antille e le Isole Vergini e il Canale Sopravento situato tra Cuba e Haiti. Il canale dello Yucatán collega il Mar dei Caraibi con il Golfo del Messico tra la Penisola dello Yucatán in Messico e Cuba.

Il punto più profondo è la depressione delle Isole Cayman che arrivano a toccare i 7.686 metri sotto il livello del mare.

Sono localizzate due fosse oceaniche: la fossa delle Cayman e la fossa di Porto Rico. L'area è a forte rischio sismico. Dati storici mostrano che nel corso degli ultimi 500 anni si sono verificati nella zona dodici terremoti con una magnitudo superiore a 7,5.

In media la salinità del mar dei Caraibi è di 35 - 36 parti per mille, la temperatura superficiale è nell'ordine di 28 °C., mentre nel fondo marino, l'acqua raggiunge una temperatura di 4 °C.

Le correnti caraibiche trasportano notevoli quantità di acqua dall'Oceano Atlantico orientale attraverso le Piccole Antille per salire verso nord-ovest uscendo nel Golfo del Messico attraverso il canale dello Yucatán. Mediamente tra il 15 e il 20% delle acque dolci che entrano nel Mar dei Caraibi proviene dall'estuario del Orinoco e dei fiumi amazzonici, trasportata verso nord-ovest dalle correnti caraibiche.

Nella zona che si estende dal nord della Colombia verso il Nicaragua è presente durante quasi tutto l'anno una corrente circolare che ruota in senso antiorario. Questa corrente è generata dalle precipitazioni abbondanti nella regione, che può anche ridurre la temperatura e la densità delle acque, fornendo alcuni nutrienti quali azoto, fosforo utili alla vita vegetale.

Il bacino idrografico del Mar dei Caraibi è uno dei più grandi del mondo. Il fiume più lungo che sfocia in questo mare è il Magdalena che, sorgendo sul Massiccio Colombiano, attraversa la Colombia per una lunghezza di circa 1.540 km. Il Maddalena, a sua volta, riceve le acque di altri importanti fiumi come il Cauca e il Cesar.

Altri fiumi che si gettano nei Caraibi sono: Unare, Tocuyo, Catatumbo e Chama in Venezuela; Ranchería, Sinú e Atrato in Colombia; San San, Chagres (Canale di Panamá) e Changuinola a Panamá; Grande, Prinzapolca e Huahua in Nicaragua; San Juan al confine tra Nicaragua e Costa Rica, che collega il Lago Nicaragua ai Caraibi; Segovia al confine tra Honduras e Nicaragua; Patuca, Sico, Ulua e Aguán in Honduras; Motagua in Guatemala, Belize in Belize; Rio Hondo in Messico; Cauto a Cuba; Yaque del Sur, Ozama e Macoris nella Repubblica Dominicana; Negro in Giamaica e Grande de Patillas a Porto Rico.

Il lago di Maracaibo è collegato ai Caraibi attraverso il Golfo del Venezuela, e rappresenta il più grande lago del Sud America con una superficie di 13.820 km², oltre ad essere uno dei più antichi della Terra.

Il clima dei Caraibi è influenzato dalle correnti oceaniche del Golfo e Humboldt. La posizione del mare tropicale aiuta a conservare l'acqua ad una temperatura moderatamente alta, variando durante l'anno tra i 21° e 32,2 °C.

I Caraibi sono luogo di formazione di uragani. La stagione degli uragani va da giugno a dicembre, e con maggiore presenza tra agosto e settembre. In media ogni anno si formano circa il 9 tempeste tropicali e 5 raggiungono la forza di uragano. Secondo il Centro Nacional de Huracanes nei Caraibi si sono verificati 385 uragani tra il 1494 e il 1900. La correnti d'aria che si sviluppano sulla costa occidentale dell'Africa, nel loro percorso attraverso l'Oceano Atlantico, possono diventare tempeste tropicali e uragani, in particolare nelle zone di bassa pressione della regione orientale dei Caraibi.

Fra i più devastanti uragani registrati si ricordano: l'uragano San Calixto II tra il 10 e il 16 ottobre 1780, abbattutosi tra le Piccole Antille, Porto Rico, Repubblica Dominicana e Florida, provocando tra i 22.000 e i 24.000 morti; e l'uragano Mitch, che originatosi tra le coste della Colombia e l'America Centrale si diresse verso la penisola dello Yucatán e successivamente la Florida tra il 22 ottobre e il 5 novembre 1998, provocando tra gli 11.000 e i 18.000 morti.

Gli uragani sono un problema che si verifica annualmente sulle isole dei Caraibi. La loro natura distruttiva si abbatte anche sulle barriere coralline a causa del depositato di grandi quantità di sabbia, fango, rocce e sedimenti.

Spiagge di sabbia rosa, bianca o del colore grigio brillante frutto di antiche eruzioni vulcaniche. Spiagge che sembrano non aver mai visto un essere umano e altre brulicanti di attività, animate e rumorose a ogni ora del giorno e della notte.



Pink Beach (Barbuda). Questa spiaggia dell’isola di Barbuda è la meraviglia “in rosa” di tutti i Caraibi. Il New York Times, poco più di un anno fa, l’ha inserita nelle 6 spiagge da vedere assolutamente prima di morire. Tutta la costa occidentale presenta, a tratti, sabbie dalle sfumature rosate, ma nessuna eguaglia questa piccola meraviglia rosa. Conosciuta anche col nome di Eleven Mile Beach, la spiaggia si distingue dalle altre caraibiche, spesso sottili striscioline di sabbia fra la vegetazione e il mare, per la notevole ampiezza, dove viene amplificata la sensazione di essere completamente soli. Come raggiungerla? Con le barche a vela che ogni giorno salpano da Antigua.

Seven Mile Beach (Grand Cayman). Un nastro di morbida spiaggia immacolata, tra i più suggestivi del pianeta, ha dato notorietà a Grand Cayman, la più grande e abitata delle isole dell’arcipelago omonimo. Seven Mile, la spiaggia caraibica per eccellenza, si stende per poco meno di 10 chilometri lungo la costa occidentale dell’isola (parte a Nord di George Town, la capitale), tra condomini e alberghi esclusivi.

Bayahibe (Repubblica Dominicana). La bianchissima spiaggia del piccolo villaggio di pescatori di Bayahibe si trova all’interno del Parco Nazionale dell’Este: sabbia finissima, mare cristallino, palme di un verde intenso convivono armoniosamente con le piccole abitazioni caraibiche. Non a caso, questa parte della Repubblica Dominicana è considerata la più bella di tutto il Paese. Si raggiunge in due ore di pullman da Santo Domingo e, in un’ora, dall’Altos de Chavòn.

Seven Mile Beach (Giamaica). Regina della linea costiera occidentale dell’isola è la spiaggia vicina a Negril: 6 chilometri di sabbia finissima (il nome inganna, dato che supera di poco le 4 miglia) e, alle spalle, la palude Great Morass, che si estende per 16 chilometri e costituisce il secondo ecosistema palustre della Giamaica. Qui si trovano i coccodrilli americani e la riserva naturale della Palma Reale. Le zone umide sono oggi protette poiché contribuiscono al ciclo di crescita e formazione delle spiagge coralline.

Anegada (British Virgin Islands). La spiaggia che copre interamente la circonferenza dell’isola di Anegada (11 miglia), è una delle meno conosciute dell’arcipelago delle Isole Vergini Britanniche. Per raggiungere Anegada, a 15 chilometri da Virgin Gorda, occorre un giorno di navigazione su una delle barche a vela che si noleggiano nelle grandi isole circostanti. Sempre il New York Times la ritiene una delle più belle dei Caraibi e consiglia la passeggiata da Cow Wreck Bay, a nord-ovest di Baia Loblolly, fra greggi di capre e bar dove bere l’immancabile rum punch.

Flamenco Beach (Porto Rico). Vieques è sicuramente l’isola sulla costa orientale di Porto Rico più conosciuta e frequentata. Ma delle Spanish Virgin Island è Culebra che vanta la spiaggia più bella: Flamenco Beach, un’ampia mezzaluna quasi perfettamente simmetrica di sabbia bianca, incornicia una baia azzurra di acque calme come quelle di una piscina. Per raggiungerla occorre prendere i battelli che salpano ogni giorno dalla città di Fajardo (a poco più di un’ora di auto dalla capitale San Juan). Giunti sull’isola, basta prendere un taxi e in pochi minuti ci si ritrova in paradiso.

Grace Bay (Turks e Caicos). Tutta la costa nord di Providenciales, porta d’accesso all’arcipelago di Turks e Caicos, è un’immensa spiaggia con una sfumatura di colori che spaziano dall’indaco al turchese. Ma il meglio sta tutto nei 20 chilometri di Grace Bay, dove si danno convegno gli appassionati di immersioni: al largo ben 12 punti segnalati regalano nuotate tra cernie, dentici e pesci chirurgo. Indimenticabile la vacanza se si alloggia al Regent Palm Turks and Caicos , resort di lusso all-suite con terrazza privata, spa e giardino.

Per la sua enorme estensione il mare dei Caraibi è tra i maggiori al mondo, e raggiunge presso le isole Cayman l’impressionante profondità di 7.686 metri. Tutta l’area del mar dei Caraibi, a causa della presenza delle correnti oceaniche del Golfo e di Humboldt, ha una temperatura dell’acqua sempre abbastanza alta, che in taluni casi supera i 32°. Le isole caraibiche, specie in corrispondenza della nostra stagione estiva, sono interessate da uragani e tempeste tropicali.




domenica 21 febbraio 2016

CUBA



Cuba era stata abitata da popolazioni amerindie note come Taino, Siboney e Guanajatabey i cui antenati arrivarono dall'America meridionale diversi secoli prima.

Dopo il primo arrivo su un'isola allora chiamata Guanahani, Bahamas il 12 ottobre 1492, Cristoforo Colombo comandò le sue tre navi: La Pinta, La Niña e la Santa Maria, di approdare sulla costa nord-orientale di Cuba il 28 ottobre 1492. (Questo luogo era vicino a quello che oggi è Bariay, Provincia di Holguin). Colombo rivendicò l'isola per il nuovo Regno di Spagna e la chiamò Isla Juana in onore di Juan, Principe delle Asturie.

Nel 1511, il primo insediamento spagnolo fu fondato da Diego Velázquez de Cuéllar a Baracoa. Altre città seguirono, tra cui San Cristóbal de la Habana, fondata nel 1515, che più tardi divenne la capitale. I nativi Taino erano costretti a lavorare sotto il sistema della encomienda, che ha assomigliato ad un sistema feudale nell' Europa medioevale. Entro un secolo le popolazioni indigene furono praticamente spazzate via a causa di molteplici fattori, principalmente malattie europee infettive, a cui non avevano nessuna resistenza naturale, aggravate dalle condizioni difficili della sottomissione coloniale repressiva. Nel 1529, un focolaio di morbillo ha ucciso due terzi di quei pochi nativi che in precedenza erano sopravvissuto il vaiolo.

Il 18 maggio del 1539, il conquistatore Hernando De Soto partì dall'Avana a capo di 600 seguaci in una vasta spedizione attraverso gli Stati Uniti sudorientali, a partire dalla Florida, in cerca di oro, tesoro, fama e potere. L'1 settembre 1548, Dr. Gonzalo Perez de Angulo fu nominato governatore di Cuba. Arrivò a Santiago de Cuba il 4 novembre del 1549 e immediatamente dichiarò la libertà di tutti i nativi. Divenne il primo governatore permanente di Cuba a risiedere a L'Avana invece di Santiago, e costruì la prima chiesa dell'Avana, realizzata in muratura. Quando i francesi presero Havana nel 1555, il figlio del governatore, Francisco de Angulo, se ne andò in Messico.

Cuba si è sviluppata lentamente e, a differenza delle isole di piantagione dei Caraibi, aveva un'agricoltura diversificata. Ma cosa più importante era che la colonia era sviluppata come una società urbanizzata che principalmente sosteneva l'impero coloniale spagnolo. Dalla metà del XVIII secolo, i suoi coloni avevano 50.000 schiavi, rispetto ai 60.000 delle Barbados; 300.000 della Virginia, entrambi colonie britanniche; e i 450.000 della colonia francese di Santo Domingo, che avevano piantagioni di canna da zucchero su vasta scala.

La guerra dei sette anni, scoppiata nel 1754 in tre continenti, parte del conflitto arrivò nei Caraibi spagnoli. L'alleanza della Spagna con i francesi li pose in diretto conflitto con i britannici e nel 1762 una spedizione britannica di cinque navi da guerra e 4.000 truppe partì da Portsmouth per catturare Cuba.
Gli inglesi arrivarono il 6 giugno e in agosto avevano L'Avana sotto assedio. Quando L'Avana si arrese, l'ammiraglio della flotta britannica, George Keppel, entrò in città come nuovo governatore e ha prese il controllo della parte occidentale dell'isola.

I britannici si aprono immediatamente il commercio con le loro colonie in Nord America e dei Caraibi, causando una rapida trasformazione della società cubana. Vennero importati cibo, cavalli e altre merci nelle città, come pure migliaia di schiavi dall'Africa occidentale per lavorare nelle piantagioni di zucchero sviluppati.

Anche se per l'Avana, che era diventata la terza città delle Americhe, l'obbiettivo era quello di entrare in un'era di sviluppo sostenuto con crescenti legami con il Nord America durante questo periodo, nonostante ciò l'occupazione britannica della città ebbe vita breve. La pressione dei commercianti di zucchero di Londra, temendo un calo dei prezzi dello zucchero, forzarono i negoziati con gli spagnoli sui territori coloniali. Meno di un anno dopo che la Gran Bretagna si riprese l'Avana, firmò la pace di Parigi insieme a Francia e Spagna, terminando la guerra dei sette anni. Il trattato dette alla Gran Bretagna la Florida in cambio di Cuba. I francesi avevano consigliato questo alla Spagna, consigliando di rinunciare alla Florida altrimenti poteva tradursi invece di perdere gran parte del continente americano del sud e il Messico a favore dei britannici. Molti in Gran Bretagna rimasero delusi, credendo che la Florida era un povero ritorno in confronto ai guadagni di Cuba e altre colonie durante la guerra.

Il vero motore della crescita del commercio di Cuba nella fine del Settecento e l'inizio del XIX secolo è stata la rivoluzione haitiana. Quando i popoli schiavi di ciò che erano stata la colonia più ricca dei Caraibi si liberarono attraverso una rivolta violenta, gli agricoltori cubani percepirono le mutevoli circostanze della regione con un senso di paura e di opportunità. Avevano paura a causa del prospetto che schiavi potessero rivoltarsi anche a Cuba, troppi e numerosi divieti durante il 1790 sulla vendita di schiavi a Cuba, che in precedenza erano stati schiavi nelle colonie francesi, sottolinearono questa ansia. Gli agricoltori vista l'opportunità, tuttavia, pensarono che si sarebbe potuto sfruttare la situazione trasformando Cuba nella società schiavista e produttrice di zucchero col nome di "perla delle Antille" che era stato di Haiti prima della rivoluzione. Come scrisse lo storico Ada Ferrer, "a un livello base,la liberazione del Santo Domingo ha aiutato a radicare la sua negazione a Cuba. Come la schiavitù e il colonialismo è sprofondato nella colonia francese, l'isola spagnola subì trasformazioni che erano quasi speculari a quelle di Haiti". Le stime suggeriscono che tra il 1790 e il 1820 che 325.000 africani furono importati a Cuba come schiavi, che era quattro volte l'importo che arrivò tra il 1760 e il 1790.

Anche se una più piccola proporzione della popolazione di Cuba era schiava, alcuni schiavi provarono delle rivolte. Nel 1812 ha avuto luogo la rivolta degli schiavi di Aponte, ma venne subito soppressa.

La popolazione cubana nel 1817 era di 630.980 persone, di cui 291.021 erano bianchi, 115.691 persone libere di colore e 224.268 schiavi neri. Questa è stata una proporzione molto maggiore di neri di schiavi che in Virginia, per esempio, o nelle altre isole dei Caraibi. Storici come lo svedese Magnus Mõrner, che ha studiato la schiavitù in America Latina, trovano che alla manomissione degli schiavi aumentava quando l'economia degli schiavi erano in declino, come nel 18 ° secolo.

In parte a causa di cubani schiavi che lavoravano principalmente nelle zone urbanizzate, nel XIX secolo, avevano sviluppato la pratica del coartacion, o "acquistare se stessi per ottenere la libertà", uno "sviluppo unicamente cubano" secondo lo storico Herbert S. Klein. A causa di una carenza di forza lavoro bianco, i neri dominavano le industrie urbane "a tal punto che, quando i bianchi in gran numero, arrivarono a Cuba a metà Ottocento, non erano in grado di spostare i lavoratori negri." Un sistema di agricoltura diversificata, con piccole aziende agricole e meno schiavi, servì a rifornire le città con prodotti e altre merci.

Nel 1820, quando il resto dell'Impero spagnolo in America Latina si ribellò e si formarono degli stati indipendenti, Cuba rimase fedele. La sua economia si basava nel servire l'Impero. Nel 1860, Cuba aveva 213.167 persone libere di colore, 39% della sua popolazione non-bianchi di 550.000. Per contro,la Virginia con circa lo stesso numero di neri, aveva solo 58.042 cioè 11% che erano liberi; il resto erano schiavizzati. Negli anni anteguerra,la Virginia scoraggiato alla manomissione degli schiavi dopo il Nat Turner Ribellione Slave del 1831 rafforzò le restrizioni contro i neri liberi, come fecero altri Stati del sud. Inoltre, c'era una forte domanda di schiavi, gli agricoltori della Virginia ne vendettero molti nel commercio degli schiavi domestico interno, venendo spediti via terra verso il profondo sud, che aveva notevolmente ampliato la sua produzione di cotone.

A poco a poco cominciò a crearsi nella borghesia cubana l'insofferenza verso il governo spagnolo e il desiderio di una maggiore autonomia; si ebbero così alla fine dell'Ottocento le due cosiddette "guerre di indipendenza", che furono insurrezioni popolari armate. Nella seconda morì in combattimento il "padre della patria", José Martí.

Dopo la guerra ispano-americana, Spagna e Stati Uniti firmarono il trattato di Parigi (1898), con il quale Spagna cedette Puerto Rico, Guam e Filippine agli Stati Uniti per la somma di $ 20 milioni. Cuba ottenne l'indipendenza formale dagli Stati Uniti il 20 maggio 1902, come la Repubblica di Cuba. Sotto la nuova costituzione cubana, gli Stati Uniti mantennero il diritto di intervenire negli affari cubani e sorvegliare le sue finanze e le relazioni con l'estero. Con l'emendamento Platt, gli Stati Uniti affittatarono la base navale di Guantanamo Bay da Cuba.

A seguito di elezioni contestate nel 1906, il primo Presidente, Tomás Estrada Palma, affrontò una rivolta armata di veterani di guerra di indipendenza che sconfissero le scarse forze di governo. Gli Stati Uniti intervennero occupando Cuba e nominarono Charles Edward Magoon come governatore per tre anni. Gli storici cubani hanno attribuito al Governatorato di Magoon di aver introdotto la corruzione politica e sociale. Nel 1908, l'autogoverno fu ristabilito quando José Miguel Gómez venne eletto Presidente, ma gli Stati Uniti continuarono a intervenire negli affari cubani. Nel 1912, il Partido Independiente de Color tentò di stabilire una Repubblica nera separata nella provincia di Oriente, ma fu soppressa dal General Monteagudo con notevole spargimento di sangue.

Nel 1924, Gerardo Machado fu eletto Presidente. Durante la sua amministrazione, vi fu un aumento del turismo contrassegnato dalla costruzione di ristoranti e alberghi di proprietà americana per accogliere l'afflusso di turisti. Il boom turistico condusse all'aumento del gioco d'azzardo e della prostituzione. Il crollo di Wall Street del 1929 condusse il prezzo dello zucchero a precipitare, disordini politici e repressione. Una protesta di studenti, conosciuti come la generazione del 1930, voltato alla violenza in opposizione il Machado sempre più impopolare. Uno sciopero generale (in cui il partito comunista si schierò con Machado), rivolte fra gli operai di zucchero e una rivolta armata costretto Machado in esilio nell'agosto 1933. Fu sostituito da Carlos Manuel de Céspedes y Quesada.

Nel settembre 1933 una rivolta di sergenti, capeggiata da sergente Fulgencio Batista, rovesciò Cespedes. Un comitato esecutivo di cinque membri (la Pentarchia del 1933) fu scelto come capo di un governo provvisorio. Ramon Grau San Martin fu poi nominato Presidente provvisorio. Grau si dimise nel 1934, lasciando la strada libera per Batista, che ha dominato la politica cubana per i successivi 25 anni, in primo luogo attraverso una serie di presidenti fantoccio. Il periodo dal 1933 al 1937 fu un periodo di "quasi incessante guerra sociale e politica".
Nel 1940 fu adottata una nuova costituzione, con idee progressiste radicali, compreso il diritto del lavoro e l'assistenza sanitaria. Batista è stato eletto presidente nello stesso anno, tenendo la carica fino al 1944. Finora è il solo cubano non bianco ad ottenere la più alta carica politica della nazione. Il suo governo effettuò importanti riforme sociali. Diversi membri del partito comunista ottennero incarichi sotto la sua amministrazione. Forze armate cubane non furono notevolmente coinvolte in combattimento durante la seconda guerra mondiale, anche se il Presidente Batista suggerì un'alleanza tra US e Latino America per effettuare un assalto contro Franco in Spagna al fine di rovesciare il suo regime autoritario.

Le critiche della Costituzione del 1940 impedirono la rielezione di Batista. Ramon Grau San Martin fu il vincitore delle elezioni successive, nel 1944. Grau corrose ulteriormente la base della legittimità del sistema politico cubano, già barcollante, in particolar modo minando l'assai imperfetto, anche se non completamente inefficace, Congresso e Corte suprema. Carlos Prío Socarrás, un pupillo di Grau, diventò presidente nel 1948. I due termini del partito Auténtico ha visto un afflusso di investimenti che ha alimentato un boom e alzato gli standard di vita per tutti i segmenti della società e ha creato una prospera classe media nelle zone più urbane.

Dopo essersi candidato con esito negativo per la presidenza nel 1952, Batista, mise in scena un colpo di stato. Proclamò illegale il partito comunista cubano nel 1952. Cuba ha avuto i più alti tassi di consumo pro capite dell'America Latina di carne, verdure, cereali, automobili, telefoni e radio, anche se circa un terzo della popolazione era considerato povero e apprezzava relativamente poco di questo consumo.

Nel 1958, Cuba era un paese relativamente ben avanzato per gli standard dell'America Latina e in alcuni casi per gli standard mondiali. D'altra parte, Cuba fu però influenzata da forse il più grande sindacato dei lavoratori in America Latina, compreso il divieto di licenziamento e la meccanizzazione. Sono stati ottenuti in larga misura "al costo dei disoccupati e dei contadini", comportando grosse differenze. Tra il 1933 e il 1958, Cuba pose enormi regolazioni economiche, causando problemi economici. La disoccupazione diventatò un problema, i laureati entrando nella forza lavoro non riusciva a trovare posti di lavoro. La classe media, che era paragonabile a quella degli Stati Uniti, divenne sempre più insoddisfatta di disoccupazione e persecuzione politica. I sindacati di lavoro supportarono Batista fino alla fine. Batista resistette al potere fino a quando fu costretto all'esilio nel dicembre 1958.

Nel 1950, varie organizzazioni, tra cui alcuni sostenendo rivolte armate, hanno lottato per ottenre un cambiamento politico.

Dopo un tentativo di insurrezione fallito e un periodo di reclusione, l'avvocato Fidel Castro riorganizzò dal Messico la lotta contro la dittatura insieme ad alcuni volontari, tra cui il medico argentino Ernesto Guevara de La Serna, detto 'Che', e l'italiano Gino Donè Paro, detto 'el Italiano'. La rivoluzione cominciò con la spedizione di 82 persone che, sbarcate sull'isola, affrontarono l'esercito e ripiegarono sui monti della Sierra Maestra per un periodo iniziale di lotta durante il quale cercarono e ottennero il consenso tra la popolazione. Questo permise la costituzione di un piccolo esercito popolare che affrontò quello nazionale attraversando tutta l'isola, fino alla decisiva battaglia di Santa Clara, il 30 dicembre del 1958. La notte di capodanno del 1959 Fulgencio Batista si dette alla fuga trafugando denaro delle riserve nazionali; il 1º gennaio 1959 le colonne ribelli si diressero alla capitale senza incontrare alcuna resistenza e l'8 gennaio Fidel Castro e i barbudos entrarono trionfanti all'Avana.

Verso la fine del 1958 i ribelli avevano conquistato la Sierra Maestra e lanciato un'insurrezione popolare generale. Il 1° gennaio 1959, Dopo che combattenti di Castro ebbero catturato Santa Clara, Batista fuggì con la sua famiglia in Repubblica Dominicana Successivamente andò in esilio sull'isola portoghese di Madeira e infine si stabilì a Estoril, vicino a Lisbona. Le forze di Fidel entrarono nella capitale il giorno 8 gennaio 1959. Il liberale Manuel Urrutia Lleó divenne presidente provvisorio.

Dal 1959 al 1966 ribelli cubani hanno combattuto una ribellione di sei anni nelle montagne Escambray contro il governo di Castro. Gran lunga superiore di numero le forze del governo alla fine schiacciarono l'insurrezione. La ribellione durò più a lungo e coinvolse più soldati che la rivoluzione cubana. Il dipartimento di stato americano ha stimato che 3.200 persone sono state giustiziate dal 1959 al 1962. Secondo Amnesty International, le condanne a morte dal 1959 – 87 furono 237 ma solo 21 in realtà sono state effettuate. La stragrande maggioranza di quelli eseguiti seguendo la rivoluzione del 1959 erano poliziotti, politici e gli informatori del regime di Batista, accusati di reati come la tortura e l'omicidio, i loro comuni processi ed esecuzioni avevano diffuso sostegno popolare tra la popolazione cubana.

Il governo degli Stati Uniti ha reagito inizialmente favorevolmente alla rivoluzione cubana, vedendola come parte di un movimento per portare la democrazia in America Latina. La legalizzazione di Castro del partito comunista e le centinaia di esecuzioni che seguirono causò un deterioramento nel rapporto tra i due paesi. La promulgazione della legge della riforma agraria, che espropriava i latifondi e riuniva in cooperative le piccole aziende, e la nazionalizzazione dell'industria, che privò le imprese statunitensi della proprietà delle raffinerie di zucchero, peggiorarono ulteriormente i rapporti. Nel febbraio 1960, Castro firmò un accordo commerciale con il vice-Premier sovietico Anastas Mikoyan.

Nel marzo 1960, Eisenhower ha approvato un piano della CIA per armare e formare un gruppo di rifugiati cubani per rovesciare il regime di Castro. Gli USA agirono il 16 aprile 1961, quando il presidente John Fitzgerald Kennedy appoggiò uno sbarco armato degli esuli cubani sulle coste della Baia dei Porci (ricordato, per l'appunto, come sbarco nella baia dei Porci) per cercare di organizzare la controrivoluzione. Il fallimento di questo tentativo fu tra le cause dell'avvicinamento politico di Cuba all'Unione Sovietica.

Il 25 aprile 1961 gli Stati Uniti decretarono inoltre un embargo totale verso Cuba, costringendo l'isola a dipendere economicamente dall'Unione Sovietica. L'anno successivo, in piena Guerra fredda, l'installazione di impianti missilistici sovietici sul suolo cubano causò la cosiddetta Crisi dei missili di Cuba, che si concluse con un accordo pacifico tra il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy e il russo Nikita Krusciev (allora segretario del Pcus).

Nel gennaio 1962, Cuba è stata sospesa dall'organizzazione degli Stati americani (OAS), e nello stesso anno l'OAS ha iniziato a imporre sanzioni contro Cuba di natura analoga per le sanzioni degli Stati Uniti. La crisi dei missili cubani si è verificato nell'ottobre 1962. Nel 1963, Cuba si stava muovendo verso un vero e proprio sistema comunista modellato sull'URSS.

Negli anni settanta e ottanta le truppe cubane parteciparono a conflitti armati in Africa, a fianco di movimenti di liberazione nazionale (come l'MPLA in Angola e la SWAPO namibiana) e di alcuni governi comunisti, inoltre sostennero la lotta della popolazione nera in Sudafrica contro il regime dell'apartheid e secondo alcuni fu proprio la battaglia di Cuito Cuanavale, combattuta dai soldati cubani contro le truppe sudafricane che avevano invaso l'Angola, a indebolire fortemente il regime sudafricano e a portarlo alla sua fine.

Il tenore di vita nel 1970 era "estremamente spartano" e il malcontento era all'ordine del giorno. Fidel Castro ammise i fallimenti delle politiche economiche in un discorso di 1970. Nel 1975 l'OAS revocò le sanzioni contro Cuba, con l'approvazione di 16 Stati membri, compresi gli Stati Uniti, che tuttavia mantennero le proprie sanzioni.

Le regole di Castro vennero severamente testate all'indomani del crollo sovietico nel 1991 (conosciuto a Cuba come periodo especial). Il paese ha affrontato una grave recessione economica dopo il ritiro delle sovvenzioni sovietiche del valore da $ 4 miliardi a $ 6 miliardi ogni anno, con conseguenti effetti di carenza di cibo e carburante. Il governo non accettò donazioni americane di cibo, medicine e contanti fino al 1993. Il 5 agosto 1994, la sicurezza dello stato disperse i manifestanti in una protesta spontanea a L'Avana.

Inizialmente, alcuni accordi commerciali con la Cina hanno contribuito a mitigare gli effetti della crisi economica; più recentemente, l'istituzione dell'accordo internazionale ALBA (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe) promosso da Cuba e Venezuela nel 2004, e la sua estensione a un numero crescente di stati latino-americani hanno avviato per l'isola caraibica una lenta ripresa degli scambi commerciali e, in particolare, delle importazioni di petrolio. Nel 2003, il governo ha arrestato e imprigionato un gran numero di attivisti civili, un periodo conosciuto come il "Black Spring".

Il 31 luglio del 2006 Fidel Castro si dimise dagli incarichi di segretario del Partito Comunista di Cuba, presidente del consiglio di stato, presidente del consiglio dei ministri e capo delle forze armate a causa dei suoi problemi di salute. A succedergli fu il fratello Raul, che il 28 febbraio 2008 venne anche eletto presidente: finora egli ha effettuato alcune riforme economiche che hanno portato alla liberalizzazione del mercato delle "nuove tecnologie" come DVD, telefoni cellulari, computer e altro. Sono state annunciate altre, come la fusione dei due sistemi monetari cubani, moneda nacional e cuc. È stata lanciata una campagna per il superamento di lentezze burocratiche e inefficienze interne.

Il 3 giugno 2009, l'organizzazione degli Stati americani ha adottato una risoluzione per porre fine al divieto 47 anni cubano di appartenenza al gruppo. La risoluzione ha dichiarato, tuttavia, che la piena adesione potrebbe essere ritardata fino a che Cuba si sistemi "in conformità con le pratiche, fini e principi dell'OAS." Fidel Castro ha ribadito la sua posizione che egli non era interessato a far parte dell'organizzazione dopo che la risoluzione dell'OAS era stata annunciata.

Dal 14 gennaio del 2013 i cittadini dello Stato caraibico possono uscire liberamente da Cuba con il solo passaporto senza formalità particolari (come accadeva in passato). Nel 1961 il governo cubano aveva infatti imposto ampie restrizioni sui viaggi per evitare l'emigrazione di massa di persone dopo la rivoluzione del 1959; erano approvati visti di uscita solo in rare occasioni.

A partire dal dicembre 2014, colloqui tra funzionari cubani e i funzionari americani tra cui il presidente Barack Obama hanno provocato lo scambio di rilasciare Alan Gross, cinquanta-due prigionieri politici e un agente senza nome non-cittadino degli Stati Uniti in cambio del rilascio di tre agenti cubani attualmente in carcere negli Stati Uniti. Inoltre, mentre l'embargo tra Stati Uniti e Cuba non cesserà immediatamente di esserci, sarà rilassato per consentire l'importazione, l'esportazione e un certo commercio tra i due stati.

Il 30 giugno 2015 Cuba e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per la riapertura delle ambasciate nelle rispettive capitali, puntualmente avvenuta il 20 luglio 2015. Il 14 agosto 2015, alla presenza del Segretario di Stato americano John Kerry, centinaia di cubani hanno assistito alla cerimonia dell'alzabandiera americana davanti all'ambasciata statunitense sul lungomare del Malecon all'Avana.



Cuba è famosa per le sue splendide spiagge, baciate dall’Oceano Atlantico a nord e dal Mar dei Caraibi a Sud. Il paese offre agli amanti del sole oltre 300 spiagge immacolate distribuite lungo 588 dei suoi 5.700 chilometri di costa. Il clima subtropicale permette di nuotare e immergersi tutto l’anno nel suo mare caldo e trasparente. Di fatto, Cuba vanta l’invidiabile media di 330 giorni di sole all’anno.

Le spiagge di Cuba sono uniche per la varietà di colori della sabbia, che vanno dall’abbagliante bianco di Varadero, all’oro scintillante di Guardalavaca, nella provincia di Holguin, alla caratteristica sabbia nera della isolata Playa Duaba, vicino a Baracoa.

Impressionanti scogliere e formazioni di roccia calcarea fanno da cornice alle spiagge più a nord, come Playa Siboney, vicino a Santiago; mentre lungo le spiagge del sud, come Cayo Levisa a Pinar del Rio, si estendono lussureggianti boschi di mangrovie.

Con i suoi 20 chilometri di sabbia bianca e incontaminata, lambita da un mare calmo e cristallino, la spiaggia di Varadero è la più famosa di Cuba. Spostandoci più ad est, troviamo Playa Pilar, adagiata sull’isolotto di Cayo Guillermo, nel magnifico Arcipelago di Jardines del Rey, le cui alte dune incantarono il celebre scrittore Ernest Hemingway. Appena a sud di Trinidad, si incontra Playa Ancón, con ogni probabilità la più bella di tutta la costa meridionale. Le sue abbaglianti spiagge di sabbia bianca si perdono nelle acque scintillanti e trasparenti del Mar dei Caraibi, perfette per lo snorkeling.
Cuba dispone di 265 musei, 120 gallerie d’arte, 70 teatri e 46 scuole d’arte, oltre a centri culturali e club musicali presenti praticamente in ogni città.

L’abbondanza di attrazioni naturali di Cuba, protette dalle sue rigorose norme di conservazione, ne fanno una delle migliori destinazioni per il turismo ecologico nei Caraibi. Nell’isola si trovano 263 aree protette, che ricoprono circa il 22% del territorio. Ci sono sei biosfere UNESCO che si estendono dalla macchia costiera lungo la Península de Guanahacabibes a Pinar del Río fino alle foreste pluviali intatte delle Cuchillas del Toa, a Guantánamo. L’abbondanza di territori accuratamente sorvegliati protegge più di 350 specie di uccelli e altre specie in via di estinzione, come il coccodrillo cubano, la jutía e il picchio dal becco avorio.

La provincia di Pinar del Río è particolarmente dotata di attrazioni naturali: vanta due biosfere UNESCO e un Sito Patrimonio dell’Umanità, l’ampia Valle di Vinales. Las Terrazas a Pinar del Río è una base perfetta per tour ecologici: è stata la prima località con resort sostenibili. Altre destinazioni ecosostenibili degne di nota sono la zona incontaminata nei dintorni di Baracao sulla costa orientale di Cuba, e la Peninsula de Zapata verso sud, dove si trova la palude più grande dei Caraibi.

Cuba vanta un’ampia scelta di attività per ecoturisti, come passeggiate lungo gli oltre 100 percorsi naturali, gite in bicicletta, equitazione, speleologia, osservazione della natura, foto turismo e immersioni speleologiche. Molti alberghi di Cuba, come l’Hotel La Moka di Pinar del Rio, sono sostenibili e sono stati progettati per fondersi armoniosamente con il pittoresco panorama circostante

Le spiagge di Cuba sono paesaggi da sogno per l’acqua limpida, per la sabbia fine e bianca e per la vegetazione che arriva fin sulla riva del mare. Tra i lidi più spettacolari c’è María la Gorda, situato nell’estremità occidentale dell’isola, lungo 10 chilometri, ricco di coralli, con una vegetazione fittissima. Da non perdere la grotta chiamata El Salón de María, dove si ha la sensazione di nuotare dentro un grande acquario. Le altre spiagge più spettacolari sono Cavo Levisa, in provincia di Pinar del Rio, e Jibacoa, EI Salado e Tropico a est de L’Havana. Per gli amanti delle immersioni non c’è niente di meglio delle spiagge Colorada, La Jaula e Los Flamencos.

L’Havana è la capitale di Cuba e la più grande città dei Caraibi. Sono molteplici i suoi stili architettonici, dalle case del XVII secolo alle costruzioni moderne. Molto particolare e distintiva, anche se in rovina e fatiscente, è la sua architettura coloniale, suggestivamente affacciata su un mare azzurissimo che si perde nel blu pervinca del cielo. Una tappa imperdibile, a pochi passi dalla cattedrale, è la Bodeguita del Medio, di cui Ernest Hemingway era un assiduo frequentatore.

Trinidad è una delle città meglio conservate di tutti i Caraibi e sono proprio i resti del periodo coloniale a essere la principale attrazione dei visitatori. Infatti girare per la città è come rivivere un viaggio nel passato, al tempo degli schiavi. Da vedere il più importante tra i molti musei della città, il Museo Histórico Municipal, e merita una visita anche Taller Alfarero, un grande laboratorio di ceramica dove sono ancora impiegate le tradizionali tecniche di lavorazione. L’area circostante a Trinidad è rivolta alla coltivazione della canna da zucchero e del tabacco, con cui si producono i famosi sigari cubani, ottimi souvenir.

I cubani sono un campionario della razza umana: sull’isola vivono perfettamente integrate persone di tutti i colori. Per strada è facile incontrare un cubano albino che passeggia con un cubano nero, una habanera dai tratti occidentali e una meravigliosa ragazza creola. E’ anche molto caratteristico vedere uscire da scuola i bambini orgogliosi della loro divisa che, uguale in tutta l’isola, cambia colore a seconda della classe frequentata. Per strada si possono trovare piccole orchestre che suonano gli struggenti motivi della musicalità cubana. Oltre al turismo ufficiale a Cuba c’è anche il "turismo fai da te": le casas particulares, caratteristiche de L’Havana, permettono ai visitatori di pernottare presso le famiglie del posto a prezzi convenienti.

Cuba non è solamente un'isola, ma un arcipelago che comprende quasi 4200 isole e isolette dette cayos che circondano l'isola principale. È situata nella parte settentrionale del vasto arcipelago dei Caraibi ed è la sua isola più grande. A nord si trovano gli Stati Uniti, separati da Cuba dallo Stretto di Florida largo solo 180 km e l'Oceano Atlantico Settentrionale.

A ovest si trova il canale dello Yucatán che la divide dal continente centro-americano, a sud il Mar dei Caraibi e a est il canale Sopravento che la separa da Haiti. La Repubblica occupa l'intera isola, e le varie isolette circostanti, come l'Isola della Gioventù (Isla de la Juventud), con l'eccezione della Baia di Guantanamo, una base navale che è stata data in "prestito" agli Stati Uniti nel 1903.

Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante, con una cordigliera che si allunga parallela alla costa. Qui il paesaggio è caratterizzato dai Mogotes de Jumagua, scoscese formazioni calcaree a pan di zucchero, ricoperte di vegetazione. Tutta la costa meridionale è sormontata dalla catena montuosa.

Il notevole sviluppo costiero offre un'ampia varietà di paesaggi marini, dalla costiera rocciosa a quella alta e con dirupi, ma soprattutto una smisurata distesa di spiagge. La barriera corallina si estende all'esterno dell'arcipelago di Camagüey. Nello sviluppo della costa si trovano profonde e ampie insenature che costituiscono bacini portuali naturali di eccezionale valore e bellezza, sedi dei porti commerciali storici di Cuba come L'Avana, Santiago di Cuba e Cienfuegos.

I fiumi sono caratterizzati da un corso breve, data la forma stretta dell'isola. Sono però ricchi d'acqua, anche se il loro regime è determinato dalle piogge: alcuni hanno tratti sotterranei a causa della formazione carsica del terreno. Il più lungo è il Rio Cauto (370 km) che, a differenza degli altri, scorre in senso longitudinale.

La forma allungata dell'isola sull'asse est-ovest e quindi la sua ininfluente differenza di latitudine fra le sue estremità nord e sud, rendono l'isola uniforme dal punto di vista climatico, caratterizzato dal soffio costante degli Alisei che provengono dall'Oceano Atlantico. Il clima tropicale viene diviso in due stagioni, secco nel periodo invernale, da novembre ad aprile e umido da maggio a ottobre. Le temperature medie su scala annuale sono comprese tra 20 e 30 °C e le precipitazioni abbondanti e di forte intensità nel periodo estivo.

La temperatura dall'acqua del mare, anche per la presenza della vicina corrente del Golfo, oscilla tra i 26 °C d'inverno e i 28 – 30 °C del periodo estivo. Durante la stagione umida, in particolare fra settembre e ottobre, si possono verificare gli uragani, sistemi depressionari molto profondi, di estensione variabile tra i 150 e i 600 km di diametro, che riescono a sviluppare venti di straordinaria intensità (fino a 300 km/h) e piogge torrenziali inondanti, che causano gravi problemi alla popolazione cubana.

La flora cubana è estremamente varia e suggestiva e conta oltre 8000 specie. La foresta pluviale è concentrata in alcuni tratti delle zone montuose. Le pianure e le alture di modesta elevazione, furono deforestate fin dai primi secoli della conquista spagnola per utilizzarne il prezioso legname, soprattutto mogano e tek, principalmente per la costruzione di navi. Oggi al loro posto, si estendono decine di migliaia di chilometri quadrati di colture. La canna da zucchero rappresenta sicuramente la coltura dominante e l'industria a essa collegata ha goduto negli ultimi anni di una grande modernizzazione, grazie a nuovi macchinari e fertilizzanti, aumentando così notevolmente i raccolti, stimati intorno a sette milioni di tonnellate l'anno. Un'altra produzione molto importante è quella del tabacco; non tanto per il ricavo ottenuto quanto per il prestigio ormai riconosciuto in tutto il mondo. In percentuale maggiore vengono coltivati anche agrumi, mais, caffè e agave, quest'ultima utilizzata per la fabbricazione di cordami.

Il dolce paesaggio cubano è fortemente caratterizzato dalla presenza della palma reale, che svetta in piccoli e grandi gruppi o anche solitaria, in ogni angolo del paese; se ne contano oltre 70 milioni di esemplari. La palma reale è inserita nell'emblema nazionale di Cuba che ne rappresenta la repubblica. Con le sue foglie, particolarmente resistenti, si fabbricano da secoli i tetti delle case di campagna, cesti e cordami. Il fiore nazionale è la mariposa, (farfalla in spagnolo) che deve il nome alla sua forma e ai colori che la rendono molto simile all'insetto.

La fauna è varia e abbondante ed è priva di rettili velenosi e anche di altri animali velenosi, escludendo tra gli insetti alcuni ditteri, gli imenotteri e alcuni animali marini, tra i quali si annoverano diverse specie di gasteropodi velenosi, pesci scorpione e pesci pietra. L'iguana, mostruosa ma innocua, è presente in molte zone dell'isola. Nelle aree paludose sono presenti il coccodrillo (il coccodrillo cubano è a volte più piccolo delle altre specie ma è dotato di straordinaria potenza e della capacità di saltare per difendersi e/o attaccare la sua preda) e il caimano, che possono raggiungere i 4 metri di lunghezza. Essendo specie a rischio di estinzione, il governo cubano ha costituito delle aree di protezione per questi grandi rettili.

Le coste pullulano di uccelli marini, tra cui spiccano svariate specie di sterne, cormorani e pellicani per i più fortunati è possibile ammirare anche degli splendidi colibrì. In genere è abbondante la presenza di uccelli. Famoso è l'uccello nazionale, tocororo, una specie endemica dell'isola, sorta di pappagallo che, con il suo elegante piumaggio bianco, rosso e azzurro, riproduce i colori della bandiera nazionale. Le acque cubane, in particolare vicino alla barriera corallina, offrono uno straordinario spettacolo di pesci multicolori di varie dimensioni come i pesci pappagallo, i pesci pagliaccio e i pesci angelo. Questo spettacolo è meta di decine di migliaia di turisti subacquei da tutto il mondo.
Cuba adotta il fuso orario UTC -5 (EST – Eastern Standard Time) e quindi richiede un aggiustamento di -5 ore rispetto al meridiano primo e -6 ore rispetto all'Italia. Osserva inoltre l'ora legale che prevede l'avanzamento di 1 ora in estate.

La popolazione complessiva è aumentata costantemente, passando dai 7 milioni del 1961 a oltre 11 milioni, tuttavia l'aumento si è fermato negli ultimi decenni, e nel 2006 è cominciata una diminuzione, con un tasso di fecondità di 1,43 figli per donna. Questo calo nella fertilità è tra i più grandi dell'emisfero occidentale. Le leggi cubane permettono l'aborto legale e il tasso di abortività è del 58,6 ogni 1.000 gravidanze nel 1996, rispetto a una media di 35 su 1000 nei Caraibi, 27 in America Latina in generale, e 48 in Europa. L'uso dei contraccettivi è stimato essere del 79%.

La mortalità infantile è una delle più basse al mondo (7 per mille). La speranza di vita è di 74 anni per gli uomini e 79 per le donne. Il tasso di urbanizzazione è del 75% e il 20% dei cubani vive nella capitale, L'Avana.

La costituzione cubana sancisce l'uguaglianza fra tutti i gruppi etnici del Paese e condanna ogni forma di discriminazione e di intolleranza.

La popolazione cubana si compone in maggioranza da bianchi discendenti dai coloni spagnoli (70%), mentre i mulatti e i neri sono delle consistenti minoranze (17,3% e 12,4%). Si nota facilmente che le persone di colore sono meno numerose qui che nelle altre Grandi Antille; questo fenomeno ha cause storiche, dato che fino alla fine del XIX secolo Cuba non è stata coltivata da parte dei colonialisti spagnoli, che utilizzavano l'isola come base militare e navale. Mancando l'agricoltura di piantagione non c'era chiaramente alcun bisogno di deportare in questo luogo manodopera nera in schiavitù.

È presente anche una piccola comunità cinese, oltre ciò si è verificata una consistente immigrazione giovanile dal Sahara Occidentale e da molti altri Paesi del mondo; la immigrazione giovanile giustifica la vistosa e massiccia presenza straniera nel sistema scolastico cubano, la percentuale di studenti stranieri rispetto al totale della popolazione studentesca è tra le più elevate al mondo.

La Repubblica di Cuba è uno Stato laico: infatti l'ateismo di Stato è stato abolito nel 1992 e la libertà religiosa è garantita dalla Costituzione.

Lo spagnolo è la lingua ufficiale, ed è parlato, senza inflessioni dialettali di sorta, da larghissima parte della popolazione, che lo assume dunque come elemento unificante della realtà nazionale. Il creolo è parlato dalla comunità haitiana.

Nel 1957, poco prima che Castro salisse al potere, il tasso di alfabetizzazione era quasi dell'80%, il quarto nella regione, secondo le Nazioni Unite, superiore a quello della Spagna. Castro creò un sistema interamente statale e vietò le istituzioni private. Il 99,8% della popolazione adulta è attualmente alfabetizzata. La scuola cubana è obbligatoria dai 6 ai 16 anni di età ed è completamente gratuita, inclusa l'università. Lo Stato fornisce gratuitamente agli studenti il materiale scolastico, il servizio mensa e anche l'alloggio per frequentare l'università. Durante gli anni sessanta il governo cubano si impegnò in una massiccia operazione di alfabetizzazione popolare: furono aperte nuove scuole e nuovi centri di studio soprattutto nelle aree rurali, furono introdotte biblioteche nelle zone rurali e le scuole private e parrocchiali vennero nazionalizzate.

Nel paese hanno sedi molte università, la più importante è l'Università de L'Avana fondata nel 1728; nella capitale hanno sede anche le più importanti istituzioni culturali cubane, come la biblioteca nazionale dove sono presenti oltre 2 milioni di volumi; il Museo nazionale e il Museo coloniale, tutte queste strutture sono gestite dallo Stato. L'istruzione si divide in tre cicli: la scuola primaria (dai 4/5 anni ai 10 anni); la scuola secondaria (dagli 11 ai 14 anni) e la scuola pre-universitaria, dai 14 ai 18 anni. Nella scuola primaria vengono insegnate le prime materie, con un solo insegnante. Nella scuola secondaria i ragazzi studiano mezza giornata, alcuni al mattino e altri nel pomeriggio, e una volta all'anno vengono trasferiti in campagna a svolgere lavori nei campi per circa un mese. Ci sono due tipi di scuole pre-universitarie, una è quella dove i ragazzi vengono preparati esclusivamente per l'ingresso all'università e nell'altra invece vengono preparati per l'università, ma viene insegnata anche una professione. Ogni anno vengono consegnate gratis le divise scolastiche e il materiale per lo studio.

L'educazione ha un forte accento politico e ideologico, e gli studenti che arrivano all'istruzione superiore sono tenuti ad avere un forte impegno per gli obiettivi di Cuba. Lo Stato sovvenziona l'istruzione a un numero limitato di cittadini stranieri presso la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM). L'accesso a Internet è fortemente limitato e controllato, e nonostante negli ultimi anni sia consentito l'accesso a tutti i cittadini, mentre in precedenza era consentito solo a istituzioni e imprese, il servizio è a caro prezzo e rimane prerogativa dei centri pubblici, senza la possibilità di connessione da casa, inoltre, il governo continua ad applicare filtri su diversi siti.

L'Istituto Superiore di Tecnologie e Scienze Applicate è un istituto educativo cubano che prepara gli studenti nei settori delle scienze nucleari e ambientali. E 'l'unica istituzione a Cuba che offre le opportunità di studi su questi argomenti e uno dei pochi nell'America Latina. La sua sede è a L'Avana, all'interno del territorio della "Quinta de los Molinos".

Il sistema sanitario nazionale è completamente gratuito con dispensa di medicinali a carico dello Stato. Fu adottato durante la rivoluzione da Ernesto Guevara, allora ministro dell'industria. Lo Stato garantisce il diritto a ricevere attenzione medica nei seguenti modi: assistenza medica e ospedaliera gratuita, attraverso la rete di installazione di medici rurali, dei policlinici, ospedali, centri di profilassi e di trattamento specializzato; con lo sviluppo di piani di divulgazione sanitaria e di educazione alla salute, esami medici periodici, vaccinazioni generali e altre misure di prevenzione delle malattie. in questi programmi e attività collabora tutta la popolazione attraverso organizzazioni sociali. Lo Stato cubano concede alla donna lavoratrice un permesso di maternità retribuito (prima e dopo il parto) e scelte lavorative temporanee, compatibili con le sue funzioni materne.

Ogni cubano ha accesso a medici, infermieri, specialisti. Attualmente esistono 22 facoltà di medicina, distribuite in tutte le province del paese. Alcune di queste ricevono solo studenti stranieri, come la Escuela Latinoamericana de Medicina en La Habana (ELAM), e molte altre che attualmente seguono un nuovo modello di educazione basati sulle relazioni con Venezuela nell'ambito del programma di sviluppo sociale e lotta alla povertà in America Latina e Caraibi, denominato ALBA (Alianza Bolivariana para las Américas), dando la possibilità di formarsi a studenti con poche risorse economiche provenienti da Venezuela, Bolivia, Ecuador e Honduras.

In questo modo Cuba fornisce aiuto medico a molti paesi dell'America Latina. Cuba inoltre ha uno dei più bassi tassi di mortalità infantile del mondo e un'aspettativa di vita di circa 78 anni, un primato nell'America Latina.

La Repubblica di Cuba è, come sancito dalla Costituzione cubana del 24 febbraio 1976 uno "Stato socialista di lavoratori", indipendente e sovrano, laico, organizzato come repubblica unitaria e democratica (Art. 1), in cui il potere è esercitato dal popolo mediante le Assemblee del Potere Popolare (art. 3). La revisione Costituzionale del 1992, avvenuta dopo il dibattito nelle assemblee tenute in tutto il Paese, ha prodotto una nuova Carta ispirata alle idee di José Martí e agli ideali politici di Karl Marx, Friedrich Engels e Lenin.

Le principali modifiche hanno riguardato: garanzie per gli investimenti stranieri; riconoscimento, rispetto e garanzia per le libertà religiose; una maggiore flessibilità per il commercio estero; elezione da parte dei cittadini, con voto diretto e segreto, sia dei delegati alle 14 Assemblee Provinciali sia dei deputati al Parlamento. Cuba è stato il primo Stato nel mondo a recepire nella propria Costituzione i principi ecologici della Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro.

Al Partito Comunista di Cuba (PCC) "martiano e marxista-leninista" è assegnato il ruolo di "avanguardia organizzata della nazione cubana" (art. 5). Non propone candidati e tanto meno partecipa alle elezioni non essendoci competizione con altri partiti.

Le elezioni per l'Assemblea Nazionale del Potere Popolare si svolgono in due fasi: in un primo momento i candidati vengono scelti in una sorta di elezioni primarie e l'accettazione della candidatura è subordinata al vaglio del comitato elettorale. Successivamente i candidati sono sottoposti al vaglio del corpo elettorale provinciale e devono conquistare la metà più uno dei consensi per essere eletti. Hanno diritto di voto i cittadini cubani incensurati e maggiorenni (l'età prevista per il raggiungimento della maggiore età a Cuba è 16 anni).

Gli elettori di una circoscrizione hanno la facoltà di revocare in qualsiasi momento il mandato al Deputato o al Delegato. Il voto è segreto e lo spoglio è pubblico. Malgrado ciò molte associazioni denunciano che il conteggio dei voti non venga verificato da osservatori indipendenti o esterni.

Nessun partito politico è autorizzato a nominare candidati o fare campagna elettorale. La Costituzione riconosce il diritto di parola di ognuno ma l'articolo 62 limita l'esercizio delle libertà personali affermando che queste non possono essere esercitate in contrasto con lo Stato socialista e con la volontà popolare di edificare il comunismo. Gli oppositori del sistema politico vigente sostengono che queste condizioni implichino la non libertà dei processi elettorali.

Il segretario del PCC è contemporaneamente Capo di Stato (Presidente del Consiglio di Stato) e Capo di Governo (Presidente del Consiglio dei ministri).I membri del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri sono eletti dall'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, mentre quelli del Consiglio dei ministri sono anche nominati, in assenza dell'Assemblea del Poder Popular, dal Consiglio di Stato, su proposta del suo Presidente. Il Presidente, eletto a sua volta dall'Assemblea, resta in carica 5 anni ma non c'è limite al numero di mandati consecutivi che può ricoprire.

Fidel Castro ha ricoperto ininterrottamente la carica di Presidente, venendo sempre eletto all'unanimità dall'Assemblea, fin dall'adozione della Costituzione del 1976, quando sostituì Osvaldo Dorticós Torrado. Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri. L'incarico è adesso ricoperto da Raul Castro Ruz, fratello minore di Fidel nonché Generale Rivoluzionario dal 1958.

Il "Tribunale Popolare Supremo", nominato dall'Assemblea Nazionale del Potere Popolare è il massimo organo giudiziario dello Stato e ultima risorsa d'appello per i procedimenti esauriti nelle Corti Provinciali. È uno dei paesi nei quali vige ancora la pena di morte, pur essendo sospesa la sua applicazione, dopo l'ultima esecuzione nel 2003. Dal 2008 è in corso una moratoria delle esecuzioni (malgrado l'astensione cubana al voto ONU del 2007). L'ultima sentenza da eseguire, pronunciata nel 1996, è stata commutata nel 2010 in trent'anni di reclusione. Dopo non sono più state pronunciate sentenze di condanna a morte. Nel 2013 è stata ribadita la sospensione a tempo indeterminato della pena capitale, ma non la sua abolizione.

L'Assemblea Nazionale del Potere Popolare è il supremo organo dello Stato. Ha 614 membri eletti per un mandato quinquennale. Si riunisce due volte l'anno in sessione ordinaria e in sessione straordinaria qualora lo richiedano la terza parte dei suoi membri o venga convocata dal Consiglio di Stato. Quando non è riunita il potere legislativo è appannaggio dei 31 membri del Consiglio di Stato.

Esistono anche Assemblee Provinciali (elette ogni 5 anni) e Municipali (elette ogni due anni e mezzo) del Poder Popular (equivalenti ai Consigli regionali e comunali italiani).

Dopo il crollo del Muro di Berlino, l'alleanza con l'URSS si è sciolta. La maggiore alleata internazionale è diventata la Cina, con cui i rapporti multilaterali sono eccellenti; ottimi sono altresì i rapporti con Venezuela, Corea del Nord, Vietnam e Laos.

Oltre alle notorie tensioni con gli Stati Uniti, rimangono abbastanza tese le relazioni con la maggior parte degli Stati europei soprattutto dopo che l'UE decretò delle sanzioni diplomatiche contro L'Havana: in particolare Fidel Castro guidò il 12 giugno 2003 una manifestazione contro la Spagna e l'Italia, guidate all'epoca da Josè Maria Aznar e Silvio Berlusconi, che il líder maximo definì "fascisti e briganti" nonché i maggiori responsabili delle sanzioni.

Centinaia sono gli attentati terroristici avvenuti contro il piccolo paese caraibico. La maggior parte di questi attentati sono stati organizzati dagli oppositori di Castro residenti a Miami e, in molti casi, sotto ordine della CIA e del governo statunitense.

Il 6 ottobre 1976, un aereo civile della Cubana de Aviación viene fatto esplodere: il bilancio fu di 73 morti tra i quali l'intera squadra giovanile di scherma cubana.

Il 4 settembre 1997, in un attentato presso l'hotel Copacabana della Capitale cubana perse la vita l'Italiano Fabio Di Celmo.
Le responsabilità della CIA e degli anticastristi di Miami riguardo questi due attentati sono state rese note da alcuni documenti segreti dell'intelligence statunitense, declassificati nel 2005.

Cuba in seguito alla rivoluzione ha adottato un'economia pianificata di stampo socialista e quasi la totalità dei mezzi di produzione appartengono allo Stato cubano. Secondo i dati della CIA del 2012 Cuba ha un PIL nominale di 72,3miliardi $ (68ª nazione al mondo, davanti anche a numerose nazioni europee). I castristi affermano inoltre che questa cifra è stata stimata al ribasso, essendo rilevata da un'organizzazione notoriamente anticomunista: a supporto della loro tesi citano i dati per indice di sviluppo umano, dove Cuba è al 50º posto.

Prima dell'avvento al potere di Castro, l'economia dell'isola, fondata sulla monocoltura della canna da zucchero, era controllata dal capitale statunitense ed era sottosviluppata. Il governo rivoluzionario ha statalizzato l'agricoltura, nazionalizzato industrie, banche e servizi, facendo crescere l'economia e le condizioni di vita della popolazione. Inoltre dagli anni 60 il governo cubano ha stretto un rapporto commerciale con l'Unione Sovietica.

Il sistema è entrato in crisi negli anni ottanta in seguito alla caduta dei prezzi dello zucchero sui mercati internazionali. Senza rinnegare il suo carattere socialista, nei primi anni novanta il governo ha avviato una parziale transizione di mercato (legalizzazione delle libere professioni, dei mercati agricoli in cui i contadini vendono al libero mercato i loro prodotti, apertura verso investimenti stranieri) e dal 1993 ha legalizzato il dollaro statunitense col quale per almeno un decennio turisti e cubani hanno acquistato nei negozi statali in moneta forte, sostituito, poi, nel 2004 dal cuc o peso convertibile, che vale 25 pesos cubani. Una caratteristica saliente dell'economia è il contrasto tra i settori relativamente efficienti del turismo e delle esportazioni, e i settori domestici inefficienti.

L'economia cubana venne colpita duramente nei primi anni novanta a seguito del collasso dell'Unione Sovietica e del blocco economico del Comecon, con il quale commerciava di preferenza. L'embargo statunitense (chiamato Bloqueo dai cubani), in vigore dai primi anni sessanta, impedisce all'economia cubana di svilupparsi bloccando l'import-export da e verso gli USA. Nell'ottobre 2007 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato per la 16ª volta una mozione (184 voti favorevoli, 4 astensioni e 4 voti contrari da parte di Isole Marshall, Israele, Palau e Stati Uniti) per chiedere agli Stati Uniti la cessazione dell'embargo.

Problemi più recenti comprendono l'alto prezzo del petrolio, la recessione nei mercati chiave per l'esportazione come zucchero e nichel, i danni provocati dagli uragani, il turismo depresso e le instabili condizioni economiche mondiali. Tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004, sia i livelli del turismo sia i prezzi del nichel sono aumentati, così come il commercio cubano con gli USA, a dispetto dell'embargo finanziario e commerciale. Forti legami commerciali sono stati intrapresi dal governo con il Venezuela del presidente Hugo Chávez, in un'ottica pan-iberoamericana. Un altro importante fattore nella ripresa dell'economia cubana sono le rimesse degli emigranti.

Il passaggio da Fidel Castro al nuovo presidente Raul Castro ha portato alcune misure di parziale liberalizzazione.

Il 17 dicembre 2014 il presidente statunitense Barack Obama ha affermato che desidera eliminare l'embargo su Cuba entro la fine del suo mandato, ossia entro il 2016.

Durante gli anni sessanta il governo cubano dovette tutelare i boschi per via del precedente disboscamento. Il governo attuò in tutta l'isola dei programmi di rimboschimento che riportarono le foreste a ricoprire il 27,8% del territorio; il legname prodotto è prevalentemente quello dei pini.

L'industria della pesca è prevalentemente gestita da piccoli operatori o da cooperative; il governo ha incentivato lo sviluppo della pesca ottenendo un aumento del pescato annuo. L'isola ha importanti risorse minerarie, tra cui vanno ricordati soprattutto i giacimenti di nichel (di cui il paese è uno dei principali produttori mondiali), poi vi sono giacimenti di cromo, rame, ferro e anche depositi di manganese, vi sono anche piccoli giacimenti di petrolio, amianto, zolfo, pirite e sale. Questi costituivano uno dei settori più importanti delle esportazioni cubane ma a causa dell'embargo esse hanno avuto un leggero calo.

All'inizio degli anni sessanta lo Stato nazionalizzò tutte le industrie straniere (soprattutto statunitensi) presenti nell'isola, il governo varò dei programmi di automazione dell'industria dello zucchero; vennero riorganizzate anche le industrie lattiero-casearie e l'allevamento. Nel paese sono presenti anche industrie tessili, industrie alimentari, l'industria del tabacco e della raffinazione del petrolio; minima è invece la produzione di cemento, birra, acciaio e fertilizzanti. L'energia elettrica del paese è per lo più generata da impianti alimentati a petrolio, a carbone o con scarti della canna da zucchero. Nelle vicinanze di Cienfuegos era in costruzione una centrale nucleare di collaborazione sovietica, ma il progetto è stato interrotto nel 1995 a causa di problemi finanziari.

Nel 2005 le esportazioni cubane hanno prodotto 2,4 miliardi di dollari. I principali paesi verso cui si sono indirizzate tali esportazioni sono Paesi Bassi (18,5%), Canada (18,5%), Cina (16%), Bermuda (14,1)% e Spagna (5,1%). I beni esportati sono principalmente zucchero, nichel, tabacco, pesce, e prodotti farmaceutici. Cuba è uno dei maggiori produttori al mondo di zucchero e controlla circa il 6,4% del mercato mondiale del nichel. Recentemente vasti giacimenti petroliferi sono stati trovati a nord dell'isola.

Nel 2005 Cuba ha importato beni per 6,9 miliardi di dollari e i suoi principali partner commerciali in tal senso sono stati Venezuela (27%), Cina (15,8%), Spagna (9,7%), Germania (6,5%), Canada (5,6%), Italia (4,4)%, USA (4,4%). Rilevanti sono state le importazioni di generi alimentari, carburanti, abiti e prodotti tecnologici.

Il turismo a Cuba si sta sviluppando a passi da gigante, diventando una delle voci più importanti dell'economia dell'isola, stretta dalla morsa del blocco commerciale imposto dagli USA. Proprio per questa importanza economica, nel 2003 si sono verificati decine di attentati terroristici ai danni delle infrastrutture turistiche e dirottamenti di mezzi pubblici di trasporto per indebolire il governo, perpetrati da cellule anticastriste. Al termine di questi attacchi, tre terroristi furono processati e giustiziati.

Inoltre va ricordato il caso di Fabio Di Celmo, giovane imprenditore italiano affezionato viaggiatore di Cuba. Poco dopo il mezzogiorno del 4 settembre 1997 lo uccise una bomba, una piccola carica di 50 grammi di plastico C-4 esplosa sotto un divano nel bar dell'hotel Copacabana di Miramar, la riviera ovest della capitale cubana. Meno di un anno dopo, nel luglio del '98, nel luogo esatto in cui Fabio morì, venne posto un bassorilievo in bronzo con la sua immagine e una iscrizione in memoria e monito di quell'atto di barbarie. L'attentatore, Cruz León, è stato condannato alla pena capitale ed è tuttora recluso in un carcere dell'Avana.


Per telefonare da Cuba al proprio paese è molto opportuno usare una scheda (tarjeta) prepagata: questo permette di conoscere subito la propria spesa.

Cuba è il secondo Paese al mondo per tasso di alfabetizzazione secondo il Report 2007/2008 del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.

Tra gli scrittori cubani più famosi vanno annoverati il patriota ed eroe nazionale José Martí, Gertrudis Gómez de Avellaneda, Julián del Casal e, in tempi più recenti, José Lezama Lima, Alberto Bayo, Alejo Carpentier, Reinaldo Arenas, Leonardo Padura Fuentes, Pedro Juan Gutiérrez, Guillermo Cabrera Infante,Virgilio Pinera, Carlos Alberto Montaner.

Lo scrittore italiano Italo Calvino era cubano di nascita: nacque infatti a Santiago de Las Vegas da genitori italiani, ma all'età di tre anni emigrò in Italia con la famiglia. Lo scrittore Josè Carlos Somoza, naturalizzato spagnolo, ha origini cubane quando era molto piccolo la sua famiglia venne esiliata in Spagna per motivi politici dal governo di Osvaldo Dorticós Torrado.

Da ricordare inoltre il grande rapporto dello scrittore statunitense Ernest Hemingway con l'isola; la sua casa all'Avana è stata recentemente adibita a museo.

La poesia cubana, esprime soprattutto argomenti sull'ambiente e sull'armonia della fauna e della flora. Molti artisti infatti usano concetti molto legati alla vita quotidiana di ogni essere. Inoltre c'è un piccolo gruppo che esprime concetti astratti molto forti.

La musica cubana è soprattutto una mescolanza di tradizione spagnola e africana. In maniera molto minore, inoltre, è possibile notare una certa influenza asiatica che cominciò alla fine del XIX secolo, con l'arrivo dei primi immigrati dalla Cina.

La chitarra spagnola, il trés e le percussioni africane conferiscono il loro carattere inconfondibile alla rumba, il genere musicale cubano per antonomasia. Anche i ritmi caraibici della Salsa devono molto alla musica cubana.

Nel 1959 nasce l'ICAIC, l'Istituto del cinema di Stato, per " organizzare, stabilire e sviluppare l'industria cinematografica, e produrre e distribuire i film cubani". L'istituto, diretto da Alfredo Guevara, collaborò con cineasti europei e sovietici tra cui l'italiano Cesare Zavattini. Fino al 1990 l'ICAIC aveva prodotto 161 film, 1082 documentari, 262 cartoons, 1490 notiziari. Fece emergere registi come Orlando Rojas, Arturo Sotto Díaz, Juan Carlos Tabío, Fernando Pérez, Humberto Solás Cecilia e Daniel Díaz Torres.

Cuba ha sempre avuto una grande tradizione nella pallavolo, sia maschile sia femminile, con grandi giocatori tecnici ma soprattutto fisici. Purtroppo questa tradizione non sempre si è tradotta in vittorie, a causa dei vincoli governativi che impediscono ai pallavolisti cubani di essere ingaggiati dalle squadre di club europee ed asiatiche. A causa di ciò, da molti anni si assiste ciclicamente a fughe da parte dei migliori pallavolisti cubani in cerca di fortuna verso le migliori squadre di club extra cubane in grado di garantire alti ingaggi, la cui conseguenza è la perdita della possibilità di essere convocati per la nazionale cubana.

Lo sport nazionale di Cuba è il baseball. Non è raro infatti vedere gruppi di persone di ogni età, che giocano a questo sport nei parchi, nelle piazze o per le strade. Cuba è la nazione dominatrice dell'albo d'oro dei mondiali con 25 ori, 2 argenti e 2 bronzi su 37 edizioni.

La boxe è un altro degli sport di punta di Cuba che, negli anni, l'hanno resa una delle nazioni più prolifiche nello sfornare campioni in tutte le categorie di peso di questo sport. I cubani vantano una buona tradizione anche nella lotta.

Nell'atletica leggera la nazione ha un'ottima tradizione nei salti e nelle corse: celebre è stato Alberto Juantorena, vincitore di due medaglie d'oro nei 400 e 800 m alle Olimpiadi di Montreal 1976, come anche Javier Sotomayor, non più in attività agonistica dal 2000, ma tuttora detentore del record del mondo di salto in alto, vincitore nella sua specialità alle Olimpiadi di Barcellona 1992, mentre adesso l'idolo di casa è Dayron Robles, trionfatore dei 110 m a ostacoli a Pechino 2008.

Inoltre, Cuba vanta una grande tradizione anche nel nuoto, esprimendo ottimi talenti anche in questo sport, tant'è vero che Cuba è, dopo gli USA, il paese più vittorioso del medagliere nella storia dei Giochi Panamericani.

Nel 1957 e nel 1958 ha ospitato anche il Gran Premio di Formula 1, con una gara non valida per il campionato del mondo e dai contorni fortemente politicizzati.

Tipica bevanda cubana è il rum, e hanno avuto origine nell'isola anche alcuni cocktail, sempre a base di rum, come il Mojito, il Cuba libre e il Daiquiri. I cubani sono grandi consumatori di carne suina, pesce, fagioli e riso (moros y cristianos). Si usano molto anche vari tipi di frutta e vegetali.