domenica 8 maggio 2016
LA THAILANDIA
La Thailàndia è uno Stato del sud-est asiatico, confinante con Laos e Cambogia a est, golfo di Thailandia e Malesia a sud, con il mare delle Andamane e la Birmania a ovest e con Birmania e Laos a nord.
La Thailandia è nota anche come Siam che fu il nome ufficiale della nazione fino al 24 giugno 1939 e venne anche utilizzato dal 1945 fino all'11 maggio 1949, data della definitiva assunzione dell'attuale denominazione.
La parola Thailandia deriva da thai aggettivo che significa "libero" o "indipendente" nella lingua thailandese. Alcuni abitanti, e in particolare la considerevole minoranza cinese, continuano a usare il nome Siam.
Testimonianze di ritrovamenti archeologici confermano che la regione era già abitata nel paleolitico, circa 40.000 anni fa. Le prime civilizzazioni che si stanziarono risentirono dell'influenza della cultura indiana, fra queste il regno "pre-khmer" di Funan, che si affermò circa 2.000 anni fa, e le città-Stato Dvaravati, fondate principalmente dal popolo mon, che nacquero attorno alla metà del I millennio con il declino di Funan e diffusero il Buddhismo. In seguito l'Impero Khmer, nato nell'odierna Cambogia, si espanse ai danni dei principati Dvaravati, conquistò buona parte del territorio dove adesso c'è la Thailandia e diffuse nuovamente l'Induismo.
Il dibattito accademico sulla provenienza dei popoli tai è ancora in corso. Ad ogni modo, sulla base di studi linguistici, negli ultimi decenni vari studiosi hanno sostenuto che i popoli tai provengono da un'area che oggi appartiene alla regione cinese del Guangxi. Sotto la spinta di altri popoli provenienti da nord, nel I millennio i tai avrebbero cominciato un processo di migrazione verso sud. Nel corso dei secoli successivi si sarebbero stabiliti in tutta l'Indocina settentrionale, arrivando fino all'odierno Stato indiano dell'Assam. Una delle prime etnie di questi popoli furono i tai yuan, fondatori nel 638 nell'odierna Thailandia del Nord del piccolo Regno di Hiran, che cadde sotto l'influenza Dvaravati. Avrebbe in seguito raggiunto l'autonomia diventando prima il Regno di Ngoenyang e, alla fine del XIII secolo, il potente Regno Lanna. Altri tai finirono per stanziarsi nel bacino del Chao Praya, nel centro dell'odierna Thailandia.
Nel XIII secolo emerse tra i popoli tai quello dei siamesi, gli odierni thai, che si ribellarono ai Khmer e crearono nel 1238 il Regno di Sukhothai, del cui periodo ancora oggi possiamo vedere i resti. Nel 1350 il principe thai Uthong fondò il Regno di Ayutthaya, che nel 1431 saccheggiò Angkor, capitale dell'Impero Khmer, e nel 1438 annesse il Regno di Sukothai. In questo periodo, il Buddhismo Theravada divenne il credo predominante. Alla fine del XIII secolo, il re di Sukhothai Ramkhamhaeng introdusse l'odierno alfabeto thai, mutuato dall'antico khmer. Sukhothai prima, ma soprattutto Ayutthaya dopo, divennero potenze di primo piano nel sudest asiatico.
Fiorì la raffinata cultura siamese, che risentiva delle arti indiane e khmer, la locale architettura tradizionale si sarebbe sviluppata fino all'assimilazione della cultura occidentale nel XIX secolo. Nel 1511 vi furono i primi contatti con gli europei, quando l'ambasciatore portoghese Duarte Fernandes giunse ad Ayutthaya. In seguito il regno si arricchì grazie agli scambi commerciali, in particolare con la Cina, il Giappone, la Francia e con la Compagnia olandese delle Indie orientali. Si è stimato che Ayutthaya fosse attorno al 1700 la più popolosa città del mondo con circa un milione di abitanti. Alla crescita culturale ed economica si accompagnarono grandi progressi nel campo della medicina.
La prima grande crisi del regno fu nel 1569, dopo che già nel 1551 era diventato uno stato vassallo dei re birmani della dinastia di Taungù. Il tentativo di emancipazione fu punito dal grande conquistatore birmano Bayinnaung, che aveva sottomesso in precedenza il Regno Lanna. Fu il primo a espugnare Ayutthaya e deportò l'intera famiglia reale siamese a Pegu, la sua capitale. Il trono fu affidato a Maha Thammarachathirat, re di Sukhothai e alleato di Pegu. Alla morte di Bayinnaung l'impero che aveva creato si sfaldò e i siamesi riacquistarono l'indipendenza con il re Naresuan.
Nei decenni successivi Ayutthaya tornò a espandersi, arrivando a occupare diversi sultanati islamici della penisola malese, alcuni porti birmani nel mare delle Andamane, penetrando in Cambogia e a nord. Conflitti interni legati principalmente alla successione al trono e un senso di appagamento per i successi passati contribuirono a fiaccare lo Stato, e nel 1767 Ayutthaya fu espugnata e rasa al suolo dai birmani. Ebbe così fine il regno a 417 anni dalla sua fondazione.
Il paese, non occupato capillarmente dai birmani impegnati a respingere le invasioni cinesi a nord, cadde nel caos e si spaccò in sei territori in mano a locali signori della guerra. Il generale Taksin dell'esercito di Ayutthaya, fuggito miracolosamente all'assedio della capitale, prese il controllo della zona a est di Bangkok. Nel giro di pochi mesi riorganizzò i siamesi e riuscì a cacciare gli invasori birmani nel novembre del 1767.
Date le difficoltà di ricostruire la disastrata Ayutthaya, spostò la capitale 70 km più a sud, a Thonburi, riunificò il Siam e fu incoronato sovrano del Regno di Thonburi nel 1768. Tale regno, di cui fu l'unico monarca, durò solo quindici anni. Nel periodo in cui fu re, lo Stato espanse sensibilmente i territori conquistando il Regno Lanna, i regni laotiani di Champasak, Vientiane e Luang Prabang e assoggettando la Cambogia. Fu con la vittoria sul Regno di Vientiane che venne annesso l'Isan, l'odierna Thailandia del Nordest.
Nel 1782, Taksin fu rovesciato da una ribellione interna e Chao Phraya Chakri prese il suo posto. Fondò il Regno di Rattanakosin, detto anche Regno del Siam, e la dinastia Chakri che ancora oggi guida la Thailandia con re Rama IX. Chao Phraya Chakri dopo la morte ricevette il nome postumo di Rama I. Spostò la capitale sulla sponda opposta del fiume, nell'allora piccolo villaggio di Bangkok, che ribattezzò Rattanakosin e trasformò in una sontuosa città, promosse la riorganizzazione dello Stato e la rinascita della cultura siamese.
Tutti gli stati confinanti, la Birmania (Myanmar), il Laos, la Cambogia e la Malesia, furono in seguito oggetto della colonizzazione europea a differenza del Siam. Solamente nel 1826, grazie a un accordo commerciale, la corona britannica ottenne considerevoli privilegi, stabilendo una certa influenza sul paese, che nonostante ciò non venne mai colonizzato. Per preservare l'indipendenza i siamesi dovettero concedere diversi territori alla Francia e al Regno Unito. Laos e Cambogia, che erano stati vassalli del Siam, divennero parte dell'Indocina francese, mentre lo Stato Shan a nord entrò a far parte della Birmania colonizzata dai britannici. Anche diversi sultanati tributari del Siam situati nel nord dell'odierna Malesia furono ceduti ai britannici.
Rama IV, che regnò dal 1851 al 1868, avviò la modernizzazione del Paese con l'aiuto di alcuni consiglieri europei e il figlio Rama V (Chulalongkorn), suo successore, ne continuò l'opera rinforzando lo Stato e creando solide élite. Fu grazie alla politica di questi due sovrani che il Siam mantenne l'indipendenza.
Le grandi spese per modernizzare il paese e la grave depressione che seguì il crollo di Wall Street del 29 ottobre 1929 diedero il via a un periodo di instabilità politica. Durante il regno di Rama VII, il colpo di Stato del 1932 pose fine alla monarchia assoluta e diede inizio alla monarchia costituzionale. Nel 1935, il re abdicò in forte contrasto con il governo dei militari, che a suo dire utilizzavano il potere in maniera autocratica senza badare alla voce del popolo.
Con il nuovo re Rama VIII che aveva solo 9 anni, furono nominati dei reggenti e il potere passò nelle mani dei militari; in particolare fu il nazionalista Plaek Phibunsongkhram che monopolizzò la scena politica fino al 1957, quando accusato di frode fu esiliato in Giappone. Con l'avvento dei militari ebbe inizio una lunga serie di colpi di Stato che tuttora mettono in pericolo l'unità del paese, rimasto comunque compatto nell'amore per la casa reale. Il 24 giugno 1939 il Siam cambiò il nome in Thailandia, che vuol dire "Terra degli uomini liberi". Il cambio del nome fu voluto dai militari nazionalisti che erano al potere e che vedevano di cattivo occhio la provenienza cinese del nome Siam.
Durante la seconda guerra mondiale la Thailandia si schierò a fianco delle potenze dell'Asse e, approfittando dell'occupazione tedesca della Francia, nell'ottobre del 1940 intraprese la guerra franco-thailandese contro l'Indocina francese. Dopo sei mesi di combattimenti la pace fu siglata e, con l'intermediazione dei giapponesi, il 9 maggio 1941 la Thailandia si vide riconosciuti alcuni dei territori ceduti ai francesi da Rama V a inizio secolo. Con la sconfitta del Giappone dovette però restituire tali territori nel novembre del 1947. Verso la fine del conflitto, le cui sorti stavano premiando gli sforzi alleati, il movimento nazionale anti-giapponese costrinse Phibunsongkhram alle dimissioni da primo ministro e il paese riprese il nome Siam nel 1945. In seguito, il dittatore uscì indenne dai processi per crimini di guerra.
Nel 1946 venne misteriosamente assassinato a Bangkok Rama VIII e ascese al trono il giovane fratello Bhumibol Adulyadej Rama IX, il quale è a tutt'oggi il capo di Stato vivente in carica da più tempo al mondo. Questo sovrano gode di un notevole prestigio sia interno sia internazionale e ha assicurato al paese una certa stabilità politica anche nei momenti di maggiore turbolenza. Nel 1947, un colpo di Stato organizzato da Phibunsongkhram depose il primo ministro, un ufficiale di Marina già nel movimento anti-giapponese, e rimise al potere le vecchie gerarchie militari dell'anteguerra. L'8 aprile 1948 Phibunsongkhram ottenne il suo secondo mandato di primo ministro e l'11 maggio 1949 il paese riprese il nome di Thailandia.
Negli anni successivi fu sviluppata la collaborazione con il governo degli Stati Uniti sia in funzione anti-comunista, concedendo l'utilizzo delle strutture aeroportuali all'aeronautica americana per le sue missioni nel Laos e nel Vietnam del Nord, sia in campo economico, con forti investimenti statunitensi nel paese. La guerriglia comunista anti-governativa in Thailandia nacque negli anni Sessanta e fu stroncata dall'esercito negli anni Ottanta. Particolarmente brutale fu la repressione del movimento studentesco, che avvenne dopo 3 anni di governo democratico. Il feroce massacro dell'Università Thammasat compiuto contro i manifestanti il 6 ottobre 1976, provocò la morte di oltre 100 persone (46 secondo la polizia di Bangkok) e il ferimento e l'arresto di molte altre. Nella stessa giornata vi fu un nuovo colpo di Stato che rovesciò il governo del Partito Democratico e consegnò il potere all'ala estrema dei nazionalisti filo-monarchici.
All'inizio degli anni Ottanta prese il potere una fazione dell'esercito vicina al re, ma di natura più democratica. Il nuovo governo contribuì alla pacificazione nazionale, concedendo l'amnistia ai ribelli comunisti che abbandonavano la lotta armata, e promuovendo l'economia, facendo diventare il paese una delle tigri asiatiche del settore. Un nuovo colpo di Stato dell'ala reazionaria dell'esercito pose fine nel 1991 alla riconciliazione nazionale. Un'imponente dimostrazione anti-governativa nel 1992 portò a un nuovo massacro della folla conosciuto come maggio nero, in cui persero la vita 52 persone e molte furono torturate o fatte scomparire. L'intervento del re pose fine alla rivolta e il governo golpista rassegnò le dimissioni, consegnando il potere a un esponente del Partito Democratico.
I conservatori del Partito della Nuova Aspirazione vinsero le elezioni del 1996 ma l'anno successivo furono travolti dalla crisi finanziaria asiatica. Il governo tornò al Partito Democratico di Chuan Leekpai, che ottenne un finanziamento dal Fondo Monetario Internazionale e stabilizzò la valuta.
Nel 2001, con la vittoria nelle elezioni del partito di Thaksin Shinawatra, i militari persero il controllo dei poteri legislativo ed esecutivo, questo portò a uno spaccamento della popolazione e a una radicalizzazione dello scontro fra i sostenitori del nuovo governo da una parte, entusiasti per le riforme populiste di Thaksin in favore dei poveri, e i conservatori dall'altra, guidati dai vertici delle forze armate, dalla nobiltà e dalla ricca borghesia. Questi ultimi si trovarono a pagare il prezzo maggiore per le riforme di Thaksin e cominciarono a opporsi con vigore al governo.
Il 26 dicembre 2004 un terremoto con epicentro a Sumatra (Indonesia) provocò uno tsunami che raggiunse le isole e le coste thailandesi causando oltre 5.000 vittime nel paese e centinaia di migliaia in tutto il mondo. L'accentuarsi dell'instabilità politica sfociò nel nuovo colpo di Stato del settembre 2006. La presa del potere da parte dei militari avvenne senza vittime, con l'assenso del re e di una larga parte della popolazione. Il primo ministro Thaksin fu incriminato con diverse accuse, tra cui la corruzione e il conflitto di interessi, e si vide costretto a rifugiarsi in esilio all'estero.
Durante il suo mandato Thaksin si era creato un grande seguito, promuovendo iniziative in favore della popolazione, tanto che nelle elezioni del dicembre 2007 vinse il partito del suo protetto Somchai Wongsawat. Le elezioni furono sospettate di brogli, nel novembre dell'anno successivo gli oppositori al Governo provocarono gravi disordini e in segno di protesta occuparono l'aeroporto di Bangkok causando gravi disagi anche a cittadini stranieri. Il 2 dicembre 2008, la Corte Costituzionale riconobbe il partito di maggioranza colpevole di brogli e lo sciolse, bandendo per cinque anni dalla vita politica Somchai Wongsawat e altri capi del partito.
Il potere rimase nelle mani di un partito controllato dai militari, ma visto che questo cambio al vertice avvenne per via gerarchica e non attraverso regolari elezioni, i sostenitori di Thaksin, le camicie rosse legate al neonato Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, non si diedero mai per vinti. Nel 2010 provocarono l'acutizzarsi della già grave crisi politica e sociale reclamando maggiori diritti, libertà e giustizia sociale, ma soprattutto la fissazione di nuove elezioni. Le massicce manifestazioni di aprile vennero brutalmente represse dall'esercito e i violentissimi scontri provocarono 87 morti, tra cui alcuni militari, e 1.378 feriti.
Le elezioni furono in seguito fissate per il 3 luglio del 2011, e videro il largo successo del partito di opposizione Pheu Thai, che ha ottenuto 265 seggi alla Camera. Tale partito è guidato da Yingluck Shinawatra, sorella minore di Thaksin, che è divenuta il nuovo primo ministro in un governo di coalizione. Dopo alcuni mesi di dure proteste anti-governative, che chiedevano le dimissioni del primo ministro perché rappresentava gli interessi del deposto fratello, nel maggio del 2014 Yingluck è stata destituita dalla Corte Costituzionale. L'accusa è stata "abuso del potere politico a fini personali", per aver rimosso dall'incarico nel 2011 l'ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale e averlo sostituito con un proprio parente. Con tale sentenza sono stati destituiti anche tutti gli altri ministri in carica quando successe il fatto.
Con l'acutizzarsi della tensione, il 20 maggio 2014 l'esercito ha dichiarato una legge marziale con l'intento di trovare una soluzione alla crisi. Il provvedimento è stato l'anticamera del colpo di Stato che i militari thailandesi hanno effettuato il successivo 22 maggio. La costituzione è stata soppressa, il governo ad interim è stato sciolto, è entrato in vigore il coprifuoco sul territorio nazionale dalle 22 alle 5 e i dimostranti di entrambi gli schieramenti sono stati invitati a disperdersi. L'intervento militare è avvenuto dopo che, a partire dall'inizio delle proteste in novembre, 28 persone hanno perso la vita e 700 sono state ferite in scontri e attentati collegati alle proteste. Si tratta del 19º tentativo di colpo di Stato nel Paese dopo l'istituzione della monarchia costituzionale nel 1932.
La mattina del 23 maggio, il comandante in capo dell'esercito Prayuth Chan-ocha, guida del colpo di Stato, si è auto-proclamato primo ministro ad interim della Thailandia e ha convocato 23 leader politici nazionali nonché 114 esponenti delle dimostrazioni dei mesi precedenti. All'incontro ha partecipato Yingluck, che è stata tratta in arresto assieme ad alcuni familiari e a molti dei politici e attivisti presenti.
In Thailandia come negli altri paesi dell'area, è tuttora in vigore la pena di morte per l'omicidio, per il traffico di droga e per altri reati gravi. Un reato che viene punito con particolare durezza è quello di lesa maestà, che prevede pene dai 3 ai 15 anni di carcere per ogni singolo "insulto" a un membro della casa reale.
La Thailandia, l’antico Siam, la terra del sorriso. Uno dei paesi più amati dai viaggiatori di tutto il mondo, almeno stando alle classifiche delle destinazioni turistiche più in voga che ogni anno la vede ai primissimi posti.
E una volta messo piede sul suolo thailandese si capisce subito perchè: sia che si atterri nella caotica ma affascinante Bangkok, sia che si arrivi in un paradiso tropicale come Phuket, Krabi o Ko Samui, la Thailandia riuscirà a colpire fin dal primo sguardo grazie alla sua esplosione di colori, odori, sapori e alla gentilezza degli abitanti, sempre pronti a dare una mano o a regalare un sorriso con la loro semplicità e umanità.
Bangkok è la città più famosa della Thailandia nonché la Capitale del Paese. Frenetica, trafficata e caotica, la città non manca di certo di fascino ed attrattive. Gli amanti del mare possono fare un tuffo e prendere il sole a Ko Samet, l’isola più vicina alla Capitale. Gli appassionati di storia e cultura possono perdersi nelle sue strade e nei suoi musei. Per chi è a caccia di esotismo e tradizioni antiche, Chinatown e Yaowarat sono il luogo perfetto da visitare. Bangkok è il Centro culturale, politico e commerciale della Thailandia, una città che negli ultimi dieci anni si è trasformata in un luogo moderno. Con oltre 400 templi buddisti, con i suoi magnifici palazzi ed edifici decorati condiversi stili architettonici, la città offre ai visitatori numerose attrattive culturali e tantissimi divertimenti. Fra i punti di interessi ricordiamo: il Wat Arun (Tempio dell’Aurora), il Palazzo Reale, il Tempio Phra Kaeow, il Tempio Mahathat, il tempio Wat Trimit, il Wat Po, il complesso dei palazzi Bang Pa In. Numerose sono le aree commerciali, come il mercato notturno di Pahtphong, i negozi di Sukhumvit e Silom.
Ayutthaya si trova a circa 70 km da Bangkok ed è una delle mete preferite dai turisti che raggiungono la Thailandia. Il Parco storico di Ayutthaya è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità protetti dall’Unesco. Vi si trovano numerosi templi: Wat Phraram, probabilmente il tempio più antico della città, Wat Ratchaburana, Wat Scri Samphetl, Wat Yai Chai Mongkhon. Saccheggiata e data alle fiamme dagli invasori birmani del XVIII secolo, le rovine di Ayutthaya rimangono un ricordo di quella che veniva considerata la più bella città dell’Oriente e sono considerate patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco.
Phuket si trova a quasi 900 km a sud di Bangkok ed è l’isola più grande del Paese con spiagge di sabbia bianca, rocce calcaree, ampie e tranquille baie e rigogliose foreste. L’ospitalità varia da alberghi lussuosi a semplici bungalow, mentre per il tempo libero sono disponibili sport acquatici, pesca subacquea, golf, trattamenti in spa ed eccellenti ristoranti. La più alta concentrazione di resort si trova a Patong Beach, che è anche centro per lo shopping e la vibrante vita notturna. A dus di Patong si trovano le spiagge di Karon e Kata.
Un’ora a nord di Phumket si trova Khao Lak che, con la sua spiaggia lunga 12 km, è meta ideale per unsoffirno tranquillo nonché paradiso per gli amanti delle immersioni. Khao Lak è il punto di partenza per raggiungere i meravigliosi paradisi subacquei delle isole Similan e Surin e si trova a breve distanza da aree incontaminate dove è possibile fare trekking, rafting e safari a dorso di elefanti in mezzo alla giungla.
A Sud di Bangko, Koh Samui è uno dei luoghi di maggior richiamo turistico balenare del Mar Cinese Meridionale e la più grande delle isole dell’arcipelago Samui. Le spiagge e le località balneari più frequentate sono concentrate sul lato orientale e offrono opportunità di divertimento e di svago. A sud si trovano belle spiagge e baie incontaminate, mentre l’interno è ricco di bellezze naturali, con rigogliosi paesaggi, cascate e pittoreschi villaggi.
A Koh Samet la natura regna incontrastata. L’isola è ricca di bellissime spiagge, un mare cristallino ed una vegetazione lussureggiante. Le coste orientale e settentrionale sono un susseguirsi di belle spiagge separate da promontori rocciosi, mentre la costa occidentale è principalmente rocciosa. Il sud dell’isola è caratterizzato da una bella barriera corallina.
Le aspre e selvagge montagne della provincia di Kanchanaburi segnano il confine naturale con la vicina Myanmar. Tra esotici paesaggi dominati dalla giungla scorre il leggendario fiume Kwai, teatro dei conflitti tra i giapponesi e le forze alleate durante la seconda guerra mondiale. Nel capoluogo si può visitare il ponte sul fiune Kwai, parzialmente distrutto al termine della guerra e oggi portato alla forma di un tempo.
A meno di un’ora di volo da Bangkok, la “rosa del Nord” Chiang Mai, è la più importante città del Nord dalla caratteristica architettura religiosa traboccante di antichi templi e di testimonianze culturali, una città dal fascino antico, che si può cogliere tra le strade della città vecchia, all’ombra dei templi, che risalgono alla fine del 1200, e fino al Monte Doi Suthep, dove sorge il Palazzo reale. Verso Nord, poco prima del Triangolo d’Oro, la regione montuosa dove convergono i confini di Thailandia, Laos e Myanmar, si trova la città di Chiang Rai.
Con i suoi 513.120 km² di superficie, la Thailandia è il 51º stato del mondo per estensione. È paragonabile per dimensioni alla Spagna.
Il paese è sede di distinte regioni geografiche. La Thailandia del Nord è montagnosa e ospita il Doi Inthanon, il rilievo più alto del paese con i suoi 2.576 metri; una serie di catene montuose la separa a ovest dalla Birmania e il fiume Mekong fa da confine a nordest con il Laos. La Thailandia del Nordest, chiamata anche Isan, è costituita dall'altopiano di Khorat; anch'essa è separata dal Laos a nord e a est dal Mekong, mentre una serie di basse catene montuose ne segnano i confini meridionale e occidentale. A sud dell'Isan, la catena dei monti Dângrêk segna il confine con la Cambogia.
Il centro della nazione è dominato dalla valle in gran parte pianeggiante del fiume Chao Phraya, che si getta nel golfo del Siam; la parte occidentale è contrassegnata da catene montuose che fanno da confine con la Birmania e quella orientale dai monti Cardamomi, che demarcano il confine con la Cambogia. La Thailandia del Sud si estende lungo la penisola malese, che è attraversata dalla catena dei monti Titiwangsa e ha il suo punto più stretto nell'istmo di Kra, nei pressi di Ranong, dove termina a sud il confine tra la Thailandia e la Birmania.
Sul golfo del Siam e sul mare delle Andamane sono presenti molte isole dotate di attrezzature turistiche all'avanguardia, che rappresentano una delle principali fonti di ricchezza del paese.
Il clima locale è di tipo tropicale e caratterizzato dalla presenza dei monsoni. Tra metà maggio e settembre si assiste a un monsone sudoccidentale caratterizzato da grande piovosità, caldo e nuvolosità. Tra novembre e metà marzo si assiste invece al manifestarsi di un monsone asciutto e freddo di nordest. La parte peninsulare meridionale è invece calda e umida. Accanto alla capitale Bangkok, le città principali sono Chiang Mai, Pattaya, Nakhon Ratchasima, Khon Kaen, Udon Thani, Nakhon Sawan, Chiang Rai, Surat Thani, Phuket town e Hat Yai (Provincia di Songkhla).
Il clima della Thailandia è molto peculiare, perché può essere suddiviso in tanti microclimi. Questo a causa della particolare forma geografica del paese che si sviluppa in senso meridiano. Le temperature variano in ragione delle zone. Ad esempio, nella Thailandia centrale, settentrionale e orientale la stagione fredda va da metà ottobre a gennaio, durante la quale le temperature scendono fino ai 15 °C. La stagione calda intercorre tra febbraio e aprile con temperature che arrivano anche a 40 °C. Infine la stagione delle piogge ha inizio a giugno e termina a ottobre con temperature che arrivano a toccare anche lo zero. Nelle aree meridionali la stagione fredda è più breve, dal momento che il monsone che soffia sulle regioni che si affacciano sul Mar delle Andamane fa sì che le piogge terminino un paio di mesi dopo rispetto al resto del Paese.
Il clima della Thailandia è tropicale monsonico e vi si possono distinguere tre stagioni:
un periodo fresco e asciutto, da novembre a febbraio, quando soffia il monsone nord-occidentale;
un periodo molto caldo, da marzo a metà maggio;
la stagione delle piogge, da maggio a novembre, determinata dal monsone sud-occidentale.
Nella parte più meridionale della Thailandia la stagione delle piogge è ancora più prolungata .
La popolazione è prevalentemente rurale, si concentra quindi nelle zone di campagna, dove attualmente vive circa il 40% della popolazione. La densità è di 35 abitanti per chilometro quadrato. La Thailandia conta circa 66 milioni di abitanti. Tra il 1960 e il 1970 le numerose nascite hanno portato a un'età media di 25/30 anni.
L'etnia Thai fa parte della grande famiglia dei Tai-Kadai i cui stanziamenti si estendevano dall'Assam all'isola di Hainan, e dal Sichuan al sud dell'odierna Thailandia. Ne fanno parte anche gli Ahom nell'Assam, gli Shan nella Birmania settentrionale, i Lao in Laos e in Thailandia, i Tày in Laos e Vietnam, i Nung in Vietnam, e i Dai e gli Zhuang in Cina. Questi popoli hanno in comune l'origine della lingua, alcune tradizioni e feste, e professano quasi tutti il Buddhismo Theravada.
Il popolo dei Thai si suddivide in quattro grandi sottogruppi: Thai centrali, nord-orientali (anche detti "Isan"), settentrionali e meridionali. I Thai centrali hanno a lungo dominato il paese dal punto di vista politico, economico e culturale, pur rappresentando solo 1/3 circa dell'intera popolazione ed essendo così di poco superati in numero dai Thai nord-orientali. A seguito dei processi di scolarizzazione e di formazione di un'identità nazionale, oggi gran parte dei thailandesi parla, accanto ai propri dialetti locali, anche la lingua thailandese ufficiale che è quella dei Thai centrali.
La principale minoranza non-Thai è rappresentata dai cinesi, che hanno storicamente giocato un ruolo molto importante nell'economia, specie se rapportato alla loro consistenza numerica. Molti di essi sono ormai perfettamente assimilati alla cultura thailandese e hanno perciò abbandonato il loro centro principale, la Chinatown di Bangkok.
Altri gruppi etnici minoritari sono i malesi (lungo il confine meridionale), i mon, i khmer e alcune tribù delle colline. Con la fine della guerra in Vietnam, molti vietnamiti trovarono rifugio in Thailandia, specie nelle regioni nord-orientali.
Stando all'ultimo censimento (2000), il 95% circa dei Thai professa il buddhismo Theravada. Seguono i musulmani (4,6%), concentrati nel sud del Paese e rappresentati in particolare dalla minoranza malese. I cristiani, soprattutto cattolici, costituiscono invece lo 0,75% della popolazione. Nelle città vi sono infine esigue minoranze di sikh e hindu, nonché una piccolissima comunità ebraica risalente al XVII secolo. Tra i membri delle varie etnie tribali, la fede principale è l'Animismo.
Lingua nazionale è il thai, scritto con un proprio alfabeto. Numerosi e molto diffusi sono i dialetti thai, nel nord-est del paese è diffusa la lingua isan, molto simile a quella lao, sia l'una sia l'altra sono mutualmente intelligibili con il thailandese. Le minoranze etniche utilizzano i propri idiomi (soprattutto mon e khmer). Sebbene sia ampiamente insegnato nelle scuole, l'inglese non è molto diffuso, specie nelle regioni più remote.
La Thailandia è suddivisa in 76 province. La capitale Bangkok è dal 1975 una zona con lo statuto speciale di metropoli affidata all'Amministrazione metropolitana di Bangkok. Viene considerata come la 77ª provincia, poiché è amministrata allo stesso livello delle province. Il sistema di suddivisione amministrativa in 77 province è quello ufficiale adottato dal dipartimento governativo dell'Istituto Reale di Thailandia.
Le città principali della Thailandia sono Bangkok, con 5,7 milioni di abitanti, Nonthaburi (270mila), Nakhon Ratchasima (174.000), Chiang Mai (174.000), Hat Yai (157.000) e Udon Thani (155.000).
La Thailandia è una dittatura militare in seguito al colpo di Stato del maggio 2014. Il potere è nelle mani di una giunta militare diretta dal generale golpista Prayuth Chan-ocha. La giunta ha imposto la Legge marziale in tutto il Paese da maggio 2014 ad aprile 2015.
Nel corso del 2013 il tasso di disoccupazione è risultato inferiore all'1%.
Quasi il 70% dell'intera popolazione thailandese è costituito da agricoltori, che coltivano una terra alluvionale così ricca che la Thailandia è al primo posto nel mondo per l'esportazione di tapioca, al secondo per quella di riso e di caucciù, al terzo per quella di ananas in scatola. Inoltre questo paese è tra i principali esportatori di zucchero, granoturco e stagno. In via di sviluppo sono l'industria dell'abbigliamento e l'elettronica. In via di incremento il turismo internazionale che si concentra, in particolar modo, nella zona costiera.
La moneta locale è il Baht thailandese, che nel 1997 venne pesantemente svalutato in seguito a una grave crisi economica, dando il via a un effetto domino che fu una delle cause della famosa crisi delle "tigri asiatiche".
Tradizionalmente la pesca viene fatta sulla tipica imbarcazione, la Kolae.
Gli sviluppi in agricoltura dal 1960 hanno sostenuto la transizione della Thailandia verso un'economia industrializzata. Nel 2008 l'agricoltura, silvicoltura e pesca hanno contribuito 8,4 per cento del PIL; nelle zone rurali, i lavori agricoli forniscono lavoro. La Thailandia è uno dei primi esportatori mondiali di riso, e un grande esportatore di gamberetti. Altre coltivazioni includono noci di cocco, mais, gomma, soia, canna da zucchero e tapioca.
Nel 1985 la Thailandia ha designato il 25 per cento della sua superficie per la protezione delle foreste e del 15 per cento per la produzione di legname. Le foreste sono state scelte per la conservazione e la ricreazione della fauna e della flora, mentre le foreste di legname sono disponibili per il settore forestale. Tra il 1992 e il 2001 le esportazioni di tronchi e legname sono aumentate da 50.000 a 2.000.000 di metri cubi all'anno.
L'epidemia di influenza aviaria regionale contratta della Thailandia dal settore agricolo nel 2004 e lo tsunami del 26 dicembre dello stesso anno hanno devastato il settore della pesca west-coast. Nel 2005 e nel 2006 il PIL agricolo è calato del 10%.
Nel settore agricolo il riso è l'alimento base, ed è coltivato nelle pianure del Chao Phraya e del Mekong. Mais e manioca sono gli altri due prodotti coltivati nel paese. Banane, caffè, tabacco, ananas, canna da zucchero e iuta sono le colture da piantagione principali, mentre la ricca vegetazione della Thailandia fornisce vari tipi di legname pregiato, come il teak, il sandalo, il sapan e l'ebano.
Nel 2007 l'industria ha contribuito con il 43,9% del PIL, impiegando il 14% della forza lavoro. L'industria è cresciuta a un tasso medio annuo del 3,4% nel periodo 1995-2005. Il sottosettore più importante del settore è la produzione, che rappresentano il 34,5% del PIL nel 2004.
La Thailandia sta diventando un centro per la produzione di automobili per l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) di mercato. Nel 2004 la produzione di automobili ha raggiunto 930.000 unità, più del doppio di quanto nel 2001. Toyota e Ford sono attive in Thailandia, e l'espansione del settore automobilistico ha aumentato la produzione di acciaio nazionale. L'industria elettronica della Thailandia è frenata dalla concorrenza di Malesia e Singapore, mentre quella tessile la concorrenza di Cina e Vietnam.
La Thailandia esporta prodotti elettronici, caucciù e autoveicoli. Vestiario e calzature, diamanti e preziosi, derivati del petrolio, in aggiunta a riso, crostacei e molluschi, sono gli altri prodotti più esportati dalla Thailandia.
Il turismo contribuisce in modo significativo all'economia thailandese, e l'industria turistica ha beneficiato del deprezzamento del baht e della stabilità della Thailandia. Gli arrivi turistici nel 2002 sono stati di 10,9 milioni di persone con un aumento del 7,3% rispetto all'anno precedente (10,1 milioni nel 2001).
Il turismo fornisce un contributo grande per l'economia della Thailandia (circa il 6% del PIL). I turisti vengono in Thailandia per una serie di motivi, in primo luogo per la bellezza delle sue spiagge, ma anche Bangkok ha visto un forte aumento del turismo negli ultimi anni.
Nel 2007 circa 14 milioni di turisti hanno visitato la Thailandia. Il settore del turismo comprende il turismo sessuale, anche se la prostituzione è illegale in Thailandia. Il numero di turisti nel 2009 è stato stimato in circa 14 milioni, in calo del 4% rispetto al 2008.
Lo sport nazionale thailandese è la muay thai, arte marziale praticata dai tempi di Re Naresuan nel 1560 d.C. La muay thai è oggi praticata in molti Paesi al mondo.
Tradizionalmente, uno degli aspetti più importanti della vita thailandese è rappresentato dalle feste, spesso di carattere religioso, legate al ciclo annuale della coltivazione del riso oppure concernenti la commemorazione dei membri della casa reale o dei re del passato.
Tradizionalmente, tutti i cittadini di sesso maschile trascorrono un periodo della loro vita in un monastero. Oltre ai monaci di professione, esistono quindi anche i monaci laici che trascorrono nel convento solo un determinato periodo della loro vita, generalmente da una settimana a pochi mesi. In passato la durata del noviziato era tipicamente di tre mesi, di solito coincidenti con i mesi estivi, che sono i più piovosi. Durante questo periodo il giovane thailandese vive isolato dal mondo con la sola compagnia degli altri novizi monaci: la permanenza in convento serve per apprendere gli elementi teologici essenziali del buddhismo, per imparare a disprezzare le vanità di questo mondo e a meditare sulla felicità che attende i buoni e gli onesti nell'aldilà.
Al momento di entrare in convento, gli aspiranti monaci vengono rapati completamente e vestiti con grandi sai di colore arancione, che portano avvolti alla vita e annodati sulla spalla sinistra. Sia i monaci permanenti sia quelli temporanei sono tenuti a vivere esclusivamente degli oboli dei fedeli. Ogni giorno prima dell'alba essi escono dal monastero e vanno a fare la questua per le vie dei villaggi e della città.
Al termine del periodo di noviziato, se un giovane si è particolarmente distinto, può chiedere di restare nel convento per un ulteriore periodo: ciò gli creerà una posizione di grande rispetto nei confronti dei suoi concittadini. Al termine di sei mesi di noviziato, un novizio può chiedere di essere consacrato monaco: in tal caso deve fare voto di castità e rinunciare a ogni bene terreno.
Tradizionalmente i monaci hanno una funzione importantissima nella vita pubblica, in particolare per il loro ruolo in ogni cerimonia civile o religiosa.
Abitualmente il giovane esce dal convento dopo i primi tre mesi di noviziato: egli è allora un khon suk o uomo maturo, a differenza di coloro che non sono vissuti in ritiro nel convento e che restano khon dip, ossia uomini a metà. Un khon dip si trova senz'altro in una situazione di inferiorità rispetto a un khon suk: è guardato con disprezzo dai suoi vicini e di solito non può nemmeno esercitare alcun diritto spettante agli uomini maturi che hanno fatto il loro tirocinio in un convento.
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