domenica 20 settembre 2015
IL MAR EGEO
Il mare era tradizionalmente conosciuto col nome di Arcipelago, nome con cui poi si indicarono le isole del mare ed in seguito passò ad indicare ogni gruppo di isole, dato che il mar Egeo è noto per la grande quantità di isole e arcipelaghi.
Nei tempi antichi furono proposte varie spiegazioni al nome Egeo. Si diceva che fosse stato nominato così per la città greca di Aigai (Ege), o Aigaion, "mare delle capre", un altro nome di Briareo, uno degli antichi ecatonchiri, o, specialmente tra gli ateniesi, per Egeo, il padre di Teseo, che si gettò in mare quando vide la nave del figlio con le vele nere, poiché credeva che l'eroe fosse morto cercando di portare a termine la sua missione. In realtà Teseo aveva solo dimenticato di issare vele bianche, che avrebbero invece simboleggiato la buona riuscita dell'impresa.
Una possibile etimologia deriva dal greco aiges = "onde", da cui "mare ondoso", si consideri anche aigialos "costa".
La linea di costa odierna risale circa al 4000 a.C. Prima di allora durante il picco dell'ultima era glaciale (circa 16000 a.C.) il livello del mare era 130 metri più basso, e c'erano larghe pianure costiere al posto dell'odierno mar Egeo settentrionale. Quando vi si insediarono gli esseri umani, le odierne isole, inclusa Milo con la sua importante produzione di ossidiana, erano probabilmente ancora connesse con la terraferma. La forma generale della linea costiera odierna apparve circa nel 7000 a.C., mentre il livello del mare post-era glaciale sarebbe continuato a risalire per altri 3000 anni.
Le successive civiltà dell'età del bronzo in Grecia e la loro connessione con mar Egeo hanno dato origine al termine generale di civiltà egea. Nei tempi antichi il mare fu il luogo d'origine di due antiche civiltà: la civiltà minoica a Creta e quella micenea nel Peloponneso.
In seguito sorsero le città stato (poleis) di Atene e Sparta, tra le molte altre che andavano a costituire l'area di influenza ateniese e la civiltà ellenica. Platone descriveva i greci che vivevano intorno all'Egeo "come rane intorno ad uno stagno". Il mar Egeo fu poi invaso dai persiani e dai romani, amministrato in seguito dall'impero bizantino, dai veneziani, conquistato dai turchi selgiuchidi e dall'impero ottomano fino alla resurrezione greca del 1821 della quale fu teatro importante. L'Egeo fu il luogo d'origine della democrazia nonché culla della civiltà ellenica, e le sue rotte furono le vie di contatto tra varie civiltà differenti del Mediterraneo orientale.
Molte delle isole del mar Egeo hanno porti e baie sicuri, ed in passato la navigazione attraverso il mare era più semplice che viaggiare attraverso il terreno accidentato della terraferma greca e dell'Anatolia. Su le altre isole vengono estratti il marmo ed il ferro. Le isole più grandi hanno alcune valli fertili e pianure in genere costiere. Le isole del mar Egeo, 1 415 tra isole e isolotti, appartengono nella quasi totalità alla Grecia e solo due isole appartengono alla Turchia: Tenedo ed Imbro.
Il mar Egeo è un mare del mar Mediterraneo situato tra la parte meridionale della penisola balcanica e quella occidentale dell'Anatolia. A nordest è connesso con il mar di Marmara e quindi con il mar Nero attraverso lo stretto dei Dardanelli ed il Bosforo. Le isole egee si trovano al suo interno, mentre viene delimitato a sud dalle isole di Creta e Rodi.
L’Egeo è una delle nove regioni geografiche della Grecia. È suddiviso in due regioni amministrative, l’Egeo Settentrionale e l’Egeo Meridionale che a est confinano con la Turchia. L’Egeo bagna anche le coste occidentali della Turchia, suddivise amministrativamente in nove province che costituiscono la regione egea. La zona settentrionale del Mar Egeo a nord del 40º parallelo, è detta Mar di Tracia.
Il mar Egeo copre un'area di circa 214 000 km², e misura circa 610 km in longitudine e 300 km in latitudine. La profondità massima è 3 543 m al largo della costa orientale di Creta. Le isole egee si trovano nelle sue acque, con le seguenti isole che delimitano il mare a sud (da ovest verso est): Cerigo, Cerigotto, Creta, Caso, Scarpanto e Rodi.
La parola arcipelago veniva applicata in origine al mar Egeo ed alle sue isole. Molte delle isole egee o delle catene di isole sono in effetti estensioni delle catene montuose della terraferma. Una catena si estende attraverso il mare fino a Chio, un'altra si estende attraverso l'isola di Eubea fino a Samo, ed una terza si estende attraverso il Peloponneso e Creta fino a Rodi, dividendo l'Egeo dal Mediterraneo.
Il trattato di Losanna del 1923, che fissò i confini della Grecia, attribuì a tale Paese la maggioranza di tali isole, le quali fanno parte di due divisioni amministrative, l'Egeo Settentrionale e l'Egeo Meridionale. Alla Turchia furono invece assegnate le isole Imbro e Tenedo, di fronte allo stretto dei Dardanelli.
Il nome Isole italiane dell'Egeo, note semplicemente come Dodecanneso, è presente soprattutto nella storiografia italiana per riferirsi alle isole egee conquistate durante la guerra italo-turca del 1912, e annesse al Regno d'Italia con il trattato di Losanna dello stesso anno. Il Dodecanneso, con Rodi e Castelrosso, dopo una breve occupazione tedesca iniziata l'8 settembre 1943 venne occupato dagli inglesi. Nel 1947 anche il Dodecanneso passò alla Grecia.
Le insenature dell'Egeo cominciando da sud e muovendosi in senso orario includono su Creta, il golfo di Mirabella, la baia di Almyros, la baia di Souda ed il golfo di Canea, mentre verso la terraferma si trovano il mar di Myrtoön ad ovest, il golfo Saronico a nordovest, il golfo di Petali, da cui si entra nel golfo meridionale di Eubea, il golfo di Volos, da cui si entra nel golfo settentrionale di Eubea, il golfo di Salonicco a nordest, la penisola Calcidica, che include i golfi di Cassandra e del Monte Athos, a nord il golfo di Orfani e la baia di Kavala; le restanti insenature si trovano in Turchia: il golfo di Saros, il golfo di Edremit, il golfo di Dikili, il golfo di Çandarli, il golfo di Smirne, il golfo di Kusadasi, il golfo di Gökova ed il golfo di Güllük.
Le acque superficiali del mar Egeo si muovono in senso antiorario, con le acque a salinità superiore del Mediterraneo che si muovono verso nord lungo la costa occidentale della Turchia prima di venire disperse dal flusso di acqua meno denso proveniente dal mar Nero. La densa acqua del Mediterraneo scende in profondità sotto il flusso del mar Nero a circa 23 - 30 m e quindi scorre attraverso lo stretto dei Dardanelli dentro il mar di Marmara ad una velocità di 5- 15 cm/s. Il flusso in uscita dal mar Nero scorre verso ovest lungo le coste settentrionali della Grecia.
L'oceanografia fisica del mar Egeo viene controllata soprattutto dal clima regionale, dall'introduzione di acque fresche dai grandi fiumi che scorrono nell'Europa sudorientale e dalle variazioni stagionali nella corrente superficiale proveniente dal mar Nero.
Le analisi del mar Egeo durante il 1991 ed il 1992 hanno rivelato tre masse d'acqua distinte:
Acque egee di superficie - di 40 - 50 m di spessore, con temperature estive di 21 - 26 °C e temperature invernali che variano da 10 °C al nord ai 16 °C del sud.
Acque egee intermedie - si estendono dai 40 - 50 m ai 200 - 300 m con temperature oscillanti tra i 11 °C ed i 18 °C.
Acque egee di profondità - si estendono al di sotto dei 200 - 300 m con temperature (13 - 14 °C) e salinità (39,1 - 39,2%) uniformi.
Nel punto più profondo raggiunge i 2591 metri di profondità, precisamente a nord dell’Isola di Scarpanto. .
In seguito alla ratifica da parte greca (1° giugno 1995) della Convenzione internazionale sul diritto del mare (stipulata nel 1982 a Montego Bay, Giamaica), si acuiva nuovamente la tensione fra Grecia e Turchia per il controllo del Mare Egeo. La Convenzione, infatti, autorizzava gli Stati firmatari a estendere le proprie acque territoriali fino a 12 miglia marine dalla linea di base. Già la precedente regola delle 6 miglia riduceva grandemente, a vantaggio della Grecia, gli spazi internazionali nel Mare Egeo. L'eventuale estensione dei limiti territoriali a 12 miglia da parte greca avrebbe portato in pratica allo sbarramento dell'Egeo, creando una fascia continua di acque territoriali greche fra le isole di Eubea e Samo a N e fra l'estremità sudorientale del Peloponneso e Rodi a S. La prospettiva appariva intollerabile alla Turchia (ma in realtà anche a molti altri Paesi), giacché avrebbe potuto impedirle il libero accesso non solo ai suoi porti sull'Egeo, ma anche alla capitale Ïstanbul e al Mar Nero. Il problema si riproponeva negli stessi termini anche per la sovranità sugli spazi aerei, la cui gestione appariva più delicata avendo già dato luogo a diversi incidenti (compreso l'abbattimento di aerei militari turchi nel 1995-96). La tensione tra i due Paesi raggiungeva un momento critico nel gennaio 1996, quando la Turchia effettuava uno sbarco sull'isolotto disabitato di Imia, sotto sovranità greca, a NE dell'isola di Calimno (Kálymnos): una mediazione internazionale impediva che vi fossero conseguenze più serie, ma non si è trattato di un fatto isolato, dal momento che più volte in precedenza, la Turchia aveva sollevato il problema. Oltre agli aspetti strategico-militari e marittimi, nella controversia giocava un ruolo importante l'aspettativa che i fondali dell'Egeo presentassero idrocarburi in quantità economicamente rilevanti, anche se al riguardo, non essendo stati effettuati sondaggi, si avevano semplicemente delle stime. Soltanto un accordo sull'estensione delle acque territoriali e, soprattutto, su una divisione consensuale delle zone esclusive di sfruttamento tra Grecia e Turchia avrebbe consentito a entrambi i Paesi di procedere, nel caso, all'avvio di operazioni di ricerca. La diplomazia internazionale, anche sotto gli auspici dell'Unione Europea, ha tentato più volte di risolvere la questione dell'Egeo e sono stati firmati al proposito accordi bilaterali fra Grecia e Turchia (Dichiarazione di Madrid, firmata anche dagli Usa, nel 1997) nei quali le parti si impegnano al rispetto reciproco e rinunciano alla forza per la soluzione del problema. Con l'aprirsi del nuovo secolo, le relazioni bilaterali fra i due Paesi, pur permanendo tese in particolare per la questione di Cipro, attraversano una fase di distensione.
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