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lunedì 7 settembre 2015

LE CORRENTI MARINE



Le correnti marine sono movimenti costanti delle acque, paragonabili a grandi fiumi che scorrono attraverso gli oceani a velocità comprese tra 2 e 10 km/h e che si distinguono dalle acque circostanti per temperatura e salinità.

Le correnti possono avere origine diversa: possono essere dovute all'azione combinata dei venti e delle differenze di pressione atmosferica oppure essere innescate dalle maree oppure ancora dipendere dalle differenze di densità dell'acqua del mare, causate, per esempio, dal diverso riscaldamento delle varie parti degli oceani e da diversi valori di salinità.

Le correnti marine possono svilupparsi sia in superficie (correnti superficiali), sia in profondità (correnti profonde) e si distinguono in:

correnti calde, se hanno una temperatura maggiore di quella delle acque circostanti (che interessano il lato occidentale dei continenti);
correnti fredde (che interessano il lato orientale dei continenti) nel caso contrario
Nel loro insieme, le correnti stabiliscono un circuito oceanico, cioè producono un moto ciclico delle acque marine, che compiono lunghi percorsi chiusi all'interno di uno stesso bacino oceanico. Le masse d'acqua alle latitudini polari hanno densità maggiore a causa dei forti raffreddamenti e tendono a precipitare in profondità; espandendosi sui fondali marini, si muovono verso latitudini con temperature più elevate. Lo sprofondamento dell'acqua polare richiama superficialmente altra acqua proveniente da latitudini inferiori. Le acque calde superficiali delle basse latitudini galleggiano in superficie e vengono così trasportate a latitudini più elevate, dove si raffreddano, diventano più dense e affondano, ripetendo così il ciclo

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Le correnti marine svolgono un ruolo molto importante nel trasferimento di calore dalle regioni tropicali alle regioni polari, esercitando una funzione mitigatrice del clima: infatti, trasportando acqua calda dalle basse alle alte latitudini, esse innalzano la temperatura dell'atmosfera, alla quale cedono parte del loro calore. Così, per esempio, durante l'inverno i porti della Norvegia sono liberi dai ghiacci, proprio perché la calda Corrente del Golfo lambisce le coste norvegesi recandovi le tiepide acque dell'Atlantico centrale; invece, la penisola canadese del Labrador, a latitudini poco più basse della Norvegia, ha porti chiusi dai ghiacci per la maggior parte dell'anno, perché nessuna corrente calda viene a lambirne le coste e risente invece dell'influsso della fredda Corrente del Labrador, che porta verso sud le fredde acque artiche.

La presenza delle correnti può essere individuata attraverso satelliti artificiali dotati di apparecchiature sensibili ai raggi infrarossi (radiazioni termiche) emessi dalla superficie degli oceani: queste apparecchiature registrano la temperatura, e quindi il percorso delle correnti, distinguendo le zone degli oceani con differenti temperature.

Le cause primarie della circolazione superficiale delle acque sono i venti, che trascinano nel loro movimento le masse d'acqua alla superficie degli oceani, e l'energia del Sole, che riscalda maggiormente le zone comprese fra i tropici; le acque vengono messe in movimento dall'energia che il vento, per attrito, cede allo strato superficiale delle acque stesse. Le correnti superficiali sono limitate ai primi 200 m di profondità.

L'andamento delle correnti superficiali è influenzato dalla forza di Coriolis: le correnti oceaniche sono deviate verso destra, rispetto alla loro direzione ideale di movimento, nell'emisfero settentrionale e verso sinistra nell'emisfero meridionale; il percorso delle correnti può essere influenzato anche dalla presenza di ostacoli, come dorsali oceaniche e continenti.



Le più note correnti superficiali includono la Corrente del Golfo, che si forma dalla corrente nord-equatoriale, il cui motore è l'aliseo tropicale. Essa si origina nel Golfo del Messico, alla confluenza della corrente delle Antille con quella di Florida. La corrente costeggia dapprima le coste sud-orientali degli Stati Uniti, poi attraversa l'Atlantico del nord, lambisce la costa delle isole britanniche, della penisola scandinava e si dirige verso l'Islanda. Lungo il percorso, un braccio piega verso sud, in direzione delle Canarie, poi verso ovest e ritorna al Golfo del Messico, chiudendo il circuito.

Lungo le coste orientali dei continenti, in particolare lungo le coste della California e del Perù, quando il vento soffia verso l'Equatore parallelamente alla costa provoca un movimento dell'acqua superficiale verso il largo (a causa dell'effetto di Coriolis): la massa d'acqua che si allontana dalla costa viene rimpiazzata da acqua che risale dagli strati sottostanti, determinando il fenomeno della risalita di acque profonde (noto anche col termine inglese di upwelling), che riveste grande importanza biologica. Infatti, le acque profonde che vengono richiamate in superficie sono ricche di sostanze nutrienti che giacevano sul fondo e che vengono così immesse nel ciclo biologico della vita marina.

La circolazione oceanica di profondità dipende essenzialmente dalla forza di gravità ed è provocata da differenze di densità delle acque; poiché l'acqua fredda e salata è più densa e perciò più pesante di quella più calda e meno salata, tende a sprofondare e a scorrere sotto quella più leggera: le correnti di questo tipo sono dette correnti di gradiente o correnti di densità. Per tale motivo, la circolazione oceanica profonda è detta anche circolazione termoalina (dal greco thermós, caldo e alós, sale), cioè causate dalla diversa temperatura e salinità. Il tempo necessario affinché le acque dalla superficie scendano in profondità e poi risalgano varia in media dai 500 ai 2000 anni.

Le masse d'acqua profonde si classificano a seconda della regione d'origine e della profondità alla quale scorrono: le correnti di densità interessano in particolare il Mediterraneo e le regioni polari, dove le acque superficiali fredde e salate hanno elevata densità e si inabissano fino a raggiungere il fondo oceanico. Dalle zone polari artiche e antartiche si crea quindi un flusso sul fondo oceanico verso latitudini minori.

L'insieme delle correnti oceaniche dà vita alla circolazione termoalina, ossia la circolazione oceanica regolata da due importanti forze quali: la differenza di densità dell'acqua e il vento.

Vi sono vari tipi di correnti marine, classificate in base a diversi aspetti:
processo formativo (correnti di gradiente, correnti di deriva)
distanza dal fondale (correnti di superficie, di profondità media e profondità abissali)
temperatura media interna
calde: correnti superficiali che vanno dall'equatore ai poli.
fredde: correnti superficiali che vanno dai poli all'equatore.
tipo di flusso
orizzontali: correnti che si spostano parallelamente alla superficie.
verticali: correnti che si spostano perpendicolarmente alla superficie.
Le correnti che vanno dall'equatore ai poli trasportano anche aria calda, come la corrente del Golfo. Le correnti che vanno dai poli all'equatore mitigano le fasce intertropicali.

Questo tipo di correnti, la cui origine è essenzialmente termoalina (da differenze di temperatura e salinità delle masse d'acqua), non va confuso con le correnti costiere, la cui genesi è dovuta principalmente al vento e al moto ondoso.

Le correnti marine hanno una notevole importanza anche nella biosfera, poiché:

condizionano il clima (le correnti calde lo rendono più mite, le correnti fredde favoriscono la desertificazione)
contribuiscono alla diffusione delle specie vegetali e animali (trasportando semi e uova di animali a volte anche da un continente all'altro)
trasportano il plancton (che è alla base della catena alimentare e viene seguito da molti pesci, da cui deriva la pescosità di alcuni mari).

La direzione del movimento è dovuta alla rotazione terrestre (forza di Coriolis) che ne determina movimenti circolari. Nell’oceano Atlantico venti regolari e costanti, gli Alisei, spostano masse superficiali d’acqua verso l’equatore dove vengono deviate dalla forza di Coriolis verso ovest (corrente nord equatoriale); quando raggiungono il continente americano vengono sospinte verso nord e si accumulano nel Golfo del Messico. Le acque continuano a defluire verso l’Atlantico e formano la corrente del Golfo che segue la costa degli Stati Uniti per suddividersi poi in due parti: una si dirige verso le Canarie e riprende il giro descritto, l’altra si muove verso nord est, raggiunge le coste nord occidentali dell’Europa e ne mitiga il clima. Nelle zone polari le acque si raffreddano, diventano più dense e cadono in profondità dove si muovono verso l’equatore. Man mano si scaldano, diventano meno dense e più leggere, e tenderanno a risalire in superficie. Questo movimento, che forma le correnti marine profonde, è molto lento: il tempo necessario perché una massa d’acqua sprofondata ritorni in superficie è anche di un migliaio di anni.
Il mare Mediterraneo è molto salato rispetto all’oceano Atlantico, perciò le sue acque sono più dense. Le masse d’acqua del Mediterraneo scendono in profondità e passano nell’Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra; le acque dell’oceano, più leggere entrano nel Mediterraneo muovendosi in superficie. Il mar Nero è in collegamento con il mar Egeo attraverso lo stretto del Bosforo e i Dardanelli, che supera in superficie perché le sue acque sono meno dense e meno salate. L’acqua proveniente dal mar Egeo è densa e si muove sul fondo, ma non riesce a raggiungere il mar Nero perché il Bosforo non è abbastanza profondo; di conseguenza il ricambio di acqua del mar Nero è scarso e limitato.



LEGGI ANCHE : http://marzurro.blogspot.it/2015/09/una-visita-allisola-di-plastica.html




domenica 6 settembre 2015

LE ISOLE



Un'isola può trovarsi nelle acque di un fiume, di un lago o del mare. La parte del terreno che separa la terra emersa dall'acqua è detta costa o litorale.

Più isole vicine tra di loro formano un arcipelago.

Le isole possono essere disposte a corona o a catena. Ad esempio, le Isole Aleutine nell'Oceano Pacifico formano una catena tra l'Asia e l'America settentrionale.

Le isole presenti nei corsi di un fiume si trovano alla foce, nel delta, o nel corso intermedio se il fiume ha una certa larghezza. Nella maggior parte dei casi sono formate dal deposito di sedimenti nei punti pianeggianti del suo corso in cui la corrente rallenta e perde la capacità di trasportare a valle la parte più pesante del materiale sedimentario. Essenzialmente queste sono un impedimento al flusso dell'acqua ed alcune possono nascere nei momenti in cui il livello del fiume è normale e sparire quando il volume e la velocità dell'acqua cambia a causa di un periodo di piena. Altre isole sono formate dall'incontro di un'asperità rocciosa che causa la momentanea divisione del fiume in due tronconi.

Le isole presenti all'interno dei laghi sono delle sporgenze del terreno sopra il livello dell'acqua che ha riempito una conca naturale od artificiale. Nel caso in cui il lago abbia uno o più immissari è possibile che i sedimenti trasportati da questi fiumi generino una o più isole. La vegetazione può a suo volta creare un'isola: le piante che sono in grado di crescere con parte del tronco nell'acqua possono far accumulare detriti organici in punti più bassi non prossimi alla riva e con l'andare del tempo generare un affioramento del terreno dalle acque del lago.

Le isole continentali sono le più vaste, sono collegate alla piattaforma continentale e possono essersi staccate dal continente per erosione, abbassamento del terreno, innalzamento del livello delle acque, forti terremoti, eruzioni vulcaniche, ecc. o semplicemente perché la piattaforma continentale è più bassa, in alcuni punti, del livello delle acque. Esempi di isole continentali sono la Sicilia e la Groenlandia.

Un tipo particolare di isole continentali sono quelle che si sono staccate dal continente a causa della deriva dei continenti come per esempio l'isola del Madagascar staccatasi dal continente africano.

Un altro tipo particolare sono le isole formatesi dall'accumulazione della sabbia erosa dal continente vicino.



Sono dette isole oceaniche quelle isole che non fanno parte della piattaforma continentale e che sono generalmente piccole con una forma arrotondata. Le isole oceaniche possono essere suddivise in isole vulcaniche, atolli e cime di catene montuose sottomarine che emergono dalle acque.

Le isole vulcaniche sono costituite da lava solidificata eruttata da vulcani che una volta erano al di sotto del livello del mare. Esistono però altri tipi di isole vulcaniche, come i vulcani sommersi che facevano parte di una piattaforma continentale. Un esempio su tutte è l'Islanda, la più grande isola vulcanica della Terra.

Un altro tipo di isola vulcanica è quella formata da una placca tettonica che scorre sotto un'altra. Questo scorrimento crea una catena di vulcani che emergendo formano una catena di isole. Queste isole possono anche reinabissarsi dopo un lungo periodo di frequenti terremoti ed eruzioni, come per esempio le isole Eolie.

L'ultimo tipo di isola vulcanica è formata da un punto caldo sopra cui scorre una placca tettonica. Esempi sono le isole Hawaii.

Alcune isole hanno acquisito una fauna ed una flora tutta particolare e che esiste solo in quella particolare isola; un esempio fra tutti, il Madagascar e le isole Hawai.

In questo caso si parla di "colonizzazione" delle isole. Naturalmente, un’isola continente ospita già al momento della separazione dalla terraferma, una comunità di vita, quindi la sua popolazione, flora e fauna sono uguale a quella del continente; ma poi con l’arrivo delle specie colonizzatrici, e grazie ai processi evolutivi che portano alla formazione di nuove specie, la varietà della vita sull’isola subisce importanti cambiamenti. Un’ isola oceanica comincia invece la propria esistenza priva di esseri viventi in superficie.

Il mare è un ostacolo invalicabile per molti organismi, il contatto con l’acqua salata è fatale alla maggior parte delle specie viventi, solo gli animali che per la loro natura dipendono dalla vita nel mare, pensiamo alle tartarughe, agli uccelli marini, alle foche ecc... contribuiscono al primario sviluppo della nuova isola.



Il vento e il mare poi, faranno la loro parte, trasportando pollini e semi, che daranno poi origine alla futura vegetazione. Anche gli escrementi degli uccelli marini che giungono sull’isola, daranno il loro contributo fondamentale per il diffondersi di nuove specie vegetali. I veri colonizzatori di un’isola sono dunque quegli organismi che riescono ad attraversare i mari e a divenire poi abitanti stabili dell’isola, naturalmente le isole sono molte e sparse in tutti i mari della terra, quindi occorre anche fortuna affinché un organismo vivente possa approdare e stabilirsi sul nuovo territorio. Alcune isole sviluppano una vita particolare ed unica, e creano un ecosistema indipendente dal resto delle terre emerse. In questo caso occorre fare attenzione quando ci rechiamo in questi posti, rispettando e preservando la flora e la fauna locale, evitando anche di importare organismi "alieni" che andranno a modificare irrimediabilmente l'equilibrio dell’intero habitat.

Nel mondo ci sono moltissime isole, la cui origine è varia e diversificata.

Alcune isole, infatti, hanno origine vulcanica (come il Giappone): esse sono infatti formate da magma e lava che, dopo essere fuoriuscite dal fondale oceanico, a contatto con l'aria si sono raffreddate, andando così a formare l'isola.

Altre isole, invece, sono frutto della sedimentazione di organismi marini, come le cosiddette isole corralline.

Altra tipologia di isola è quella rappresentate da quelle 'di erosione', la cui separazione dalla terraferma è avvenuta per intervento degli agenti atmosferici (come le isole intorno alla Gran Bretagna)

Gli atolli si formano a seguito di eruzioni di tipo esplosivo di un'isola vulcanica attorno alla quale si è formata una barriera corallina, che, in continua crescita, affiora ed emerge dalla superficie marina, formando bassi fondali al suo interno. Al centro della laguna venutasi a formare tendono ad accumularsi sedimenti emergendo sotto forma di isola piatta, dalla sabbia bianca o quasi rosata e dalla forma solitamente quasi circolare o ellittica.
Nei fondali marini sono presenti varie catene montuose sottomarine, in alcuni casi è possibile vedere queste formazioni come continenti sommersi dalle acque, o meglio continenti che non hanno altezze sufficienti ad emergere dal livello attuale dei mari. Alcune delle cime possono essere più alte del livello del mare generando un'isola che, in alcuni casi, può essere molto distante da qualsiasi altra terra emersa.

Secondo vari studi risulta che il livello delle acque nel passato era molto più basso dell'attuale, secondo alcuni era più basso anche di 100-200 metri. Se ci fosse oggi un abbassamento delle acque di queste proporzioni si avrebbe che molte isole risulterebbero delle cime delle terre emerse. Un caso particolare è il Mar Mediterraneo che attualmente è collegato all'Oceano Atlantico dallo stretto di Gibilterra, mentre sembra che nel passato era un mare interno con un livello delle acque molto più basso rispetto agli oceani. Quindi un'isola attuale poteva essere parte del continente in un passato non troppo remoto; mentre potevano esserci varie isole dove ora c'è solo mare.

Attualmente stiamo probabilmente vivendo una fase opposta: a causa del riscaldamento globale della Terra sembra che i ghiacciai di tutto il mondo si vadano ridimensionando, causando un costante aumento del livello del mare. Questo fenomeno a lungo andare comporterà la scomparsa di varie isole, buona parte della fascia costiera e delle pianure più basse.