martedì 3 maggio 2016
DONNA A BORDO
Una vecchia superstizione della tradizione marinara. Oggi a crederci realmente non c’è più quasi nessuno ma un tempo era una questione molto seria: una donna a bordo significava andare incontro a pericoli, tempeste, naufragi. C’entrano le mestruazioni: si pensava che se a una donna fossero venite le mestruazioni a bordo, queste avrebbero portato sfortuna. E’ una credenza diffusa in diverse varianti e presso diversi popoli.
Secondo il mito e la letteratura popolare le donne a bordo portano male, almeno per l'uomo che lavora con la "sua" barca, intesa, quest'ultima, come entità e non come oggetto inanimato. Le origini di questo comportamento sono da collegare al fatto che se una donna ha le proprie mestruazioni a bordo, c'é il pericolo che il sangue possa macchiare la barca; ecco quindi affiorare il tabù delle mestruazioni comune a quasi tutti i popoli del mondo, non solo di mare.
Le donne vengono portate in mare solo per scacciare il male e soprattutto la figura della vergine, con i suoi forti significati sacrali, ricorre spesso nella cultura popolare di molte popolazioni, tant'é che ancor oggi, in alcuni paesi della costa della Magnia Grecia le donne placano la furia delle trombe marine mostrando al mare il proprio sesso.
Il mito racconta che Poseidone, in un accesso d'ira, scatenò una violenta tempesta, minacciando la distruzione di una città calabra; le donne raggiunsero il mare e, schieratesi lungo la spiaggia, mostrarono il sesso alle acque, terrorizzando le tremende onde, figlie dell'iracondo dio del mare.
Questa singolare ritualità è peraltro testimoniata dal ritrovamento di una statuetta in bronzo del V secolo, conservata al museo di Gela, che rappresenta una donna nell'atto di mostrare il sesso.
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