venerdì 18 settembre 2015
LO STRETTO DI GIBILTERRA
Nell'antichità le due località che si fronteggiano ai due lati dello stretto (le Colonne d'Ercole) si chiamavano Calpe e Abyla (rispettivamente, Gibilterra e Ceuta, oggi importanti porti).
Prima dell'apertura del canale di Suez lo stretto di Gibilterra costituiva l'unico sbocco del Mediterraneo. In ragione di ciò esso rivestì sempre grande importanza militare e commerciale.
La comunicazione tra il Mediterraneo e l'Atlantico subì, nel corso dei periodi geologici, modificazioni profonde. Nell'Eocene questa comunicazione avveniva attraverso lo stretto denominato Guadalquivir, che poi si chiuse nell'epoca dei movimenti alpini del Miocene e del Pliocene, mentre si aprì un altro stretto a sud del Rif. Dopo l'emersione di questo si stabilì l'attuale Stretto di Gibilterra.
Le ricerche oceanografiche nello stretto cominciarono circa un secolo fa, con le prime spedizioni di Dumont d'Urville (1826-29); seguirono le indagini di Carpenter, dell'amm. Magnaghi col Washington (1884), le crociere francesi del Travailleur, quelle dell'ammiraglio S. O. Makarov, del principe Alberto I, ecc. Le spedizioni norvegesi del Michael Sars, le danesi del Thor e del Dana furono oggetto di numerosi studî di Murray, Wolfenden, Hjort, J. Schmidt, Nielsen, Schott, e di altri, fino alle recenti di Rafael de Buen, dell'Istituto oceanografico spagnolo
Lo stretto di Gibilterra mette in comunicazione l'oceano Atlantico e il mar Mediterraneo.
Geograficamente è delimitato a nord dall'estremità meridionale della penisola iberica e a sud da un'exclave spagnola nella parte più settentrionale del Marocco, la città di Ceuta; prende il nome dalla rocca di Gibilterra, promontorio della penisola iberica attualmente possedimento del Regno Unito, che si trova all'imboccatura orientale dello stretto.
La sua larghezza minima è di 14 km tra punta de Tarifa e punta Cires, quella massima è di 44 km; la lunghezza è circa 60 km. La profondità massima è di circa 286 m. Lo stretto costituisce il punto di maggior vicinanza tra l'Europa (intesa come continente a sé stante, non come Eurasia) e l'Africa.
La salsedine delle acque mediterranee è maggiore di quella dell'Atlantico perché l'evaporazione della superficie del Mediterraneo non è compensata dalle piogge e dalle acque fluviali. D'altra parte la constatata costanza di salinità del Mediterraneo richiede una corrente entrante dall'Atlantico (meno salata) superficiale, che non s'inverte mai nonostante le maree, e una sottostante, più salata, uscente: la loro esistenza è nota dal 1865.
La temperatura del Mediterraneo decresce fino alla profondità di circa 350 m., rimanendo poi quasi stazionaria intorno a 13° fino alle maggiori profondità; la temperatura dell'Atlantico decresce con la profondità. La soglia sottomarina dello stretto costituisce pertanto una barriera che impedisce l'ingresso delle acque fredde dell'Atlantico. Alla profondità di 800 m., p. es., si trova a oriente dello stretto, nel Mar di Ponente, la temperatura di 12°,9 e una salsedine di oltre 38‰, mentre allo stesso livello a occidente la temperatura è di 10° e la salsedine minore del 36‰.
La corrente sottomarina attraverso lo stretto, non prosegue verso occidente, ma per l'azione deflettente della rotazione terrestre piega verso la sua destra, nel Golfo di Cadice, e poi verso NO., lambendo le coste spagnole e portoghesi. Verso il Capo Finisterre si trovano in profondità masse di acqua con 36‰ di salsedine, con un massimo a circa 1000 m., e il massimo di temperatura, circa 11°, a 700-800 m. di profondità. In una serie di stazioni di misure nel Golfo di Biscaglia fino a SO. dell'Irlanda si constatò l'esistenza, in profondità, di acque mediterranee.
Le velocità delle correnti inverse superficiale e profonda nello Stretto di Gibilterra sono soggette a variazioni periodiche dipendenti dalla marea. Inoltre esiste una variazione stagionale per effetto della diminuita evaporazione invernale, nel Mediterraneo, e al cresciuto efflusso dei fiumi, per cui si ha, da febbraio ad aprile, un aumento d'intensità della sottocorrente mediterranea, coincidente con una diminuzione della corrente atlantica superficiale; da maggio a luglio, per contro, la corrente superficiale è più intensa e la corrente profonda s'indebolisce; verso la fine dell'estate la corrente atlantica raggiunge il massimo sviluppo e la sottocorrente diminuisce considerevolmente, fin quasi a sparire. Il vento dominante, che è l'O. nello stretto, accresce la velocità della corrente superficiale verso E. Da misure recenti (1930) dell'Istituto oceanografico spagnolo R. de Buen conchiude che il regime dinamico delle correnti dello stretto non è molto semplice; che può avvenire periodicamente un attivo mescolamento delle acque dei diversi livelli che modifica i caratteri della corrente profonda; e ritiene che questo mescolamento possa spiegarsi con l'ascesa delle acque mediterranee striscianti sul fondo dello stretto, a causa della pendenza del rilievo sottomarino, che trasformerebbe la corrente inferiore in corrente inclinata verso l'alto: onde le acque del Mediterraneo, trascinate indietro, dalla corrente superficiale, ritornerebbero, almeno in parte, verso il luogo di origine.
Il paesaggio é affascinante e con l’apparizione dei cetacei l’escursione si converte in un’esperienza indimenticabile. Lo Stretto di Gibilterra é un punto strategico e per la fauna marina dell’Atlantico e del Mediterraneo è un punto in cui tutto si concentra ed é una zona di passaggio obbligatorio dove molte specie si vedono forzate ad avvicinarsi alle coste per entrare od uscire dai due rispettivi mari. A causa delle elevate temperature il Mediterraneo evapora una grande quantitá delle sue acque. É talmente importante la perdita che né le piogge né tanto meno i fiumi che in lui sfociano sono sufficienti per riporre le sue acque. Per questo dall’Oceano Atlantico l’acqua entra continuamente nel Mare Nostrum generando una corrente marina forte e permanente che, dipendendo dalle maree e dalle zone dello Stretto, puó raggiungere una velocitá da tre a cinque nodi.
Le specie di cetacei che possiamo incontrare durante gli avvistamenti sono: Delfino Rigato (o Stenello), Delfino Mulare ( o Tursiope - “Flipper”) e Delfino Comune; Balena Pilota; Orche; Capodoglio e Balenottera Comune. Si possono vedere anche gruppi di tonni, tartarughe e altre specie marine che a volte ci sorprendono come ad esempio la manta razza e il pesce spada. Tutti gli anni da metá a fine estate le orche arrivano nelle acque dello Stretto cercando i banchi di tonni. É proprio in questo periodo che organizziamo uscite speciali, di tre ore – tre ore e mezza,per poter osservare questi impressionanti mammiferi.
Il tunnel sotto lo stretto di Gibilterra è un ipotetico tunnel che attraverserà lo stretto di Gibilterra andando a collegare l'Europa con l'Africa.
Il governo della Spagna e quello del Marocco hanno nominato un comitato misto per valutare la fattibilità di collegare i due continenti. Ciò ha portato al progetto Euromed.
Nel corso degli anni sono stati proposti diversi progetti. La Spagna propose infatti una galleria sotto lo stretto di Gibilterra già nel 1930. Sorse però un grosso problema quando gli ingegneri assunti dal governo spagnolo scoprirono che il materiale roccioso era costituito da rocce estremamente dure, ciò rendeva la creazione del tunnel quasi impossibile con la tecnologià disponibile all'epoca. Si pensò allora di prefabbricare il tunnel in varie sezioni e poi di appoggiarlo al fondo dello stretto fissandolo tramite cavi. Il tunnel avrebbe gestito sia il traffico derivante dalle auto e dai camion, che il traffico su rotaia. Ma questa soluzione non ebbe poi alcun seguito.
Nel marzo 2009 è stata attivata una collaborazione tra la società marocchina "Société Nationale d'Etudes du Détroit de Gibraltar" (Sned) con il suo omologo spagnolo la "Sociedad Española de Estudios para la comunicación fija un Traves del Estrecho de Gibraltar SA" (SECEGSA) con obiettivo di realizzare un sistema comune di collegamento.
L'idea di fare transitare all'interno del futuro tunnel anche i veicoli stradali come auto e camion è stata ridimensionata. Attualmente infatti sviluppare un sistema di ventilazione per rimuovere i gas di scarico da un tunnel di queste caratteristiche sarebbe una sfida ingegneristica molto difficile. Il tunnel sarebbe quindi esclusivamente di tipo ferroviario.
La profondità dello stretto tocca i 900 metri in corrispondenza del percorso più breve, mentre è di circa 300 metri un po' più a ovest dove le placche europea e africana si incontrano. La più breve traversata è di circa 14 chilometri mentre il percorso proposto si svolge a ovest di Tarifa e ad est di Tangeri. Il percorso non sarà rettilineo ed avrà una lunghezza probabile di circa 34 km in tutto.
Il progetto sarebbe stato finanziato da due aziende di proprietà pubblica, SECEGSA Spagna e Sned in Marocco, con il supporto economico della Unione europea. Non è invece ancora chiaro se questo sarà un progetto Euromed o un consorzio commerciale.
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