La più antica attestazione della presenza di Homo erectus risale al Pleistocene quando, a seguito delle periodiche regressioni marine, l’emersione della piattaforma della Sonda consentì il passaggio di gruppi di Ominini dalla Malaysia alle coste del Borneo. Le evidenze archeologiche risalgono a non prima di 45.000 anni fa, cronologia alla quale si ascrive un cranio di sapiens proveniente dai depositi profondi delle Grotte di Niah, interessate da un’occupazione intensiva fino alla fine del Pleistocene (circa 12.000 anni fa). Allo stesso periodo risale l’insediamento nella grotta di Kimanis, attribuito a gruppi di cacciatori-raccoglitori analoghi a quelli che popolavano il sito di Niah. Alla fine del Pleistocene si data la serie di oltre 500 impronte di mano in ocra rossa individuate in numerose grotte nella penisola di Mangkalihat. Mutamenti significativi ebbero luogo, circa 4000 anni fa, con l’arrivo sull’isola di comunità di agricoltori austronesiani provenienti dalle Filippine e dall’isola di Sulawesi. Questi introdussero una cultura materiale neolitica, caratterizzata dall’uso di asce di pietra levigata, ceramica, utensili di conchiglia. Ritrovamenti pertinenti al Neolitico sono stati effettuati a Madai, Bukit Tengkorak, presso le Grotte di Niah, Gua Sireh e Lubang Angin. In particolare, la presenza di chicchi di riso nell’impasto di materiale ceramico proveniente da Gua Sireh, attesterebbe la diffusione dell’uso di questo cereale già 4000 anni fa. La lavorazione del bronzo e del ferro è attestata solo a partire da circa 2000 anni fa; nello stesso periodo iniziò a diffondersi nelle regioni costiere del Borneo il commercio con l’India.
I primi Europei sbarcati a Borneo furono i superstiti della spedizione di Magellano nel luglio 1521; in quel tempo l’isola era governata dal sultano di Brunei. Gli Spagnoli vi stabilirono una base commerciale a carattere permanente solo nel 1580, gli Olandesi nel 1604, gli Inglesi nel 1609 e per tutto il 17° e 18° sec. si contesero il monopolio commerciale dell’isola, che nel 1733 il sultano di Brunei riconobbe formalmente alla Compagnia Olandese delle Indie. Nel 1787 anche il sultano di Bandjarmasin (sovrano delle coste sud-orientali di Borneo) divenne vassallo degli Olandesi; ma nel corso del 19° sec. la British North Borneo Company s’impadronì progressivamente del Borneo settentrionale ai danni del sultanato di Brunei, che nel 1888 passò sotto il controllo inglese. I confini tra i domini inglesi e quelli olandesi furono stabiliti definitivamente con il trattato del 20 giugno 1891. Durante la Seconda guerra mondiale l’isola fu occupata dai Giapponesi (1941-45). Nel 1950 i possedimenti olandesi nel Borneo entrarono a far parte della Repubblica Indonesiana; nel 1963 quelli inglesi di Sabah e Sarawak furono uniti alla Malaysia; nel 1984, infine, anche il sultanato del Brunei ottenne l’indipendenza.
Lungo le coste del Borneo Malese si trovano splendide isole, veri capolavori della natura dove agli occhi dei subacquei si rivelerà un mondo incantato, fatto di una bellezza silenziosa e colorata. Un nome per tutti, Sipadan, una meta imperdibile, il sogno di ogni subacqueo. La "regina" delle immersioni d'Oriente splende come una piccola gemma verde nell'azzurro del Mar di Celebes. Quest'isola non finisce mai di stupire chi sceglie di vedere con i propri occhi i suoi fondali, la cui fama è giustamente celebrata in tutto il mondo. Il mare e le spiagge bianche di Sipadan celano paesaggi incontaminati, incredibili per varietà e biodiversità: discese e pareti vertiginose, che sprofondano in verticale nel blu, formando insenature e grotte. Nessun altro luogo può offrire una così vasta biodiversità marina, con la possibilità di vedere tante specie diverse nel corso di un'unica immersione, tanto che una leggenda racconta che la vita stessa sia cominciata proprio nel mare di Sipadan. I colori del reef sono abbacinanti e le acque sono popolate di coralli, pesci di passaggio, grandi pelagici e tartarughe, che nuotano placide nel loro universo azzurro e silenzioso.
Lankayan è un piccolo paradiso, che vi porge il benvenuto con la sua bellezza: la spiaggia bianchissima è lambita dall'acqua cristallina del mare di Sulu, mentre una lussureggiante corona di vegetazione regala protezione dal caldo e dall'afa.
L'isola, oltre che per i subacquei, è ideale per chi ama semplicemente fare snorkeling e godersi la tranquillità del posto.
Layang Layang è una meta imperdibile per i subacquei più esperti. E' una lingua di terra su cui è stato costruito l'unico resort presente. In questo magnifico giardino sommerso, in determinati periodi dell'anno si possono fare entusiasmanti incontri con grandi pelagici ed in alcune occasioni provare la rara emozione di vedere gli squali martello passare compatti in branchi. Un soggiorno a Layang Layang regalerà ai suoi visitatori un incontro con il mare più vero e ricco della Malesia.
L'isola del Borneo è circondata, da ovest a est, da Sumatra, Giava, Sulawesi e le Filippine. Il punto più alto dell'isola è il Monte Kinabalu nel Sabah, in Malesia, con un'altezza di 4095 m sul livello del mare. Il maggior sistema fluviale è il fiume Kapuas, che con i suoi 1143 km è il più lungo fiume dell'Indonesia.
Il Borneo è bagnato a nord ed a ovest dal Mar Cinese meridionale, a nord-est dal Mare di Sulu, ad est dal Mar di Celebes e dallo stretto di Makasar, a sud dal mar di Giava e dallo stretto di Karimata.
È abitata da daiachi, malesi, cinesi; montuosa (M. Kinabalu, 4094 m a NE; catena dei M. Kapuas a NO), traversata da molti corsi d'acqua (Rajang, Kapuas, Barito, Mahakam, Kayan), ha clima caldo-umido e la vegetazione è costituita da lussureggianti foreste (teak, sandalo, ebano, bambù); è ricca di minerali (carbone, petrolio, oro, diamanti, manganese) e altri prodotti (caucciù, caffè, riso, tabacco, ecc.).
La sua posizione geografica a cavallo dell'equatore (quasi equamente tra Nord e Sud) fa in modo che l'isola del Borneo abbia un clima caldo-umido tutto l'anno (24-25 gradi di temp. minima 31-32 di massima; umidità media giornaliera su scala annuale tendenzialmente più dell'80%): di conseguenza tutti i giorni ci sono dei temporali tra il tardo pomeriggio e la sera che nei mesi estivi (giugno, luglio, agosto e settembre nella parte a Nord dell'equatore, dicembre, gennaio, febbraio e marzo nella parte a sud della linea equatoriale) sono spesso accompagnati dalla grandine; tuttavia la quasi totalità del ghiaccio atmosferico si scioglie durante la precipitazione anche con i temporali più violenti, a causa del fatto che la base dei cumulonembi è quasi sempre a bassa quota (anche all'Equatore sui 1500 metri di altitudine) ed a quelle latitudini lo zero termico è sempre a quota molto elevata (almeno 4800–5000 m).
Il Borneo presenta una grande biodiversità se paragonato a molte altre aree. Si trovano circa 15000 specie di piante da fiore, con 3000 specie di alberi (di cui 267 sono Dipterocarpaceae), oltre a 221 specie di mammiferi terrestri e 420 di uccelli (MacKinnon et al. 1998). La foresta pluviale del Borneo è l'unico habitat esistente per l'orangutan, oltre ad essere un importante rifugio per molte specie endemiche, come l'elefante del Borneo, il rinoceronte di Sumatra, l'orso malese, il babirussa, e il leopardo nebuloso del Borneo. Il WWF ha affermato che 361 specie di animali e piante sono state scoperte dal 1996, mentre fra il mese di luglio 2005 e dicembre 2006 ne sono state rilevate altre 52.
La popolazione indigena è suddivisa in un gran numero di gruppi penetrati nell’isola in ondate successive. I primi abitanti furono genti quali i Klemantan e i Dusun, stanziati rispettivamente a Sarawak e nel Sabah (Malaysia). Le regioni occidentali sono occupate dai Dayak quelle orientali dagli Iban (o Dayak costieri), di insediamento più recente. Tutti questi gruppi conservavano fino a qualche decennio fa l’antica cultura indonesiana (agricoltura alla zappa; allevamento del pollo e del maiale, abitazioni collettive su palafitte; caccia alle teste e culti dei crani ecc.), solo parzialmente modificata da influenze della cultura neoindonesiana (allevamento del bufalo, del bue e del cavallo; siderurgia ecc.) i cui portatori sono i Laut, genti musulmane, provenienti da Malesia, Sumatra ecc., che, dedite alla navigazione, alla pesca e ai commerci, hanno largamente colonizzato le zone costiere. Numerosa è anche la presenza di Cinesi (i cui stanziamenti datano dal 15°-16° sec.), Arabi, Indiani ed Europei.
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