Il naturismo è un movimento che promuove un contatto più diretto e meno artificioso dell'essere umano con la natura, partendo dal rispetto verso le persone, per arrivare al rispetto degli animali e dell'ambiente attraverso uno stile di vita che vede la nudità come logica conseguenza del proprio modo di essere interiore. Un naturista ha una vita sana, si alimenta con cibi il meno possibile trasformati, pratica attività sportiva all'aria aperta e il suo stare nudo ha una componente sociale, che infatti realizza sia in spazi privati sia in spazi pubblici.
Il nudismo invece è inteso più propriamente come la semplice pratica della nudità, anche se spesso viene confuso con il naturismo. Viene praticato prevalentemente in zone balneari, senza particolari convinzioni legate al rispetto della natura o a una vita sana. Il nudista solitamente non crea associazioni come invece avviene per il naturista. In questo senso quindi si può dire che essere un naturista implica essere anche un nudista mentre il contrario non è necessariamente vero.
Presupposti comuni ad entrambi, nudismo e naturismo, sono: considerare la nudità una condizione non degradante né offensiva, per sé stessi e per gli altri; essere consapevoli del benessere che proviene dalla nudità; considerare atti trasgressivi o esibizionistici del tutto estranei alla pratica.
Numerosi termini, come ad esempio nudità sociale, sono stati proposti come sostitutivo dei due termini suddetti senza però assumere la diffusione dei precedenti.
I naturisti pensano che la nudità in sé non sia né degradante, né immorale, né indecente, argomentando che queste qualificazioni negative sono frutto di particolari convenzioni sociali.
D'altra parte per il naturista la nudità non costituisce in alcun modo veicolo né pretesto per alterare la morale del vivere in società. Trasgressione ed esibizionismo sono del tutto estranei alla pratica naturista.
Il naturista desidera vivere nel rispetto del proprio corpo, avendo cura della propria salute e apprezzando il contatto con gli elementi naturali. Tra i naturisti è inoltre comune la convinzione che l'esposizione del corpo nudo offra numerosi benefici alla salute psicofisica, e permetta una migliore accettazione di sé stessi e degli altri. Pertanto la nudità, che nel naturista abbiamo definito come non accidentale, ma voluta, costituisce un'espressione culturale, un'espressione integrale di corporeità e di vita.
Lo stare nudi in spiaggia o in casa è spesso motivata dalla ricerca del proprio benessere psico-fisico. Nel neofita è facile riscontrare come dopo un primo momento di adattamento si avverta in maniera chiara il beneficio del contatto con l'aria libera e con gli elementi naturali, e della libertà di movimenti che pian piano si acquista. Ma questo è solo un aspetto del naturismo (il più clamoroso secondo la visione comune), uno stile di vita e di un modo di pensare che implica una certa visione globale dell'esistenza e dell'uomo.
Gli elementi centrali della filosofia naturista sono così riassumibili:
la riscoperta del valore del corpo in relazione anche al benessere psichico;
una visione equilibrata della relazione tra corpo e sessualità;
l'utilità psicofisica di una pratica sportiva o comunque di un regolare esercizio fisico;
la riscoperta della “medicina naturale” e delle “medicine complementari” (così dette alternative), che, soprattutto, si rivolgono alla conservazione della salute e che allargano la visione terapeutica dalla patologia del singolo organo al recupero del benessere di tutto il corpo e della sfera psichica connessa, anche con la riscoperta e valorizzazione della fitoterapia, dell'omeopatia, della medicina etnica, dell'osteopatia, ecc.;
correlatamente alla presa di coscienza della necessità di un miglioramento qualitativo dell'alimentazione, privilegiando alimenti integrali, prodotti dell'agricoltura biodinamica, dieta vegetariana o vegana.
necessita di un cambiamento delle tecniche didattiche tradizionali per un migliore sviluppo della personalità (Adolphe Ferrière);
la prioritaria necessità della tutela e del rispetto dell'ambiente sia naturale sia antropizzato;
la necessità del recupero di forme di socialità e momenti di vita collettiva di alto livello qualitativo.
I primi sono stati gli austroungarici. Tutti nudi in spiaggia sull’isola di Arbe (oggi Rab, in Croazia) fin dal 1908. Kandarola (si trova anche come Kandalora) è stato il primo luogo specificatamente dedicato dal turismo Fkk (Freikörperkultur, cultura dei corpi liberi). Lo è ancor oggi, e quei 1500 metri suddivisi in tre insenature che formano la spiaggia di Kandarola, dopo oltre un secolo, rimangono uno dei luoghi deputati al naturismo.
L’11 agosto 1936 quella spiaggia per nudisti dovrebbe aver avuto due ospiti piuttosto eccezionali, Edoardo VIII (era salito al trono britannico il 20 gennaio 1936, ci rimarrà fino all’11 dicembre 1936) e Wallis Simpson, non ancora sua moglie. O almeno così scrivono tutte le guide turistiche della Croazia. In effetti il sovrano britannico e l’ereditiera americana andarono ad Arbe a bordo dello yacht Nahlin, ma non c’è prova che abbiano davvero preso il sole come natura crea.
Il nudismo era nato in Germania già a fine Ottocento e in Germania si svilupperà ulteriormente durante il nazismo. Uno dei bestseller del Reich negli anni Trenta è stato il libro Mensch und Sonne (“Essere umano e sole”), una raccolta di foto di nudo maschile e femminile, con tutte le istruzioni su come fare esercizi di yoga o sciare senza vestiti. Christian Adam, autore della ricerca Lesen unter Hitler (“Leggere sotto Hitler”), ha dichiarato al settimanale tedesco Spiegel: «Potrebbe essere visto come un precursore della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, se non fosse così palesemente razzista».
Tutti quei corpi nudi di giovani donne e giovani uomini, naturalmente biondissimi e arianissimi, avevano un fine ben preciso. La nudità è vista come un mezzo per favorire la «salute della razza», come chiaramente indica una pubblicità del libro pubblicata nella rivista delle Ss. «Vogliamo che l’affermazione del corpo sia gioiosa, ne abbiamo bisogno per costruire una razza forte e sicura di sé». Spiega Adam che durante il nazismo «non c’era un’atmosfera pudica o una politica anti-piacere, anche se il permissivismo andava comunque a braccetto con i piani di sviluppo di una razza pura. Proprio grazie alla loro disponibilità a essere cooptati nel partito, i nudisti avevano ottenuto il riconoscimento ufficiale dello Stato abbastanza rapidamente». Nel libro Mensch und Sonne, il cui autore si chiamava Hans Suren, si leggono affermazioni come «l’amore non può mai essere legato esclusivamente al matrimonio», oppure «in passato le più grandi personalità avevano poco riguardo per i valori religiosi tipici della classe media», o ancora «il libero amore va, quindi, accettato come capitava tra i progenitori germanici». Il libero amore, risulta chiaro, era mirato a procreare tanti bei bambini biondi, archetipo del nazista perfetto.
Nel dopoguerra la fiaccola del nudismo passa a un’altra dittatura, quella jugoslava. Ogni mezzo per attirar turisti, e quindi valuta pregiata, è buono, soprattutto dopo che il maresciallo Tito, nel 1948, abbandona il Cominform, e quindi i rubli di Mosca, e ha disperatamente bisogno di valuta occidentale. Avere le coste dell’Istria e della Dalmazia aiuta parecchio, e si sviluppa un turismo estivo al tempo low cost (oggi non è più solo così). L’esempio di Kandarola viene seguito da molte altre località, e le spiagge per naturisti si moltiplicano. Per esempio l’Isola rossa, in Istria, vicino a Rovigno (Rovinj), che in realtà è formata da due isole collegate tra loro da un ponticello, una Sant’Andrea, tessile, l’altra Maschino, Fkk. Ma le zone dove prendere il sole in versione cabrio punteggiano il litorale e aiuta il fatto che il comunismo non guardi al sesso con atteggiamento punitivo e proclami un momento sì e l’altro pure l’uguaglianza tra uomo e donna e quindi il diritto di stare nudi su un piano di parità: la donna comunista non è sottoposta al maschio.
Il movimento Hippy, con il suo riavvicinamento alla natura, aveva nel nudismo e nel libero amore una parte consistente dell’ideologia fondante, e certe immagini del festival di Woodstock, che ebbe la sua prima edizione nel 1969, stanno lì a ricordarcelo.
In Francia oggi è celebre il villaggio naturista di Cap d’Agde, affacciato sul Mediterraneo nella regione Linguadoca-Rossiglione, ma sembra che almeno una parte dei suoi frequentatori più che al corpo libero siano interessati al libero scambio.
Nell’odierna Austria, erede di quell’Impero austroungarico che stabilì la prima spiaggia nudista nel 1908, la cultura del corpo libero è ancora ampiamente praticata. Per esempio gli wellness centre, molto diffusi, sono quasi sempre Fkk e misti. Se siete in una sauna austriaca e vedete entrare qualcuno/a che rimane con il costume addosso in mezzo a una serie di persone nude, potete essere quasi certi che si tratti di un italiano/a.
Sulla Donau Insel, isola artificiale sul Danubio, raggiungibile con dieci minuti di metropolitana da Stephansplatz, ovvero dal cuore di Vienna, si trova una frequentatissima spiaggia per nudisti. È accaduto che alcuni funzionari del Comune di Vienna siano andati a svolgere un’indagine tra i frequentatori della zona Fkk per testare il livello di soddisfazione, e compilassero questionari, agghindatissimi in giacca e cravatta, ascoltando compunti le risposte fornite da una serie di loro concittadini senza nulla addosso.
Negli Stati Uniti, l'immigrato tedesco Kurt Barthel organizza il primo evento nudista nei dintorni di New York, e fonda l'American League for Physical Culture.
Dopo la seconda guerra mondiale i movimenti risorgono rapidamente, e diventano popolari in Francia e Inghilterra.
In seguito il naturismo si diffonde nella maggior parte dei paesi democratici nel mondo e sono 37 i paesi ad avere una federazione nazionale affiliata alla International Naturist Federation.
In Italia attività naturiste sono attestate, secondo le testimonianze di Bruno Zuculin (console italiano in Brasile nella prima metà del Novecento), dagli anni cinquanta sull'Isola di Ponza e sulle spiagge di Focene, in provincia di Roma. Si tratta di un fenomeno nascosto e condannato, di pochi iniziati, per lo più iscritti alle associazioni estere o alla International Naturist Federation.
Solo nel 1964 nasce l'Unione naturisti italiani e nel 1966 l'Associazione naturista italiana, a cui seguono nel 1972 la Federazione naturista italiana.
Nei primi anni del nuovo secolo, alcune associazioni in disaccordo con l'operato della Federazione naturista italiana decidono di dare vita a una confederazione che propugna un naturismo rinnovato nelle idee e nei fatti; nasce così la Confederazione naturista italiana, che non è stata tuttavia accettata come componente della International Naturist Federation che difende, in particolare, gli interessi economici delle strutture naturiste. Una storica spiaggia del naturismo italiano è il lido di Dante sul litorale di Ravenna, così come quella di Guvano a Corniglia alle Cinque terre in provincia di La Spezia. Da tempo è legale nella spiaggia di Capocotta a Ostia (Roma) e recentemente è stato legalizzato nella spiaggia della Laguna del Mort (Jesolo), che ha contribuito a salvaguardare l'area da un'imminente speculazione edilizia riconosciuta in seguito come potenzialmente disastrosa dal tribunale.
Il numero di naturisti in Europa nel 2009 era attestato intorno ai 20 milioni (contro i 40 milioni degli Stati Uniti d'America). Sempre dai dati diffusi nel 2009 dalle associazioni di competenza, in Europa si contavano circa 600 strutture naturiste (campeggi e villaggi turistici) e numerosissime spiagge (oltre 230 solo in Spagna). Nel mondo sono 32 gli Stati che hanno una federazione naturista nazionale aderente alla International Naturist Federation (dati 2009). In Italia, paese nel quale non esiste una legge che regolamenti il nudismo, i naturisti sono circa 500.000 (dati 2009); tuttavia le mete e le strutture naturiste riguardano più zone montuose, a maggior contatto con la natura rispetto a quanto avviene in spiaggia.
Per motivi culturali e climatici, il naturismo viene praticato maggiormente durante l'estate in strutture attrezzate come campeggi, centri e villaggi di vacanza, centri termali, oppure in spiagge libere o attrezzate. Le attività tipiche di questi centri sono le normali attività di relax e svago presenti in qualunque altra struttura o luogo di vacanza.
Negli ultimi anni si sta diffondendo anche la pratica dell'escursione naturista.
Le associazioni naturiste sono strutturate gerarchicamente su tre livelli. Al vertice vi è la International Naturist Federation, a cui fanno capo le federazioni nazionali.
In Italia, come federazioni nazionali, sono presenti sia la Federazione naturista italiana sia la Confederazione naturista italiana, alle quali fanno poi capo le varie associazioni presenti in Italia. Ma solamente la Federazione naturista italiana è membro della International Naturist Federation (lo statuto prevede un solo rappresentante per nazione), per cui solamente le associazioni aderenti a tale federazione sono autorizzate a rilasciare ai propri membri la tessera e i relativi bollini annuali per accedere alle strutture naturiste.
L'International Naturist Federation riconosce la prima domenica di giugno come Giornata mondiale del naturismo. In tale occasione le associazioni naturiste di tutto il mondo organizzano degli eventi per divulgare la filosofia naturista.
All'interno del mondo naturista si sono sviluppate correnti con alcune peculiarità.
Lo smooth naturism (dall'inglese "smooth" ovvero "liscio, levigato") è una forma di naturismo che trae giovamento dal liberarsi non solo dai tessuti, ma anche dai peli. I suoi praticanti sono chiamati smoothie e utilizzano la depilazione principalmente su tutto il corpo dal collo in giù.
Il movimento dei cristiani naturisti è composto da persone che si riconoscono nel cristianesimo e che praticano il naturismo nell'idea che il corpo umano sia la migliore creazione di Dio, e che non vi sia motivo di nasconderlo. Reputano che non vi sia alcun conflitto con gli insegnamenti della Bibbia, in quanto nel libro della Genesi viene narrato che inizialmente Adamo e Eva vivevano nudi nel Giardino dell'Eden. Ma poi, persuasi dal Diavolo presentatosi sotto forma di serpente, mangiarono il frutto proibito che li rese consci della propria nudità. Ciò li spinse a nascondersi e a coprirsi con delle foglie di fico per celare i propri genitali, ma il fatto di ricoprirsi sarebbe, in realtà, una loro scelta, e non un'imposizione divina.
La prima proposta di legge sul naturismo, in Italia, venne presentata il 19 ottobre del 1993 dall'onorevole Sauro Turroni, della Federazione dei Verdi, su richiesta del presidente Fidenzio Laghi a nome dell'Associazione naturista emiliano romagnola. Fu poi ripresentata nella successiva legislatura cominciata nel 1994 e nella legislatura cominciata nel 1996 con il n. 529 che fu sottoscritta da 106 deputati di quasi tutti i gruppi parlamentari. Anche Piergiorgio Massidda di Forza Italia. a titolo personale presentò nel 1999 una sua proposta di legge, concorrente, la n. 6.490.
Il 21 marzo 2000, la XII Commissione della Camera dei deputati (Affari Sociali) discusse per la prima volta della questione, esprimendo l'esigenza di formulare un testo unico, comprensivo di entrambe le proposte. Venne così nominato un "comitato ristretto" incaricato di svolgere audizioni sulla questione.
Il 24 gennaio 2001 la XII Commissione adottò come testo base la pdl C.529, integrata da quanto elaborato dal comitato ristretto. Nacque così la pdl "Norme per il riconoscimento e la regolamentazione della pratica naturista", ma volgendo la legislatura ormai al termine essa non venne mai votata né in Commissione né in Aula.
Nel corso della XIV Legislatura vennero presentate ben quattro proposte di legge inerenti al naturismo: la C.286 (Massidda, Forza Italia, il 30 maggio 2001); la S.153 (Turroni, Verdi, il 7 giugno 2001); la C.961 (Alfonso Pecoraro Scanio, Federazione dei Verdi) il 21 giugno 2001; infine, il 28 luglio 2004, Franco Grillini (Democratici di Sinistra) presentò alla Camera la C.5194 che, al contrario delle precedenti, si limitava alla "Depenalizzazione della pratica del naturismo" e alla "Disciplina delle strutture turistico-ricreative riservate ai naturisti".
Sottoscritta da 40 parlamentari su 945, tutti dell'opposizione, questa proposta di legge, assegnata alla XII Commissione il 27 settembre 2004, non venne iscritta nel calendario dei lavori della stessa fino alla fine della legislatura. Franco Grillini ha ripresentato il 28 aprile 2006 la proposta di due anni prima, questa volta indicata come C.276. Nel frattempo, il 26 luglio 2006, la Regione Emilia-Romagna ha approvato una legge regionale dal titolo "Valorizzazione del turismo naturista" avente lo scopo di favorire questa nicchia turistica con il riconoscimento di aree demaniali a essi riservate.
Il 5 dicembre 2008 la senatrice Donatella Poretti del gruppo radicale del Partito Democratico ha presentato al Senato il Disegno di legge n. 1.265 Depenalizzazione e legalizzazione della pratica del naturismo. Il provvedimento è stato controfirmato da Marco Perduca, Anna Maria Carloni, Roberto Della Seta, Roberto Di Giovan Paolo, Vidmer Mercatali e Umberto Veronesi.
Il disegno di legge se approvato, con l'introduzione dell'art. 1, comma II, avrebbe fornito la definizione di naturismo come l'insieme delle pratiche di vita all'aria aperta che, nel rispetto degli altri, della natura e dell'ambiente circostante, utilizzano il nudismo come forma di ricreazione e di sviluppo della salute fisica e mentale attraverso il contatto diretto con la natura.
Il significato dell'iniziativa legislativa è quello di autorizzare e regolamentare il naturismo rendendo lecito in Italia un uso radicato da decenni non solo nei Paesi dell'Europa settentrionale, ma in buona parte dei Paesi della costa settentrionale del Mediterraneo, concorrenti dell'Italia nel settore del turismo.
Inoltre si proponeva l'abrogazione dell'art. 726 del codice penale. Ritenuto inopportuno perché non in linea con i principi di un moderno diritto penale del fatto. Infatti la norma, stando ai sostenitori, oltreché essere ambigua, mancherebbe dell'offensività del bene giuridico tutelato, caposaldo di un sistema penale garantista e liberale.
La Regione Veneto con la Legge Regionale n.7 del 7 febbraio 2014 ha inteso riconoscere e valorizzare il turismo naturista sul suo territorio. Sulla base di questa legge (Art. 2, comma 1) "Il turismo naturista è consentito liberamente, purché in aree, spazi e infrastrutture, appositamente destinati, delimitati e segnalati." Inoltre è permesso il naturismo in zone di proprietà pubblica in aree apposite (Art. 3 comma 1): "I comuni e gli altri enti pubblici locali secondo e nei limiti delle rispettive competenze, possono destinare spiagge marine, lacustri o fluviali, boschi, parchi ed altri ambienti naturali di proprietà demaniale o di enti pubblici locali, alla pratica del turismo naturista."
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